30 giugno 2022

La politica e le persone semplici

 Ieri mentre ero nelle case popolari di Praia a benedire un tale che conosco da tempo, molto semplice, molto buono e potenziale vittima di chi è più forte di lui, mi ha lasciato a bocca aperta. Si è complimentato con l'editoriale che avevo scritto sulla concentrazione dei poteri ad Asti e io gli ho chiesto: "Ma dove l'hai letto?" "Su Gazzetta d'Asti, no? Non l'avevi scritto lì?" Ovvio... E me ne sono uscito con la frase infelice del tipo "Non sapevo che tu leggessi Gazzetta d'Asti..:" "A me piace la politica e la seguo" "E conosci la persona di cui si parlava nell'editoriale..?" "E chi non la conosce... Ma non va bene avere troppe cariche, non è un bel segno". Dopo che ci siamo salutati mi sono chiesto chi ero io per decidere che lui non poteva capire niente di politica. E nello stesso tempo mi sono inorgoglito, perchè ho dato voce a qualcosa che molti pensano (anche persone semplici) e nessuno dice per primo.


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28 giugno 2022

Si torna in montagna

 Dopo così tante questioni l'unica è il ritorno alla montagna. Così ieri sono andato in Val Borbera, in località Campassi, ho preso un sentiero e mi sono ritrovato sul monte Antola, dove era già stato ma salendo dal versante ligure. Qualche fatica nella discesa per il caldo, ma lo spettacolo merita. E quando sei su... tutto scompare.









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27 giugno 2022

ll dramma delle parrocchie nei paesi

 Venerdì sera ho assistito pure ad un'assemblea a san Paolo Solbrito convocata dal sindaco contro la decisione del vescovo di trasferire il parroco (già condiviso con Dusino San Michele) e di accorpare il tutto a Villanova. Un'assemblea da stadio, con animi esacerbati e una marea di commenti poco carini rivolti al vescovo. Subito sono stato colpito dalla violenza verbale, anche se quando sono intervenuto come Gazzetta per chiedere, visti i chiari di luna, se avevano qualche proposta fattibile, sono stato subito riabilitato dal sindaco stesso, che ha raccontato ai presenti il fatto che il vescovo avesse avuto un po' da ridire sull'articolo scritto da me circa i trasferimenti. Così sono diventato "uno di loro" e non più il "rappresentante di curia"... Ma non c'è stato verso di avere una risposta. Quella sera è stato fatto l'elogio del parroco che se ne va e si è parlata dell'importanza di un sacerdote non solo per le cose sociali (scuola d'infanzia parrocchiale, mensa a chilometri zero, oratorio) ma anche come presenza spirituale. 

Ma alla fine è stato votato un sit-in di protesta davanti al vescovado per il 17 luglio a stragrande maggioranza nonostante qualche voce discorde avesse eccepito sia sulla sostanza (in particolare un consigliere giovane che aveva ben presente cosa stesse avvenendo nelle parrocchie) sia sulla forma.

Mentre tornavo a casa non ero arrabbiato per la sostanziale durezza nel negare l'evidenza dell'impossibilità di un sacerdote per 1.200 abitanti. Riflettevo sul dramma vissuto da un paese e sui modi con cui per anni non si è preparata seriamente la comunità a questi cambiamenti epocali e su come nelle parrocchie di città si continui tranquillamente a fare come se niente fosse.


La votazione del sit-in


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26 giugno 2022

La storia insegna

 Due giorni fa ho partecipato a san Damiano alla presentazione della riedizione della tesi di laurea dello storico Renato Bordone, che aveva fatto una ricerca sui De Gorzano, famiglia di signori della zona di San Damiano, il cui castello venne distrutto da Asti di ritorno dalla guerra con Alba nel 1274. Chi ha presentato il testo (Silvano Valsania ex sindaco di Montà e Baldassare Molino) è stato appassionante. Soprattutto ci ha fatto capire che le logiche di ieri sono quelle di oggi, anche se modi e forme sono cambiati. Asti è un comune imperialista, che cerca di assoggettare tutti coloro che gli sono vicini. Al contrario i piccoli centri, unitisi con la lega Astisio, sono i Davide che cercano di resistere al Putin del XIII secolo. Ed effettivamente non c'è dubbio. Asti è una città poco democratica, in cui vige una logica spartitoria e in cui è difficile apportare un vero cambiamento che non richieda tanto tempo e tenacia. Eh già: la storia non è acqua e se bisogna sradicare radici cattive di secoli non basta una zappetta, tipo una tornata elettorale.


