29 agosto 2020

La magia della Sacra

 Ieri c'è stata la posa della targa sul luogo panoramico del sentiero dei Principi verso la Sacra di S. Michele. Un momento magico, nonostante la pioggia, che ha unito nel ricordo di Jacopo persone che non si erano mai viste: ragazzi del suo gruppo scout, ragazzi che erano stati con noi alla route a dicembre, famiglie amiche dei suoi genitori e del gruppo famiglie di S. Lazzaro a Bologna. Un legame profondo anche con la natura e la montagna che ricorda la magia pagana trasformata in ringraziamento al Creatore. Un momento di fede intenso e commovente insieme ad uno spirito sereno e a tratta goliardico. Insomma, sembra incredibile, ma nella fede cristiana lo si sa da tempo: il dolore che diventa gioia, la morte che diventa vita. 

"Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?  Non è qui, è risuscitato." (Lc 24,5-6a)






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26 agosto 2020

buon segno per la fede dei giovani

 Stiamo predisponendo la celebrazione per la posa della targa in memoria del giovane morto dopo la Route di dicembre, celebrazione che avverrà venerdì pomeriggio nel punto panoramico al di sopra del sentiero dei principi presso la Sacra di S. Michele. Ieri sono giunte le proposte di lettura dei ragazzi suoi compagni, che avevano partecipato alla route e siamo rimasti tutti a bocca aperta. Sarà farina del loro sacco? Non importa, comunque sia hanno scelto una lettura veramente profonda: Lc, 9,51-62. Mi piace coglierla come il segno che quando i giovani ritengono valga la pena esporsi e darsi da fare, allora trovano nel Vangelo un tesoro prezioso da cui attingere per darsi delle risposte. E questo basta.

"Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme  e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò.  E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».  Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»." (Lc 9,51-62)


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25 agosto 2020

Verso la ripresa.

Strano. Tutti sono protesi verso la ripresa: il ritorno dalle vacanze, l'inizio della scuola, la ripresa del lavoro (in Gazzetta da questa settimana). In sottofondo il rumore fastidioso delle notizie sul virus, che però sembra un fondale da teatro e non più la scena madre sul palcoscenico. E uno si chiede: ma veramente tutto torna come prima, salvo le opportune precauzioni? Veramente questi mesi sono stati solo una parentesi? Non sembra vero... Eppure è già pronto il calendario dell'anno pastorale, le indicazioni per il nuovo anno pastorale, la programmazione in parrocchia. C'è qualcosa che non va, anche se spiace fare il profeta di sventure.

Solo fino a qualche mese fa si piangevano persone morte tragicamente, ci si interrogava sul futuro con ansia e ora pare che la macchina, ferma perchè senza carburante, riparta. Mah... 

" La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa da bramosia; anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire: «Chi ci potrà dare carne da mangiare?  Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell'aglio." (Nm 11,4-5)


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24 agosto 2020

la cerca del Graal

 Stavolta non ci sono dubbi sul post. Ho ricevuto qualche giorno fa un link di Youtube di un video sulla cerca del Graal che durava 35 minuti e lì per lì non l'ho guardato...troppo lungo. Ieri l'ho guardato e ne sono rimasto affascinato. Sia da chi spiegava: una proprietà di linguaggio invidiabile. Sia per la spiegazione in sé con un sacco di riferimenti alla cultura medievale e alla contemporaneità. E sia per il significato del tutto: penso che lo spirito medievale stia tornando, almeno nelle sue parti migliori. La ricerca di salvezza in seguito alla consapevolezza dell'impatto che il peccato e il male hanno sul cuore delle persone e sul mondo: questa è una chiara immagine di cosa potrà essere il dopocovid. 

