28 marzo 2011

guerra umanitaria?

Ho letto un interessante articolo su Avvenire di questi giorni in cui si parlava della guerra in Libia come tipico esempio di "guerra umanitaria" di ultima generazione, inventata da Tony Blair, Bill Clinton e altri, negli anni '90 in occasione di altrettanti interventi armati umanitari (dall'Iraq alla ex Jugoslavia). Giustamente non è una guerra nel senso tradizionale del termine, perchè ha finalità buone. Anche in Italia il presidente Napolitano a chi replica citando l'art. 11 della Costituzione, risponde facendo leggere il resto dell'articolo e commentando che questi interventi militari sono legittimati da questa seconda parte. Ma l'articolo di Avvenire faceva notare che gli effetti di questi interventi militari sono stati molto inferiori a ciò che si proponevano, generando però effetti secondari, a volte non previsti (nel caso della Libia l'ingente massa di gente che sta arrivando in Italia) che facevano dubitare dell'efficacia (efficacia e non "moralità" che è tutt'altro discorso) della guerra. Guerra umanitaria: eufemismo per far digerire all'opinione pubblica una guerra vera e propria. E pare che la trovata "comunicativa" abbia efficacia!

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25 marzo 2011

responsabilità

Oggi a scuola c'è stata una interessante discussione intorno al concetto di "responsabilità" che potrebbe essere una base solida su cui discutere di principi morali e di criteri per scegliere le cose giuste da fare. Qualcuno diceva che non c'è un solo concetto di responsabilità: per esempio una persona che ha deciso di abortire lo può fare perchè non potendo educare e mantenere il figlio, non vuole farlo nascere irresponsabilmente. Ovviamente una persona contraria all'aborto direbbe che è irresponsabile se non lo facesse nascere.
In realtà, si è concluso alla fine, non sono due concetti diversi di responsabilità, ma è lo stesso. Solo che il primo lo usa male, perchè avrebbe dovuto ragionare così nel momento in cui lo concepiva, non nel momento in cui è già concepito e deve solo più nascere....
Veramente a fronte della responsabilità cadono le divisioni di fede, cultura, educazione, ecc. A meno che uno non sia irresponsabile di suo.

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20 marzo 2011

sacerdote ortodosso

E' venuto venerdì sera da noi padre Paolo, un giovane sacerdote ortodosso con moglie e tre figli, a commentare il brano del Vangelo sulla Trasfigurazione. Una serata veramente bella, che ci ha fatto conoscere tante cose sul cristianesimo ortodosso, ma soprattutto che ha instaurato un clima di amicizia e di fraternità nella stessa fede. Inoltre si vedeva che lui aveva uno spirito di dialogo quasi nel Dna: prevedeva quasi le domande ed era molto disponibile a qualunque genere di chiarimento.
Alla fine è scappato pure l'invito a casa sua per una cena insieme.
I risultati sono stati tanto stupefacenti che ci siamo pure dimenticati di lasciargli un piccolo contributo per la sua chiesa.
E' proprio vero: la fede cristiana è un tesoro inesauribile e quando senti il contributo di comunità che per tanto tempo hanno camminato parallelamente alla tua non puoi che esserne arricchito. Lo stesso Vangelo, letto in modo simile eppure con accenti diversi.

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13 marzo 2011

festa della donna


Un po' in ritardo ma quest'anno come mimosa ho regalato questa foto che viene da Genova Nervi. E' vero che la donna non va festeggiata come se fosse una razza in via di estinzione (anzi, ad estinguersi sono di più i maschi...) oppure tanto per un ennesimo corteggiamento d'altri tempi. Però visto che la festa è stata inventata e si tende sempre a banalizzare, commercializzare o snobbare tutto, tanto vale approfittarne.

Buona festa


04 marzo 2011

modello di chiesa o chiesa-modello?

Ieri è arrivata in Gazzetta d'Asti una lettera di un sacerdote astigiano che commentava un dibattito svoltosi tra me e lui venerdì scorso durante il Consiglio Pastorale Diocesano. Io avevo affermato che oggi una chiesa che possa essere credibile è quella che si concepisce al servizio della realtà in cui si trova e non una chiesa che perpetua se stessa attraverso riti, pratiche e iniziazioni. Lui aveva affermato che ci sono tanti modelli di chiesa (chiesa al servizio, chiesa dell'annuncio, chiesa kerigmatica, ecc.) e che non bisogna assolutizzarne uno, ma tenere insieme tutto. io avevo ribadito che nel suo complesso la Chiesa tiene insieme tutto, ma che in una determinata epoca e in un determinato luogo geografico un modello può prevalere sugli altri. Ora la lettera: piena di citazioni di teologi, di documenti conciliari per ricordare che la Chiesa è tutto.
Mi chiedo ora:
- devo rispondergli privatamente (la lettera sarà pubblicata probabilmente la settimana prossima) oppure pubblicamente?
- devo usare il tono ironico, vista l'oziosità accademica della questione oppure prenderla sul serio?
- devo fare sfoggio di qualche mio ragionamento oppure essere essenziale quasi ermetico?
- devo

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02 marzo 2011

lettera dal carcere

E' qualche giorno che non scrivo, oberato dalle scadenze e dagli impegni. Però ieri mi è arrivata una lettera dal carcere di Quarto, scritta da un detenuto che io conoscevo fin da piccolo, in quanto abitava nella mia via e che io avevo seguito anche nel doposcuola. Oltre a testimoniare la sua sofferenza per una vita buttata via (secondo lui) esprimeva grande speranza per il futuro, essendosi riavvicinato alla fede. Mi chiedeva un ricordo nella preghiera ed eventualmente una corrispondenza.
Di colpo tutte le ansie per le scadenze e gli impegni sono state spazzate via: è proprio vero che quando riprendi il contatto con ciò che è veramente vitale, tutto il resto passa in secondo piano...

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