31 ottobre 2017

prospettive di vita

Facendo un incontro per decidere insieme come sostenere la famiglia di nigeriani che è ospitata dalla parrocchia sono venuti fuori problemi diversi e anche intrecciati, in modo che sembra complicato affrontarli. In realtà tutto ha un'unica origine: che prospettive di vita ha questa famiglia? Visto che parte della sua esistenza è stata duramente provata: in che cosa può sperare? Come fa ad andare avanti senza certezze e in un mondo in cui fa fatica ad integrarsi?
Se io fossi nato altrove, magari in un altro periodo (in questi giorni leggevo dell'anniversario di Caporetto e dello sbandamento di tanti giovani soldati in quell'episodio), magari in un'altra famiglia cosa sarei diventato?
Veramente prima di dare qualunque giudizio sulla situazione dei migranti o dei profughi e dei poveri, bisogna prima ringraziare (non si sa bene chi o che cosa) della fortuna avuta...

"Perchè, Israele, perchè ti trovi in terra nemica e invecchi in terra straniera?" (Bar 3,10)

28 ottobre 2017

la paternità di un sacerdote

Questa mattina ho partecipato ai funerali di un sacerdote che per molti anni è stato in due comunità parrocchiali creando legami e esperienze indimenticabili, soprattutto con i ragazzi e i giovani. Naturalmente questo senso di comunità si percepiva nell'aria, ma già lo conoscevamo, dato che negli ultimi tempi eravamo chiamati a sostituirlo la domenica. La sensazione era come se fosse morto un patriarca oppure un personaggio clou della storia di quei paesi. Il segno che aveva lasciato era quello di un padre e mentre guardavo molta gente in lacrime (dai più piccoli ai più grandi) mi balenava in mente sia cosa significa "paternità" per un sacerdote, sia che questo genere di paternità non ha nulla da invidiare a quella biologica. Paradossale, ma pare che le dinamiche siano molto simili e che strade diverse (quella della famiglia materiale e quella della famiglia spirituale) non possono che arricchire tutti.

"mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno" (1 Cor 9,22)

25 ottobre 2017

dalle montagne alle colline

Insofferente verso la città mi sono lanciato come potevo nella natura. E non avendo il tempo di fare un giro in montagna, ho scelto le Langhe e mi sono catapultato a La Morra per il giro del barolo (ma ho solo visto i vitigni...). Caldo, ma bello. E soprattutto ho preso contatto con uno stile di vita che sembra lontano un miglio da quello cittadino. Apprezzato anche dai nordici, a giudicare dai nomi sui campanelli...

"Canterò per il mio diletto
il mio cantico d'amore per la sua vigna."
(Is 5,1)






24 ottobre 2017

protobullismo...

In questi due giorni ho assistito ad un dibattito sul gruppo whatsapp di ragazzi che seguo un dibattito sulla questione di andare a vedere il film It, vietato ai 14 anni. A parte la morale elastica che spinge un tredicenne a tentare lo stesso "visto che non controllano" o che comunque si può mentire (che è facilmente comprensibile e di cui non ci si scandalizza troppo). C'è stato però uno dei ragazzi che ha provato a dissuaderli e a fare controproposte, tipo quella di andare a vedere un altro film insieme. Si è ricevuto del "fifone" e poi sono intervenuto io per bloccare quello che poteva essere una mitragliata di similinsulti. Mi ha colpito perchè ho assistito a come può partire una situazione di bullismo. Non che questo sia bullismo, ma lo prepara. E penso che noi più grandi dobbiamo essere pronti a bloccare con forza ogni degenerazione. Magari non si conviceranno i "bulli", ma almeno si dissuadono i loro tirapiedi.

"Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." (Mt 5,37)

22 ottobre 2017

il futuro del lavoro

Jugaad Innovation
Due articoli molto interessanti su Vita e Pensiero (rivista dell'Università Cattolica) al n. 4 del 2017. In uno in occasione della Settimana Sociale dei Cattolici sul lavoro viene presentata un'ipotesi di trasformazione radicale: meno ore di lavoro per poter lavorare tutti con lo stesso stipendio (reso possibile dalle innovazioni tecnologiche, che fanno risparmiare sui costi di produzione) e per liberare le persone per i lavori di cura e di assistenza familiare, facendo risparmiare allo Stato costi pubblici. E questo si fonda sull'idea che lavoro e cura sono due dimensioni antropologiche fondamentali e se vengono a mancare danneggiano la visione di se stessi, mentre il Reddito di inclusione dà l'idea di essere di serie B (dunque non redditi, ma possibilità di lavorare).
L'altro parla della Jugaad Innovation. cioè della produzione di beni non ottimali ma più economici in situazione di crisi o di economie non sviluppate per riutilizzare tutti gli scarti e rispondere ai bisogni elementari. Per es. il frigorifero in terracotta che tiene il cibo per non più di cinque giorni dove la corrente elettrica non è assicurata. L'autore mette in evidenza che la generazione del dopoguerra ha educato i figli a non dover patire l'austerità e, dunque, al consumo e al conseguente spreco. Al contrario i figli di quella generazione sono più abituati alla frugalità (anche forzata) e al riciclo. Per loro sarà facile capire le novità della Jugaad Innovation.
E' proprio vero. Se si resta con schemi mentali rigidi il cambiamento di situazione manda in tilt. Se ci si abitua alla creatività e al cambiamento invece le soluzioni sono possibili e anche innovative.

"L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? " (Lc 16,3)

21 ottobre 2017

funerali

Questa mattina avendo celebrato due funerali uno dopo l'altro mi è balzata in evidenza la differenza. Uno un po' freddino, con la gente che non partecipava molto e con la famiglia un po' ammutolita. L'altro in una atmosfera calorosa, partecipato e a tratti pure toccante. La celebrazione delle esequie è un polso della vita di una persona e del suo rapporto con la fede e con la chiesa. Piacerebbe avere sempre situazioni come la seconda, ma la sfida è proprio di sciogliere il freddo della prima. Non conosco altre strade che il rapporto personale e l'amicizia, dunque una celebrazione che non punti a far vedere quanto sei ormai lontano da certe celebrazioni, bensì a fartene sentire la nostalgia.

"La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali" (Col 3,16)

20 ottobre 2017

burn out

Era l'espressione usata per gli educatori per dire che sei cotto... Nei prossimi due giorni oltre all'ordinario (oratorio, gruppo con quelli di terza media, cinque messe tra sabato e domenica) c'era già lo straordinario: diretta su Radio Maria domani alle 7,30, una messa a sorpresa ad personam sabato pomeriggio nella parrocchia in cui stiamo sostituendo il sacerdote ammalato; sempre nella stessa parrocchia incontro con la catechista per la preparazione dei ragazzi alla cresima e oltre la riunione con i ragazzi anche la pizza insieme e un consiglio pastorale allargato domenica pomeriggio. Ora è giunto pure il superstraordinario: due funerali domani mattina, due rosari domenica sera per due funerali il lunedì. Inoltre la richiesta di andare a benedire la salma di uno dei due di lunedì.
C'è qualcosa che non funziona? In questi momenti è chiaro che se sei già stanco, esplodi, ma che se riesci a stare fondato sulla tua missione, non puoi che compiacerti di essere così "di servizio". Una cosa è chiara: se non ci fosse il celibato sacerdotale, il divorzio sarebbe una minaccia costante...

"Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare" (Mc 6,31)

19 ottobre 2017

poveri bimbi

In questi giorni in cui nella visita alle famiglie sto passando per una zona decisamente popolare scopro che in ambienti poveri c'è molta promiscuità... Figli di genitori separati due o tre volte, in genere accollati alla madre, mentre un padre ha avuto figli da altre due... Diventa perfino complicato tenere a mente, senza uno schema preciso. L'impressione è di essere vicino all'animalità. Quantomeno hai idea che senza una certa etica, realmente esce l'animale che c'è in ognuno e che c'è uno stretto collegamento tra umanità e morale. E comunque se ci si mette nei panni di uno di questi bimbi è un bel casino per loro.
Per contro sono stato questa mattina al funerale del padre di un mio amico la cui sorella era rimasta improvvisamente vedova con quattro figli. Devo dire che sono stato ammirato da quella famiglia (come anche dalla famiglia del mio amico, che conoscevo più direttamente) e ho pensato che sarebbe meglio non denigrare così tanto l'apporto che il cristianesimo ha portato alla società in termini di cura della famiglia. Forse esagero (ma non troppo) nel pensare che in questo siamo stati "civilizzati" dal Signore, che però non può far nulla contro la tendenza a lasciarsi andare nell'imbarbarimento.

"Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo»." (Mt 2,13)

17 ottobre 2017

quanto vale la vita di una giornalista

Devo dire che sono rimasto molto colpito dall'omicidio di Daphne Galizia, la giornalista e blogger maltese che non ha esitato a continuare a svelare episodi corruzione, pur se minacciata a morte. E siamo a Malta, non in qualche oscuro regime orientale... Sono rimasto colpito perchè ormai l'immagine del giornalista è svilito nell'immaginario comune e la libertà di stampa è sempre più considerato un problema che una conquista. E' vero che molti giornalisti se la sono tirati addosso questa situazione a causa della loro mancanza di professionalità. Ma nessuno si sognerebbe di pensare che dato che qualche medico è corrotto allora meglio non ci siano medici. Invece mi sa che per il giornalista è così.
Poi episodi come quello di Daphne Galizia fa intravedere che è interesse di qualche potente e corrotto che non ci siano giornalisti seri e coraggiosi. E allora concludo: meno male per i potenti e corrotti che ci sia gente che spara a zero contro i giornalisti...

"Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta" (Sap 2,17)

15 ottobre 2017

dramma immigrati

Un po' di giorni di delirio e riprendo solo ora a registrare qualcosa successo. L'altra sera a Torino alla riunione per preparare un campo scout uno della Valsusa ha raccontato un fatto che l'ha un po' sconvolto. Mentre con amici saliva al monte Thabor in Valstretta ha incontrato due ragazzi ventenni che cercavano di passare in Francia attraverso sentieri di montagna anche innevati. Peccato che erano vestiti con un semplice kway e uno dei due stava seriamente male perchè continuava a vomitare. Naturalmente non volevano essere portati al pronto soccorso perchè sarebbero stati riportati a Treviso, da dove erano fuggiti per raggiungere parenti a... Parigi.
Nello stesso tempo i soccorritori sapevano che se li avessero aiutati avrebbero potuto incorrere nel reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non dirò com'è andata a finire. Dirò solo che mi sa che siamo finiti in un vicolo cieco dove chiunque ha ragione e chiunque ha torto, chiunque è responsabile di queste situazioni e chiunque non ne può niente.

"Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?»" (Gn 4,9)

10 ottobre 2017

vincere la rabbia

In questi giorni sto recuperando la lettura di arretrati che nei giorni scorsi si sono accumulati a causa della disorganizzazione. Sul domenicale del Sole 24 ore di domenica 24 settembre c'era in prima pagina uno stralcio di un libro di Martha Nussbaum su Nelson Mandela e la sua strategia per vincere la naturale rabbia che aveva di temperamento e anche in seguito alle umiliazioni dell'apartheid. C'era il racconto del vento e del sole che si sfidano per obbligare una persona a disfarsi della coperta che teneva sempre stretta. Il vento con tutte le sue forze cerca di levargliela ma ottiene l'effetto opposto: la persona se la stringe ancora più addosso. Il sole invece comincia a brillare e a scaldare finchè la persona si libera della coperta: non serve più. Così la rabbia (la nostra e soprattutto quella degli altri) viene debellata quando "non serve più" e si vince con la nonviolenza e con l'amore.
Un insegnamento sempre attuale.

"Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici." (Sir 6,4)

08 ottobre 2017

la generosità non si è persa

Per la prima volta la Coop ha deciso di fare la raccolta alimentare per il magazzino solidale della parrocchia e ieri è arrivata una marea di generi alimentari e non, che riforniranno il magazzino per un po'. Dietro la disponibilità che la Coop ha dimostrato ci sta la generosità di tanta gente che non sempre ha così tante possibilità finanziarie. Ma a forza di gocce, alla fine c'è stata la marea. E non si può che essere contenti e fiduciosi nel fatto che non tutto degenera in razzismo, egoismo e materialismo. Il tessuto sociale tiene, nonostante sbagli politici madornali. E dietro il tessuto sociale c'è il tessuto spirituale che va continuamente ritessuto, perchè una smagliatura non diventi un buco e un buco non diventi uno strappo...

