30 giugno 2012

solennità dei santi pietro e paolo

Preparando l'omelia di ieri per la solennità dei Ss Pietro e Paolo mi sono trovato a pensare che si festeggia l'unità e la varietà della chiesa. Pietro emblema della gerarchia ecclesiale (e in senso lato di tutto il clero ordinato) e artefice di unità e Paolo emblema di coloro che pur non essendo della gerarchia  hanno a cuore il Vangelo al punto di portarlo agli estremi confini.
Una volta in quella festa si piazzavano le ordinazioni sacerdotali, ma così era un privilegiare Pietro su Paolo. Aspettiamo sempre che arrivi la "parità" anche tra ordinati e non ordinati all'interno della chiesa, altrimenti inutile festeggiarli insieme... E' vero che anche i sacerdoti hanno un animo evangelico e di frontiera, proprio come  Pietro che non è sempre rimasto a Gerusalemme. Ma solo Paolo è l'apostolo delle genti: solo i laici possono arrivare decisamente alle frontiere. Basta che si diano una svegliata e che non aspettino che la parte ordinata muoia di morte naturale e, men che meno, che non si trasformino essi stessi in minipreti (forse si dice in "sanpietrini", cioè robe da non prendersi in testa, al massimo da tenere sotto i piedi). Gulp

28 giugno 2012

ricordando il padre eroe

Conoscevo Arben Mojshj, il padre che ha salvato i figli dalle onde insidiose del Tanaro perdendo la sua vita. Sui giornali hanno scritto "padre-eroe": lui non era certo un eroe nel senso di grand'uomo con prestanza fisica e capacità di presenza (non era uno dei "supereroi"). Però amava moltissimo la sua famiglia e aveva uno spiccato senso dell'unione familiare, al punto da lasciare un lavoro sicuro a Prato per trasferirsi ad Asti dove abitavano i genitori della moglie. Forse un po' troppo tradizionalista, cresciuto con l'idea che la donna deve occuparsi dei figli e non deve contraddire il marito. Ha comunque dovuto ingioiare molti rospi, dato che non era abituato ai costumi italiani (e occidentali) in fatto di parità tra uomo e donna. Ma ha avuto l'umiltà e la dignità di farlo pur di non dividere la famiglia.
In questo senso anche se non era un supereroe, è un eroe: perchè ha creduto fino in fondo e ha amato fino al dono della vita la sua famiglia.
Arrivederci Arben

24 giugno 2012

regole del gioco

Non si cambiano le regole del gioco mentre si gioca, lo si fa prima. Sembra tanto logico eppure in politica pare non lo sia. E così oltre a non riuscire a tirar fuori una legge elettorale che possa andar bene all'Italia (e non a questo o quel partito) anche ad Asti si prova a cambiare lo Statuto per passare da 8 a 9 assessori proprio mentre si deve provvedere alle nomine... Roba da chiodi.
John Rawls, un filosofo della politica deceduto recentemente, aveva proposto che per tirar fuori leggi fondamentali giuste e eque si dovesse immaginare che cosa deciderebbero i legislatori se si trovassero intorno ad un tavolino, tutti quanti (non la maggioranza) e si prendesse decisioni "dietro un velo di ignoranza", cioè senza sapere i vantaggi che da quelle leggi potrebbero venire alle parti in causa. :-)))) Un po' idealista no? Eppure la proposta non fa una grinza. La parte più bella, però, (o forse più patetica) è quando si trova una giustificazione razionale, morale o altro al cambio delle regole mentre si gioca: perchè 9 assessori e non 10? perchè 9 e non 8? Vediamo cosa succederà.

23 giugno 2012

un bell'incontro sui giovani

Ieri sera c'è stato un incontro per impostare un convegno a settembre di presentazione di esperienze pastorali nuove con i giovani. C'era un po' di timore che non si presentasse nessuno e invece una quindicina di persone in parte giovani, che venivano da esperienze diverse: parrocchia. Gioventù Francescana, cammino neocatecumenale, ecc. Si è creato un bel confronto sull'evangelizzazione del mondo giovanile e dopo molti hanno lasciato il loro recapito per essere ricontattati. Per una volta non si è speso tempo né per questioni organizzative (chi fa il volantino, chi porta da mangiare, ecc.) né per grandi teorie (visto che comunque l'esito pratico di avviare qualche sperimentazione in Diocesi è legato al convegno pastorale). Sembrava ci fosse la voglia di sostanza...
Se son rose fioriranno (ma questo l'ho già scritto in un post precedente :-)

19 giugno 2012

matrimonio

Sono andato a celebrare un matrimonio fuori parrocchia di una coppia che vive sul territorio parrocchiale e che ho conosciuto un po' meglio nell'ultimo anno. Per la prima volta non sono riuscito a rendermi conto di chi avevo di fronte. Per un verso c'è stato un interesse crescente per le questioni della fede (uno dei due doveva ancora ricevere la cresima e ha seguito il corso di preparazione), tanto che insieme ad altri si è parlato di rivederci ogni tanto per approfondimenti. Dall'altra la famiglia d'origine di uno dei due (soprattutto la madre) non sembrava molto ben disposta e nella preparazione al matrimonio ogni tanto si aveva l'impressione che le priorità fossero altre. Da una parte però il rito del matrimonio stesso si è svolto in un clima di silenzio e di attenzione, dall'altra non ci giurerei che gli sposi si siano confessati. Da una parte l'amicizia che si è creata con i due sposi fa ben sperare, dall'altra resta l'interrogativo se si poteva fare di più.
Boh. Se son rose... fioriranno

