31 maggio 2023

Politici e accademici di professione: la differenza

 Ieri c'è stato l'evento organizzato dalla Stampa, che sta facendo il giro delle città capoluogo di provincia creando dibattiti e promuovendo riflessioni. Ci sono andato come direttore di giornale, ma mi ha fatto piacere esserci perchè il dibattito è stato di ottimo livello. Soprattutto mi ha colpito la professionalità di Alessandra Ghisleri, la sondaggista, e quella di Elsa Fornero, l'ex ministro, che hanno dimostrato una spina dorsale e una voglia di fare invidiabili. Non solo: Elsa Fornero è tornata sulla vicenda drammatica della crisi del 2011 e dell'arrivo del governo Monti. Ha fatto capire che l'intervento sulle pensioni ha salvato l'Italia dalla bancarotta. E non sono mancate le frecciatine ai politici che non sanno di economia e a quelli che continuamente fanno eccezioni a quella legge, permettendo di andare in pensione prima.

E' vero: ultimamente non sono molti i politici che lo fanno "di professione" nel peggiore significato, cioè la ricerca del consenso. Sono come quei pastori che si fanno guidare dalle pecore, invece di essere loro a guidare. E che cambiano direzione ad ogni cambio del vento. Per esempio dopo le ultime elezioni amministrative qualcuno del Pd parla del fatto che soffia un vento di destra. Non è che ci spieghi come mai, quali sono le responsabilità della sinistra. No, ci sarebbe un vento di destra e per quello che tutti votano a destra. Come dire: hai la febbre? Eh che ci vuoi fare, oggi è il giorno della febbre...  Tra accademici di professione e politici di professione c'è una differenza sostanziale: per i primi è un merito, per i secondi rischia di essere un demerito.

"«Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? " (Ez 34,2)



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30 maggio 2023

progetto Monferrato e progetto pastorale

 Sabato sono intervenuto a nome della Diocesi ad un megaconvegno sul rilancio del Monferrato che si è svolto a Cortazzone, dove sono stati presentati tanti microprogetti sia architettonici, sia paesaggistici sia sociali e poi si è chiesto ai "decisori politici" di reagire. Molto interessante soprattutto per lo sforzo fatto di tenere insieme tutte queste istanze alla luce anche di una lettura "accademica" del territorio. Sembrava un po' la presentazione del Pnrr... Alla fine mi restava solo un dubbio: ma ha senso fare un progetto così grande? Non conviene condividere una strada da percorrere e poi attivare piccoli progetti non slegati tra loro ma con una certa logica senza per forza costruire tutte queste cose? Un dubbio piccolo, che non inficia l'insieme, ma che poi ho tradotto in ambito pastorale: ma ha senso fare dei grandi piani pastorali dove ci metti dentro di tutto e poi non realizzi nulla? Non è meglio fare piccoli passi su un cammino che si condivide? In altri termini: il cammino sinodale è il contrario della progettazione pastorale, perchè ci si mette in cammino rinunciando ad un obiettivo da raggiungere. Boh, chi vivrà, vedrà...

"Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra»." (Gn 11,4)



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29 maggio 2023

La chiesa indietro?

 Mi ero dimenticato di riportare le osservazioni su altri due incontri ai quali avevo partecipato lunedì scorso al salone del Libro di Torino. Uno era su don Minzoni e vedeva al tavolo Emma Fattorini e Alberto Melloni, l'altro con Michele Santoro e p. Alex Zanotelli sulla pace. Entrambi accomunati da una critica neanche troppo velata sui ritardi della chiesa e sul fatto che abbia sempre intralciato tutto. Una cosa emersa ancora in questi giorni a proposito di don Milani. E' vero: normalmente sembra che la Chiesa in quanto insieme, sia un carrozzone che prima che si sposti hai tempo a morire. Un po' è prudenza, un po' saggezza, un po' indolenza, un po' miopia, un po' calcolo. Vorremmo tutti che si desse una mossa invece di mostrare attaccamento non per la Tradizione, ma per le tradizioni e i modi di pensare del tempo che fu.

Ma dopo i due incontri e i toni quasi arrabbiati dei protagonisti mi sono detto che anche i cosiddetti "profeti" quando invecchiano inacidiscono e hanno bisogno sempre di qualcuno contro cui lottare. O nella battaglia del confronto (per es. sui temi della pace) o nella battaglia del lavoro dello storico che non riesce a dare uno sguardo sereno. Don Milani e don Minzoni come il 25 aprile? Palestre per misurare i muscoli e le "armi" delle parti in causa?