"Poi udii un'altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli."
(Ap 18,4)



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22 giugno 2022

Frutti di radici seccate

 Ieri è venuto a trovarmi un politico astigiano, protagonista delle vicende degli ultimi vent'anni, con origine parrocchiali. Ci eravamo incontrati alla cena di Libera e avevamo già avuto modo di discutere sulla situazione. Con lui abbiamo parlato abbastanza e mi sono chiarito anche alcune idee che non possono che essere "teoriche", perchè l'analisi comune è che l'attuale andazzo della vita politica locale è il frutto poco succoso di una trascuratezza di chi ha coltivato la pianta della democrazia. Tre recuperi da fare:

1. Il gusto del fare politica e l'idea che il volontariato sia un frutto meno succoso dell'impegno politico. In origine il volontariato era l'allargamento dell'impegno sociale al di là di quelli che erano tagliati per la politica, dunque un valore aggiunto. Poi siamo arrivati alla deriva: il volontariato come impegno sociale "pulito" a fronte della politica sporca. E oggi: il volontariato come l'eroismo incarnato, quando i veri eroi di tutti i tempi hanno sempre avuto una coscienza politica e di cittadinanza indiscussa. L'impegno politico vissuto come servizio è di gran lunga superiore al volontariato, perchè si prende una responsabilità di fronte ad una collettività e non solo di fronte a singole persone in difficoltà.

2. L'amore per il proprio territorio e per la propria città, per evitare che il gusto della politica sia gusto per gli intrallazzi politici o per una politica fumosa e lontana dalla vita delle persone. Anche questo è stato delegato a settori pratici come il turismo o come l'agricoltura, che non stimolano all'impegno politico ma piuttosto allo sviluppo economico. O al massimo, come certe esperienze di ritorno all'agricoltura locale, spingono all'adesione ad uno stile di vita più sano e sostenibile, ma non necessariamente ad impegnarsi in politica

3. La formazione alle regole democratiche in cui il dibattito tra idee diverse è essenziale, perchè ogni idea è un ramo dello stesso fusto, quello dell'impegno politico come servizio (punto 1), che a sua volta ha le radici nell'amore per il proprio territorio (punto 2). La democrazia implica la ricerca del confronto / scontro con le idee diverse, la condivisione delle stesse regole del gioco, il fuggire dalla tentazione di affidare ai tecnici la soluzione delle controversie e di considerare l'efficienza come la prova di buon  governo. La prova di buon governo (a partire dalla gestione di un condominio) si ha nella capacità del dialogo e solo dopo questo, della decisione.

Insomma, da fare ce n'è e la Chiesa può fare molto se solo torna all'idea di Paolo VI dell'impegno politico come forma più alta della carità...

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21 giugno 2022

Il consigliere più giovane d'Italia

 Si chiama Fabio Trinchero è di Valfenera ed è stato eletto nel consiglio comunare a 18 anni e 2 mesi. Ieri con lui, con suo padre e con un amico siamo andati in birreria a parlare della sua esperienza e anche su alcune vicende recenti della vita politica dell'astigiano. Mi ha colpito molto la sua serietà e il suo desiderio di capire le cose, ma nello stesso tempo la sua determinazione a lavorare per il bene del territorio. Suo padre, che conosco da molto tempo, cercava di dargli due dritte per comprendere partiti e futuro dei partiti, ma in realtà lui ascoltava tutto anche se secondo me non poteva capire tutto. E chi di noi nasce imparato? Il suo esempio mi ha convinto ancora di più a battere e ribattere per difendere la democrazia in questo scorcio di storia italiana e mondiale in cui sembra il governo dei deboli. Invece, come succede per la fede, è il governo della forza attraverso la debolezza, un vero frutto del Cristianesimo.

"Tu gli dirai: Fa' attenzione e sta' tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia." (Is 7,4)

Il profeta rassicura il re Acaz e lo invita a non temere l'assedio dei forti nemici...



