30 marzo 2016

si riprende la benedizione delle famiglie

Finalmente si va un po' in giro. In questo primo giorno, in campagna ho incontrato un po' di famiglie: una in particolare reduce da un grave lutto, un'altra provata dalla malattia, una terza ben felice di chiacchierare, una quarta che racconta delle figlie ben impiegate in giro per l'Europa... Vita svariata e forse fa molto bene uscire dai soliti giri.

29 marzo 2016

nuove generazioni

Oggi in piscina ho visto almeno tre bimbetti piccoli (max 4 anni) insieme con i loro padri. Uno era proprio sperso e dato che non voleva fare la doccia ha pensato bene di mettersi a frignare. Scene mai viste in piscina.. Però nello stesso tempo mi veniva da pensare che se a quest'età già si mettono a nuotare chissà cosa diventeranno da grandi! E parallelamente mi veniva da pensare che se lo stesso impegno venisse usato per la cura della fede (e molti genitori lo fanno) c'è da ben sperare. Poi mi è venuto un flash: ma come mai ad un certo punto c'è stato l'allontamento dalla fede. Eppure i genitori di allora partecipavano quasi tutti e nessuno si è accorto che si stava seminando l'allontamento. Probabilmente la generazione dei genitori del boom economico avevano il corpo in chiesa e la testa e il cuore da un'altra parte. E i figli hanno subito capito che non valeva la pena...

27 marzo 2016

veglia pasquale

La veglia di Pasqua è il termometro che misura il grado di salute della comunità e della Chiesa in generale. Lì incontri non solo la matrice generatrice della fede ma anche i cristiani che lo sono non per tradizione. E sempre più le Veglie Pasquali sono affollate (non le resse della notte di Natale, ma comunque la Chiesa quasi piena), partecipate emotivamente e nell'espressione esterna. Sono molto variegate come età, non ancora come estrazione sociale (non è una veglia "popolare"...), ma anche come provenienza: compaiono persone che sai essere di altre parrocchie. Sembra quasi che uno voglia scegliere la chiesa dove si sente più coinvolto, per vivere al meglio questo momento.
Da tenere d'occhio nei prossimi anni...

25 marzo 2016

dimissioni

La messa crismale del Giovedì Santo è stata caratterizzata quest'anno dal passaggio di consegne del vicario generale dopo 15 anni (tre mandati) alla vigilia del compimento dei 75 anni. Passaggio di consegne caratterizzato dalle dimissioni spontanee, che hanno dato la possibilità di una sostituzione. Il Vescovo ha sottolineato il valore del dare le dimissioni, cosa non scontata viste altre situazioni non propriamente felici a causa di "inamovibili". Mio padre avrebbe detto "ha fatto solo il suo dovere", con quell'espressione che da piccoli ci faceva indispettire quando a noi sembrava di fare grandi cose.
In fondo dopo papa Benedetto (il suo sì, è stato un gesto grandioso e profetico) quell'idea per cui dare le dimissioni è un atto di debolezza e di viltà, mentre stare al proprio posto per decenni è segno di fedeltà e di tenacia non vale più.
Ci sono dimissioni che valgono oro e permettono ad una comunità di non diventare una palude e ci sono dimissioni che sono schiaffi in faccia. Ma ci sono anche situazioni di attaccamento al proprio ruolo e alla propria poltrona che sono segno di fedeltà alla missione e alla gente, altri che sono segno di pigrizia, di incapacità di cambiare e di presunzione.

24 marzo 2016

tre passi per il cambiamento

Leggendo una ricerca sugli operai Fiat Chrysler in Italia, in merito all'applicazione dell'organizzazione del lavoro chiamata WCN (World Class Manifacturing), ricerca fatta anche da un mio amico che me l'ha passata, ho trovato un punto in cui si parla dei tre stadi per il cambiamento (e non solo di organizzazione del lavoro...) secondo lo schema di Lewin e Kotter:
1) "scongelamento": che potremmo chiamare più popolarmente "distruzione"
2)"cambiamento vero e proprio"
3) "ricongelamento": rendere stabili i cambiamenti per evitare che sia una rivoluzione continua.
Mi ha colpito l'idea che non c'è cambiamento senza distruzione. Ma anche che ogni cambiamento se non si struttura dopo, passa e va (della serie "Cambiare tutto per non cambiare niente"). Mi vengono in mente tante situazioni nella chiesa e nella società che andrebbero distrutte se si vuol cambiare qualcosa... Meglio mettersi subito all'opera e non aspettare troppo!

