28 settembre 2012

pausa

Mi sono preso un giorno di pausa e sono andato a fare il giro dei forti (almeno alcuni) al Colle di Tenda. Tempo instabile con nubi, ma beccatevi questa foto... io ero sopra le nubi. E sembra pure un luogo surreale. Domani vi pubblico un'altra foto surreale di questa giornata totalmente surreale.
Ah a proposito. Quello in fondo con uno spruzzo di neve è il Monviso: di qui si vede diverso!

24 settembre 2012

un altro amico che se n'è andato

Sono già passati alcuni giorni da quando è giunta la notizia della morte in Albania di don Genc Tuku (i funerali sono stati martedì scorso). Era il sacerdote albanese con cui collaboravamo da qualche anno e che ci aveva ospitati per ben due volte da lui con alcuni giovani. Improvvisamente è deceduto all'età di 37 anni, si sospetta per un infarto (ma non conosciamo ancora gli esiti dell'autopsia). Un sacerdote decisamente attivo e molto disponibile ad ogni ora, pieno di entusiasmo e di voglia di costruire la comunità, anche molto imprenditoriale nella sua ricerca di fondi per le opere.
Sembra incredibile che se ne sia andato così e nello stesso tempo sembra incredibile che l'organizzazione di un convegno diocesano (sabato scorso) e l'avvio delle attività pastorali dell'anno mi abbiano distratto così tanto da non avvisare neanche i giovani che erano stati con me in Albania (l'hanno saputo dagli amici albanesi via skype). Quel che in Albania è segno di valore (l'attivismo di don Genc) qui è limite. Qual è il segno di valore qui? A sentire il convegno diocesano di sabato scorso, il segno di valore è l'attenzione alle persone e la capacità di costruire relazioni significative e umane (anche educative se si ha a che fare con giovani). Le cose non sono incompatibili: don Genc era capace di fare le due cose. Per noi invece è qualcosa da imparare.

19 settembre 2012

un passo per volta

Ho scoperto che per suonare rapidamente le scale sul pianoforte non bisogna aver fretta di passare subito alla nota successiva, con l'intenzione di accelerare. Al contrario: bisogna prima suonarle lentamente e calcare molto le dita su ogni nota, quasi prendessero un appoggio sicuro e la mano si abituasse a tutti i passaggi. Poi la velocità viene da sola, una nota alla volta, tutte uguali.
Questo mi ha insegnato due cose:
1) comunque bisogna sempre fare un passo alla volta anche se si devono fare tante cose insieme. L'importante è essere concentrati su ciò che si sta facendo, senza pensare al dopo e la velocità nel fare le cose si acquisterà naturalmente
2) quanto più c'è stabilità interiore tante più cose si possono fare insieme, quanto più si è schiacciati sulle cose da fare, tanto meno si fanno bene e tante meno se ne fanno...
p.s.: forse ho bisogno di un'altra vacanza...

16 settembre 2012

san benedetto

Leggendo alcuni articoli su San benedetto in Luoghi dell'infinito di gennaio è stato sottolineato il valore e la sua profezia nel non cercare di puntellare i luoghi istituzionali ormai in sfacelo e di crearne dei nuovi nei monasteri tutti incentrati sulla ricerca di Dio e sulla forza interiore. Il lavoro manuale come proposta in un momento in cui il lavoro manuale era affidato agli schiavi, l'apertura indifferente a romani e barbari in un momento in cui il diritto era quasi raddoppiato (un diritto romano e un diritto barbarico), la salvaguardia della cultura antica affinchè non andasse dispersa e il voto di stabilità in un momento di profonda instabilità.
E mi sono chiesto: chissà se non sarebbe ora che nascesse un nuovo san Benedetto?
E poichè gli articoli sottolineavano la marginalità iniziale del nuovo monachesimo rispetto alle istituzioni ecclesiastiche, mi sono chiesto: chissà che non si debba far nascere di qualcosa non contro ma ai margini delle strutture ecclesiali attuali?
O forse non siamo ancora in quella situazione?

15 settembre 2012

il richiamo della foresta

Devo proprio leggerlo sto libro di Jack London che nel titolo rappresenta a me il profondo richiamo non tanto alla vita selvaggia quanto alla vita tra avventura, bellezza e spirito girovago / pellegrinante (se dici girovago sembri una persona sbandata o non cresciuta, se dici pellegrino invece è molto più "in"..). Ieri dopo un po' di tempo sono andato a fare un giro con altri sopra Alagna e anche se è stata una specie di toccata e fuga, è bastato per ricordarmi che devo soddisfare questi istinti primordiali, altrimenti la vita in città ti sballa le priorità.
Se vogliamo proprio metterla in termini di pellegrino, dovrei dire che sono andato ad abbeverarmi allo Spirito creatore, ma per ora preferisco restare più "out" e dire che ho seguito il... richiamo della foresta. Con questa foto condivido un po' di questo richiamo.