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19 giugno 2022

C'e bisogno di parole autorevoli

 Ieri c'è stato l'incontro degli uffici del terzo settore. Ci siamo dati tre ore di tempo per confrontarci e discutere, anche a partire dalle elezioni e dalla guerra in Ucraina. Sono intervenuti in parecchi e da più parti si è condivisa l'idea che occorre dare alle persone delle parole autorevoli per aiutarle a orientarsi in questo bailamme, perlopiù incomprensibile. Per questo si promuoveranno iniziative tese a confrontarci tra noi e ad esprimere qualcosa di significativo. Insomma: torna in auge l'importanza del pensiero e non dell'azione, l'importanza della formazione e non dell'emozione.

" Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i santificati." (At 20,32)




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17 giugno 2022

Fragilità umana

 In questi giorni ho intensificato la benedizione delle famiglie, perchè ero rimasto un po' indietro. Mi sono accorto che dopo essere passato per ben 14 anni da tutti almeno una volta all'anno ora noto l'evoluzione delle persone. I bambini crescono, i giovani si trasferiscono, ma soprattutto gli anziani si fanno fragili. Si parla solo di malattie in molte case e c'è una specie di rassegnazione. Quando la malattia colpisce uno meno anziano, c'è a volte la protesta: uno che era molto sportivo ha mostrato pure l'incredulità del diventare malato e dover finire in ospedale. Si parla tanto della fragilità umana, ma il toccarla con mano e, soprattutto, lo scoprire la propria è decisamente un'altra cosa.

"Tobi morì in pace all'età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive. Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella felicità, praticò l'elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza" (Tb 14,2)

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14 giugno 2022

Il bis di Rasero

 Alla fine ciò che era prevedibile (che il sindaco Rasero fosse riconfermato) non solo si è verificato, ma al di sopra di ogni aspettativa (primo turno, con notevole distacco sul secondo). Esito di una discutibile campagna elettorale del centro sinistra, che si è fatta le sue cose in famiglia, invitando al massimo qualche vicino di casa e affidandosi totalmente ad una enciclopedia programmatica, come se le idee potessero sostituire le relazioni. Ma anche esito di un disastro su tutta la linea dei partiti, che continuano a tagliare il ramo su cui sono seduti, allontanandosi sempre di più dalla gente (tranne 1-2 che continuano a fare serio lavoro di base e per questo sono stati premiati).

Purtroppo il sindaco è eletto con metà dei votanti. Qui non ci dovrebbe essere la battaglia tra galli di centro destra e centro sinistra. Qui tutti dovrebbero rimboccarsi le maniche per ricreare il senso di cittadinanza, seriamente minato da una sterminata serie di candidati mediocri, brave persone,  ma nulla più. La politica bisogna saperla fare e per farla bisogna saper infiammare i cuori dei cittadini. Se poi hai anche belle idee, meglio ancora. Ma è più importante saper trascinare che avere idee giuste. Se hai le idee sbagliate ci penseranno i cittadini appassionati di politica a porre un limite. Se non sai infiammare i cuori, sarai peggio di uno spot pubblicitario, che almeno fa desiderare qualcosa.

" Il popolo rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele e disse: «No! Ci sarà un re su di noi; anche noi saremo come tutte le nazioni; il nostro re amministrerà la giustizia in mezzo a noi, marcerà alla nostra testa e condurrà le nostre guerre»." (1Sam 8,19-20)




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13 giugno 2022

Ma Leopardi era così pessimista?