Forse uno sguardo troppo grande, ma, visto che amo molto la mitologia medievale e da ieri finalmente posso riprendere a guardare Merlin, è qualcosa che riempie di senso molto più che tanta munnezza "artistica". Anche le cose più drammatiche non sono così tragiche come vengono trasmesse dalle frange pessimiste (pardon "realiste") di certa cinematografia, fumetto, narrativa, arte figurativa,musica contemporanee: sono drammatiche ma venate dal desiderio di riscatto e dalla ricerca di salvezza che la ricerca del sacro graal rappresenta in modo eminente. Questo è il link.

https://www.youtube.com/watch?v=06AOb_MTek8

"Nel giorno dell'angoscia io cerco il Signore, 

tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca;

io rifiuto ogni conforto." (Sl 76,3)


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22 agosto 2020

Giornalismo oltre le apparenze

 Stanno per terminare le ferie del giornale e si comincia a rimettere insieme i pezzi per l'uscita della prossima settimana. Tra le altre cose, la nuova Douja d'Or nell'epoca dell'epidemia, decisamente diversa da ogni altro anno e senza concorso vinicolo. Dopo aver impostato le pagine su questo, mi fanno una soffiata su pareri non troppo favorevoli non solo a questa edizione ma anche a quelle precedenti: un calo di interesse degli operatori del settore che nessuno ha mai osato proclamare. Per la prima volta mi sono trovato a scegliere: ovviamente non si pubblicano comunicati stampa degli enti organizzatori, ma siamo sicuri che presentare le cose come se l'unico problema fosse l'epidemia non sia un allinearsi al buon senso generale e non sia una specie di rinuncia ad un giornalismo più profondo? 

Così commissioniamo un pezzo ad una persona di qualità, esperto del settore ma probabilmente critico e vediamo che cosa ne esce fuori. La condanna alle polemiche che i giornalisti scatenano è spesso di parte: non sempre l'organizzare e il darsi da fare sono valori assoluti...

"Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli." (Mt 6,1)

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21 agosto 2020

ancora i giovani al centro

Ieri due occasioni per riflettere sui giovani e il loro ruolo in questo momento storico. Parlando con un musicista  che si occupa di Palio ragionavamo su come i musici giovani possono portare avanti in autonomia i progetti del borgo, sostenuti dall'esterno (ma solo dall'esterno) da chi li ha guidati per anni. Infatti i primi risultati sembrano un po' deludenti. Come al solito (e non riguarda solo i giovani) ci vuole qualcuno con un po' di spina dorsale che trascini quelli meno convinti e più "distraibili" dalle innumerevoli alternative. Si diceva che in certi momenti la ricerca del risultato è incompatibile con l'investimento per il futuro: se pretendi che i giovani ti diano risultati, magari lo faranno, ma è come il seme seminato sulla roccia che fa la pianta ma non ha radici. Se invece investi sul futuro, devi mettere in conto qualche tempo di "magra".

Ieri sera c'è stata la cena degli scout dopo la route in Liguria. Vedendoli così affiatati e così ben presi dopo mesi e mesi di conflitti e di "gioco al ribasso", mi veniva da pensare che è vero che si può scegliere di investire per il futuro, ma che i tempi non li decidi tu. Dipende non solo dalla libertà dei singoli ragazzi ma anche dalle condizioni esterne: un campo in tempo di epidemia può accelerare i frutti più che un campo di servizio bellissimo e ben organizzato in tempo di normalità... Misteri...

Insomma: un motivo in più per investire sulle giovani generazioni e disinvestire altrove.

"Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza" (1Tm 4,12)

Con materiale di recupero ci si può divertire per un'ora...

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20 agosto 2020

conversioni...

