31 maggio 2015

onora il padre

Mio padre è finito in ospedale per una frattura al femore e l'operazione l'ha disorientato mentalmente... Così questa sera passerò la prima notte della mia vita in ospedale a fianco di una persona che pare non abbia nessuna intenzione di dormire. Devo dire però che è scattata dentro una reazione non prevista e non prevedibile che si può riassumere perfettamente nel quarto comandamento "onora tuo padre e tua madre" e che si traduce così: non è un servizio, è un onore poter rendere un pezzettino di qualcosa che hai ricevuto in abbondanza. Questo ovviamente alla vigilia della prima notte: forse all'indomani della centesima notte non scatterebbe lo stesso sentimento :-)

29 maggio 2015

monte groppo rosso

Val d'Aveto, ci vuole più tempo ad arrivare a S. Stefano in macchina che poi a salire a piedi però paesaggi impareggiabili. Inizia la preparazione atletica per il Monviso...

cima del monte groppo rosso


vista dalla cima



il monte groppo rosso da sotto

26 maggio 2015

racconti o incubi?

C'è una riflessione antropologica sulle favole popolari che mette in luce i loro lati oscuri. Quelle che sembrano innocue storielle in realtà hanno personaggi terribili, orchi, streghe e animali feroci. Anche le storielle sono proprio crudeli. Mi ricordo da piccolo alcune favole dei fratelli Grimm che allora non mi sembravano così da brivido. Ieri sera sono tornato al cinema per vedere "Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone e, visti da grande, mi hanno inquietato veramente tanto, al punto che sono stato lì lì per andarmene prima della fine. Ma poi ho resistito e me ne sono tornato a casa, dicendo che ora capivo perché non era stato premiato a Cannes. Ma a mente fredda devo dire che se da piccolo non mi facevano paura, vuol dire che servivano bene ad esorcizzarle queste paure. Da grande, invece, rivelano i peggiori incubi interiori... brrr... brr... Presente Dylan Dog? Ma come si fa ad esorcizzare da grande questi incubi sopiti?

25 maggio 2015

stare con la gente

Non c'è proprio storia: alla fine passare una serata con la gente di una frazione dopo la messa del santo a cui è dedicata la chiesetta è sempre bello. Non si fa assolutamente niente, si mangia, si chiacchiera eppure si fa tutto: ci si rilassa, si scoprono tante cose, si riscopre il dolce far nulla e si costruisce insieme quella rete di legami che poi può reggere qualsiasi impossibile costruzione pastorale senza sfracellarsi. Se veramente questo fosse il futuro dell'azione di chiesa ci metto la firma. Certo bisognerà smantellare qualche ufficio di troppo che si troverebbe disoccupato, ma forse nessuno (neanche quelli che ci operano dentro) ne sentirebbe troppo la mancanza...

22 maggio 2015

religione e modernità

Leggendo "Un mondo disincantato?" di Marcel Gauchet che parla delle trasformazioni delle religioni nelle società contemporanee, da lui chiamate società "uscite dalla religione", non perché sia venuta meno la fede, ma perché la religione non è più il quadro scontato di riferimento per tutto, ho trovato un sacco di spunti interessanti. Secondo lui è vero che le religioni sono relegate nel privato, ma non nel senso del proprio intimo. Nel senso che come tutte le altre ideologie devono fare i conti col pluralismo delle idee e devono trattare le altre opinioni con pari dignità, anche se non le condividono. Se faranno questo atto di umiltà (si può fare, no?) allora potranno recuperare un loro ruolo pubblico perché hanno una tradizione secolare di riflessione sull'umanità, di elaborazioni artistiche e culturale, di spunti pratici di azione e di politica... In una società in cui si è tutti presi da ciò che si può fare, dall'idea di un continuo progresso non solo economico, prima o poi viene fuori la grande domanda: "Ma che senso ha tutto questo?". E le religioni possono proporre fondamenti dell'umano che altri non hanno.
Viene in mente certe posizioni arroganti che a fronte di teorie anche molto discutibili tipo gli estremismi del gender rispondono acidi con risposte preconfezionate, trovate su qualche rivista cattolica senza manco sapere di cosa si parla e senza manco pensare che di fronte non ci sono più persone solo con la quinta elementare... Statti buono, ascolta con umiltà e di' la tua con serenità, che tanto la fede non scompare con le famiglie omosessuali come non è scomparsa con l'avvento della democrazia e come non è scomparsa con la traduzione della Bibbia in lingua volgare. Magari rischi che qualcuno ti ascolti con attenzione e si faccia qualche domanda.