23 marzo 2016

vite che valgono di più

Mi ha fatto pensare una ragazza che ieri sera è venuta a confessarsi e ha anche parlato dell'effetto delle notizie da Bruxelles. Era stata molto colpita. E poi però era dibattuta perchè si diceva: Ma perchè i profughi morti in numero molto maggiore non mi suscitano così compassione? Bella domanda. La prima cosa che mi veniva da dirle era la solita manfrina: perchè i giornali dedicano pagine e pagine per morti occidentali e solo poche righe se i morti arrivano da altre parti del mondo. Questo è vero e i media ne dovranno rispondere al Creatore... Ma non c'è bisogno di tanti numeri: basta uno che perda la vita per causa di altri e questo dovrebbe indignarci. Alla fine da cosa siamo smossi: dal venir meno delle nostre certezze.
Brutta storia: questo è uno degli effetti della mancanza di fede. Il senso di minaccia cresce. D'altronde quella gente è tutta europea e se si lascia ingannare da una pseudoreligione come il fanatismo islamico è perchè è il nostro albero a generare frutti malandati. Ci siamo lasciati qualcosa per strada.

22 marzo 2016

storie di vita non letterarie

In questi giorni sto portando la comunione pasquale agli ammalati e ascolto molte vicende. A volte vere e proprie storie, come quella anziana signora vedova e ormai sola che racconta della sua giovinezza nella fatica dei campi, fatica che ora paga con la malattia che la obbliga in casa. Eppure il suo racconto non è triste: sembra fiera di raccontare un'intera esistenza senza molte alternative eppure fatta di relazioni, di lavoro, di vita in comunità. Oggi la definiremmo una vita da servi eppure per lei non era così. Al contrario mi vengono in mente vite da persone libere (nel senso che fanno ciò che vogliono) ma eternamente insoddisfatte. Oppure vite molto promettenti ma troncate presto, come quelle delle ragazze morte nell'incidente spagnolo.
Chissà come Dio guarda alla vita di ciascun essere umano... Forse veramente una vita sensata con meno opportunità è meglio che una vita piena di opportunità ma senza senso.

21 marzo 2016

potenza delle storie di vita

Sto leggendo un libro potente, scritto dal Nobel della letteratura 2015, la bielorussa Svetlana Aleksievic.
Della serie: come entrare dentro il cuore e la testa delle persone che in questo caso hanno vissuto la fine del comunismo. Ne avevo letto un altro, "Ragazzi di zinco", altrettanto forte, che faceva capire la vita dei giovani arruolati nell'esercito durante la guerra Urss Afghanistan.
A volte la vita è più un romanzo di ogni altro romanzo. Vale anche per le esperienze di fede: raccoglierle vale più di 100 catechismi in quanto a farti capire cosa significa aver fede.

20 marzo 2016

asti god's talent

Ieri sono andato a vedere Asti God's Talent seconda edizione, sia perchè partecipava il coro giovani  di San Domenico Savio, messo su per l'occasione, sia perchè ci cantava pure mio nipote. Doppio interesse.
Una serata preparata a lungo e bene, con professionalità da parte soprattutto dei conduttori, che hanno fatto la loro parte senza strafare. Chissà quanti altri hanno dato una mano: non è semplice usare il teatro Alfieri con tutte le norme del caso.
Sette cori giovanili per i quali ci sarebbe da dire per pagine, perchè lasciavano trasparire il cuore della loro esperienza di comunità parrocchiale e anche spesso il vissuto di fede. Colpiva soprattutto la varietà di espressione: canti religiosi però interpretati con modalità diverse e con sensibilità diverse.
Niente male per fare da volano alla Gmg di Cracovia: l'inno finale ha strappato il pezzo.
In tutto questo una nota stonata: il talent. Non in quanto competizione, perchè quella ci sta e invoglia. Ma o è competizione vera con una giuria competente che giudichi il merito artistico (o forse anche altro, basta dichiarare le intenzioni). Oppure è un'espressione della varietà, al di là della resa artistica e allora niente competizione. Anche la presenza di calibri come Paolo Conte non hanno chiarito; bello l'averlo in sala anche come segno di apertura del mondo ecclesiale al mondo musicale. Ma che cosa ha votato: da critico musicale oppure da invitato ad un happening del  mondo giovanile ecclesiale?
Quando si imitano le forme prese dal mondo dello spettacolo ad un certo punto si arriva al bivio e si deve compiere una scelta: tenere tutto insieme ricorda l'espressione di una volta "alla viva il parroco".

14 marzo 2016

Scrittura e/o parola di Dio

Reduci da un pomeriggio a Torino a visitare la chiesa di S. Lorenzo con la guida del progetto "Pietre vive" dei Gesuiti e incontro con il biblista Germano Galvagno. Giovani contenti anche dell'incontro che ha chiarito la differenza tra scrittura e Parola di Dio. Scrittura: il libro, retaggio del passato. La Parola di Dio: una parola viva rivolta a me oggi. Così è molto più arricchente cercare la parola di Dio e non solo attraverso la Scrittura. Il problema è quando la trovi e ti spinge a fare qualcosa che non avevi pensato. In questi casi si è un po' sbalestrati: qualche dubbio per capire se è veramente parola di Dio o parola dell'io e poi però bisogna obbedire. In genere apre nuove strade, talmente nuove che hai le vertigini (ebbrezza della libertà). Però anche scomode: non reggi più le parole stracotte che fino a ieri avevi ascoltato e prese per buone...

