27 ottobre 2020

Continuare la benedizione delle famiglie?

 Già, mi sono posto il problema dopo l'ultimo decreto. Avevo deciso di sospendere e poi ho cambiato idea.  Ho solo modificato i cartelli che si mettono il giorno prima, precisando che la benedizione era anche possibile all'esterno o sulla soglia di casa senza entrarvi. Da oggi vedremo come va. Perchè continuare?

1. Perchè sto scoprendo che la gente ha bisogno di parlare.

2. Perchè sto scoprendo che alcuni, specie più anziani, hanno bisogno di chiedere pareri per orientarsi e il ruolo del sacerdote diventa anche sociale.

3. Perchè sto scoprendo che se si porta avanti qualcosa della normalità di prima, pur nella sicurezza, questo dà forza.

4. Perchè la benedizione è una parola di speranza.

E sempre più mi convinco che dietro certe prudenze e certe interpretazione restrittive delle norme si nasconde qualcosa che non mi piace: nella migliore delle ipotesi paure (giustificate), altrimenti una scarsa fede. Ciascuno di noi deve trovare il modo di discernere il doveroso rispetto delle norme e la doverosa prudenza dal disfattismo.

"Anche i giovani faticano e si stancano,
gli adulti inciampano e cadono;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi." (Is 40,30-31)


Ehh benedetto Isaia... profeta dei nostri tempi...

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26 ottobre 2020

Una parola ai giovani

 In questo periodo, essendo indietro di qualche puntata, non sto leggendo la nuova enciclica del Papa, ma la vecchia esortazione apostolica che ha concluso il sinodo sui giovani "Christus vivit". Una esortazione con un linguaggio veramente incoraggiante per i giovani, così come dovrebbe essere il linguaggio della chiesa verso di loro. Infatti con i giovani spesso non è questione di cosa si dice ma di come lo si dice e soprattutto di come poi lo si testimonia.

Al n. 108 c'è un bellissimo sonetto di un poeta a me sconosciuto Francisco Luis Bernardez, intitolato "Soneto", che mi va di riportare qui perchè si commenta da solo. Anche in questo momento storico:

«Se per recuperare ciò che ho recuperato
ho dovuto perdere prima ciò che ho perso,
se per ottenere ciò che ho ottenuto
ho dovuto sopportare ciò che ho sopportato,

se per essere adesso innamorato
ho dovuto essere ferito,
ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto,
ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto.

Perché dopotutto ho constatato
che non si gode bene del goduto
se non dopo averlo patito.

Perché dopotutto ho capito
che ciò che l’albero ha di fiorito
vive di ciò che ha di sotterrato
».

Francisco Luis Bernardez


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25 ottobre 2020

L'impero colpisce ancora

E' il titolo della seconda puntata della seconda serie (prima però in ordine di tempo di uscita) di Guerre Stellari. L'impero è qualcosa che sembra onnipotente e che dà grandi sferzate ma c'è anche la resistenza, piccola ma tenace. E poi ci sono coloro che si sottomettono all'impero e ne accettano la logica. L'impero è qualcosa di cattivo, di colonialista, di imperialista, bella immagine dei tanti imperi che si sono succeduti nella storia, non ultimo quello economico di certa finanza. Il virus è il nuovo grande impero, questa volta molto piccolo. La resistenza però è a due livelli, uno più evidente e l'altro più nascosto. A seconda di che cosa combattono. 
Il primo livello combatte il virus e i suoi effetti sui malati. E' fatto di coloro che agli occhi di tutti spendono energie, tempo e salute propria pur di curare le persone malate e per far di tutto per fermare il dilagare del virus. Ma anche infondono coraggio e tenacia alle persone malate. 
Il secondo livello combatte la paura che il virus determina e il senso di rassegnazione che rischia di dilagarare. E' fatto di tutte quelle persone che cercano di tenere in vita le attività sociali pur nel rispetto delle norme, cercando ogni piega che le norme offrono per non chiudere tutto: da coloro che lottano per non chiudere le scuole, a coloro che fanno di tutto per portare avanti una attività economica e lavorativa, a chi fa nonostante tutto l'oratorio anche solo con cinque ragazzi a coloro che si ingegnano in altro modo. Perchè la grande rassegnazione si traveste spesso di prudenza e la scopri quando si agisce prima delle norme. Si sospendono iniziative, si chiudono cose perchè tanto finirà così. Tanto l'impero è più forte, tanto la resistenza è inutile.

