23 dicembre 2018

la famiglia si riduce...

Ieri sono stato al funerale di uno zio, deceduto abbastanza improvvisamente e mi sono reso conto che di 8 fratelli e sorelle di mia madre ne erano rimasti vivi la metà: 3 donne e un uomo (a proposito della sopravvivenza delle donne... i 4 defunti erano tutti maschi....). Mi sono anche reso conto che quando quella generazione se ne va si sfaldano i legami tra cugini. Ecco come una famiglia si perde, anche se di per sé i rapporti sono ottimi con tutti. Le storie si dividono, la società frammenta i legami e se non si investe sopra si perde un tesoro. Per quello ho fatto la proposta di incontrarci una volta all'anno per una messa per i defunti della famiglia e un pranzo insieme. E conto di starci dietro: basta probabilmente un appuntamento fisso all'anno per rendere tutto diverso e per tenere stretti i legami. Sarà il mio impegno per l'anno nuovo...

"Quando i vostri figli vi chiederanno: «Che significato ha per voi questo rito?», voi direte loro: «È il sacrificio della Pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case»" (Es 12,26-27)

non perdere i legami

22 dicembre 2018

celle-bricdelleforche-albisola

Ancora una puntata a camminare come "preparazione atletica" al campo scout di fine dicembre. Ma anche per prepararsi al Natale facendo i conti con se stessi. Giro più lungo del previsto che parte da Celle Ligure, sale al Bric delle Forche, dove ero già stato la settimana scorsa ma partendo da Varazze, e ridiscendendo ad Albisola dove arrivo che è quasi buio... Prendo al volo il treno. Giornata molto migliore della settimana scorsa e il piacere di percorrere un sentiero dedicato a Piergiorgio Frassati che mi fa venire in mente di fondare una sezione di Giovane Montagna ad Asti per organizzare con i giovani passeggiate, salite, pellegrinaggi a piedi all'insegna della fede e non solo dello sport.

"Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse." (Is 9,1)

Il sentiero Frassati

Nel bosco

Vista dal Bric delle Forche

Discesa su Albisola

18 dicembre 2018

corridoi umanitari

Ieri sera ho partecipato ad un interessante incontro sui corridoi umanitari, al quale hanno parlato alcuni esponenti di Caritas Italiana. Ho avuto modo così di farmi colpire dalle immagini dei campi profughi in Etiopia e di convincermi ancora una volta che l'omelia di Natale non può non tener conto di queste cose, visto che Gesù appena nato è stato profugo politico in Egitto. Certo che le cose non sono così semplici da poter dare ragione a una qualunque delle parti politiche in causa rispetto ai provvedimenti da prendere in materia. Ma una cosa è certa: l'unica cosa che non si può fare è fare finta di niente magari facendo le cose facili, del tipo "basterebbe solo che..."

"Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo»." (Mt 2,13)

17 dicembre 2018

E per Natale non si fa niente?

Ansia da prestazione. E' quella che precede il giorno di Natale, dopodichè ci sono i giorni della depressione post partum in cui tutto tace. Ma prima...
- ci sono le recite delle scuole da preparare
- ci sono i regali da comprare
- ci sono gli incontri di preghiera in preparazione del Natale da organizzare
- ci sono i biglietti di auguri da scrivere
- bisogna ingegnarsi per non fare sempre le stesse cose
- ci sono i concerti che tutti i cori organizzano
- .......

Insomma, ansia da prestazione. E ultimamente circola uno scritto che fotografa bene tutto questo, anche se io mai lo pubblicherei fuori dalla chiesa perchè trasuda risentimento e giudizio aspro, quando invece al massimo bisognerebbe prendere in giro e ironizzare su questa "preparazione del Natale". Lo scritto dice... anzi no, non lo pubblico neanche qui...

"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. " (Mt 7,21)

16 dicembre 2018

madri

Ieri sera ho assistito a Madri un testo di lettura teatrale che mette a confronto Maria con la madre di un ragazzo profugo morto in mare. Un testo molto toccante e di grande attualità, profondo sia come riferimento biblico sia come riflessione sulla situazione delle migrazioni. Come al solito il linguaggio artistico, sia esso teatro, cinema (ricordo Fuocoammare), arte figurativa o musica è decisamente più profondo di quello dell'analisi sociale o del giornalismo. Soprattutto resta nella storia, a testimonianza di un'epoca, la nostra, in cui bisogna prendere posizione. Fra un secolo non si ricorderà più chi ha governato l'Italia ma si ricorderà come l'Italia avrà agito a fronte delle migrazioni di massa che sono il segno dei tempi di oggi.