Una cosa è certa: meglio non aspettare la chiesa e meglio non cercare il consenso della maggioranza. Meglio percorrere le strade che devi percorrere e lasciare il compito ad altri di mediare con chi è più cauto. Ma meglio comunque non prendersela con la chiesa: è come sparare sulla Croce Rossa e rischi di sbagliare il tiro.

"Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni" (Sap 9,13-14)



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27 maggio 2023

L'evangelizzazione oggi

 Ieri ho partecipato alla giornata di studio dei docenti della Facoltà teologica sul tema dell'evangelizzazione oggi e ho tenuto una relazione sulle sfide che emergono dalle ricerche sociali sui giovani. Oreste Aime, invece, ha parlato della sfide poste dalla cultura filosofica di oggi. E' stato veramente interessante il dibattito che ne è emerso e che mi ha fatto capire che dove c'è il desiderio di capire alla fine ci si interroga. Dove si pensa già di sapere, dove si rinuncia a capire o dove si fa solo dell'ideologia, non si va avanti di un solo passo. Le sfide sono innumerevoli: la sfida digitale, la sfida della scomparsa della religione, la sfida del postumanesimo, la sfida dell'appiattimento sul tempo presente, la sfida del ridire le cose di sempre in modo nuovo... Ma se si parte col piede giusto, si va da qualche parte. Altrimenti si gira in tondo e si è stanchi senza essere andati da nessuna parte.


"Figlio mio, conserva il consiglio e la riflessione,
né si allontanino mai dai tuoi occhi:
saranno vita per te
e grazia per il tuo collo."
(Pro 3,21-22)

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25 maggio 2023

Palazzi occupati bis

 Altro palazzo occupato o quasi in via Pagliani. Stavolta gli abitanti del quartiere hanno raccolto le firme perchè qualcuno intervenisse e hanno organizzato riunione serale in salone della parrocchia con assessore, il quale si è portato dietro un po' di gente del partito suo. Riunione pacata e all'insegna dell'informazione tecnica su come fare e su cosa il comune sta facendo. Ineccepibile: gli altri del partito non sono intervenuti e sono intervenuti solo i cittadini che avevano firmato la petizione.

Mentre ascoltavo il tutto però mi dicevo: questo è un piccolo pezzo del problema e tutto sommato è facilmente risolvibile, anche perchè il proprietario del palazzo denuncerà la situazione. Ma il problema è molto più complesso se lo si vuole affrontare alla radice, altrimenti è come quando tagli l'erba che poi ricresce. Per esempio: come fare perchè non ci siano palazzi lasciati vuoti ? Come fare perchè le persone trovino casa anche se sono africane? Come fare perchè non ci siano immigrati clandestini in giro? Come fare perchè gli abitanti di un quartiere si mobilitino anche quando non c'è una emergenza del genere? 

"Ero straniero e mi avete ospitato" (Mt 25,35)



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23 maggio 2023

Salone del libro

 Una giornata tranquilla dopo un periodo un po' travagliato di scadenze, conti che non tornano, preoccupazioni più grandi di quel che sono. E il salone del libro, specie se in compagnia, è un buon antidoto allo stress. Soprattutto perchè ti fanno ben sperare queste frotte di classi che affollano i padiglioni e ti fa ben sperare il confronto che si crea nei dibattiti. Fa bel sperare anche la quantità industriale di libri esposti, che ti ricorda che c'è una storia alle spalle. Ho partecipato a tre dibattiti, di cui due organizzati da Arcidiocesi di Torino e Uelci (librai cattolici) di cui dirò nei prossimi giorni. Uno invece era organizzato dalla Lavazza ed era la presentazione di un libro su imprese sostenibili, che producono il bilancio di sostenibilità. Un argomento che mi interessa e che avevo già affrontato in Gazzetta, perchè ad Asti ce n'è una, la Format. Quattro aziende: Lavazza, Chiesi farmaceutica, Humana People to People (riciclo di abiti usati) e la .... (arnesi per cucina). Il racconto veloce delle loro iniziative verso i dipendenti, verso l'ambiente, verso il territorio in cui si trovano. E ti rendi conto del perchè l'Italia nonostante i casini, non sia ancora crollata: la rete di base di chi genera lavoro e di chi lavora è talmente fitta che fa da rete protettiva anche per il sistema burocratico e politico su cui è meglio tacere.

