scrivere di spiritualità
Ho completato la lettura degli arretrati di "Vita e pensiero", la rivista dell'Università Cattolica di Milano e come al solito sono rimasto colpito dalla riflessione di Massimo Gramellini che sul numero 2 del 2013 è comparso come "Intruso". Il titolo è "Il cuore deve farsi strada fra la pancia e la testa". La sua teoria è che mentre gli intellettuali di oggi sono tutta testa e i giornalisti tendono ad essere tutta pancia (emozioni forti e passeggere), il campo del "cuore" è lasciato del tutto scoperto. Ecco le sue parole: "Quello della spiritualità è un argomento che interessa tantissimo i lettori, pochissimo gli intellettuali i quali mettono davanti a tutto la testa. Il cervello è potente, ma da solo è sterile. Ci vuole il cuore, che, però, non coincide con la pancia (...) la pancia è fatta da budelle, emozioni, linguaggio da venditori di bolle di sapone. La pancia produce emozioni , ma le emozioni sono violente, brevi e superficiali: evaporano in fretta (a differenza dei sentimenti che agiscono con lentezza ma in profondità). La testa è invece il regno del pensiero, del procedimento causa-effetto, che purtroppo spiega poco. La scienza può spiegare solo il 5% dei fenomeni della nostra vita (...) ma tutto il resto? Il 95% della realtà che noi non vediamo? Come facciamo a raccontarlo? Quello è il cuore, la spiritualità, quel muscoletto interiore che ti fa sentire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Solo che non lo ascoltiamo mai. Lo riempiamo di ragionamenti. Il mondo intorno a noi parla solo di budella e di testa. Intellettuali solo testa, venditori solo budella (...) Gli intellettuali dovrebbero riflettere sul fatto che da più di cinquant'anni non riescono più a condizionare ciò che accade nel mondo, proprio perché sono sterili, perché non dicono nulla che tocchi la vita dell'essere umano normale. La spiritualità è il nuovo campo, è ciò che oggi uno scrittore dovrebbe raccontare"
Citazione lunga, ma ... d'obbligo, anche per cominiciare il nuovo anno...