21 maggio 2015

asilo politico concesso

Grande notizia! Ousman, uno dei due giovani gambiani che è ospitato da noi ieri ha ottenuto l'asilo politico definitivo. Notizia un po' inaspettata soprattutto perché è arrivata in concomitanza con l'udienza al tribunale di Torino. Pare che abbia influito il giudice (inevitabile casualità...) e la dimostrazione prodotta da Ousman di quanto si sia dato da fare in questi mesi per imparare la lingua, integrarsi, lavorare, prestare il proprio servizio ad altri. La cosa rilevante è che non ha ottenuto solo una protezione provvisoria (un anno, cinque anni, ecc.) ma proprio la protezione definitiva. Questo ha anche dato valore a quanto è stato fatto (da noi e da altri) in questi mesi per la sua accoglienza. E questo ci impegna a continuare l'accoglienza e magari migliorarla.
Anch'io voglio asilo politico-ecclesiale...

19 maggio 2015

congresso eucaristico con i piedi per terra

Ieri c'è stato un incontro per preparare un pezzo di congresso eucaristico 2016 con taglio di "terzo settore" (non catechetico e non liturgico). In mezz'ora abbiamo elaborato un interessante percorso per redigere una "carta della compassione": proporre linee politiche e sociali per un territorio più a misura di persone. La procedura stessa di costruzione della carta sarà esercizio di democrazia e il tutto sarà alimentato dalla spiritualità eucaristica, che ricorda il gesto massimo della compassione di Dio per l'umanità.
Così abbiamo messo insieme lo sforzo di fare qualcosa di utile per la comunità e non solo per il congresso, il dialogo con soggetti non ecclesiali anche se per un evento ecclesiale, l'apporto concreto del congresso per il futuro del territorio. In realtà sotto sotto c'era lo zampino e l'esempio della carta del coraggio degli scout. Però mi piace pensare che sotto a tutto ci sia anche lo zampino dello Spirito per darsi 'na mossa...

18 maggio 2015

omogenitorialità

Ieri sera ho partecipato ad una riunione scout del clan (età 17-22) che è servita come verifica a tutta una attività sulla questione dell'omogenitorialità, alla quale io avevo partecipato come "avvocato difensore della chiesa cattolica"... (sic!) Ebbene sono rimasto colpito da quanto fossero a favore della genitorialità per le coppie omosessuali (o "arcobaleno" secondo il politically correct di adesso), fino all'inseminazione artificiale. Qualche distinguo c'erano (una contraria all'inseminazione ma non all'adozione, qualcun altro dubbioso) ma c'era anche chi sarebbe partito il giorno dopo per una manifestazione in piazza a favore.
Nelle loro espressioni e nelle loro perorazioni, però, mi sono riconosciuto quando alla loro età  mi schieravo a favore della nonviolenza e della pace. Sono cambiati i temi ma tutto come prima. Però poi mi sono trovato a pensare: e com'è che ora mi viene da dire che stanno sbagliando posizioni e battaglie? Non è che c'è qualcosa che sfugge a noi?
Una risposta l'ho trovata questa mattina quando leggendo su Il Regno il solito articolo sulla nuova chiesa di papa Francesco ho trovato un commento del teologo Kurt Appel che diceva testualmente così, commentando la famosa battuta sull'omosessualità "Chi sono io per giudicare il mio fratello": "questo naturalmente non significa che il papa si sia staccato dall'ethos ecclesiale, dal magistero o addirittura dal Vangelo. E' stata solo una ammissione di fragilità e della complessità delle situazioni di vita, rispetto alle quali sia la nostra società sia la Chiesa devono imparare ad accettare una domanda in più e una risposta in meno per rimanere credibili. Questo vale allo stesso modo per la sessualità, dove le incertezze e le incoerenze del nostro sistema simbolico culturale e individuale trovano particolare espressione"
Perfetto, è questo il punto. Non è il fatto di dichiararsi pro o contro. E' il fatto di farlo solo dopo che hai conosciuto persone concrete che vivono l'identità sessuale come sofferenza e non vengono capite da altri, neanche da chi si dichiara seguace di Gesù. E questo a monte di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato "in sé". Da questo punto di vista chi urla per un presunto diritto di tutti è sullo stesso piano di chi condanna in nome di principi: tutti e due non riconoscono la sofferenza di una determinata condizione. E infatti i giovani ieri sera richiedevano molto il conoscere personalmente situazioni simili concrete più che sentire esperti. Solo che nella loro perdonabile semplificazione giovane trasformavano questo in una battaglia contro il sistema costruito dagli adulti, così come noi facevamo rispetto ad altri temi.
Allora mi sono riconciliato con interiormente con loro e con me stesso.

