27 febbraio 2016

cinema, poesia e denuncia

Se si vuol guardare un capolavoro di sintesi tra poesia e denuncia, bisogna andare a vedere Fuocoammare di Gianfranco Rosi, vincitore del festival di Berlino. Lì in quasi due ore resti affascinato dai paesaggi, dalla fotografia, dai personaggi e nello stesso tempo scosso dentro dalle condizioni delle migliaia di richiedenti asilo politico che sbarcano. Oltre al messaggio del contenuto c'è il fascino della forma. Si può essere critici senza essere duri? Si può essere rivoluzionari inquietando invece che aggredendo? Si può essere autorevoli usando il registro della bellezza e non solo quello del potere?
Ma al contrario sappiamo che si può essere suadenti, pacifici, soavi e dolci senza essere critici, autorevoli o rivoluzionari: lo stile della prima repubblica e della palude che ne è derivata è ancora negli occhi di molta gente. Fuocoammare ci dice che però è possibile essere sia uno che l'altro.

25 febbraio 2016

passione educativa

Ieri sera in Cattedrale è intervenuto un rappresentante della fondazione don Lorenzo Milani, che ha fatto una testimonianza sulla scuola popolare, sul suo fondatore. A volte è bello sentirsi dire le cose come dovrebbero essere, anche se poi non si riescono a far andare così, altrimenti uno arriva a dimenticarsele e ad adeguarsi. Per esempio ero quasi arrivato ad assuefarmi al digitale e ancora adesso nel dibattito pro e contro sarei ancora schierato dalla prima parte. Ma ho capito ieri che il punto è un altro: la passione educativa che deve trasmettere chi educa. Il paragone efficace e "neoplatonico" è al bicchiere che una volta pieno non può che tracimare. Quella si trasmette sia attraverso il digitale che attraverso il non digitale...
Altra stilettata l'idea che siano le nuove generazioni a chiedere conto dei nostri valori e ad essere il banco di prova di quanto ci crediamo: è proprio così. A volte dietro la serietà si cela il nulla e dietro la sfrontatezza si cela la passione però lo si capisce solo quando si cerca di comunicare con i ragazzi e i giovani.
Due immagini: mio nipote che ascolta volentieri e un giovane scout con cui ieri ho fatto il cosiddetto "punto della strada" e che mi ha messo voglia di essere perfino un po' più rigoroso con me stesso o, come diceva Martini "mettere ordine nella propria vita"...

20 febbraio 2016

otello da caserma

Ieri sera sono andato a vedere l'Otello di Shakespeare in una  versione moderna, ambientata in militaresco e ai giorni nostri. Zeppa di gergo da caserma, per l'appunto, che magari anche Shakespeare avrebbe condiviso se solo ci fosse stata meno censura ai suoi tempi. Una signora che conosco mi ha espresso le sue rimostranze già a metà spettacolo, dicendo con fare discreto che non le sembrava una interpretazione accettabile. Ma per ora nulla di che: mi sono detto che la scenografia militare ben si addiceva all'Otello e pure che il turpiloquio ben si addiceva all'ambiente militare. Ma alla fine ho capito che cosa non andava: Desdemona sembrava una p.....nella che faceva la smorfiosa con Otello e poi improvvisamente si scopre santa. No, non regge. Una lettura decisamente maschilista. No, Desdemona doveva essere "santa" da subito, sennò non riesci a passare psicologicamente da smorfiosa ad appassionata. Puoi passare, come s. Paolo, da persecutore dei cristiani a cristiano di ferro perché la passione che ti agita è della stessa intensità. Ma non puoi passare da superficiale e profondo di botto, se non dopo lungo cammino.

16 febbraio 2016

dopo una lunga pausa

Riprendiamo a scrivere qualcosa... Troppa carne al fuoco in sti giorni e già che si è in quaresima e ogni tanto bisognerebbe non mangiarla... Cmq anche tanto interesse per cosa si sta muovendo intorno in generale: incontri significativi con famiglie e con persone varie, qualche tempo in più per la famiglia d'origine, Hayez e Monet in mostra con la consapevolezza della pace che l'arte può dare, ma anche la musica al pianoforte e il Vangelo specie se confrontato con gli altri. Tante riflessioni su Gesù Cristo liberatore di Jon Sobrino che devo leggere per il prossimo confronto tra docenti a Torino, molta insofferenza per l'impossibilità ancora di andare a fare qualche giro. M'accorgo che quando non mi fisso sulle cose più istituzionali e più "dovute" è come se aprissero una finestra in una stanza colma di aria viziata: una liberazione! Non una fuga, ma un respirare a pieni polmoni lo Spirito che giunge da ogni dove. Di dovere si muore.

02 febbraio 2016

borse viveri

Ieri c'è stato un incontro tra i centri d'ascolto della nostra parrocchia e di quella vicina con un confronto tra i metodi utilizzati per aiutare le famiglie con viveri. Lo scopo era quello di procedere nel cammino di unificazione delle due parrocchie studiando una progressiva integrazione dei vari settori. L'altra parrocchia usa il sistema delle borse viveri e del  banco alimentare, noi quello del magazzino solidale. Luci e ombre sui due sistemi: borse viveri aiutano più persone e più continuativamente ma in forma di "assistenza" e non di promozione umana. Il magazzino promuove e non solo assiste (le persone fanno lavori in cambio di generi) ma per forza deve limitare il suo raggio di azione. C'è stato poi un appassionato dibattito su whatsapp tra i volontari del magazzino sull'esito di quella riunione perché sembrava che ci venisse rimproverato l'abbandonare a se stesse molte famiglie.
Ci ho pensato ma non tornerei indietro manco morto al "piano Marshall" e agli aiuti piovuti dal cielo a pioggia. Non ci tornerei perché quando con le persone instauri un rapporto non tra assistente e assistito ma tra pari allora non puoi poi essere soddisfatto di tornare indietro. Quando riesci a rifornire il magazzino solo con gli aiuti della gente e non con le "eccedenze" non puoi poi tornare a basarti sul superfluo dei supermercati. E quando riesci a smuovere gente che si prende cura del quartiere facendo lavoretti in cambio di punti per i generi del magazzino non puoi poi tornare daccapo.