 Ieri con mia madre siamo andati a trovare una amica di famiglia, ex collega dei miei, da anni trasferita vicino a Vercelli. Mia madre mi raccontava della sua conversione, da donna di facili costumi nell'ambiente della fabbrica a credente. Un racconto molto suggestivo, tappa per tappa, dalla curiosità un po' criticona con cui iniziò a partecipare ai primi pellegrinaggi alla svolta vera e propria. Non che abbia perso il gusto della critica (e ieri durante la visita l'ha esercitata più volte...) ma alla fine tutto viene rimesso alla benevolenza divina. Soprattutto racconta di come ha ritrovato la pace del cuore, che le ha permesso di affrontare alcune prove particolari e si è lasciata alle spalle una specie di senso di autodistruzione: buttare giù gli altri per poter alla fine restare tutti nello stesso fango.

Espressioni molto suggestive che mi hanno fatto capire ancora di più come la vita di fede sia innanzitutto una vita bella dal punto di vista umano. E come ogni nostra attività pastorale sia una specie di "preparazione del terreno" per l'agire di Dio. Nulla di più.

"Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani..." (Gal 1,15-16)

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19 agosto 2020

La domanda perfetta

 E' il titolo di un monologo teatrale di Fabrizio Rizzolo, intercalato da canzoni di Susi Amerio che ieri sera sono andato a vedere insieme a mia sorella, cognato, nipote e amici. Non conoscevo né il titolo della serata, né l'argomento, perciò quando è partito in questo grande monologo (ammiro sempre gli attori che si esprimono per più di un'ora di fronte al pubblico catalizzando l'attenzione: per i preti ci sarebbe qualcosa da imparare...) mi ha colpito subito. Parlava di verità, di religione e religioni, di religiosità e usava tanto raccontini di tradizioni diverse. Dunque cose che avrei potuto dire io, che mastico sia dell'argomento, sia uso i raccontini nelle omelie. 

Agli altri è piaciuto. Io l'ho trovato minestra riscaldata. Ma nello stesso tempo mi sono detto che ero ingiusto, perchè queste riflessioni non sono comuni. Fanno pensare, soprattutto coloro che per la vita che portano avanti non hanno tempo ed occasione di riflettere su queste cose. Secondo me il tema che non esista una religione vera e che tutte hanno qualcosa da dire, il tema che religiosità non è religione (anzi sarebbe molto diversa) e il tema che la ricerca della verità richieda di porsi le giuste domande, che però presuppongono già delle risposte non tengono conto di una cosa. Cioè del fatto che ciascuno di noi nasce dentro una cultura, magari dentro una religione e, di conseguenza non può poi relativizzarla come una delle tante per poter entrare in dialogo con tutte le altre. Anche se conosci a fondo il buddismo, tanto lo conoscerai con l'imprinting cattolico. Conviene allora sinceramente stare dentro alla cultura e alla religione che hai (se ce l'hai) ma con una mentalità aperta a 360°, come se l'incontro con le altre ti aiutassero ad approfondire la tua. Il punto d'arrivo del dialogo non è una via di mezzo tra tutte, ma il fatto che tutte si riscoprono originate dallo stesso punto di partenza: bisogna camminare insieme, ma con il proprio zaino.


"Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio»." (At 2,9-11)

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18 agosto 2020

la preghiera del cuore

 In questi giorni di ozio pressoché assoluto... ho ripreso a leggere libretti che avevo accumulato lì, quasi dimenticandomene. Uno si intitola "La preghiera del cuore". Niente di nuovo: già sentita questa formula e questo modo di pregare che ogni tanto uso anch'io e che arriva dalla tradizione orientale. Perciò ho iniziato a leggere sapendo già che cosa si diceva e avendo già letto altro in merito. Però. Però quando all'inizio viene fatta una diagnosi dei problemi della preghiera nella cultura occidentale (troppo cerebrale, troppo distratta dalle mille cose e dai mille pensieri, poco "col cuore") è come se una eco lontana mi risuonasse dentro: "Ricordati... ricordati... che poi ti dimentichi e te ne torni al tran tran di prima". Una specie di eco profonda che dava pace, come quando sai che stai partendo per le vacanze e che stacchi un po". 

