30 aprile 2019

giovani e fede

Alla comunità di S. Egidio a Genova
Attività
Camminando sotto la pioggia ad Ovada

















































Dopo una settimana di route con giovani di 20-22 anni è quasi d'obbligo pensare che la fede ha un grande futuro. Se manca l'abc del cristianesimo, tuttavia non c'è più quel senso di pesantezza che derivava dal fatto che essere iniziati alla fede fosse una questione di cultura, di identità dell'italiano medio. Ora c'è l'interesse per capire, le domande si fanno profonde (interpretazione delle scritture, rapporto con altre religioni, visione di Dio, riti e celebrazioni) e non si fermano al gossip sulla Chiesa che tanto ha turbato la generazione precedente. Non che non sia giusto pretendere che la Chiesa viva bene la propria testimonianza ma chi si attacca solo ai difetti della chiesa è come chi pensa che se la casa è pulita allora può viverci dentro. No: la casa prima che essere pulita deve essere solida, non caderti addosso e deve funzionare. Se è pulita tanto meglio, sempre ricordando che se è troppo sporca non ci vivresti comunque, anche se fosse solida e tutto funzionasse a meraviglia. I giovani mi sembra che stiano riportando le domande al cuore: è solida sta chiesa/casa? Come funzionano gli impianti, cosa servono quei pulsanti?...



"Al loro numero appartengono certi tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni genere, che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità." (2 Tim 3,6-7)

22 aprile 2019

si parte in route

Per la prima volta non esiste il salutare stacco di Pasquetta. Oggi si parte per la route con gli scout (Ross: route di orientamento alle scelte di servizio) che mi terrà in giro tra Ovada e Genova fino a domenica prossima. In realtà lo stacco ci sarà ed è quello mentale: da parroco decisionista a membro di una staff in cui decidono altri, dalla parrocchia al creato, dal mondo ad un gruppo di giovani con cui si cambia il ritmo e lo stile. Se non è stacco questo... A domenica prox!


21 aprile 2019

Pasqua

Ieri sera la
veglia pasquale è stata molto sentita. Parecchia gente, chiesa piena, come non si vedeva da tempo in questa occasione. Molti ministranti, presenza pure di bambini con i loro genitori.  In mezzo il battesimo di una bambina di 9 anni. Canti a dovere, fuoco che non si accende facilmente ma poi brucia tutto. Silenzio quando c'è da far silenzio, preghiera quando c'è da pregare e alla fine la gente si ferma ancora per farsi gli auguri nonostante siano passate quasi due ore.
Ecco. Questo è il futuro del Cristianesimo in terre secolarizzate, se si vuole: il segno della rinascita. La veglia pasquale ricercata perchè è la veglia pasquale e non perchè è la messa vespertina per non andarci il giorno dopo. La veglia pasquale nonostante la lunghezza e la complessità, perchè è la madre di tutte le veglie. La veglia pasquale ben curata da tutti perchè così è il "minimo vitale".

"Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato" (Lc 24,5-6)

20 aprile 2019

il segno di Dio nella città

Ieri sera la via crucis cittadina ha attraversato il centro città, passando davanti ai locali del tempo libero con esiti diversi. In passato si preferiva sfruttare luoghi periferici "per non disturbare troppo" o perchè in periferia sembrava che anche coloro che erano a casa si rendessero più partecipi, magari stando alla finestre. In centro no: sei a stretto contatto con scelte di vita diverse, con persone che non sanno neanche cosa sia il venerdì santo e con gente di altre religioni.
Ma mai come quest'anno c'era tanta gente, al punto che la Cattedrale si è riempita. Un bel segno dato alla città, senza dare giudizi, senza strafare, senza combattere chissà quali nemici: la comunità cristiana celebra la morte del suo Cristo. Se poi lo stesso animo fruttificasse in vita concreta ed in impegno per gli altri, la vita della città sarebbe rivoluzionata. Ma questo secondo passaggio non lo si crede ancora e si preferisce tenere la logica di Dio per le cose di chiesa (a volte neanche lì). Abbiamo un potenziale nucleare di bene e usiamo delle piccole pistole ad acqua, lamentandoci poi che i tempi, la gente, la politica, l'economia sono cattivi.


"Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
“Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare
cavallo e cavaliere."
(Es 15,1)

19 aprile 2019

il dolore di Cristo per non disumanizzarsi

Oggi alla via Crucis animata dai giovani si è vista la differenza tra la buona recitazione e la recitazione con fede. Il protagonista ha fatto suo il dolore di Cristo e l'ha reso in maniera talmente espressiva da smuovere il cuore di diverse persone. Ancora più convinto mi dicevo che per non riuscire a provare compassione per certe sofferenze (dal bimbo nel grembo in occasione di aborto all'immigrato che fa di tutto pur di non tornare in quel lager che è la Libia, dall'anziano lasciato a se stesso ai danni generati da ogni guerra) bisogna imparare a diventare meno umani. E se uno è meno umano, che cosa diventa?

"Le misericordie del Signore non sono finite,
non è esaurita la sua compassione;
esse son rinnovate ogni mattina,
grande è la sua fedeltà." (Lam 3,22-23)

18 aprile 2019

Notre Dame e l'Europa secolarizzata

E' da ieri che cerco di scrivere questo post perchè mi gira dentro. Poi mi dicono che stamattina su La Stampa Enzo Bianchi a accennato al fatto che Notre Dame in fiamme è un po' l'icona del cristianesimo in Europa, aggiungendovi che dato che è avvenuto il Lunedì Santo, si prelude anche alla resurrezione. Io avevo pensato: vista la reazione dei francesi, laici e credenti, vista la preghiera intensificata, viste le iniziative che questo ha smosso, allora sì. Notre Dame è l'icona dell'Europa secolarizzata che sembra lontana dalla fede ma che poi si riscopre "furiosamente cattolica" (l'espressione era "furiosamente religiosa" ed era di uno dei teorici della secolarizzazione che ha dovuto ricredersi sul fatto che le religioni avessero ormai perso di importanza nella sfera pubblica). Sì, la Francia sarà secolarizzata, ma la chiesa francese ha imparato a sintonizzarsi con il proprio tempo.
Non sembra l'Italia che è sembra ancora furiosamente cattolica specie in certe zone e poi si scopre che i cattolici sono i primi a rifiutare migranti e sono conniventi con certe mafie.

"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli." (Mt 7,21)

15 aprile 2019

Gesù, uomo del dolore

Stamattina mentre pensavo alle celebrazioni del Triduo mi è tornata alla mente la notizia che il rettore del Santuario del Buon Consiglio aveva dato durante la sua meditazione al ritiro della parrocchia: lui quand'era viceparroco a Parigi, mentre studiava là, ha visto che Vittorino Andreoli partecipava ai riti del Triduo in quella parrocchia. Vittorino Andreoli non è credente e quando lui si è fatto riconoscere come italiano, gli ha spiegato che da 36 anni con la moglie veniva in quella parrocchia per non essere troppo riconosciuto. Ha confessato che continuava a non credere pur ammirando coloro che credevano ma che era assolutamente colpito da ciò che l'uomo Gesù ha vissuto in quegli ultimi tre giorni. Da psichiatra ha una certa esperienza del dolore e del dolore lancinante...
Ecco: Gesù è personaggio universale e il cristianesimo è decisamente una religione sui generis...

"Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato." (Is 53,2-4)

14 aprile 2019

settimana santa

Ogni volta la Domenica delle Palme e l'inizio della settimana santa genera sentimenti contrapposti. Da una parte il fastidio del pensare che si rompe il tran tran ordinario e che si moltiplicano gli impegni e la necessaria disposizione. Dall'altra il desiderio di entrare nel cuore del mistero cristiano ma anche del mistero umano: il mistero del dolore e della morte. Da una parte il fastidio di dover provvedere ai vari riti, alle varie richieste, ai vari appuntamenti istituzionali diocesani. Dall'altra la percezione che siamo veramente un'unica famiglia e il desiderio di farlo sperimentare a coloro che hanno perso questo contatto. Da una parte il perfezionismo di voler fare tutto bene e soprattutto tutto diverso dagli altri anni. Dall'altra la sfida del far capire a tutti l'assoluta ricchezza simbolica di questa settimana.
Buona settimana santa.

