31 agosto 2017

togliersi la vita

Sono stato chiamato per via di amici comuni a recitare il rosario a casa di una famiglia il cui figlio neanche 20enne si è tolto la vita dopo che qualche mese fa era stato picchiato da altri perchè omosessuale. C'era un sacco di gente giovane e anche di ecuadoregni-peruviani perchè lui era latinoamericano. Una situazione molto delicata: gente che probabilmente non era avvezza a recitare rosari eppure partecipava come poteva, gente di fede popolare (quella che ha in mente papa Francesco quando ne parla), colpita da un lutto troppo grande e da una situazione troppo complicata. Mi sono trovato a riflettere sui misteri gloriosi e a metterla proprio in termini di annuncio, facendo come se avessi di fronte gente che per la prima volta sentiva queste cose e penso di essermela cavata: ora mi hanno chiesto pure di celebrare il funerale.
Però me ne sono venuto via con un senso di ingiustizia addosso: era un po' che il senso di ingiustizia non si sposava con l'indignazione ma con la tristezza...

"Il ricordo della mia miseria e del mio vagare
è come assenzio e veleno.
Ben se ne ricorda la mia anima
e si accascia dentro di me.
Questo intendo richiamare al mio cuore,
e per questo voglio riprendere speranza" (Lam 3,19-21)


26 agosto 2017

vicende familiari

Non della mia famiglia. Della famiglia di una sposa di cui oggi ho celebrato il matrimonio. La madre era improvvisamente rimasta vedova con due ragazzi di 14 e 10 anni circa e tutto da sistemare. Poi poco alla volta si era ripresa e dopo un primo trasloco necessario aveva trovato un compagno che le ha dato una grande mano. Purtroppo anche lui è morto improvvisamente. Robe da film, ma la realtà supera la fantasia. Persi i contatti in seguito ad un ennesimo trasferimento, li ho ripresi adesso per il matrimonio di quella ragazzina di 14 anni che intanto è cresciuta.
Mentre li guardavo al termine della celebrazione mi veniva da riflettere sul fatto che certe famiglie siano continuamente provate da molte cose e altre da nulla. A causa delle difficoltà alcune si sfasciano, altre sono più solide che mai. C'è da interrogarsi seriamente se esista un disegno complessivo o se si sia tutto casuale. Boh, chi ci capisce è bravo.

"Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia" (1Cor 13,12)

25 agosto 2017

cima tempesta

Una puntata in val Grana. Bella e selvaggia, ma poi salendo si allarga e diventa un po' come un sogno. Arrivi in auto fino a 2.300 m. e più: salire al crinale è una passeggiata domenicale, ma i  2.700 e hai la bellezza di quella quota. Senza contare il Castelmagno che ti porti a casa...
Un attimo.
Un attimo rispetto ad una vita
e ti lasci dietro il mondo
per entrare in un altro mondo.
Saranno le altezze, le vette,
sarà il cielo diverso (ma è sempre lui)
sarà lo Spirito del luogo o del Creatore
o sarai tu che sei un altro.
Ma sei fatto per questo mondo,
per questo tempo disteso,
per questo silenzio più interiore che esterno.
E se anche ora torni al mondo di prima,
il vero mondo te lo porti dentro
così da trasformare l'altro.
Un attimo.

Il facile sentiero

Cima Tempesta

Monte Tibert
"Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli" (Dn 3,75)

20 agosto 2017

monti liguri solo nelle mezze stagioni...

Mai d'estate, anche se sono alti. In questi giorni di campo scout con lupetti e reparto mi sono preso un giorno per salire dall'eremo di Varazze al monte Beigua. Quattro orette ma faticose a causa del caldo, finchè ho deciso di coprirmi la testa (sic...). Il berretto naturalmente l'avevo preso, ma l'ho perso per strada e ho potuto recuperarlo comodamente al ritorno (neanche uno che facesse quel sentiero di questa stagione...): ovviamente l'avevo perso dieci minuti dopo la partenza in un tratto ombreggiato. Monte Beigua decisamente brutto (come si può vedere sotto). Carina l'idea di salire dal mare ai monti e carina l'alta via dei monti liguri, ma da fare in stagione appropriata.

Non male il contatto con i ragazzi e i bambini: bisogna proprio assicurarselo altrimenti si sfiorisce e restano solo le prospettive chiuse dove ti muovi e ti rimuovi. Dal mare si può salire ai monti e dalla mezza età si può salire (e non scendere, perchè è una salita bella e buona) alle età più basse: ci si guadagna in orizzonte.

"Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti
e sarà più alto dei colli;
ad esso affluiranno tutte le genti" (Is 2,2)
eremo di Varazze
la costa di Ponente dall'alto
il "bellissimo" monte Beigua

13 agosto 2017

alta filosofia

In questi giorni di sostanziale ozio ci si dedica alle cose più inutili. A volte però sono cose interessanti... Per esempio questa questione di alta filosofia. Ai tempi di Benedetto XVI si era divulgato in ambito cattolico il dialogo che lui aveva tenuto col filosofo tedesco laico Junger Habermas, culminate nel libro "Ragione e fede in dialogo. Le idee di Benedetto XVI a confronto con un grande filosofo". I due si conoscevano già prima... La tesi divulgata era la seguente: anche Habermas ha riconosciuto che le religioni possono avere un ruolo nell'epoca moderna e non sono retaggio del medioevo. Si parla di "laicità positiva" per dire di un un discorso politico che tenga  conto del valore delle religioni a patto che loro accettino di stare intorno ad un tavolo con altre ispirazioni e filosofie. La si distingue da "laicità negativa" per definire l'atteggiamento di chi vuole escludere ogni religione e ogni terminologia che anche solo lontanamente richiami la religione.
Ebbene. Oggi apro il libro di Junger Habermas che sto leggendo e, dopo aver effettivamente colto che lui cerca di riabilitare il ruolo delle religioni nel dibattito filosofico moderno, leggo a pag. 124 che lui considera le idee di Benedetto XVI molto stantie perchè non tengono conto delle svolte della filosofia dei secc. XIV e XV. Uno direbbe: beh opinione sua e dei filosofi. Vero. Peccato che quelle svolte sono state operate da teologi francescani che non avevano certo interesse di mettere a tacere la religione. Non stiamo ad entrare nel merito di queste svolte e del pensiero di Benedetto XVI.
Al di là di tutto, perchè questo post. Perchè mi rendo sempre più conto che a volte la chiesa cattolica ufficiale è una specie di recinto che si parla addosso e addirittura interpreta le parole di altri nella misura in cui servono a se stessa. Papa Francesco ha cambiato questa tendenza però probabilmente aleggia ancora qua e là...

12 agosto 2017

credenti particolari

Questa mattina è venuta a parlarmi una signora con due figli adolescenti che si dichiarava molto credente anche se poco frequentante (già sentito questo ritornello...). In verità dai ragionamenti che faceva e dall'esperienza che raccontava si capiva che realmente coltivava la fede soprattutto con la preghiera e che sapeva anche distinguere la fede dai fenomeni superstiziosi o folkloristici (crocifissi tenuti da parenti per "portare bene" oppure la madre con l'immagine della madonna del proprio paese d'origine ma nulla più). Così anche si poneva la questione del saper perdonare e di altri principi di etica cristiana. Pure era molto decisa nel trasmettere queste cose ai figli, nonostante non sempre ne trovasse riscontro.
Quando se ne è andata mi sono chiesto come poteva essere una fede al di fuori della chiesa. E ho concluso che noi preti non possiamo saperlo, perchè abbiamo il problema inverso: vivere la chiesa come luogo della fede e non della professione. Altrimenti detto: certo che si frequenta la chiesa ma è possibile essere praticanti e non credenti?

"Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste;
per me sono un peso,
sono stanco di sopportarli." (Is 1,14)

10 agosto 2017

il bimbo profugo

Questa mattina ho dovuto accompagnare il figlioletto di quattro anni della famiglia nigeriana che è ospitata in parrocchia per le ultime vaccinazioni e al momento cruciale è stata una serie di urli disumani, nonostante la presenza del padre. Niente di strano, se non che ho provato ad immaginarmi che cosa può aver evocato in lui quella situazione. Il medico lo teneva fermo e senza esitazioni bucava il braccio, il padre doveva essergli sembrato connivente, visto che dopo si è arrabbiato con lui prendendolo a pugni... Calcolando che i primi anni di vita saranno stati un po' tumultuosi e non certo sereni, anche una piccola cosa come una vaccinazione deve essere per lui una sfida assoluta.
Nella riflessione sulle migrazioni di massa e sui profughi un capitolo a parte è quello dei bambini e di ciò che essi devono subire. Per loro non conta distinguere se sono migranti economici o profughi politici, esattamente come per un bambino occidentale non conta distinguere se è figlio di una famiglia a posto oppure di una famiglia disgraziata: è un bambino e basta.

"Disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli." (Lc 17,1-2)

06 agosto 2017

tragedia e solidarietà

Oggi tra una messa e l'altra abbiamo fatto una scappata ad Ovada per esprimere solidarietà ad una capoclan che nella route aveva visto morire uno dei ragazzi. Una tragedia. Nonostante tutto si fosse svolto in sicurezza e nonostante i soccorsi fossero arrivati tempestivamente non c'è stato nulla da fare. La sola idea che poteva essere successo a te faceva venire i brividi.
Eppure siamo rimasti colpiti dalla solidarietà e dall'unione del gruppo, della città, degli amici. Una lezione non solo di umanità, ma anche di fede, perchè la madre stessa del giovane defunto aveva guidato un rosario in sua memoria con gli amici (deve ancora esserci l'autopsia) e non sono ancora fissati i funerali. Non solo: l'Agesci si è mosso alla grande. Il responsabile dell'Umbria, dove è avvenuta la tragedia, è stato lì presente; il responsabile del Piemonte era con me oggi e si è recato pure dai genitori. Una famiglia come non ne trovi altrove.
La croce scatena le risorse migliori nella gente: l'importante è che non si disperdano ma siano capitalizzate e custodite.
Per Alberto, la sua famiglia, il suo clan e la Comunità Capi di Ovada... il dolore che si porta a volte è enorme e ci schiaccia.
Vi siamo vicini nella preghiera affidando le nostre parole a questo testo...
"Signore, insegnami la route:
l'attenzione alle piccole cose;
al passo di chi cammina con me
per non fare più lungo il mio;
alla parola ascoltata
perché non sia dono che cade nel vuoto;
agli occhi di chi mi sta vicino
per indovinare la gioia e dividerla,
per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi,
per cercare insieme la nuova gioia.
Signore, insegnami la route:
la strada su cui si cammina insieme;
insieme nella semplicità di essere quello che si è;
insieme nella gioia di aver ricevuto tutto da Te;
insieme nel tuo amore.
Signore, insegnami la route,
Tu che sei la strada e la gioia."
Camminiamo al vostro fianco in questo momento difficile, con tutto il nostro affetto e la nostra commozione.

04 agosto 2017

ferita d'amore

In questi giorni di tranquillo caldo da paura ho ripreso alcuni testi che mi avevano passato e che non avevo letto a suo tempo. Testi vari, senza un ordine preciso. Uno di questi è Contemplate, una delle quattro lettere scritte dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di vita apostolica in occasione dell'anno della vita consacrata. Questo in particolare ha come sottotitolo: Ai consacrati e alle consacrate sulle tracce della Bellezza. Al n. 32, citando S. Giovanni della Croce usa l'immagine della ferita è mi ha colpito non poco: "O fiamma d'amor viva, che amorosamente ferisci della mia anima il più profondo centro! Poichè non sei più dolorosa, se vuoi ormai finisci; squarcia il velo di questo dolce incontro" E il commento poco sopra: "La contemplazione diventa ferita dell'Amato che ci ricrea". Certo ci voleva l'ondata di caldo "Lucifero" per tornare su questi testi ma l'illuminazione che ho avuto è stata: noi cerchiamo di risolvere ogni inquietudine, ogni ansia, ogni problema e facendo così finiamo o nella depressione (perchè non tutto si riesce a placare) o nella noia e nell'aridità (perchè tutto si appiattisce). Invece la vita spirituale ha bisogno di ferite, di prove, di inquietudini e di ansie per tenere aperta la porta alla ricerca di qualcosa di profondo e alla visita di Colui che dal profondo ci viene incontro.

"Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amore dell'anima mia;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato" (Ct 3,1)

03 agosto 2017

lucifero

 Così sì chiama l'ondata di caldo che in questi giorni fa un po' boccheggiare, soprattutto perchè si parla solo più di questo e la sensazione è che faccia ancora più caldo di quel che è. Però in questi casi, come anche nei casi delle ondate di gelo, mi vengono in mente le diseguaglianze... Chi ha il condizionatore e chi manco ci pensa perchè non può permetterselo, chi abita in case coibentate e chi abita in container, chi scappa alla ricerca del fresco in montagna e chi per malattia non può muoversi dal proprio letto. Quando si saranno risolte le diseguaglianze nelle situazioni-limite (e non nella normalità della vita) allora significherà che veramente siamo nella repubblica che la Costituzione Italiana tratteggia negli articoli 2 e 3...

"perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" (Lc 5,45)

02 agosto 2017

in montagna in solitaria

Becco Rosso
Lo dicono tutti: meglio non andare in montagna da soli. Però il paesaggio che si gusta dal Becco Rosso sopra Pietraporzio è tipicamente da gustare da solo. Quando poi vedi i bunker di guerra ti si stringe il cuore pensando che lì c'è stata gente che non era da sola ma che è come lo fosse stata... Mentre scendo da Pietraporzio in macchina carico un autostoppista che si sta facendo da solo la traversata da Sestrière a Arma di Taggia: anche lui un solitario. E concludo: non sarà prudente ma la montagna in solitaria un senso c'è l'ha ancora e non solo per me.


"Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco." (Sl 26,8)
Lo strapiombo

Il bunker