"«Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?»" (Mt 25,44)

15 dicembre 2018

vento freddo e liberatore

Due giorni senza Internet e ora si recuperano le puntate precedenti... Intanto giovedì ho ripreso a camminare e mi sono beccato un po' di ore di vento freddo della Liguria andando da Varazze al Bric della Forca con ridiscesa a Celle Ligure. Cinque ore di buon cammino che ritemprano corpo e spirito e ti fanno capire che un po' di regime spartano giova alla testa, al corpo, ma anche al cuore. Naturalmente non c'era un'anima in giro (neanche un corpo...), il tempo non era neanche un granchè anche se nel pomeriggio c'è stato il miracolo di un po' di sole. E' un po' come essersi ritrovati, uscendo fuori dal meccanismo della quotidianità e delle comodità.

"Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena." (Mt 6,34)
Santuario di Santa Croce

Il porticciolo di Varazze

Il gabbiano Jonathan Linvingston

12 dicembre 2018

San Paolo

Ieri sera all'incontro biblico su 2 Cor 6-7 si faceva un po' difficoltà a star dietro a tutte le espressioni di s. Paolo e a ricostruire la sua vicenda. Certo, si diceva, non era una personalità facile, sia come persona che come scritti. E già questo lo si diceva nella seconda lettera di Pietro, perciò già ai tempi... Questa mattina poi trovo su "Vita e Pensiero" 5/2018 un intero articolo di Carlo Scilironi sui filosofi contemporanei di varia estrazione che si richiamano a s. Paolo: Badiou, Cacciari, Agamben. A leggere le loro riflessioni ci capivo ancora di meno... Chissà che s. Paolo avevano in mente. Alla fine mi sono detto: se leggi s. Paolo con uno sguardo di fede non sempre capisci ma se leggi s. Paolo senza uno sguardo di fede è ancora più oscuro!

"La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina" (2Pt 3,15-16)

11 dicembre 2018

linguaggio decostruttivo (?)

Jacques Derrida
Ieri ho partecipato alla presentazione del 27° rapporto sulle migrazioni a cura di Migrantes e Caritas Italiana, tutto centrato sull'analisi del linguaggio che viene usato per parlare di questo fenomeno. Avevo intuito che c'è più una emergenza culturale che una emergenza sociale perchè il clima nei confronti dei migranti stranieri è decisamente cambiato. Eppure ci sono molte storture: se il migrante è bianco non fa impressione, se è nero sì; se il migrante è laureato e ricco no, se è povero sì, ecc. ecc. Il filosofo Jacques Derrida usava dire che in certe situazioni non occorre costruire, ma distruggere, o meglio "decostruire" e che l'uso del linguaggio è una delle forme più potenti. Qualche esempio che mi veniva in mente. Si dice che non va bene che in caso di reati si specifichi la nazionalità del colpevole, quasi facendo un collegamento tra migrazione e criminalità. Colpa dei giornalisti. E chi l'ha detto? Semmai bisognerebbe una volta o l'altra trovare un titolo tipo "Italiano aggredisce anziana signora". Decostruire con il linguaggio...
Oppure ci si lamenta perchè tutta l'attenzione è centrata sui flussi migratori attraverso i barconi quando il grosso avviene in altri modi. E si dice: colpa dei giornalisti. E chi l'ha detto? Semmai bisognerebbe trovare una foto di tutti i calciatori comprati da squadre italiane per dire che anche quello è un flusso migratorio. E così via. Alla paura non si risponde dicendo che non bisogna averne e che la colpa è di qualcuno: si risponde sgretolandola.

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada" (Mt 10,34): anche Gesù ha usato un linguaggio decostruttivo...

09 dicembre 2018

Come uscire fuori dal razzismo

Questa mattina a messa ho avuto un chiaro segno di come affrontare la questione del dilagante razzismo e paura degli stranieri. Dopo la comunione si usa da noi fare la benedizione dei piccoli, che vengono accompagnati dai genitori a ricevere in fronte il segno della croce. Osservando da esterno (era l'altro sacerdote che celebrava) o potuto notare che vi erano molti bimbi stranieri, a volte accompagnati da genitori misti. La gente guardava ammirata e compiaciuta. Un segno potente senza parole: il Signore custodisce tutti e bianchi o neri siamo tutti uguali.
Probabilmente più che abbaiare contro i razzisti o fare cortei di protesta non sia sa contro chi, vale la pena pensare a gesti simbolici nella vita ordinaria in cui si trasmette che ormai, piaccia o non piaccia, siamo in una società multietnica e chi spera diverso dovrà ... emigrare...

"perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" (Mt 5,45): a maggior ragione su bianchi e neri...