Già. Spesso ci dimentichiamo di avere questo cuore profondo e cerchiamo di barcamenarci tra alti e bassi, senza cercare il riposo dove il riposo lo trovi di sicuro.

"Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto,

ti ricompenserà." (Mt 6,6)

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16 agosto 2020

mia madre premiata

Ieri festa di s. Rocco, festa del mio borgo d'origine a s. Damiano. Messa presieduta dal vescovo emerito Francesco Ravinale e concelebrata da me con uno strano connubio tra liturgia di S. Rocco (anche patrono di S. Damiano) e e liturgia dell'Assunta. Alcune cose improvvisate sul momento: tipico del paese in cui non sempre gli addetti alle cose liturgiche hanno una "specializzazione" così forte da distinguere tempi liturgici, solennità, preghiere e letture. 

Ma la cosa che tutti aspettano è la premiazione di una persona che si è particolarmente contraddistinta in paese per la sua bontà (prima edizione di un premio che esisteva già in passato e poi era stato sospeso) al quale è stato dedicato un sonetto (come si fa ogni anno nella festa di S. Rocco). Dunque un misto decisamente complicato di ispirazioni, di competenze (tra borgo e comune) e di simboli. La premiata era mia madre. Che come un caterpillar si è ascoltata tutte le motivazioni (reali) della sua disponibilità a 360° per la famiglia, per la chiesa, sul lavoro, per il comune (è stata assessore per cinque anni e vicesindaco per altri cinque), per l'associazionismo sociale. Ed ha ringraziato con grande semplicità (in quello, un modello irraggiungibile..), facendo riferimento al "suo segretario", mio padre. Un momento decisamente toccante..

Insomma. In città le cose sono complicate, più preparate ma non sempre sentite. In paese c'è più casino, le cose più raffazzonate ma si arriva prima ai sentimenti (nel bene e nel male). Dove è meglio?

"A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine." (At 9,36)

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15 agosto 2020

traffici loschi

 Ieri sono stato a cena da amici. Lei è stata proprietaria di un albergo, poi venduto a società finanziaria che faceva capo a noto commercialista astigiano protagonista del maggiore crack finanziario del nord Italia, perfino peggiore del crack Parmalat. Dato che ci abitava vicino ci ha raccontato di come non sia stato condannato per bancarotta fraudolenta perchè da abile matematico è riuscito a creare un sistema di scatole cinesi di proprietà per cui neanche gli investigatori sono riusciti a venirne a capo. Dunque un genio del male. Salvo che, avendo tentato di fregare i russi, si è trovato  minacciato di morte, al punto che per un periodo l'albergo ospitava in realtà la sua... scorta. Un racconto da film, al quale avrei fatto difficoltà a credere se non conoscessi la serietà di questi amici.

Una cosa mi sono chiesto. Ma in una città come Asti, che non è certo New York, possibile che questi retroscena non emergano mai? Più che altro perchè ti viene il sospetto che c'è una Asti pubblica, che compare sui media e poi una Asti segreta che potrebbe competere con 007, con Il Padrino e con i film d'azione più inquietanti...


"La luce splende nelle tenebre,

ma le tenebre non l'hanno accolta." (Gv 1,5)

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14 agosto 2020

gli scout non sono tutti uguali

Ne avevo già parlato qualche post fa: all'epidemia alcuni gruppi hanno risposto chiudendosi a riccio, altri facendo il possibile per restare aperti anche in presenza. Ora altre conferme del fatto che lo scoutismo sia uno strano mix di amanti della disciplina e di allergici alla disciplina. Ieri sera ad una cena con altri sacerdoti, uno di loro, assistente scout a Roma mi conferma che nel loro gruppo tutto è fermo alle modalità online e lo stile è quello di una adeguamento massiccio alle normative. Nello stesso tempo stiamo preparando con i capi della Ross della Valsusa, la posa della targa al punto panoramico presso la sacra di S. Michele per ricordare il ragazzo di Bologna che si era tolto la vita a gennaio, al ritorno proprio da questa route. Lì si stanno organizzando le cose senza badare alle normative. Non che non si rispettino. Ma le domande che ci si pone riguardano il merito della celebrazione e solo in un secondo momento ci si preoccupa delle normative. Da una parte lo scoutismo derivato dall'esercito, dall'altra lo scoutismo che rischia sempre la tendenza anarchica. Dove si trova un'associazione con due anime così disparate?

"Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro;  poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì." (Mc 3,16-19)

forse il gruppo dei dodici era proprio una accozzaglia di anime disparate...


questo è il punto dove sarà messa la targa e dove dovremmo stare in ...80. 

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12 agosto 2020

un triste funerale

 Questa mattina ho celebrato uno dei funerali più tristi. Morto un giovane di 37 anni ma non c'era neanche metà chiesa piena. Aveva avuto una vita travagliata, è vero, ma neanche troppo per piena responsabilità sua. La madre, che ha perso il marito solo qualche mese fa, ha voluto agghindare la chiesa come se fosse un matrimonio, con composizioni floreali e un fiore su ogni banco. Lui non era sposato e lei ha fatto come se si stesse sposando oggi... Teologicamente ci sta (infatti abbiamo letto il Vangelo delle nozze del figlio del re...) ma ciò che la madre volesse richiamare era certo altro. Non una lacrima ma grande compostezza: la tristezza ti passava per i pori, al punto che ho dovuto impormi per non farmi prendere anch'io da una specie di sentimento amaro e tenere aperta la porta della speranza.



" «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. " (Mt 22,2)

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11 agosto 2020

virus e persone ai margini

 Due funerali in questi giorni con la presenza di molta gente di ambiente popolare e mi rendo conto che le diseguaglianze sociali si ripresentano anche in situazione di epidemia, durante la quale, al contrario, bisognerebbe tutti lavorare per la stessa causa. Molto difficile far rispettare le norme del distanziamento sociale e far capire che anche se è morto uno giovane, non è la stessa cosa un funerale in tempo normale e un funerale in tempo di coronavirus. Il coro non c'è, neanche su richiesta, perchè non ci può essere...

Nello stesso tempo l'impressione è che per molti di loro è come se fosse calata una dittatura di gente ricca ed esperta: loro da sempre sono alle prese con la sopravvivenza quotidiana,  non programmano a lunga distanza. Ora che anche quelli più ricchi si ritrovano con questioni di sopravvivenza e con l'impossibilità di farsi programmi troppo in là, alla fine è una specie di "invasione di campo". Perciò guardano ai volontari durante le celebrazioni con aria di sufficienza... Non tutti, certo. Però fa riflettere che se costoro non erano pienamente inseriti dentro le opportunità che un sistema economico come il nostro garantiva, ora che non lo garantisce più, non ci sperano e non ci provano. Terreno fecondissimo per la varie mafie...che garantiscono la sopravvivenza e un certo grado di sicurezza. 

"Difendete il debole e l'orfano,
al povero e al misero fate giustizia!

Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!»."
(Sl 82,3-4)

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10 agosto 2020

reagire alla paura

 Sto prendendo coscienza che l'epidemia ha generato paure a tanti livelli. E di conseguenza ci sono diversi modi di reagire. 

Il livello più elementare è la paura del contagio in sé. Questo spinge molte persone a uscire molto poco (così come mi è stato confermato ancora ieri da una coppia di miei coetanei, molto sportivi, eppure...). La reazione ovviamente è di un saggio equilibrio tra sforzarsi ad uscire e usare le protezioni adeguate.

Un secondo livello è la paura di quel che potrà accadere, non solo a livello sanitario, ma anche a livello socioeconomico. Su questa paura i media ci costruiscono pagine e pagine. La reazione è quella di una sana razionalità per affrontare questo futuro, senza illusioni, ma anche se attese miracolistiche di qualcosa o di qualcuno.

