30 luglio 2017

la stabilità dei 105 anni

Ieri è morta una signora di 105 anni. Mamma mia! Nata prima ancora della prima guerra mondiale, deve aver visto un sacco di novità e cambiamenti. Essendo una persona molto semplice probabilmente non aveva neanche la consapevolezza del corso del mondo, però la sua fede era una roccia indistruttibile: fino all'ultimo ha ricevuto la comunione una volta al mese. Al funerale bisognerà rimarcare questa stabilità interiore che caratterizzava molte persone di quelle generazioni, anche se inizialmente era accompagnata da una stabilità esteriore di valori e riferimenti.
Oggi la stabilità è decisamente una conquista: esteriormente è un flusso continuo, come un ruscello di montagna e interiormente è possibile solo se ci si rende conto del valore che ha. Ancora ieri sentivo di un mio amico che si è separato dopo essersi invaghito di una di vent'anni più giovane di lui... un'alluvione, altro che stabilità interiore...

"Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede" (1Tm 1,18-19)

27 luglio 2017

saluzzo migranti

Reduce da un'esperienza con il Clan presso la Caritas di Saluzzo che porta avanti il progetto "Saluzzo migranti", il cui centro è l'aiuto alle centinaia di africani che ogni anno giungono per la raccolta della frutta, accampandosi alla bella meglio in quello che viene chiamato "Foro boario". Una vera baraccopoli fatta di tende e ripari di fortuna. Mi ha colpito molto la situazione, perchè da noi non c'è: tutta gente regolare, che firma contratti di lavoro regolari (anche se non sempre giusti), che lavora tutto il giorno, che si trasferisce altrove per altri tipi di raccolta non appena finisce la stagione (perciò che non ha interesse a integrarsi in Saluzzo). Una sfida a più livelli: istituzionale, economico, sociale, ecclesiale. Sono rimasto edificato dalla passione che operatori della Caritas e volontari ci mettono, dall'ingegnosità con cui cercano di affrontare i problemi (a partire dal fornire una bicicletta di recupero a coloro che non si spostano con altri mezzi), dall'intelligenza con cui cercano di tener conto di tutto, compresa la reazione della gente.
La Chiesa esprime delle bellissime realtà evangeliche, coraggiose soprattutto nell'affrontare i problemi e nello stesso tempo nel gestire le emergenze: due cose che spesso non sono tra loro compatibili, perchè risolvendo solo le emergenze non si affrontano i problemi e cercando di affrontare i problemi spesso si trascurano le persone in emergenza.

"Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco" (Lc 176,20-21)

22 luglio 2017

eventi: la grande apparenza

le mascottes delle Olimpiadi di Torino
Mancano poche ore alla partenza ma non posso non riportare il contenuto di un articolo da La Voce e il Tempo, settimanale della diocesi di Torino, in cui l'ex assessore e filosofo Ugo Perone racconta la svolta della città sotto il sindaco Castellani quando, negli anni '90, decide di abbandonare la sua identità industriale per cambiare pelle. Un articolo interessantissimo, che mi riporta agli anni delle passioni politiche, che contiene un dato sul quale non avevo mai riflettuto. Le Olimpiadi del 2006 non sono state la causa della svolta di Torino e l'affermarsi della sua vocazione turistica, bensì l'effetto di quel decennio di lavoro nascosto per ricucire le relazioni e per dibattere con tutte le forze sociali e culturali del futuro della città. Infatti la stessa vittoria di Torino a sede olimpica è stato ottenuto da una sinergia eccezionale che mi ero dimenticato ma che sapevo perchè ai tempi era stata ampiamente divulgata. Le Olimpiadi hanno fatto solo da volano.
Ecco: gli eventi possono solo fare da volano per qualcosa che c'è già ma  non possono creare nulla di nuovo. Le Gmg servono nella misura in cui c'è il lavoro alla base delle diocesi ma da sé non producono nulla. I grandi anni, le lettere pastorali, ma anche le politiche dei grandi eventi servono solo se c'è fermento alla base, altrimenti sono come neve al sole. Peccato che la  Chiesa Italiana con la storia dei piani decennali e dei convegni ecclesiali negli ultimi vent'anni abbia prodotto solo materiale da archivio. Forse l'era di papa Francesco ci risveglierà dal lungo sonno.



