26 novembre 2014

ritrovare il senso del futuro

Tornato dagli esercizi mi sono ributtato nelle varie cose e solo oggi prendo fiato (anche interiore) leggendo un articolo su Vita e Pensiero di settembre / ottobre intitolato "Oltre crisi e pessimismo. Ritrovare il senso del futuro" dello scrittore francese Jean-Claude Guillebaud (mai sentito...). Sostanzialmente dice che di momenti come questo ce ne sono stati tanti nel corso della storia: sembra finita un'epoca  e se ne apre un'altra e allora compaiono i toni apocalittici e funerei. Il ruolo del cristianesimo: non più della potenza ma della protesta. In modo che nessuno resti vittima di questi cambiamenti. E, come dice l'autore, "per il cristianesimo della santità rimando ognuno a se stesso".

16 novembre 2014

esercizi spirituali

Mo' me ne vado per una settimana: esercizi spirituali e buona notte! A presto!

14 novembre 2014

papa Francesco fa centro

Ancora un segno di quanto lo stile faccia buona parte del lavoro di evangelizzazione. Mi trovo con 3 giovani scout per impostare insieme il programma di catechesi dell'anno e da dove partono? Vogliono assolutamente partire dalle parole del Papa e sono tutti lì a cercare su internet omelie, discorsi, parole... Alla fine, udite udite, si decide di seguire l'Evangelii Gaudium come traccia dell'anno. Ma da quando un documento del magistero non veniva preso in considerazione dagli scout più giovani? (e non solo da loro...)

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10 novembre 2014

stile scout

Ieri sera partecipando ad una riunione scout con i giovani oltre i 16 anni (Clan) mi sono stupito del modo con cui hanno preso sul serio la richiesta fatta di loro di esprimere la loro adesione allo scoutismo. In parte hanno espresso la stessa situazione: "Se qualcuno mi chiede: Cosa fate agli scout? non lo saprei dire". E poi si sono dilungati nel dire che non si concepivano senza la scoutismo, benché sia faticoso e porti via tempo. Una passione simile era un po' che non la percepivo e devo dire che la condividevo in pieno. L'essere scout è uno stile che ti è entrato nelle ossa e che ti fa prendere in mano la vita con decisione, passione civica e voglia di avventura e di gioco. Quasi che la religione passa in secondo piano: anche questa è subordinata allo stile scout (il che provoca non poche questioni). In verità è solo la religione a subire dei contraccolpi: non necessariamente la fede, che è a sua volta passione, avventura, gioco, decisione.

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07 novembre 2014

economisti: gente da XIX secolo...

Ieri all'aggiornamento dei docenti di filosofia e teologia di Università di Torino e facoltà teologica, durante il quale stiamo affrontando la questione del capitalismo e del suo ruolo all'interno del sistema culturale europeo, siamo stati tutti concordi su un punto: gli economisti sono strani "scienziati" di una scienza del XIX secolo, quando non si metteva mai in discussione e riteneva che i suoi assunti fossero evidenti e i risultati della sua ricerca assolutamente certi. L'economia è l'unica pseudoscienza che pensa che le persone siano mosse da un agire di tipo razionale (massimizzare i profitti e minimizzare i costi) salvo poi chiedersi come mai in effetti a volte si comportino diversamente, irrazionalmente. Neanche Max Weber li avrebbe assecondati: quando lui parlava dell'agire umano ne riconosceva due forme razionali: rispetto allo scopo (quello dei nostri "ineffabili") e quello rispetto al valore.
Mai una crisi è stata prevista dagli economisti. Purtroppo sono diventati i santoni del mondo contemporaneo e gli altri ci vanno dietro come burini. Forse bisognerà chiedere di fare un salto nel XXI secolo: gli scontiamo il passaggio al XX....

06 novembre 2014

la timidezza di Paolo VI

Ho letto il numero di "Luoghi dell'Infinito" di ottobre, tutto dedicato a Paolo VI. Un pezzo che mi ha colpito è stato quando (ma non ho più trovato il punto preciso) si scrive che la "ritrosia" e la timidezza sue potevano essere lette in un'altra luce: un dialogo interiore e continuo con il Signore, necessario per tutte le cose che aveva dovuto fare e tutte le decisioni cruciali che aveva dovuto prendere. Mi ha colpito perché è proprio così: in certe situazioni (sia storiche, sia personali) non c'è nessuno che può aiutare se non una confidenza con lo Spirito che ti illumina. Quello ti dà una certezza interiore inattaccabile, anche se ti rende responsabile come non mai all'esterno. Forse dovrei imparare da Paolo VI la mitezza nel portare poi avanti questa certezza interiore. Spero di riuscirci.

03 novembre 2014

mamma mia quante cose! Apocalisse.

Troppe cose da riferire e da ricordare in pochi giorni... Magari poco alla volta le riferisco. Partiamo dall'ultima in ordine di tempo: ieri sera. Spettacolo eccezionale sull'Apocalisse: un'ora e mezzo di monologo da brivido al punto che ho comprato il dvd. E ti vengono in mente tante cose:
- quanto il teatro sia capace di trasformare le persone
- quanto la Parola di Dio vada al cuore dell'essere umano e lo svisceri
- quanto il teatro greco (è stata fatta una analogia tra Apocalisse e Edipo Re di Sofocle) avesse già capito tanto dell'animo umano (povera Grecia, distrutta dall'economia eppure all'origine della nostra cultura) e quanto sia miope quella scuola che toglie di mezzo la cultura antica in nome del "moderno"
- quanto sia utile ogni tanto lasciar perdere le cosiddette "cose da fare" per una serata dedicata alla coltivazione di se stessi e quanto nella spiritualità sacerdotale si è spesso confuso il "pensare a se stessi" con l'egoismo e il "pensare agli altri" con la fuga da se stessi.