Sinodo italiano
Di ritorno da Roma dopo tre giorni di lavori del Sinodo italiano. Partito con un po' di diffidenza per queste cose un po' cervellotiche e che sembra non lascino nulla, solo parole. In realtà trovo un clima di buon confronto e l'impressione che la chiesa italiana abbia cambiato marcia, lasciandosi dietro paludamenti e inutili salamelecchi gerarchici. Tutto è più diretto e meno pomposo e anche se i risultati sembrano ancora assai nebulosi, si potrebbe dire che la nebbia si dirada. In fondo si trattava di elaborare insieme le schede che serviranno per il confronto in diocesi su molti temi di vita ecclesiale. Io ero nel gruppo che trattava di comunicazioni sociali e cultura: un tavolo di una decina di persone con due vescovi, un diacono, io come sacerdote e sei laici. Altri tre tavoli trattavano dello stesso tema. Dopo un giorno di discussione il risultato è soddisfacente ma soprattutto c'è voglia di andare avanti e non di lamentarsi. Il tutto nella basilica di san Paolo fuori le mura, che non è così male...anzi.
Celebrazioni ancora un po' barocche, allungate dal fatto che l'altare è rialzato e ci vuole il doppio del tempo solito. Su questo c'è ancora da lavorare e sfrondare, ma si sa, la liturgia è spesso la zavorra di tutto il resto. Vedremo come si andrà avanti.
"Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge." (Gal 5,18)
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