"C'è chi fatica, si affanna e si stanca,
eppure resta sempre più indietro" (Sir 11,11)

21 luglio 2017

si parte... in ritardo

Sarei dovuto partire in route ieri ma ancora un problema al piede mi obbliga a rinviare la partenza. Così raggiungerò gli altri solo domani, quando inizierà la parte fissa del campo. Passaggi vari in pronto soccorso, dal medico, in farmacia, un po' di dolore fisico e mi tengo un assaggio di ciò che alcuni vivono permanentemente. E' proprio un mondo a parte quello: se non ti tocca da vicino è difficile che vedi certe situazioni a meno di una particolare sensibilità. E magari ti fai tutta una serie di progetti e di piani, salvo poi fare i conti con la vera realtà.
Diceva il filosofo Heidegger in modo un po' brutale che l'autenticità della vita si misura sulla "decisione anticipatrice della morte", cioè mettendo sempre in conto questa eventualità. Ma basta anche meno della morte. Basta che si interrompa per qualche motivo il flusso di tutto quello che si fa automaticamente, dando per scontate tante cose...

"Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Mt 24,42)

16 luglio 2017

il seme della Parola

In genere uno dei giovani sul foglio della domenica scrive qualche riga di omelia sul Vangelo. Questa volta il brano era la parabola del seminatore e sono stato molto colpito da quello che ha scritto il giovane a cui avevo chiesto. L'ho usata anche nell'omelia in chiesa. Quando gli ho scritto facendogli i complimenti lui ha risposto "Ahaha grazie ma il merito non è mio ma di chi sta su!". Onore al merito...
Ecco la sua omelia:
"Questa domenica il dono che Dio ci fa di se stesso ci viene presentato come un seme che viene posto in tre diversi terreni; dal momento che nel Vangelo la parabola viene spiegata dallo stesso Gesù, mi sento autorizzato a divagare un po’. Infatti per deformazione professionale mi è subito venuto da aggiungere che un seme, anche se messo nel terreno buono, ha bisogno almeno di altri tre elementi per poter dare vita ad una pianta sana e fruttificante: la luce, l’ acqua ed un po’ di cura da parte dell’ agricoltore.
A cosa possiamo avvicinare questi tre “pezzi mancanti”?
La luce: per me ciò che illumina la nostra vita è la Parola di Dio, fondamento della nostra Fede. Essa non solo ci fa vedere, ma proprio come nel caso delle piante innesca un meccanismo che, come nel caso della fotosintesi, ci fa passare dalle parole ai fatti.
L’ acqua: è un elemento preziosissimo, come stiamo constatando ultimamente. A me personalmente viene da avvicinarla alla Speranza, nel senso che l’ acqua per noi è speranza di vita, così come Gesù per noi è chi, anche nei periodi di siccità spirituale, ci ricorda con la sua stessa vita di non arrenderci mai al disfattismo.
Il lavoro: è immediatamente avvicinabile alla Carità, cioè l’amore e la fede che si fanno azione. Perché la nostra vita sia feconda infatti dobbiamo darci da fare per fare sì che grazie al nostro lavoro i nostri fratelli possano essere sostenuti nelle loro necessità materiali e possano poi rendere grazie a Dio insieme a noi per il pane quotidiano che alla fine Dio non ci farà mancare"



"Effonderò su ogni persona il mio Spirito: diverranno profeti i vostri figli e figlie, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni, su schiavi e schiave effonderò il mio Spirito". (Gl, 3,1-2)

15 luglio 2017

un'oasi nel deserto?