 Ho terminato di leggere un bellissimo libro di Elido Fazi, intitolato "Potenza e bellezza. Cronache da Roma e da Parigi", che intreccia la vicenda di Napoleone con quella della famiglia di Giacomo Leopardi a Recanati. E quando parla di lui, lo chiama Giacomino e fa capire che era un genio fin da piccolo. Solo che non aveva quei tratti pessimistici e cupi con cui ce lo presentano a scuola: era solare, attratto dalle ragazze della sua età e amante degli studi. Il gioiello è l'orazione che scrive  a 17 anni all'Università di Macerata in seguito alla liberazione da Napoleone e al ritorno del papa. Si intitola "Orazione alla Liberazione del Piceno" e parla del desiderio di pace di tutti i popoli dopo la parentesi guerrafondaia di Napoleone. Eccone uno stralcio: "Per rispondere di sì, bisognerebbe supporre che la felicità delle nazioni consista nell'uso della forza, nelle armi, nella Potenza e nell'essere terribili allo straniero, nel poter con vantaggio cominciare una guerra e continuarla senza cedere, nel possedere le più distruttive armi che l'uomo abbia mai immaginato. Ma supponiamo che questa supposizione - e cioè che un Paese potente è anche il più felice - non sia vera, e che la vera felicità dei popoli possa essere riposta non nella Potenza ma nella pace necessaria alla creazione di cose belle, alle arti più utili, alle lettere, alle scienze, nella prosperità del commercio e dell'agricoltura, , fonti di ricchezza delle nazioni. Se questo fosse vero, e cioè che il paradigma per valutare la felicità degli stati è la Bellezza e non la Potenza, probabilmente non esisterebbe al mondo un popolo più felice di quello degli Italiani"... Splendido e attualissimo. Bravo Giacomino, non sembri proprio quello messo da parte e triste che tendiamo ad avere in mente...


" Come sei bella, amica mia,
come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre
che scendono dalle pendici del Gàlaad." (Ct 4,1)


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12 giugno 2022

I laici nella Chiesa

 Il trasferimento di 13 sacerdoti in diocesi ha generato sconcerto. Più che altro per i modi. In realtà non è che le valutazioni siano così univoche. Per esempio io ho sentito due reazioni di due laici che la pensavano all'inverso. Uno, leggendo che l'articolo parlava di un futuro di parrocchie sempre meno mandate avanti da sacerdoti e sempre più da laici e diaconi, ha interpretato questi trasferimenti come un passo in quella direzione (e dunque nella valorizzazione dei laici). Un altro, al contrario, ha sottolineato che per tutti questi cambiamenti non è stato ascoltato il parere di nessun laico. Perciò ha interpretato questi trasferimenti come uno schiaffo dato alle comunità. Forse conta la provenienza di questi laici. Il primo viene dall'Azione Cattolica dove c'è una sostanziale fiducia di fondo nell'istituzione ecclesiale. Il secondo viene dall'Agesci (scout) dove la fiducia l'istituzione ecclesiale se la deve conquistare sul campo. E la può perdere...

"Allora Giosuè disse al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il Signore per servirlo!».Risposero: «Siamo testimoni!».
Giosuè disse: «Eliminate gli dèi dello straniero, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il cuore verso il Signore, Dio d'Israele!».
Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore nostro Dio e obbediremo alla sua voce!»."
(Gs 24,22-24)




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11 giugno 2022

Una spallata alla giustizia

 Ero ancora indeciso su cosa fare con i cinque referendum. Mi aveva convinto l'opinione di chi aveva detto che bisogna votare cinque sì come provocazione al sistema giudiziario incapace di autoriformarsi. Ieri sera ad una riunione dei direttori degli uffici diocesani ho capito che l'unica persona dentro il sistema della giustizia approvava questa idea. Perciò voterò cinque sì. Quando un sistema è diventata una palude e i pochi eroi che sono caduti diventano personaggi del passato ma con poca influenza sul presente, bisogna "aiutare" quelli che ancora lavorano per autoriformarsi ad avere una mano da chi, essendone fuori, è stufo di vedere gli stessi problemi ristagnare. 


" La giustizia dell'uomo integro gli appiana la via,
ma l'empio cade per la sua empietà.
La giustizia degli uomini retti li libera,
ma i perfidi restano presi nella loro malizia." (Pro 11,5-6)


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10 giugno 2022

Un'altra carica evitata

 Reduce da tre giorni di assemblea nazionale del Prado (istituto secolare di sacerdoti di cui faccio parte e che si occupa di formare sacerdoti allo studio del Vangelo e all'evangelizzazione dei poveri) ho evitato per un pelo di venire eletto nel Consiglio Nazionale. Chi mi proponeva diceva che avevo una visione del futuro per l'Istituto e per la Chiesa. Chi non mi proponeva diceva che volavo troppo alto ed ero poco concreto. Avevano ragione tutti e due. Per poter guardare oltre bisogna avere qualche "visione". Nello stesso tempo non si vive di visioni ma di passi concreti. Alla fine è prevalso il criterio dell'età: non mettere tutte persone della stessa fascia di età e la mia era abbondantemente rappresentata. Perciò auguri ai neo eletti: Mario e Gianbattista di Milano, Francesco dell'isola d'Elba, Livio di Trento, Flavio e Gigi di Vicenza e Giancarlo di Piacenza.

"Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto 25per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava»." (At 1,24-25)


Villa San Carlo a Costabissara, l'oasi in cui si è tenuta l'Assemblea


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05 giugno 2022

La democrazia fragile

 All'indomani dell'editoriale su Gazzetta d'Asti in cui ho messo sotto accusa la concentrazione di poteri nelle mani di un uomo solo a sostegno di Paolo Lanfranco, presidente della Provincia, che si è dimesso dalla Lega proprio per lo stesso motivo, ci sono state molte reazioni. Alcune più acide o infantili, altre più meditate, sia di sostegno che di opposizione. Mentre ho vissuto tre giorni con pensieri fissi che mi tornavano, alla fine ne ho selezionato uno, che mi sembra essere il più giusto. "La democrazia è un tesoro fragile". Direbbe s. Paolo, riferito allo Spirito di Dio "un tesoro in vasi di creta" e dato che oggi è Pentecoste, non mi è difficile dire che la democrazia come sistema è frutto dello Spirito, perchè è l'unico sistema che punta a costruire dialogo, relazioni tra persone, unità nelle differenze di opinione. Marcel Gauchet, sociologo francese, arriva a dire che la democrazia è l'effetto della secolarizzazione: il cristianesimo trasferito nella dimensione laica, perchè solo un Dio trinitario (in cui tre persone sono assolutamente sullo stesso piano e sono in relazione reciproca) può essere all'origine di un sistema in cui tutte le opinioni sono legittime.

La democrazia è fragile, perchè occorre che sia supportata dall'impegno civile continuo della gente, dalla fiducia negli esseri umani e nello stesso tempo dalla necessità di vigilarli perchè non trasformino la democrazia in autoritarismo, senza che nessuno se ne accorga. Ad Asti ci sono due segni che questo sta avvenendo. Il primo è appunto la concentrazione di poteri. Il secondo è la moltiplicazione di liste elettorali e di candidati, per intercettare più voti possibili, senza necessariamente avere un programma. E' necessario, dopo le elezioni, costruire seriamente un cammino per recuperare il senso di cittadinanza e l'amore per la democrazia: quando questa è soffocata diventa allettante attribuire a competenti ed efficienti burocrati la gestione della cosa pubblica oppure costruire una rete di clientele che assomiglia ad una palude mefitica. Ed è necessario farlo con persone che ci credono, a prescindere dagli schieramenti politici, perchè la democrazia è di tutti e non è appannaggio di una parte.

"E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi." (2Cor 4,6-7)



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01 giugno 2022

Campagna elettorale impari

 Sempre più stiamo assistendo ad una campagna elettorale impari. Difficile capirci qualcosa. L'ideale sarebbe che i candidati sindaci ci dicessero che cosa intendono fare, qual è il loro programma. Non è così: qualcuno ha un programma dettagliatissimo ma che dovrebbe divulgare, qualcun altro non ha programma ma solo slogan. C'è chi ha un programma su qualcosa e lo fa valere come se fosse "il" programma e c'è chi invece del programma ha delle formule magiche con qualche parola fatata che sparge qua e là. C'è chi ha come programma grandi ideologie che quando le metti sul tavolo sono come neve che si scioglie.

Anche come media si è in difficoltà. La formula del confronto tra candidati sindaci è come mettere insieme animali diversi e pretendere che parlino tutti la stessa lingua, ma quando fai delle domande più specifiche sono pochi quelli che hanno idee chiare e soprattutto realizzabili.

Se ne esce solo con il recupero di un senso di cittadinanza che "rialfabetizzi" coloro che sapevano cosa significava andare a votare ma se lo sono dimenticato, delegandolo a chi lo sapeva bene e ne approfittava.


"Ella [la sapienza] infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con giustizia il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre" (Sap 9,11-12) 

e ne manca ancora una...

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