16 maggio 2015

la chiesa cambia

In assoluto ritardo sto leggendo gli ultimi numeri de Il Regno dello scorso anno, dove ho intravisto un articolo sul "nuovo universo simbolico della Chiesa" con papa Francesco. Devo dire che non l'ho ancora letto ma già il titolo mi ha dato da pensare. Mentre si rivoluziona il modo di concepire la chiesa (da gerarchica a sinodale) e i rapporti con il mondo (ma chi se non il Papa avrebbe potuto costruire le relazioni tra Cuba e Stati Uniti?), mentre si parla ormai negli studi sociologici del cristianesimo fuori dall'Europa (o senza di essa) qui tutto prosegue nella normalità più assoluta. Forse la figura di papa Francesco non inciderà solo perché ha uno stile diverso dagli altri, ma perché la chiesa non sarà più come prima. Fanno tenerezza i portacomaresi  e affini che lo pensano come "uno di noi"... sembrano bimbi che giocano mentre intorno sta succedendo qualcosa di grosso. E allora... giochiamo... che "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare"

06 maggio 2015

in eccellenza

In questi giorni è arrivata la bellissima notizia che la squadra di San Domenico Savio-Rocchetta è passata in eccellenza. Un risultato grandioso anche se non mi sono mai interessato troppo di calcio. Però è il frutto di anni di impegno e di una staff di persone che sembra facciano le cose bene e con il giusto spirito. Che dire? A volte sembra proprio che se le persone possono fare bene il loro lavoro (e qui si tratta in gran parte di volontari...) alla fine si fanno passi avanti insperati. Sembra una ovvietà, ma molte volte la gente sembra sotto pressione solo per ottenere dei risultati. Invece i risultati vengono se le persone sono motivate e "ben custodite"...

04 maggio 2015

un saluto a don Giuseppe

Ieri il sacerdote indiano don Giuseppe che è stato tra noi per quattro anni (nelle vacanze estive, a Natale, Pasqua) ha salutato tutti perché tornerà definitivamente in India dopo aver concluso la tesi di dottorato. Ha strappato l'applauso non tanto quando ha fatto l'omelia (sempre un po' difficoltoso comprenderlo bene, quasi un gioco da Settimana Enigmistica), ma soprattutto quando ha raccontato dell'accoglienza ricevuta dalla comunità e ha ironizzato sul suo italiano. C'è sempre da "guadagnare" esercitando l'accoglienza nelle sue diverse forme: anche la comunità alla fine ne trae beneficio e si sente coinvolta in prima persona. Per questo siamo già in trattativa per il prossimo sacerdote da accogliere: pare che possa essere un congolese.

03 maggio 2015

spirito scout

Appena rientrato da una settimana di route scout a livello regionale (Ross: route d'orientamento alle scelte di servizio) alla quale hanno partecipato 29 giovani intorno ai 20 anni (il più vicino: Alessandria, la più lontana: Terni) e dove ho fatto parte di una staff con altri cinque capi. Luogo: Ovada e dintorni con percorso a piedi a Cremolino, Molare, s. Luca. Una bella boccata d'aria e ancora una volta la riscoperta delle proprie radici: non so come dire "prima si è scout e poi preti...". Boh forse è un'eresia, ma uno della staff mi ha dato le parole giuste: c'è il prete-scout e lo scout-prete. Per ora l'effetto è garantito: ci si ributta tra i ragazzi, si gioca un po' di più la vita e si ricomincia a rimboccarsi le maniche prima di scrivere i trattati.