14 giugno 2012

sprint vitale


Oggi è successa una cosa curiosa. Preso da improvvisa carica vitale sono salito di 1000 metri in 2 ore e 10 e senza conseguenze fisiche. Anzi ho fatto anche un po' di pulizia mentale oltre che di ristabilimento fisico. Ho pensato che quando questa carica vitale si traspone anche nella vita quotidiana è un utile strumento per l'ascesi... e per stare fermi nelle cose, senza traballamenti e sbandamenti. Poichè ormai la mente andava a 1000 (e non 1000 metri...) ho anche guadagnato questo pensiero: il peccato non è mai una scelta decisa e consapevole, è sempre un lasciarsi andare per incapacità di mantenere la rotta. Aristotele faceva un ragionamento simile con le virtù: non sono una via di mezzo nel senso del compromesso tra due estremi ma un tenere la rotta evitando che si sbandi in un estremo o un altro. Forse è meglio però che adesso rallenti...
p.s.: il luogo dove ho maturato questi profondi pensieri è stata la salita al passo della Mena sopra Palanfré

13 giugno 2012

operazioni di immagine

All'incontro del clero della città si parla di "anno della fede" e sempre ci si ritrova a programmare  convocazioni, iniziative pubbliche, conferenze di approfondimento come se si fosse ancora 20 anni fa quando la collettività era sostanzialmente cristiana e non aspettava altro che di essere convocata... L'idea di dover rievangelizzare fatica a passare: rimettersi umilmente a fianco della gente, magari una per una, per riscoprire insieme il valore della fede, convertire strutture e snellire programmi per fare spazio a relazioni significative e soprattutto fraterne. No, troppo difficile... C'è ancora troppa gente che frequenta la chiesa per poter non dico buttare il resto ma almento impostare qualcosa di nuovo. Per ora coloro che mostrano insofferenza verso le richieste della chiesa vengono trattati da persone superficiali e spesso si trovano di fronte alla "burocrazia" di corsi, iscrizioni, tabelle, certificati, tanto per non dover affrontare faccia a faccia le obiezioni che pongono e, magari, sì, dire loro che sono superficiali, ma mettendoci la faccia, come si dice.
Fortuna che lo Spirito va più avanti di noi ...

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08 giugno 2012

dagli appennini... alle alpi

l'ultima borgata, già verso s. Bartolomeo: tetti Baudinet
Cambia la stagione e si torna sulle alpi, magari a quota più bassa tanto per acclimatarsi. Così un giro sopra Chiusa Pesio, tra le borgate mezze diroccate, può andar bene per cominciare. Max altezza 1000 metri. Qui di neve certo non ce n'è. Ma la pace è assicurata e si riprende fiato...

04 giugno 2012

a cosa serve una parrocchia

Mi è venuta questa domanda ieri quando ho visto l'interesse della gente nella celebrazione di due battesimi dopo che avevo spiegato loro che il rito comporta una serie di spostamenti fisici e che era denso di segni simbolici che richiamavano altrettanti aspetti della vita. Mi è venuta anche subito dopo quando si è discusso in Consiglio Pastorale Parrocchiale dell'anno della fede e del rapporto giovani-fede. E' da un po' che ci penso ma sono solo intuizioni non ancora operative.
Una parrocchia (e per estensione la Chiesa tutta) deve essere il luogo in cui si sente parlare di Dio, in cui si può fare un'esperienza di Dio e in cui si prende sul serio la vita delle persone e, soprattutto, senza secondi fini, foss'anche il fine del bene della sopravvivenza della parrocchia stessa o della salvaguardia del diritto canonico o delle forme liturgiche. Questo la gente percepisce come veritiero e il senso della gratuità che vi si può respirare (e che in altri luoghi diventa merce rara...) è ciò che farà riscoprire il valore della fede.
Il passaggio stretto è tra lo scoglio dell'essere sempre accomodanti quasi che la gente ha sempre ragione e la Chiesa impone fardelli insostenibili (vedi sulle condizioni per fare da padrino) e lo scoglio di chi considera la gente come bambini che devono continuamente essere educati (scusate, oggi la parola magica è "formati") e solo la Chiesa ha la verità (vedi sulle norme liturgiche da applicare per es. in occasioni di matrimoni, di canti liturgici, ecc.) salvo che se Cristo fosse morto perchè in un matrimonio non si canti più l'Ave Maria di Schubert io avrei già cambiato religione da un pezzo...

02 giugno 2012

contro la crisi

Ieri sera alla veglia diocesana della pastorale sociale e del lavoro non c'era molta gente: certi temi meriterebbero un'attenzione  ben maggiore. Tuttavia la cosa che mi è piaciuta di più è stata la testimonianza di un lavoratore in mobilità che si sta reinventando il futuro e lo sta facendo non da solo ma con tutta la famiglia. La premessa è stata che ha voluto approfittare del momento per rimettere in discussione il tipo di lavoro da fare e si è spostato a lavorare con persone, dopo aver lavorato sempre con "pezzi".
Al di là di cosa riusciranno a fare, ha fatto capire tra le righe che alla crisi non si risponde semplicemente stringendo i denti e cercando di tornare alla situazione precedente, ma usando tutta la creatività e lasciandosi ispirare dallo Spirito.
Ogni crisi è un momento di svolta: ma bisogna svoltare altrimenti si torna indietro. Come si può reagire alla crisi all'interno della Chiesa? Che svolta bisogna dare?