"La voce di Mattatia tuonò nella città: «Chiunque ha zelo per la legge e vuole difendere l’alleanza mi segua!». Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto possedevano." 
(1Mc 2,27-28)

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22 ottobre 2020

Ma la gente resiste

 Mentre continuo il mio giro di benedizioni delle famiglie mi stupisco che pochissimi (per ora tre ufficialmente da inizio settembre) sono coloro che in belle maniere mi hanno fatto capire che non si fidavano a farmi entrare e uno di loro mi ha pure lasciato un'offerta. Parlando in giro ovviamente emerge un po' la paura e il timore, ma l'impressione è che la gente sia più resistente di quel che sembra e che non sia così dominata dal panico, come ce la raffiguriamo. Sui social forse esce qualcosa di diverso, ma è un motivo in più per ritenere che i social non fotografano la realtà ma ne mostrano alcuni aspetti, quelli più istintivi e meno razionali. La gente è più razionale di quel che sembra.

"Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza" (2Tm 1,7)




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20 ottobre 2020

arte e natura

 Ultimo giro sulle Alpi prima della pausa invernale... Andiamo ad Elva, in val Maira, ma il giro ha più di contorno che altro: ci sono stupende chiesette, tra cui la parrocchiale è tutta affrescata (la "cappella Sistina" della Alpi). Così dedichiamo un po' di tempo anche a questo e non solo a camminare. Il connubio arte e natura è splendido, anche se sono posti da lupi: nonostante questo il turismo è sviluppato e molte baite ristrutturate. Da ritornare, con più calma per il giro delle 28 frazioni che dura otto ore.

" Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Gn 2,15)


Santa Maria Assunta

Veduta verso giù (bella didascalia..)

San Pietro


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19 ottobre 2020

giornali e scuole: non sempre d'accordo

 Abbiamo avuto nei giorni scorsi le rimostranze di un dirigente scolastico di una scuola superiore di Asti che si è lamentato del titolo  e dell'articolo scritto sul nostro giornale, circa la decisione di chiedere ai ragazzi che praticavano uno sport di restare a casa da scuola e partecipare a distanza oppure tenere sempre la mascherina senza mai toglierla. Quando ho ricevuto la mail subito ho pensato che avessimo esagerato. Dopo essermi confrontato con l'autore e il redattore e aver letto bene il pezzo ho capito che avevamo ragione ed ho risposto al dirigente (a tutt'ora attendo la sua controrisposta). Troppo zelo e situazione di discriminazione: ad oggi comunque la questione è superata dato che il governo ha sospeso lo sport amatoriale di contatto. Ieri sera ho avuto la controprova della correttezza della nostra posizione: mio nipote frequenta quella scuola e mia sorella e mio cognato mi hanno parlato delle forti perplessità suscitate tra molti genitori non solo per il merito della questione ma anche per la modalità (un invito pressante ma senza interventi decisivi, così la responsabilità è lasciata totalmente ai poveri genitori...). E' chiaro che si naviga a vista e nessuno ha la verità in tasca ma è anche chiaro che accusare un giornale di sollevare una questione solo per vendere più copie è come accusare un poliziotto di voler mettersi in mostra quando tira fuori qualcosa di poco noto per indagarci su.

Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta." (2Tm 2,14)



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18 ottobre 2020

il nuovo annuncio del Vangelo

 Venerdì sera al consiglio pastorale diocesano il teologo torinese Roberto Repole ha parlato del nuovo modo di concepire l'annuncio e la missione: come un dono. Come qualcosa di assolutamente gratuito, che non chiede prezzi neanche morali. Bella riflessione che avevo già fatto perchè entrambi abbiamo letto le stesse fonti filosofiche, dato che facevamo insieme aggiornamento a Torino con altri docenti. Ma ieri ne ho avuto la riprova con gli adulti che oggi hanno ricevuto la cresima. Non ho voluto spingerli alla confessione, pur avendo messo loro di fronte la questione e aver spiegato in dettaglio cosa significa confessarsi. Uno di loro è venuto ieri mattina e la confessione è durata un'ora. Un'ora di confessione mista alla riconsiderazione della fede: non una conversione alla s. Paolo, ma comunque una una nuova direzione di marcia che lui ha preso.
Basta così. Basta il suo gesto per giustificare la fatica di dieci incontri serali con persone mosse da motivazioni diverse. Basta quella confessione assolutamente gratuita per capire il tesoro prezioso che la fede è per tutti e non solo per chi crede...