Ma c'è una terza paura. Me ne sono reso conto ieri che sono andato a celebrare la messa al termine del campo scout di reparto. Un campo molto complicato da organizzare eppure che ha lasciato il segno nei ragazzi (quelli che c'erano) che oltre al solito scouting, sono anche riusciti a fare rafting e a farsi un pezzo di bicicletta non male. Altri gruppi scout, anche molto più organizzati, non ci sono riusciti. A questo livello la paura è proprio di non essere in grado di affrontare la nuova realtà. E' come se l'esperienza che ti sei fatto non ti serva più e sei di nuovo daccapo. E' la paura di crescere. Questa non so come la si affronta, ma di sicuro è quella che blocca di più perchè dalla tua hai tutte le ragioni per non azzardare nulla. Proprio come quando si cresce: ci sono tutte le ragioni per preoccuparsi delle conseguenze dei rischi che corri. Ma è il prezzo da pagare.

"Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato"

(1Cor 13,11)

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08 agosto 2020

l'intelligenza a servizio dell'evangelizzazione

 L'altra sera Rai Storia dedicava una puntata alla figura di Matteo Ricci e alla sua instancabile opera di evangelizzazione della Cina. Tempi lunghissimi, tanta creatività (donare un orologio all'imperatore gli ha aperto le strade...), la consapevolezza di essere di fronte ad una cultura altrettanto millenaria che quella europea. Anche qualche azzardo: accettare i riti cinesi degli antenati che parevano una idolatria (ma lui aveva capito che si trattava soprattutto di tradizione civile, come l'andare al cimitero il 1° novembre).  Non avevano altrettanto capito i suoi oppositori in Europa, soprattutto francescani e domenicani. Lui era gesuita, manco male. 

E così ho ricevuto da quella trasmissione l'invito alla pazienza, ai tempi lunghi, alla tenacità dell'obiettivo da perseguire, alla resilienza di fronte alle critiche e agli insuccessi. Soprattutto la convinzione che veramente il Vangelo è una roba preziosa e che se tutti sapessero della sua preziosità non se lo lascerebbero scappare, anche se di altre religioni.

Comunque vale la pena recuperare quella puntata di Rai Storia...

"Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore." (Sap 12,2)



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06 agosto 2020

Siamo fatti così

Tra i passatempi estivi c'è quello di rivedere su Netflix tutte le puntate di "Siamo fatti così", il bellissimo cartone animato che spiega il funzionamento del corpo umano. La seconda puntata, sulla nascita, è particolarmente significativo. Vedendolo, sapendo che non c'è nessun intento di convincere qualcun altro dei propri valori e sapendo anche che le basi sono scientifiche (messe in una gradevole veste ironica) alla fine ti convinci da solo di quanto l'aborto sia innaturale. A volte certe frange prolife molto dure ti mostrano  video altrettanti scientifici ma viziati di ideologia e che invece di farti restare a bocca aperta dalla meraviglia della vita ti torcono le budella. Altre frange prochoice ti parlano degli embrioni sminuendone la portata e trasformando il tutto in una carrozzeria di auto. Se parli scientificamente bene delle cose capisci da solo che l'aborto corrisponde al disboscamento dell'Amazzonia, in quanto ad invasività umana.


"Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre." (Sl 139,13)

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05 agosto 2020

quando si decide veramente?