"Tutti da te aspettano 
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. 
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, 
tu apri la mano, si saziano di beni" (Sl 104,27-28)

07 ottobre 2017

paesi e città

Ieri sera ho concluso una serie di incontri con il vescovo e gli amministratori e forze sociali delle varie zone della diocesi. Ho avuto modo di tastare il polso di quasi tutta la diocesi, tranne che quello della città. Venendo da un paese ho sempre capito che c'è un problema di rapporto tra paesi e città: quelli della città saprebbero tutto e avrebbero ritmi e stili di vita diversi da quelli dei paesi. Avrebbero molte più opportunità, seppur anche molto più caos. Dopo 16 anni di intensa vita cittadina anche a me viene spontaneo "spiegare" le cose a quelli dei paesi.
In verità ieri sera ho potuto sentire la passione civile di quelli dei paesi, che non è da meno di quella della città. Ho sentito un vicesindaco giovane descrivere in parole semplici ma efficaci i problemi dei giovani e dell'integrazione nel tessuto del paese di gente di fuori. Ho ammirato il suo piglio nel prendere il telefono e telefonare ad uno ad uno i bambini e le famiglie per coinvolgerli. Un piglio che in città non ci sogniamo neanche di avere perchè non sarebbe possibile, salvo poi magari neanche ingegnarsi per trovare una alternativa.
Insomma: per educarsi alla passione civile bisogna frequentare i paesi, per specializzarsi bisogna poi frequentare la città. Forse vale anche per le parrocchie...

"Allora si dissero l'un l'altro: «Facciamo risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il nostro popolo e per i nostri luoghi santi»." (1 Mc 3,43)

06 ottobre 2017

partenza

Ieri sera è stata davvero speciale. Mi trovavo su una spiaggetta di Arenzano a celebrare messa con una canoa rovesciata come altare e la luce delle torce. Davanti a me una trentina di giovani scout di Arenzano mentre uno di loro "prendeva la partenza", cioè dichiarava concluso il cammino scout, facendo proprie le scelte di servizio, politica e di fede che lo scoutismo comporta. Lui aveva partecipato ad un campo di orientamento a gennaio scorso in Valsusa che lo aveva cambiato molto (anche a detta dei suoi amici e responsabili ieri sera) e per questo aveva chiamato me per celebrare la messa della partenza. Poi normalmente al termine di tutto uno prende lo zaino e parte a piedi lasciando gli altri: lui è partito in canoa nel mare scuro. La suggestione era veramente alta e la sacralità del momento si palpava.
Non sono solo gli scout a partire: tutti siamo chiamati continuamente a partire per nuovi lidi, portando qualcosa che ci ha impreziositi e ci ha fatti arrivare fino ad un certo punto, chiedendo poi di spiccare il salto.
Anch'io farò una "partenza": avendo perso il cellulare proprio ieri sera, se non lo ritrovo sulla macchina di coloro che mi hanno accompagnato, non lo ricomprerò proprio più. Essendo il quarto che perdo, mi sembra un segno molto evidente del possibile divorzio. Beh una partenza un po' sui generis... però si lascia un intero mondo...

"Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi" (Lc 10,1)

03 ottobre 2017

padri...

La morte del padre del mio collega e la condizione di assenza mentale di mio padre mi fanno pensare su quanto siamo legati a coloro che ci hanno generati. Anche se sei già grande e autonomo, ti sembra che crolli uno dei pilastri portanti del tuo edificio. Anche se il rapporto poteva non essere dei migliori, alla fine la sensazione è che ora devi rimboccarti di più le maniche. Forse è per questo che c'è un comandamento specifico sui genitori che chiede non di rispettarli ma di più: di rendere loro onore (tra le righe: qualunque cosa capiti loro). E la posizione di quel quarto comandamento è speciale: fa da cerniera ai primi tre comandamenti che riguardano il rapporto con Dio e gli ultimi sei che riguardano il rapporto con gli altri. Come dire: i genitori non sono "altri" qualunque e ti rapportano a Dio non tanto per come siano capaci di fare i genitori, ma per il fatto stesso di averti generato.

"Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.Anche se perdesse il senno, compatisciloe non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,ti sarà computata a sconto dei peccati." (Sir 3,12-14)