"e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo»." (Gv 4,42)

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17 ottobre 2020

Essere del popolo

 Ieri ho ricevuto un'osservazione da uno che conosco e che è passato in chiesa e col quale abbiamo fatto due parole. Mi ha detto che io sono uno del popolo. Non ho mai ricevuto un'osservazione che mi abbia fatto più piacere e sta cosa si è ficcata in testa e me la sono portata dentro tutto il giorno. Al pomeriggio a Torino mentre andavo verso la stazione attraverso p.za Castello e v. Lagrange affollate di gente era come se mi sentissi parte di questo popolo oggi mascherato ma pur sempre vivo.

Ho pensato soprattutto il perchè questa osservazione mi ha colpito così tanto. Neanche sentirsi dire che uno è umano, che uno è intelligente, che uno è mezzo matto, che uno è originale mi ha fatto tanto piacere: essere del popolo significa sapere che si è parte di una collettività non indefinita come il genere umano ma definita come il popolo (contrapposto alle autorità). Allora sì: un prete del popolo non è una autorità. Non ha delle debolezze di cui vantarsi perchè delle debolezze si patisce e non ci si vanta (solo s. Paolo si vantava delle sue debolezze e in senso mistico). Ma è come gli altri, sul piano degli altri. E' più impregnato di vita quotidiana che di vita ecclesiale e se ha qualche dote è perchè altri ne hanno altre e ci si dà una mano reciprocamente.

Sì ieri è stata una gran bella giornata e solo per una frase.

"Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?»." (Mc 6,3)



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15 ottobre 2020

jervis

 In realtà sono passati alcuni giorni da quando abbiamo ripreso i giri in montagna, abbandonando la vita sedentaria delle settimane scorse. E così via: al rifugio Jervis in val Pellice con una passeggiata facilissima e tranquilla e una giornata molto bella. Pure qualche avventura tipo il giubbotto con cellulare scivolato via dallo zainetto e lasciato chissà dove, poi ritrovato da qualcuno e recuperato... Cmq basta far tornare la nostalgia per una vita più tranquilla e più selvaggia.



E il Jervis? Non avevo voglia di far foto...

"Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli." (Dn 3,77)


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11 ottobre 2020

pandemia e normalità

 Ieri passando per la benedizione delle famiglie ho trovato tante persone che esprimevano preoccupazione sui contagi e che chiedevano pareri. Così mentre passavo di casa in casa si precisava il mio pensiero: evoluzione come era previsto, con un aumento di contagi che vengono cercati appositamente perchè non aumenti il numero di ammalati, il numero di ammalati in rianimazione, il numero di morti. Dunque una caccia spietata con mezzi non sempre sufficienti.

Nello stesso tempo però oggi ripartiva l'oratorio, sabato prossimo il gruppo delle medie oltre che l'attività degli scout, mentre passo dopo passo sono ripartite tante attività piccole e grandi. Insomma: una normalità che tutti cercano come il pane, anche se una normalità diversa da prima. Pazienza. E' sempre meglio passare dalla percezione di essere in continua emergenza alla percezione di essere in uno stato di normalità in cui si convive con il virus, così come si convive con altre malattie. 

Speruma...

"Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite. Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere." (Ger 29,4-7)

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09 ottobre 2020

Il grande Cottarelli

 Ancora una volta lui, uno dei miei idoli, l'economista Carlo Cottarelli che viene ad Asti per parlare di bufale economiche all'interno del festival Passepartout della Biblioteca astense. E fa un quadro dell'economia italiana di quest'ultimo anno talmente chiaro da poter essere compreso anche da mio nipote quindicenne. Crisi sanitaria, crisi del reddito (col Pil che però si sta riprendendo), crisi finanziaria rinviata grazie all'Europa. E non tanto ai famigerati fondi europei del Recovery Fund quanto al massiccio prestito della Banca Centrale Europea a tasso 0 che permette di passare da un deficit di 30 miliardi ad un deficit di 180 miliardi per tutti i bonus e gli interventi straordinari. 

E poi passa in rassegna gli scenari del futuro: crisi finanziaria rinviata anche nel prossimo anno ma dopo? Incertezza. Incertezza soprattutto nel futuro della politica europea che ora sembra unita ma poi chissà. Una cosa è chiara per Cottarelli: il fiume di balle raccontate da certi politici diffidenti dell'Europa, dal famigerato Mes, che partito per imporre austerità ora non la impone più, alla diffidenza verso la Banca Centrale Europea, senza la quale adesso saremmo in bancarotta, alle diffidenze verso Germania, Francia e altri stati, quando proprio la Germania e la Francia hanno fatto passi da gigante per sostenere l'Europa. Insomma: uno lo ascolterebbe un'ora filata (come effettivamente è stato) senza che il sonno ti assalga neanche per un attimo.



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08 ottobre 2020

Il passo lungo del Papa

 E' proprio vero che lo Spirito ultimamente (ma forse anche prima?) dona alla Chiesa il Papa che serve in quel momento. Così Giovanni Paolo II ha riavvicinato le folle, Benedetto XVI ha iniettato cemento nelle fondamenta teologiche messe a dura prova da Giovanni Paolo mentre papa Francesco apre nuove strade da profeta. Oggi il mondo ha più bisogno di profeti che di testimoni e non ha bisogno di maestri. Così anche l'ultima enciclica guarda il mondo come lo guarderebbe Dio e non come lo guarderebbe il Papa, il cristiano medio, il cittadino medio del mondo. E come è stato con gli ultimi suoi grandi scritti, Evangelii Gaudium, Laudato si', Amoris Laetitia ecc. non resterà lettera morta ma innescherà trasformazioni. Sì, perchè "il tempo è superiore allo spazio". Non basta seminare, come qualcuno dice: bisogna verificare che il seme sia buono altrimenti né tu e nessun altro raccoglierà i frutti. Se guardiamo alla fine che fanno i documenti ecclesiali specie della Chiesa Italiana sembra tutta semente di scarto, già ampiamente marcita.

"Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto." (Dt 18,15) 

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04 ottobre 2020

un lungo periodo di assenza

 Dal 28 settembre, data dell'ultimo post, a oggi è passato un lungo periodo. Un periodo in cui le cose sono andate avanti ma la testa no. Eppure tantissimi spunti sono venuti sia dalla cronaca sia dalla vita quotidiana, sia dalla riflessione personale. Ma è proprio vero che se non ci torni sopra tutto scivola via  e ti ritrovi alla fine della vita senza sapere bene che percorso hai fatto. Per non finire così... una sola nota (basta una piccola azione di consapevolezza per frenare la deriva): le preoccupazioni che passando a benedire le famiglie raccolgo. Preoccupazioni per i mesi a venire, preoccupazioni per un futuro incerto, preoccupazioni per le cose vissute che hanno lasciato il segno. Qualche mese fa, essendo assistente ecclesiale di Asti-Alessandria per gli scout, mi avevano chiesto una riflessione sulla pandemia e avevo preso come spunto il libro di Isaia, che come la pandemia era diviso in Isaia uno, due e tre. E avevo detto che Isaia 2 (corrispondente alla fase due) era una situazione di grande incertezza in cui si trattava di prendere forza da Dio e non lasciarsi andare (Isaia 2 è scritto in tempo di schiavitù in Babilonia). Poi l'estate sembrava andare in un'altra direzione ma ora so che non è così: siamo in piena fase due (non tre) e siamo chiamati come cristiani a non cedere al pessimismo e alle preoccupazioni: non per ottimismo, ma perchè realmente la nostra forza non deriva da ciò che capita, ma da qualcosa di ben più profondo.

"Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù." (Fil 4,6-7)

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