Sto leggendo il libro del teologo inglese Ingolf U. Dalferth dal titolo astruso "Trascendenza e mondo secolare", che doveva servire per l'aggiornamento dei docenti a Torino di aprile, poi saltato. Un capitolo è dedicato alla "decisione" e mi è sembrato molto interessante perchè dice che non c'è solo la decisione tra una cosa e l'altra (tipo al supermercato), ma c'è anche la decisione che deriva dai valori che vivi e c'è anche il "decidersi" come stile di vita. Inoltre che non c'è decisione quando non puoi fare altrimenti e che non c'è neanche decisione quando è in astratto, senza una situazione concreta. E inoltre distingue quando non puoi decidere, quando non vuoi decidere e quando non sei capace a decidere. 
Se penso a certe dinamiche in diversi ambienti in cui chi dovrebbe decidere non lo fa e chi non dovrebbe decidere lo fa lo stesso, oppure quando qualcuno esercita su di te pressione morale per poi dire che hai deciso tu... Bisognerebbe far studiare a memoria questo capitolo anche a quei politici che basano le loro "decisioni" sui sondaggi di opinione. Dalfert direbbe: non sono decisioni, perchè non hanno alternative. Se la maggioranza pensa che il governo dovrebbe obbligare a mangiare pecorino invece che parmigiano e il governo la segue... non ha deciso, si è semplicemente adeguato. 

"Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne" (Gal 3,3)

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04 agosto 2020

lo "sblocco" del catechismo

Ieri sera siamo arrivati a metà del percorso di preparazione alla cresima per gli adulti. E c'è stata la svolta, lo sblocco. E' cambiato il clima parlando della morte e del dopo morte. Cambiato il clima perchè per la prima volta non hanno solo ascoltato attentamente come facevano prima, ma qualcuno di loro si è messo in gioco e ha cominciato a porre le vere domande e obiezioni alla "dottrina cristiana". Ed era seriamente intenzionato a capire e a discutere. Ecco. Ho capito che lo scopo del catechismo è quello di "sbloccare", di far uscire ciò che c'è dentro alle persone. Prima è tutto un preliminare e si può avere un programma da seguire e un metodo per coinvolgere il più possibile. Ma è solo con lo sblocco che il catechismo diventa evangelizzazione e il programma si personalizza. Prima si distingue tra primo annuncio e catechesi. Dopo le due cose coincidono: il parlare dei contenuti della fede risuona non nella testa e nell'intelligenza ma nel cuore e nella vita. Difficile. Ma necessario.

 E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. (At 8,34-35)

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03 agosto 2020

statisti e non politici

Questa mattina alla rassegna stampa di Radio3 "prima pagina" la telefonata di un ascoltatore è stata particolarmente significativa. Ha parlato dell'europeismo, del fatto che gli stanziamenti economici e la ripartizione del debito è una svolta storica, ma ha anche detto che non basta... Bloccata l'ondata sovranista, bisogna ora recuperare i valori dell'Europa e non solo i soldi. E ha ricordato che un conto è sentire parlare i politici italiani di Europa, un conto è sentire parlare la Merkel che fa sempre capire la posta in gioco storica. La differenza tra un politico e uno statista consista nel fatto che il politico si occupa del contingente, mentre lo statista lavora per le generazioni future. E di statisti ne sentiamo il bisogno, anche nella chiesa, in cui l'unico vero statista sembra essere papa Francesco.


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02 agosto 2020

una route ardita

Tornato venerdì dalla route di Clan che quest'anno è stata decisamente ardita. Sia perchè era difficile da organizzare con tutte le normative che bisognava rispettare. Sia perchè è stata faticosissima per il caldo. Percorso: dal Sassello a Varazze, passando per il monte Beigua. Ho guadagnato una infiammazione al tendine di Achille e un eritema solare non male. Ma è stata veramente bella per la partecipazione dei ragazzi, per il clima che si è creato e per il futuro del gruppo. Inoltre i carmelitani dell'Eremo di Varazze si sono rivelati decisamente più accoglienti di altri e sono cresciuti nella mia graduatoria personale... Il bagno al mare poi è stato una goduria infinita dopo aver sputato sangue sulle strade assolate dei monti Liguri...

" Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte." (Sl 118,18)


Sul monte Beigua

All'eremo del deserto di Varazze

Scendendo verso Varazze

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