«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
 (Lc 19,38)

12 aprile 2019

il dovere della comunicazione

Siamo una società della comunicazione, ma nella chiesa non sempre lo si sa. Anzi, lo si sa ma sembra come insegnare le equazioni a un bimbo di terza elementare. Ancora ieri durante un incontro ci si è lamentati del fatto che nonostante ciò che si fa molta gente continua  a propendere verso posizione di diffidenza verso gli stranieri e si contrappone l'idea di andare avanti con tenacia nelle nostre diverse testimonianze concrete di condivisione e di accoglienza. Sarebbe come dire che contro chi ti viene incontro con un elefante conviene puntare sul pugnale perchè con un po' di buona volontà riesci a buttarlo giù.
Saper comunicare  e puntare all'efficacia di ciò che si comunica (e non solo all'essere a posto in coscienza del fatto che io le cose le ho fatte sapere, ma se non interessano, mica posso obbligare...) diventa altrettanto importante che portare avanti le azioni pastorali. La comunicazione efficace non è strumento, non è affare di immagine, ma si innesta direttamente nella trasmissione del Vangelo: Gesù non ha solo testimoniato, ma ha comunicato, ha chiesto ai suoi di portare il Vangelo fino ai confini della terra. A noi non è richiesto solo di agire da cristiani, ma di comunicarlo e fare in modo che la gente si converta.

"Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato." (Mt 28,18b-20a)

10 aprile 2019

degrado sociale

Ieri c'è stata una riunione con diverse associazioni sulla situazione delle case popolari in una zona della parrocchia e del quartiere, dove sembra che le cose siano lasciate a se stesse. Richiesta di pagamenti a fronte di manutenzioni non effettuate o effettuate al risparmio. Degrado esterno che sembra più un gesto di rabbia. Soprattutto "prese di possesso" di pezzi di balcone (che sarebbe comune), erigendo cancelletti, divisioni e zone franche. L'impressione è che comune e Azienda Territoriale Casa abbiano lasciato un po' andare le cose, con l'effetto che anche la gente non ha più voglia di tenere in ordine e fa di tutto per farsi assegnare altri alloggi.
E' sempre così, anche in un ufficio, in una azienda, in una parrocchia: quando hai l'impressione che nessuno ami l'ambiente in cui ti trovi allora anche tu sei demotivato a fare tutto. Fortunatamente ora si vuole dare un cambio di rotta.

"Tutto il suo popolo sospira in cerca di pane;
danno gli oggetti più preziosi in cambio di cibo,
per sostenersi in vita.
«Osserva, Signore, e considera
come sono disprezzata!" (Lam 1,11)

09 aprile 2019

schemi fissi di pensiero

Ancora sulla celebrazione di S. Lazzaro di domenica scorsa. Mi mandano la pagina di Internet di un giornale locale che ha fatto il resoconto della festa. E' stata riportata una riflessione sulla mia omelia, in particolare il passaggio in cui io avrei suggerito che s. Lazzaro è un esempio per noi del prendersi cura degli emarginati. Ovviamente Lazzaro stesso era un emarginato... un lebbroso, perciò non poteva prendersi cura di nessuno... 😂  Avevo detto che il fatto di avere come patrono un mendicante, doveva renderci più sensibili verso i poveri.
Poi ho pensato che nell'era di papa Francesco basta citare "poveri" e parte tutto un cinema di riferimenti, retropensieri e schemi mentali che non sempre sono corretti. Deve essere il risultato della società della comunicazione: la visione di una chiesa diversa si è fortunatamente diffusa, ma resta a livello superficiale. Con lo stesso schema di pensiero si associa Salvini ai razzisti, il Pd a interminabili discussioni interne, i 5 stelle alla rottamazione del vecchio, ecc. ecc.