12 settembre 2012

latitante... mailing list

Accidenti come passa in fretta il tempo. E' una settimana che non ho più aggiornato il blog. E ce n'era da scrivere... Ma sono stato preso con l'avvio di una mailing list in occasione di un convegno diocesano per avviare un dibattito intorno al rapporto giovani-fede. Poichè non ho tutta questa dimistichezza con il mezzo, mi ci vuole un po' e ancora adesso alcune questioni tecniche non sono state risolte. In compenso qualcuno è già intervenuto, anche portando esperienze personali (sia proprie, sia di figli) e mettendo in evidenza come non ci sia nulla di prestabilito e non ci siano garanzie. Magari uno fa tutto il cammino regolare anche oltre la cresima e poi si allontana (ma per quanto?). A volte capita il contrario. La fede richiede proprio una scelta assolutamente libera e personale. Ma vale per tutte le fedi religiose? E vale anche per altri tipi di fede (per esempio la fede nella... noncredenza)?

05 settembre 2012

due anime della spagna

Mentre con affanno cerco di recuperare l'arretrato di riviste varie, mi capita il numero di Luoghi dell'Infinito di giugno 2011, tutto dedicato alla Spagna in vista della Gmg di Madrid. E in un articolo di Franco Cardini rifletto su una sua affermazione: la Spagna vive il cattolicesimo spaccata in due, tra coloro che sono attaccati alle tradizioni e vivono una fede quasi urlata e coloro che sono pesantemente anticlericali. Sembra non ci sia spazio per una posizione intermedia.
Possono essere anche due dimensioni che convivono dentro ciascuno: il desiderio che la Chiesa riaffermi la sua forza e il senso di profonda critica per la sua difficoltà ad aprirsi alla sensibilità moderna. Magari in qualcuno prevale più un polo che l'altro, ma ricorda il passaggio dell'adolescenza: i genitori che vorrebbero portarti in vacanza con loro come è sempre stato e tu non vuoi e nello stesso tempo la critica quando i genitori non ti apprezzano e non ti sostengono come tu vorresti.
La Spagna ha avuto "genitori" cattolici perfino autoritari e per diventare adulta se ne deve sbarazzare con forza per tenere poi i valori che essi hanno incarnato. L'Italia invece ha avuto "genitori" cattolici tutto sommato benevoli che hanno permesso loro diverse cose e allora il conflitto non si è così acceso. Ma si fa più fatica a diventare grandi, specie dove la benevolenza ha perso per strada l'autorevolezza.
p.s.: veramente coloro che fanno forza sulla tradizione cattolica italiana come strada per accendere la fede ricordano i genitori che rimpiangono i bei tempi delle vacanze tutti insieme in famiglia, magari in un bell'albergo con la propria spiaggetta mentre i figli sognano gli orizzonti sconfinati del globo terrestre...

03 settembre 2012

martini e ratzinger

E oggi scopro, leggendo La Stampa, che l'idea della cattedra dei non credenti sarebbe venuta a Martini leggendo l'Introduzione al Cristianesimo dell'allora Joseph Ratzinger. Come mai allora Martini è sempre passato per l'uomo del dialogo e Ratzinger come il rigido conservatore? Quest'ultimo ha forse cambiato idea? Non si direbbe, visto che ora su sua sollecitazione è stata avviata in grande una iniziativa simile, chiamata "Cortile dei  gentili". O forse per il ruolo che Ratzinger ha giocato (prima come prefetto della Congregazione della fede e ora come Papa) e che lo ha sempre obbligato a tener conto di tutti con l'impossibilità di buttarsi troppo avanti? Chi lo può dire?
Oppure che sia vero che il vero dialogo presuppone la conoscenza e l'adesione profonda alla propria posizione (e non il suo annacquamento) ma nella convinzione che come esiste un antenato comune tra due specie animali diverse, così c'è una radice comune tra due posizioni che sembrano diverse. La fede nel dialogo non sta nel trovare una via di mezzo, ma nel credere che esista questo antenato comune e nel cercarlo insieme.

01 settembre 2012

un'altra perdita

E a pochi giorni ecco un'altra scomparsa questa volta più ad alto livello. Il card. Martini è uno dei guru della cristianità e del cristianesimo, un guru particolare perchè ha sempre preteso di mettersi a scuola della parola, anche quando questo sembrava diventare un partito tra gli altri.
Nessuno pensa di essere al di fuori della Parola di Dio (neanche gli "eretici"), ma lui lo proclamava più come esigenza di tutti che come merito suo. Noi si giudica gli effetti: dialogo, ascolto, poco timore di affrontare temi caldi e grande incisività ecclesiale e civile. Secondo me i segni del modo con cui la Parola ha inciso realmente in lui e attraverso lui ci sono tutti.
Quasi che si possono dedurre i segni del non essere sotto la Parola...: rigidità (mascherata da fedeltà), urla (mascherate dalla volontà di difendere il Vangelo), silenzio su temi che veramente toccano il cuore e la testa della gente (mascherato dal senso di discrezione) e scarsa incisività (mascherata dallo spirito di persecuzione che il Vangelo avrebbe preannunciato).
Forse mi sono messo anch'io fuori dalla Parola che in questo caso chiede misericordia, ma soprattutto conversione...