"Vedi, io ho chiamato per nome Besaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda;  l'ho riempito dello Spirito di Dio, per dargli sapienza, intelligenza e conoscenza per ogni sorta di lavori,  per concepire opere d'arte, per lavorare l'oro, l'argento e il bronzo, per incidere pietre da incastonare, per scolpire il legno, per eseguire ogni sorta di lavori." (Es 31,2-5)



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11 maggio 2023

Alternanza scuola-lavoro e pregiudizi

 Ieri alcuni studenti sono approdati in redazione per l'alternanza scuola-lavoro: dopo alcuni incontri di teoria, finalmente passano all'azione. Dovevano essere sei ed erano due: uno si è defilato perchè la maturità si avvicina, altri tre per verifiche imminenti. Sono rimaste due ragazze che si sono date molto da fare e che sembrano molto motivate. Non è che gli altri non lo fossero: negli incontri precedenti erano molto partecipi e davano molte idee. Ma io ho un pregiudizio che l'episodio di ieri mi ha confermato (purtroppo... non bisognerebbe avere pregiudizi o quanto meno averne il meno possibile. Mi conforto perchè so che i miei lo sono): le due erano del liceo classico e gli altri del liceo scientifico. Il pregiudizio è che il liceo scientifico (almeno quello di Asti) crei un clima irrespirabile di competizione, mentre il liceo classico (almeno quello di Asti) non lo crei. Ci sono tanti segnali del passato recente che continuano a confermarmi in questo pregiudizio, non ultimo anche la reazione di alcuni docenti che sono a loro volta messi sotto pressione dal clima di competizione. Ma si sa: essendo un pregiudizio non può essere una valutazione razionale...

"Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra»." (Gen 11,4)




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09 maggio 2023

Novalesa e dintorni

 Ieri c'è stata la gita "scolastica": come clero siamo andati a Novalesa e Susa e al mattino c'è stata la visita guidata all'abbazia e meditazione e messa. Ci sono nuovi monaci benedettini, in arrivo da Rhemes Notre Dame, il paese valdostano della mia giovinezza. Devo dire però che il tono scherzoso di uno di loro "Siamo una razza in estinzione", "Ci hanno mandati qui per rimediare" e "Uno di quelli di prima ha lasciato e meno male" mi ha un po' urtato. Eppure si capiva benissimo la situazione ed è stato molto sincero. Ma a volte sincerità e schiettezza non vanno di pari passo: uno può essere schietto ma non sincero, perchè esprime non la realtà delle cose ma la realtà come la vive lui, dunque con una specie di fastidio. Certo, tutti vivono la realtà dal proprio punto di vista e mai in modo oggettivo, ma mi piace pensare che il cammino verso l'oggettività sia sempre da fare e mai da lasciar perdere con la scusa della schiettezza. E il cammino verso l'oggettività si fa confrontandosi con altri: è questo che non viene sempre spontaneo...





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07 maggio 2023

Una serata con gli evangelici

 Ieri invece del paliotto (per il quale sono contentissimo che abbiamo trionfato e con merito) sono andato ad ascoltare la serata musicale organizzata da tre chiese evangeliche con al centro un "concerto letterario" fatto di canti, musiche e letture da un libro intitolato "Yeshua" e scritto da Stefano Rigamonti. Ovviamente canti con Lidia Genta, la moglie. Musica bellissima e suonata egregiamente. Voce da brividi. Letture dal libro molto affascinanti perchè presentano tratti umanissimi dei personaggi evangelici, Gesù compreso. In mezzo vere e proprie omelie-testimonianze alle quali non sono abituato, perchè un conto è uno spettacolo a tema religioso e un conto è una liturgia. Ma forse per lo stile evangelico le due cose non sono così separate... Una cosa però mi ha colpito: l'accento posto sulla drammaticità del male e sul fatto che il mondo sia cattivo. Tante volte, in tanti modi. All'inizio colpisce, perchè quando si parla del peccato come di una bestia dentro di te, ti ritrovi. Ma poi molte altre volte. Non era l'ultima parola: l'ultima era la salvezza di Cristo e il suo trionfo. Ma posso dire di aver colto una volta di più il "mood" diverso di cattolici e evangelici: noi in fondo parliamo della possibilità di redenzione e della possibilità di vincere il peccato con la forza dello Spirito di Dio. Gli evangelici invece calcano moltissimo l'accento sul peccato e sul male nel mondo e negli esseri umani per far risaltare al meglio la potenza di Dio stesso che ti salva. Lui. Due sfumature ma in mezzo ci sono secoli di guerre e incomprensioni.

Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. (Rm 5,11)



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05 maggio 2023

La quattordicesima domenica...