"Il primo a parlare in una lite sembra avere ragione
ma viene il suo avversario e lo confuta" (Pro 18,17) 

08 aprile 2019

I riti civili

Ieri era la festa di s. Lazzaro, patrono del quartiere ("borgo" in gergo paliofilo). Alla messa la presenza sempre bella di figuranti del Palio, autorità paliofile varie e la testimonianza ancor più bella di un giovane donatore di midollo osseo, cresciuto in parrocchia. Viene nominato "borghigiano dell'anno" mentre la pioggia battente impedisce altre iniziative programmate. Celebrazione partecipata e sentita, benchè buona parte dei presenti non sia avvezza alla frequenza religiosa. Unico neo: la disposizione dei posti riservati che crea qualche discussione. Posti davanti riservati per autorità del palio, per associazione Admo? Cerco di far capire che converrebbe riservare solo una parte dei posti davanti, lasciando l'altra alla gente che abitualmente viene a messa: è la messa del patrono del borgo e sarebbe bene le questioni di cerimoniale (che vanno bene per la messa del Palio) siano messe da parte nella messa del patrono. Ma devo cedere e poi mi scuso anche per toni non proprio accoglienti.
E poi penso: si critica spesso la chiesa per riti e cerimoniali quasi medievali. Ma i riti civili sono molto più rigidi, molto più ingessati e tendenzialmente autocentrati.

"E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»." (Mc 10,35-37)

07 aprile 2019

oratorio multietnico

Incisione del 1812:
un luddista guida l'attacco
ad una fabbrica 
Mentre ieri pomeriggio guardavo i numerosi ragazzi presenti in oratorio (almeno una trentina) mi facevano sorridere tante polemiche sui migranti e gli stranieri. Almeno la metà erano stranieri: Moldavia, Marocco, Eritrea, Albania, Romania e altre nazioni non ben identificate. Eppure giocavano tutti insieme divertendosi un mondo: è ovvio, perchè si conoscono già, frequentando le stesse scuole. Lo ius sanguinis assomiglia ormai alla ricerca vana della pura razza ariana (che non esisteva) e coloro che sono rabbiosi contro la presenza di stranieri tra noi mi sembrano i luddisti: coloro che nel XIX secolo distruggevano i telai industriali,considerati responsabili della disoccupazione e degli stipendi più bassi. Non è che te la prendi con loro: ti fanno un po' compassione.

"Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna»." (Num 11,5-6)





06 aprile 2019

la banalità del male

Ieri sera ho assistito alla rappresentazione dell' "oratorio" recitato sulla passione di Gesù di Luciano Nattino, intitolato "Il legno verde". Un'ora e mezza filata di recitato, senza cambi di scena, tutto affidato alla potenza della parola. E infatti la parola era potente se ha tenuto avvinti gli spettatori per tutto quel tempo, pur pagando qualche "assopimento" momentaneo. Ma tornando a casa mi dicevo che il tutto non era troppo convincente. Molto bello lo sforzo di entrare nel cuore dei vari personaggi e di andare al di là del testo evangelico per costruire dialoghi e monologhi. Ma il risultato era una scena in cui tutti si ponevano molte domande, molti dubbi: pochi erano i personaggi diretti, che non esitavano a torturare e condannare Gesù. Ma veramente Pilato si sarebbe fatto tutte quelle domande? Veramente i suoi discepoli avrebbero avuto mille dubbi? Veramente la Maddalena avrebbe avuto tutti quei pensieri in quelle poche ore?
Mi sembra che, come diceva Hannah Arendt, il male sia molto più banale. Chi lo fa, lo fa di getto e si giustifica, sul momento, perciò non ha tempo di farsi troppe domande. Chi ne è coinvolto, lo subisce e cerca di resistere. Chi è preso dal dolore è troppo preso dal farvi fronte per spendere minuti di domande esistenziali.
Luciano Nattino è figlio del sessantotto, quando tutto, compresa la fede, si problematizzava. Oggi nell'epoca dei social è tutto più rapido e il problematizzare le cose è un obiettivo, non un punto di partenza.

"Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Lc 23,31)

04 aprile 2019

la forza del silenzio

Ieri sera c'è stato un confronto con i giovani su un brano di s. Paolo che stiamo commentando con tutti i gruppi parrocchiali. In realtà eravamo nel contesto di un momento di preghiera organizzato dai responsabili dell'oratorio che, dopo un canto piuttosto lamentoso, hanno lasciato un lunghissimo momento di silenzio. Tra i presenti c'erano anche due che avevo invitato io, ma che non erano abituati a questo genere di preghiera. Per questo mi sentivo io a disagio per loro, vedendo che in particolare una si guardava in torno per capire cosa stava succedendo. Ad un certo punto è intervenuta, rompendo il silenzio e ha chiesto una preghiera per una sua zia che stava morendo per un tumore. Si è messa a piangere e ha creato un'atmosfera molto intima. Mi sono morsicato la lingua più volte. Eppure lo sapevo: il silenzio di fronte a Dio o è intollerabile oppure smuove e tocca le corde più profonde. Basta crederci.

"Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta" (Gv 19,9)

03 aprile 2019

rivoluzione digitale: come resistere

Sto leggendo di Alessandro Baricco The Game, il libro in cui egli ripercorre le tappe della rivoluzione digitale dagli anni '70 in qua, senza perdersi nei dettagli, ma, come dice lui, marcando solo i rilievi principali e le frontiere superate. Una lettura appassionante che mi fa rivalutare lo scrittore così famoso,ma che ogni tanto mi dava l'idea di "finto". Di strada se ne è fatta parecchia e lui è bravo anche a far capire le ripercussioni antropologiche: cosa è cambiato nell'essere umano in seguito a tutto questo. Più vado avanti e più però mi dico: se Steve Jobs e altri simili sono stati sognatori rivoluzionari introducendo tutto questo, ora è rivoluzionario chi recupera quel che è stato lasciato indietro. Per esempio il gusto di fare le cose con calma, una alla volta, ascoltando molto e intervenendo poco, perdendo tempo, privilegiando la materialità del cartaceo, scegliendo con cura cosa fare e cosa tralasciare, evitando gli archivi  di tutto (tanto non tengono spazio)... Bello questo genere di rivoluzione. Ma non è che è involuzione, ritorno indietro e romanticismo da strapazzo?

"Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze". (Sl 130,1
)

02 aprile 2019

Non chiudersi

Ieri mattina sono andato a Milano all'incontro dei preti del Prado dove ci si confronta insieme, si studia il Vangelo e si fa revisione di vita. Ho ricevuto due messaggi/moniti che mi sono rimasti in mente e nel cuore. Il primo mi è arrivato parlando con un amico che ho trovato sul treno all'andata e che non vedevo da tempo. Lui insegna storia medievale in università estere e ci siamo confrontati sul fatto che i ritmi stressanti a volte non vengono percepiti subito ma poi hanno effetti deleteri. L'antidoto è di non avere solo il proprio lavoro, pur appassionante, ma di restare aperti a 360° alle sollecitazioni che vengono da fuori, ozio compreso.
Il secondo stimolo è giunto dall'incontro, quando ci siamo trovati a ragionare sul fatto che l'affidarsi alla Parola di Dio per prendere decisioni personali e pastorali fa sì che una decisione diventi efficace, feconda, bella e appetibile anche da altri.
Mettendo insieme i due moniti, il risultato è chiaro: mai chiudersi nelle proprie cose ma restare sempre aperti allo Spirito, sia che soffi a partire dalla Scrittura, sia che soffi attraverso la vita.

"E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati." (At 20,32)

01 aprile 2019

conversione

Ieri il Vangelo del padre misericordioso parlava di conversione del figlio minore ed io ho ricevuto una testimonianza potente della sua forza. Avevo chiesto ad un giovane di scrivere una testimonianza sulla propria conversione (prima faceva il modello, poi in seguito ad un incidente stradale quasi mortale ha cambiato vita) da mettere sul giornalino della parrocchia. Pensavo che sarebbe stato un po' restio o quanto meno un po' vago. Invece me l'ha inviata subito: piena di dettagli anche molto personali e con foto di prima e dopo. In fondo, diceva, la mia missione è di far sapere agli altri di questa conversione. Mi sono sentito un po' un verme ma nello stesso tempo rinforzato nella fede di sapere che la forza della grazia a volte è più potente della forza del peccato. La potenza di una piena di fiume che travolge la diga innalzata per ostacolarla.

"Non arrossire di confessare i tuoi peccati,
non opporti alla corrente di un fiume" (Sir 4,26)