05 dicembre 2018

Gesù parla diretto attraverso i giovani

Ieri sera c'è stato un bellissimo incontro-testimonianza tra un giovane della parrocchia e altri 5 con i quali ci incontriamo regolarmente per parlare di questioni di fede. Chi ha portato la testimonianza della propria "ricerca di Dio" è stato tartassato di domande e a tratti anche "maltrattato", perchè altri volevano sapere come lui l
eggeva i segni della presenza del Signore e come faceva ad esserne così sicuro. Tutte cose che implicano la fede e che non hanno dimostrazioni o prove. Però alla fine tutti lo hanno ringraziato e mi sono reso conto che le modalità di approccio tra giovani sono molto dirette, poco "ortodosse" ma comunque sostanziose. Si può parlare di questi argomenti in modo sanguigno, senza espressioni troppo filosofiche o rispetto eccessivo. Il Signore, evidentemente si comunica in modi diversi a seconda delle persone... Da tener presente nella pastorale dei giovani: meglio un sano litigio ad insulti che un colloquio corretto nelle forme ma vuoto.

"Ascoltate queste parole,
o vacche di Basàn,
che siete sul monte di Samaria,
che opprimete i deboli, schiacciate i poveri
e dite ai vostri mariti: Porta qua, beviamo!" (Am 4,1)

04 dicembre 2018

in subbuglio per il decreto sicurezza

Ieri nel gruppo whatsapp del clero diocesano qualcuno, riportando un articolo di Avvenire sull'estromissione degli stranieri con diritto di asilo dagli Sprarr in Sicilia a seguito del decreto sicurezza ha invocato un intervento più diretto ed esplicito della Chiesa e dei sacerdoti. Sacrosanto: ne vedremo delle belle prossimamente. Ma non bisogna dimenticare che alcune responsabilità ce l'hanno coloro che negli ultimi anni hanno aperto ad una accoglienza indiscriminata, senza preoccuparsi del fatto che i tempi di risposta alla richiesta di asilo politico si sarebbero prolungati all'infinito, del fatto che avere centinaia di persone in attesa sarebbe stato una bomba ad orologeria anche per l'esasperazione degli italiani e del fatto che si sarebbe moltiplicato il mercato di cooperative che lucrano sull'accoglienza.
Pertanto la linea sottile entro cui intervenire come Chiesa passa tra il dovere morale dell'accoglienza e il far proprio il senso di incertezza della gente: se manca il primo tradiamo il Vangelo, se manca il secondo lo tradiamo lo stesso da un'altra parte.

 "E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14)

02 dicembre 2018

oratorio misto

Anche ieri in oratorio c'era gente marocchina, italiana, rumena, albanese, africana. Quasi tutti nati in Italia, ma di seconda generazione. Abbiamo anche fatto qualche domanda ai marocchini per scrivere un pezzo da pubblicare sul giornalino di Natale: sono ben contenti (e anche le loro famiglie) di frequentare l'oratorio e sanno che non sono obbligati a prendere parte alla preghiera. Ma intanto possono imparare un canto sul Natale e possono respirare uno stile di vita e dei valori, che non sono sempre quelli dell'Islam.
Fortunatamente l'ordinario della vita è fatto di collaborazione e di scambio, mentre ai media, alla gente un po' grossolana e a chi ha interesse di fomentare l'odio restano le situazioni di delinquenza straniera (che pure ci sono) e di diffidenze reciproche. Basta capire da che parte stare.

"Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro»." (Lc 4,26-27)

01 dicembre 2018

appesi ad un filo

Un episodio ieri mi ha fatto parecchio riflettere. Dopo un pieno di benzina mista a schifezze si è impallata la macchina, ho dovuto chiamare il carro attrezzi e in un attimo si è aperta una voragine di spesa tra il trasporto, il cambio della pompa della benzina, la pulizia di tutto il serbatorio, la sostituzione degli iniettori e la benzina per tornare a casa. Quasi un mese di stipendio andato in meno di tre ore. Per un verso mi sono rincuorato della dedizione delle persone che nonostante l'ora tarda (solo verso le 20 sono riuscito a tornare a casa) hanno fatto tutto quello che potevano. Per altro ho sperimentato nel piccolo quando il tran tran quotidiano si blocca e assume i tratti di un incubo, tipo Dylan Dog.
Ci ho pensato perchè la sera stessa dovevo andare a bere con un giovane che aveva perso la moglie e con il quale avevamo deciso di rivederci. Serata bellissima, anche con suo cognato e un altro amico, finita tardissimo, ma che ha ripagato in pieno il casino di prima. Effettivamente il perdere una persona cara improvvisamente è uno degli incubi peggiori. Mi sono chiesto: se basta un incidente da poco a scombussolarmi, cosa succederebbe se perdessi veramente qualcosa o qualcuno di importante?

"Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo»." (Lc 21,36)