10 marzo 2016

analfabetismo religioso

Poco per volta emerge quello che da tempo si dice e che le ricerche hanno provato a dimostrare: le nuove generazioni presentano un analfabetismo religioso sempre crescente. Una giovane famiglia non sapeva se aveva battezzato il figlio e confondeva con la benedizione. Altri intendono che il matrimonio solo civile possa essere un passo sufficiente per poter essere padrini e madrine, considerando il matrimonio religioso come una meta da raggiungere quando si avrà abbastanza denaro per farlo. Per non parlare degli strafalcioni che emergono sempre nei corsi in preparazione alla cresima degli adulti, quando crei un clima di confronto sereno.
Non è un male, anzi... Peggio era quando avevi a che fare con gente che pensava di sapere tutto e non credeva a cosa tu le dicevi (sono quelli della generazione che ha inventato lo strafalcione più grande "credenti non praticanti"...). Ora il terreno è vergine e si può riseminare. Basta solo che non cerchi di vendere dei falsi d'autore: contenuti della fede ai quali non credi neanche tu. Non ci riesci: su questo le nuove generazioni ti sgamano subito e fortunatamente te lo dicono, perché non hanno la sottile ipocrisia (o era cortesia di non dirti che cosa pensavano?) che contraddistingueva le generazioni passate.

05 marzo 2016

raccontare la fede

Sto scoprendo l'acqua calda. Chiedendo qua e là a persone varie di mettere per iscritto la loro testimonianza di fede a partire da vari percorsi (canto, volontariato, lavoro, famiglia, ecc.) stanno venendo fuori delle perle che la dicono lunga su quanto a volte cerchiamo nei posti sbagliati. Noi cerchiamo la fede a partire dalle grandi decisioni oppure da una frequenza quasi paranoica alle celebrazioni, alle riunioni. Addirittura chiamiamo gruppo sposi un gruppo di persone quasi credendo che la fede si provi nel numero di coppie coinvolte (e così "gruppo giovani" e "gruppo taldeitali"). Invece la fede è anche altrove anche se non "solo" altrove. Il lasciare che le persone raccontino se stesse non è psicologia e non è protagonismo: serve a capire come la fede fiorisca in mille modi e aiuta le persone a riflettere su cosa stanno facendo...
D'altronde ci sarà un motivo per cui i vangeli sono in forma di racconto e non di catechismo...

03 marzo 2016

il fascino del predicatore

Ieri sera in Cattedrale don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova ha ammaliato l'uditorio con una riflessione su "ammonire i peccatori". Contenuti decisamente profondi, che trasudavano l'esperienza personale con i carcerati e con gli abissi del male. Allo stesso tempo agganci biblici e patristici in grande libertà, il tutto in un genere letterario da moderno predicatore. Infine riferimenti locali di santi e avvenimenti di cronaca che denotavano anche una riflessione a partire dalla vita di chi ascoltava.
C'è poco da dire: qualche critico potrebbe far notare la teatralità, altri la non convenzionalità, altri la capacità di vendere il prodotto, altri il suo incarnare troppo precisamente il "prete alla papa Francesco". Eppure alla fine quel che resta è la voglia di far bene e di prendere sul serio il suo messaggio. Lo Spirito pare più forte dei limiti umani... Attenzione ai "preti alla papa Francesco", soprattutto ai "vescovi alla papa Francesco": ora il tentatore gioca precisamente su quel tavolo da gioco e l'attenzione agli ultimi diventa il dovere e la strada per farsi strada.

01 marzo 2016

ultimi scorci di benedizioni

Siamo quasi a Pasqua, all'avvio di un nuovo giro di benedizione delle famiglie e sono ancora agli ultimi "colpi" della benedizione del 2015. Un po' il blocco di novembre-dicembre, un po' la Pasqua anticipata hanno contribuito. Ma sempre è una avventura sempre nuova: incontri persone ammalate, persone che stanno invecchiando, persone che si sono appena trasferite, magari sposate da poco, persone che ti parlano del cane appena adottato oppure del lavoro che cercano da tempo. E poi la malattia che ha colpito una giovane e l'adorazione per papa Francesco, i commenti sulla parrocchia, sui vicini. Chi pensa che sia la benedizione anticipata della Pasqua prossima e chi sa tutto del giro che si sta facendo. Pochi non aprono, al massimo non sono a casa. In compenso puoi trovare l'ortodosso che accetta volentieri e il musulmano albanese che accetta perché tanto lui è musulmano d'obbligo e Dio è unico.
Con cosa si potrebbe sostituire la benedizione delle famiglie? Con niente: è unica.