quando dividevano gli stati a tavolino...
Questa mattina si è proposta l'ennesima ridefinizione della diocesi a partire dal numero dei futuri sacerdoti. Ennesima, perché sarebbe la terza da venti anni a questa parte: una era già in vigore prima del 2000, una seconda era dei primi anni del terzo millennio e ora l'attuale.
Motivo una volta tanto esplicito: manca il clero. Nella prima (antecedente al 2000) si parlava di abituare le parrocchie a lavorare insieme. Nella seconda si parlava di riorganizzazione e riforma della precedente "anche in vista di una riduzione del clero". Ora si parla di carenza del clero anche se poi non piace che la cosa sia stata ripresa dai giornali.
Della serie: come rincorrere sempre le emergenze. Metodo: prendi una cartina della diocesi, dividi tu a tavolino (anche se con criteri geografici, storici, sociologici, pastorali, ecc ecc), proponi. Fossimo nel XIX secolo la cosa sarebbe finita così, magari senza troppe attenzioni (l'Africa l'hanno divisa con la squadretta...), nel XX secolo si userebbero un sacco di attenzioni, nel XXI secolo in più si usa la leva democratica passandolo alle zone per una revisione. Ma alla base c'è la stessa logica: un criterio uguale per tutti. Ma quando dici che una parrocchia ha un sacerdote a cosa ti riferisci? Alla popolazione residente? No, perché in città ci sono molte persone di altre religioni. A quelli che vengono in chiesa? No, perché basterebbero molti meno preti di quanti sono adesso. A che cosa? Ai posteri l'ardua sentenza... In fondo una partita a Risiko in più non guasta...