 Sono andato a vedere un film decisamente triste, anche se a lieto fine. "La quattordicesima domenica del tempo ordinario" di Pupi Avati, l'ultimo del regista, risente forse del fatto che invecchiando si vive di ricordi. Ne ero consapevole e anche se non sopporto ste cose amarcord, alla fine ci sono andato per il regista e gli attori. E non mi sono neanche addormentato. Ma ne sono uscito confermato: una generazione che rimpiange il passato e che valuta il presente solo per fare i conti con il passato. Decisamente bello il film ma decisamente "per pochi e oltre una certa età".


"Ricòrdati del tuo creatore 
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»"
(Qo 12,1)



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02 maggio 2023

festa del lavoro

 E' passata in un lampo, tra riposo e... lavoro. Ma non ho potuto fare a meno di cogliere quest'anno la provocazione del Consiglio dei Ministri sul lavoro proprio in questo giorno, quasi in controcanto con la tradizionale manifestazione dei sindacati. E ascoltando i commenti e guardando le immagini ho avuto l'impressione di una schizofrenia generale. Da un lato le urla dei sindacalisti che come da decenni a questa parte usano gli stessi toni, come se niente fosse cambiato, circondati da persone che annuiscono con la testa. Dall'altra la Meloni che con fare sicuro e convincente snocciolava i vantaggi del decreto approvato. Un tono molto moderno e immediato a fronte di uno stile barocco all'antica.

Se però passavi ai contenuti l'impressione si ribaltava un po'. Preoccupazioni legittime che tendono a smontare il decreto mostrandone il lato nero di precariato che crea e però legittime necessità di intervenire sui nodi del lavoro per dare fiato al sistema. Insomma un casino, per il quale non bastano poche righe.

Una consapevolezza però. Ho come l'impressione che quello che appare sia solo una grande recitazione comunicativa: ciascuno ha il suo ruolo da attore e lo impersona. Il cattivo, il buono, il saggio, il provocatore, ecc. Ma la vera storia si gioca da un'altra parte e i ruoli non sono così netti. Forse è la versione nuova dei giochi del circo che coinvolgono i cittadini per distrarli e nello stesso tempo attrarne il consenso. Da una parte e dall'altra. Sarebbe ora di esercitare una cittadinanza un po' più attiva e un po' più intelligente e di trovarne le forme nuove.


"Ah! paese dagli insetti ronzanti,
che ti trovi oltre i fiumi di Etiopia,
che mandi ambasciatori per mare,
in canotti di papiro sulle acque:
«Andate, messaggeri veloci,
verso un popolo alto e abbronzato,
verso un popolo temuto ora e sempre,
un popolo potente e vittorioso,
il cui paese è solcato da fiumi».
(Is 18,1-2)

L'immagine (un popolo alto e abbronzato...) è più potente della realtà.



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01 maggio 2023

ancora sui giovani

Altre sollecitazioni sui giovani che in questi giorni arrivano a frotte.

1. Giovani eccezionali: sabato sera cena con delitto organizzata dai ragazzi dell'oratorio per spedire soldi a Matteo, che è in Perù. Una serata ben organizzata, curata nei dettagli e tutta autogestita. Lascia fare ai giovani quando hanno voglia e sono ben presi e fanno miracoli.

2. Giovani problematici. Ieri ho parlato a lungo con un giovane segnalato dalla madre, che è veramente a terra e non sa come riprendersi. Tante batoste, tante scelte sbagliate, ma alla fine c'è sempre del buono, anche se è coperto da molto altro. Ci vuole tanto tempo, tanta pazienza ma soprattutto tanto ascolto e tanta "provocazione" per evitare di fare del paternalismo a buon mercato o del moralismo non richiesto. Subito dopo arriva una ragazza lasciata dal ragazzo e da tutta la sua famiglia (sono sinti) con due bambini che non sa dove sbattere la testa. Alla faccia: due in un colpo...

3. Giovani studiati. Stamattina ho terminato di leggere "I giovani nella società contemporanea: identità e trasformazioni" di Ilaria Pitti e Dario Tuorto, che fa un quadro di quanto le ricerche hanno detto sul mondo giovanile. Interessante la conclusione: a fronte di una società apparentemente meritocratica (ma in cui il merito è falsato dal punto da cui uno parte: della serie "chi è sfigato lo resta e chi non lo è non lo diventa") i giovani devono distinguersi dagli adulti per poter impostare una società in modo diverso e non continuare quello che hanno fatto... 

Finale della cena con delitto



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