In questi giorni sta montando la polemica intorno alla vendita da parte della Diocesi di Asti dell'Oasi dell'Immacolata, edificio con parco intorno. Dovrebbe diventare sede di un supermercato che si trasferisce dall'attuale sede. La polemica è montata poco alla volta ed è già giunta alla raccolta di firme, alla presa di posizione di media locali, a interventi dell'amministrazione. E' vero: ci sono dei buoni motivi per la vendita e non sono certo speculativi; ci sono stati molti tentativi per destinare diversamente l'edificio anche a scopi più sociali, ma tutti sono abortiti per un motivo o per l'altro. Non si può colpevolizzare la Diocesi sul merito della faccenda. Assomiglia alla regina Elisabetta che alla morte di lady Diana se ne stava a caccia in campagna senza rendersi conto del malcontento generale che cresceva verso la casa reale che pure non era responsabile della morte di Diana.
Ma il peccato era di superficialità e di snobismo: non rendersi conto che la gente ha bisogno di sapere e di sapere le cose giuste altrimenti corre dietro alle voci. Ha bisogno di sapere e possibilmente senza dover estorcere con le tenaglie le cose altrimenti diventa cattiva. E ha bisogno di sapere perchè altrimenti come con lady Diana anche l'Oasi diventerà un simbolo, un mito. A quel punto una compravendita del tutto legale spazzerà via anni di predicazioni e di simil stile papa Francesco: ne vale la pena nella speranza che tutto torni nei toni normali con il consueto stile ecclesiale del tacere?

"Natan disse: Re mio signore, tu forse hai decretato: Adonia regnerà dopo di me e siederà sul mio trono?" (1Re, 1,24)
Molto istruttiva la vicenda del tentativo di Adonia di diventare re al posto di Salomone: lì non si è lasciato tutto al caso...

14 luglio 2017

monte bersaio fallito

Purtroppo non sono riuscito a salire in cima al monte Bersaio (sopra Sambuco, valle Stura). Partito un po' tardi, arrivato ancora più tardi, partito in quarta a piedi per recuperare il tempo perduto ma... non hai più 20 anni. Pazienza, sarà per la prossima. E tuttavia qualche ora di assoluta solitudine nei boschi e poi lungo il fiume ti permette di partire in quarta il giorno dopo come se avessi 20 anni... (a quell'età gli impegni erano almeno la metà di quelli di adesso).

"non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze" (Sl 131,1)

...almeno spero...

monte Bersaio (fronte)

monte Bersaio (retro)

gioco di luce

09 luglio 2017

giustizia "flessibile"

Seguendo le vicende del bimbo Charlie e pensando al fatto che vi erano stati tre gradi di giustizia inglese per giungere alla decisione di staccare la spina e in più il pronunciamento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo il caso sembrava chiaro anche se inesorabile: accanimento terapeutico contro il piccolo, dato che non si può curare. Sentenza dura, discutibile ma chiara.
Poi è arrivata la notizia che l'ospedale richiede una nuova sentenza, a seguito delle proteste internazionali. Ma cosa vuol dire? L'impressione allora è che la giustizia sia elastica e si modelli in base al momento. Se nessuno alzava la voce a quest'ora Charlie non c'era già più. Ma dato che qualcuno ha alzato la voce allora la giustizia prova a essere più giusta. Boh...

"Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende»"  (At 18,14b-15)

06 luglio 2017

troppi dati, poca saggezza

Ho concluso un noiosissimo libro intitolato "La scuola ai tempi del digitale" che non so perchè avevo comprato... Dopo pagine di scolastichese e di linguaggio da teorici della teoria scolastica, finalmente ho trovato una riflessione interessante sul fatto che oggi grazie a Internet abbiamo molti dati ma non necessariamente molta conoscenza e soprattutto molta saggezza. E' la cosiddetta "piramide DIKW" (iniziali in inglese di dati, informazione, conoscenza e saggezza e che mi ha fatto sobbalzare. Applicabilissimo in pastorale: abbiamo tanti dati (quanti battesimi, quanti matrimoni, quanti sbattezzi, ecc.) ma non necessariamente l'informazione del perchè (solo supposizioni teoriche legate a idee personali che spacciamo per scontate). Abbiamo tante informazioni (su come vanno le singole parrocchie, le singole associazioni, ecc. ) ma non necessariamente la conoscenza che dovunque ci sia un prete scostante ci saranno problemi e non solo in quel paese specifico. Abbiamo tanta conoscenza (teorie sull'evangelizzazione e sulla pastorale) ma non necessariamente saggezza: ne avevano di più una volta con meno conoscenze, informazioni e dati ma più capacità di discernimento.

"Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,
mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla" (Sap 9,6)

cattolici troppo misericordiosi?

Oggi doveva essere un giro veloce per la benedizione delle famiglie. Sono gli ultimi giorni prima della pausa estiva: molti non sono più a casa (quelli che possono...). Ero sicuro di trovare poche persone e invece... In particolare a casa di un signore c'era una badante rumena che era desiderosa di comunicarmi la sua esperienza di fede in seguito alla morte del figlio giovane. E così abbiamo fatto quattro chiacchiere delle quali mi è rimasta impressa questa riflessione sua: "Voi cattolici predicate soprattutto la misericordia. Ma c'è anche il giudizio del Signore, quello che brucia per purificare". Mamma mia, mi sono detto. Non ha tutti i torti: da noi la misericordia spesso viene scambiata per assenza di giudizio, lasciar correre. E invece è proprio una decisione del Signore: il suo giudizio sta dentro la misericordia.
Poi sono andato nella casa vicina dove in genere non incontravo nessuno, dato il lavoro che portava quella famiglia a essere fuori casa fino a tardi. Invece c'era lui, reduce da Assisi dove doveva aver passato un'esperienza molto forte, benchè fossero andati da soli, senza alcun supporto pellegrinaggistico. Mi ha regalato due crocifissi e si vedeva che
ci teneva a darmeli. Allora ho capito la questione della misericordia: è l'attrazione esercitata sul nostro cuore che fa la differenza. Poi, quando sei "attratto" allora ti viene messa di fronte la questione del giudizio per tenerti sempre in sana tensione verso il meglio e non sbrodolare nella melassa generale della mediocrità. Ok allora così va bene...

"poiché voglio l'amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti" (Os 6,6)

04 luglio 2017

bambini allo sbando?

Ogni tanto si sente l'adagio che i bambini di oggi hanno la vita troppo organizzata mentre una volta si giocava per strada e si era più liberi di inventare e creare. Poi in questi giorni mi trovo i ragazzotti albanesi che alle 8 e mezza di sera tornano a giocare a pallone nel campetto dell'oratorio dopo esserci stati fino a un'ora prima: ma quando mangiano questi? E il bambino di quattro anni della famiglia nigeriana ospitata in parrocchia che, terminata la scuola di infanzia, passa il giorno a girovagare tra cortile, circolo, campetto assolutamente lasciato a se stesso. E allora non sai bene se il fatto di avere la vita organizzata sia un passo indietro o un passo avanti. L'impressione è che chi se lo può permettere economicamente organizza il tempo dei bambini, gli altri fanno cosa possono. Possibilmente senza fare la mitologia del "buon selvaggio".

"È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
«Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!»."
(Lc 7,32)

02 luglio 2017

accoglienza: che complicato...

Non erano neanche passate due ore dall'omelia fatta sul Vangelo di oggi e centrata sull'accoglienza che ha suonato alla porta un tizio recentemente scomparso e che si è trovato ad abitare in auto a causa del fallimento di un'attività commerciale e allo sfratto. Niente da dire: ci siamo parlati un po', l'ho trattato con rispetto, ma accoglienza avrebbe voluto che lo invitassi a pranzo, visto che io stavo mangiando. Eppure scatta l'istinto animale che vuole che non si debba interrompere il pasto e l'ho invitato a ripassare di lì a mezz'ora. Ero sicuro che non sarebbe ripassato e io mi sono consolato dicendo: quell'omelia l'ho fatta anche a me.
Ma è una consolazione magra: siamo distanti anni-luce dal Vangelo.

"Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perchè è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa" (Mt 10,42)


01 luglio 2017

il richiamo della foresta

Troppo tempo è passato dall'ultimo giro in montagna. Questa volta il richiamo si è fatto sentire potente e anche se non sono riuscito a salire sulla cima delle Saline a causa del tempo minaccioso, sono però giunto al passo delle Saline inaugurando la stagione estiva di "ritiri dalla civiltà". O meglio, la stagione estiva di incontro con un'altra civiltà, quella delle Terre Alte.

"Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte" (Es 19,3)

La cima delle Saline

Quasi arrivato al passo delle Saline
Il crinale dal passo delle Saline