30 aprile 2021

I tempi cambiano continuamente

 Mentre ieri sera riuscivo a guardarmi una intera puntata di The Crown senza addormentarmi, restavo colpito da come (stagione 2 puntata 5) i collaboratori della regina Elisabetta non riuscissero a capire che dopo la guerra e dopo la crisi di Suez il mondo stesse cambiando e occorreva cambiare toni e registri, anche modi di presentarsi della monarchia.

Questa mattina nel Vangelo c'era il riferimento a Gesù via, verità e vita e mi veniva da pensare che a volte la via/strada cambia direzione e che non devi solo stare attento di essere sulla strada giusta, ma accorgerti quando cambia (e tu tiri dritto come niente fossi e se da Asti dovevi andare a Genova, ti sei imbambolato e ti ritrovi di filato a Piacenza).

L'epidemia ha sicuramente cambiato le cose e la strada cambia: con coraggio bisogna capire quale prendere e prendere una direzione diversa. Utile, per esempio, abbandonare ciò che già prima traballava: potrebbe essere un buon inizio, come quando cominci a vedere il cartello che sta dicendo che fra un po' dovrai prendere la Genova - Gravellona Toce e non seguire la Torino - Piacenza...

"Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. " (Gv 14,6)



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29 aprile 2021

Un vescovo combattivo

 Ieri c'è stata la presentazione del libro scritto dal nostro vescovo "Dove Dio ha nome di donna", di cui ho iniziato a leggere qualche pagina. L'esperienza che si è fatta in Africa deve averlo reso tenace e combattivo, per nulla timoroso. Così ora siamo spinti da lui a prendere posizione come diocesi al dibattito sul Recovery Fund nell'astigiano per evitare che la gente non sia interpellata e che si decida tutto sulla loro testa. Non facile, ma giusto e avventuroso come le savane africane: destreggiarsi tra politici, tecnici e trafficoni, affrontare non animali feroci ma l'apatia della gente, incontrare non culture e usi di altri popoli ma cultura e usi del proprio. Insomma: tra missione in Africa e missione ad Asti qualche affinità c'è.

"Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe." (Mt 10,16)


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27 aprile 2021

Fare i conti con il male

 Stavolta sono in regola con la rivista "Vita e pensiero" dell'Università Cattolica e sto leggendo l'ultimo numero uscito che contiene una intervista a Miguel Benasayag (mai sentito...) che mi ha attratto soprattutto per il suo curriculum. Argentino, guerrigliero anarchico contro la dittatura dei colonnelli in Argentina, incarcerato e torturato, poi emigrato in Europa e ora filosofo e psicanalista a Parigi, dove si occupa di infanzia e adolescenza.

Commentando gli effetti non sanitari del covid afferma che non crea nulla di nuovo, ma amplifica. Riporta un'esperienza di quand'era in prigione: "C'era un amico, José Luis, che piangeva di continuo. Una volta non ce l'ho più fatta e gli ho detto: 'Basta. Se non trovi un motivo per vivere qui in carcere, non lo trovi nemmeno fuori se mai dovessi uscire' E così è stato. Anche Josè Luis è sopravvissuto e continua ad essere depresso". Questo per dire che secondo lui bisogna vivere appieno questo momento, senza rimpiangere il prima, ma anche senza proiettarsi troppo sul dopo. Vivere la prova, attraversarla, trovarne motivazioni e valori (primo fra tutti il prendersi cura degli altri) per poter dopo ritrovare non la vita (quella c'è anche ora) ma la vita responsabile e pienamente vissuta.

"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà." (Mt 16,24-25)

Miguel Benasayag


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23 aprile 2021

Giornali: verso dove si va?

 Reduce da una riunione dei direttori di giornali diocesani piemontesi mi rendo conto che l'editoria sta galoppando. Nn si capisce solo verso dove. I grandi giornali e i grandi gruppi editoriali pare che non puntino più molto sull'informazione generale, ma solo su temi specifici (ecologia, cultura, ecc.), mentre i giornali locali oscillano tra gossip e raccontare la vita della gente. Nello stesso tempo l'innovazione digitale apre nuove strade mai percorse. Vengono i brividi perchè il cavallo galoppa veramente e devi starci in sella. Ma siamo noi che lo dobbiamo guidare e non lasciare che vada dove vuole lui, altrimenti i giornali saranno qualcosa di retrò, dei secoli passati (come i manoscritti miniati), belli da vedere ma non da utilizzare.

Tutto vero. Ma io resto convinto che le radici non possono venir meno. Se c'è bisogno di informazione, una informazione come si deve, prima di tutto bisogna fare del buon giornalismo. Ci vogliono persone che amino il loro lavoro e che lo facciano bene, aggiornandosi per quel che possono. E ci vogliono persone con occhi particolari, per capire cosa vive la gente, cosa si muove in giro e come si può raccontare, in modo da dialogare con chi legge. Punto. Il resto è vetrina: importante, ma se la merce è scadente i clienti non li becchi più la seconda volta.



"L'uomo prudente ha la sapienza davanti a sé,
ma gli occhi dello stolto vagano in capo al mondo." (Pro 17,24)



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20 aprile 2021

Via dalla vita sedentaria

 Con l'allungarsi dei giorni è possibile andare a correre al mattino presto, perchè è già chiaro. Non c'è nessuno a quell'ora e l'aria è frizzante, giusto per svegliarsi bene. E basta fare un po' di vero movimento (non la ginnastica tra quattro mura) per svuotarsi la testa e risentire l'istinto selvaggio a scappare dalla città. Cambiano molte cose e la giornata passa più fluente e senza troppe fisse mentali. Nello stesso tempo il corpo ringrazia e la mente è come se fosse stata oliata, dopo settimane di inutile cigolamento. Lo spirito spontaneamente si sintonizza con tutto il resto. Eppure è solo quaranta minuti che spero diventino poco alla volta fino a un'ora e mezza. Sembra impossibile, ma la vita all'aperto è più umana perchè più antica.


"Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere."
(Sal 104,30)



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19 aprile 2021

Apocalittica sui migranti

 Mi è capitato sabato di intervistare Domenico Quirico per un pezzo sulla situazione in Libia sul numero di questa settimana. E' stata una interessantissima conversazione: lui è sul pezzo e in quattro e quattr'otto ti spiega cose molto complicate. L'unica nota che mi ha lasciato un po' lì è il tono "apocalittico". Non anticipo nulla, perchè uscirà la versione completa sul giornale, ma ho avuto l'impressione che fosse su un punto di non ritorno: non c'è più nulla da dire e da fare perchè ormai è chiaro che ce ne freghiamo di queste persone, di queste vite. Non solo i governi (il che sarebbe normale) ma la gente stessa e in questo modo sosteniamo le posizioni a volte terribili dei governi.

Apocalittico perchè come nell'Apocalisse ci si rivolge solo più a Dio e alla sua giustizia, dal momento che non ci si attende più nulla dagli esseri umani. Apocalittico perchè si spacca in due l'umanità: vittime e carnefici, redenti e dannati, servi di Dio e eretici (in questo caso servi dell'umanità e padroni cinici e sprezzanti), senza toni grigi che non siano bianchi o neri.

Mi sono chiesto: può la passione e la dedizione totale per una causa portarti a questo? Tendenzialmente mi verrebbe da dire di sì, ma non ne sono sicuro.


"«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?»."
(Ap 6,10)




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17 aprile 2021

Volontari antiabortisti nei consultori

 Scoppia un altro casino. La decisione di ammettere volontari dei centri accoglienza vita dentro i consultori, operata dalla Regione Piemonte, fa esplodere le proteste. Il timore è che sia una armata antiabortista che entra dentro strutture pubbliche per fare la loro battaglia. Sarebbe una delle tante guerre etiche da cinquant'anni a questa parte se non fosse che abbiamo pubblicato la lettera di una volontaria che sottolinea un sacco di buone ragioni, prima fra tutte che sembra non si prendano in considerazione i diritti del più fragile, del bambino che sta per nascere. Poi la sera stessa un giovane sedicenne che collabora col giornale, chiede di seguire la manifestazione di oggi pomeriggio contro la decisione. Lì per lì gli dico di leggersi prima la lettera che uscirà sul giornale per avere le due campane di riferimento. E poi mi dico:

1. ma chi ti dice che anche se lui la pensa diversamente non sia in grado di scrivere un articolo di seria cronaca? Anche se non leggesse la lettera magari potrebbe stare super partes

2. come mai una questione così importante diventa battaglia ideologica tra le parti? Come mai non si riesce a dialogare visto che si tratta della vita delle persone?

3. Come mai molti giovani ne fanno una battaglia contro le "forze conservatrici" come una volta lo era la questione della guerra, del servizio militare, del divorzio, ecc. ecc. Come mai non si riesce a testimoniare che il Vangelo è per il futuro e non per la conservazione del passato?

Boh

"Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno"
(Sal 139,15-16)

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15 aprile 2021

Il valore della castità

 Ieri sera all'incontro con i cresimandi adulti si è arrivati a parlare di castità e mi sono reso conto di quanto sia un argomento diventato assolutamente interessante per giovani e più grandi. Uno di loro ha introdotto l'argomento, dato che si stava parlando dei sacramenti e del matrimonio. Un altro, più esperto e riconvertito da poco, ha spiegato il valore della castità nei termini di "astenersi da...". Così ha preparato per me la strada molto più facile di aggiungervi l'elemento positivo del dare senso al piacere e del non "stressare" il piacere che poi non lo diventa più. L'effetto è stato molto forte: discussione ma grande rispetto per questa virtù, che tra l'altro ha fondamenti anche nella filosofia greca come "temperanza". Certo non è che da domani tutti lo vivranno. Ma sono finiti i tempi in cui non si poteva parlare dell'argomento oppure si andava incontro a risate o a battaglie verbali inconcludenti.

Il patrimonio della fede cristiana non è mai stato un tesoro riconosciuto come in questo tempo.

 "Non commettere adulterio." (Es 20,14)



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Cambiare i ritmi?

 Ultimamente sto riflettendo sul fatto che i ritmi di vita sono sempre meno naturali. Per autunno, inverno, primavera è più o meno la stessa solfa. Forse cambia un po' solo l'estate ma non sempre. In campagna i ritmi sono certo più naturali e non per nulla ultimamente chi può e chi non è troppo anziano cerca di trasferirsi lì. 

Ma ci sono anche altri ritmi. Il calendario sociale inizia a settembre e finisce a giugno, un po' come la scuola. Il calendario di una parrocchia, di una diocesi ha la stessa cadenza. Invece il calendario liturgico parte da Avvento (fine novembre e si conclude alla festa di Cristo Re). Mi viene la tentazione di modellare il più possibile la gestione quotidiana su questo genere di calendario, che tra l'altro è molto legato alle stagioni, almeno da noi (Natale, festa della luce perchè il dì è corto, Pasqua festa della rinascita perchè è primavera, ecc. ecc.). Ne abbiamo anche parlato ieri durante la segreteria diocesana: perchè non far cominciare l'anno pastorale da dicembre? Sarebbe un segno che il tempo della chiesa non è quello del mondo e magari si recupererebbe una sacco di roba... Boh, fantasie da lockdown...

"Il Signore disse ancora a Mosè:  «Parla agli Israeliti e riferisci loro: Ecco le solennità del Signore, che voi proclamerete come sante convocazioni. Queste sono le mie solennità.
 Durante sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è sabato, giorno di assoluto riposo e di santa convocazione. Non farete in esso lavoro alcuno; è un riposo in onore del Signore in tutti i luoghi dove abiterete.
Queste sono le solennità del Signore, le sante convocazioni che proclamerete nei tempi stabiliti." (Lev 23.1-4)




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07 aprile 2021

Il calore delle relazioni

 Ho celebrato un funerale ieri di un genitore di amici, che avevano già perso l'altro pochi mesi fa. Oltretutto morta per covid, trasmesso da persone vicine. Dunque particolarmente triste come vicenda. Mi sembra di aver sperimentato che cosa significhi il calore dell'amicizia e di come sia possibile tutti quanti aiutare coloro che sono colpiti dal lutto proprio in quel momento. Ho assistito a funerali formali, a funerali tristissimi dove non c'era quasi un'anima presente, a funerali in cui il dolore era espresso nelle forme tragiche (per certi versi anche comiche) in cui non capisci fin dove arriva dolore vero e dove parte l'abitudine di esprimerlo in quel modo.

Però dove si costruiscono legami solidi di amicizia e di fraternità il dolore è composto e non è mai l'ultima parola. Una esperienza di resurrezione attraverso l'amicizia, che nulla toglie alla resurrezione della fede, ma ne è forse l'effetto visibile.

"Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato." (Lc 24,5-6)

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05 aprile 2021

Una consapevolezza maggiore

 Nulla. Niente mi toglie dalla mente la percezione che ci sia una maggior consapevolezza delle persone sull'importanza della fede. La partecipazione alle celebrazioni pasquali, triduo compreso, è stata superiore alle aspettative e anche questa mattina, Pasquetta, c'era più gente. Probabilmente perchè sono tutti a casa? Sicuramente, ma colpisce il grado di partecipazione e una certa intensità. Se come Chiesa ce la giochiamo bene questa carta, evitando sciatterie e superficialità, mi sa che siamo ad un giro di boa. Anche la presenza di molti giovani è significativa. Qualcuno parla dell'assenza di famiglie con bimbi. Ma cominciamo a mettere uno zoccolo duro di partecipazione consapevole e col tempo ritorneranno anche loro.

"Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano la terra. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio»." (Gs 24,16-18)

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03 aprile 2021

Buona Pasqua

 Ho avuto la disaffezione da social per qualche giorno, ma mi è passata e sono in convalescenza. Perciò basta augurare buona Pasqua e viverla come luce in fondo al tunnel che apre a un paesaggio diverso da prima.


p.s. per trovare una immagine di auguri a tema religioso ho dovuto fare qualche secondo di passaggio tra centinaia di uova, coniglietti e fiori rosa. Non sapevo che la Pasqua fosse diventata così arcadica (= proprio della regione greca dell’ Arcadia, anche nella sua trasfigurazione letteraria; quindi, idillico, bucolico)

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