31 dicembre 2022

Un giorno per gli amici

 Sono stato un giorno a Pragelato a casa di amici (io sono padrino di uno dei figli) ed è stato un giorno decisamente rilassante: giro al mattino a vedere i presepi nelle vie storiche, pranzo nel bungalow del campeggio dove abita mio figlioccio e ben 4-5 ore di conversazione tutti insieme come non  facevo da tempo. Si è parlato di tutto e nessuno ha sentito l'esigenza di andarsene... Mio figlioccio d'estate gestisce un rifugio e ha fatto la scelta della vita in montagna anche d'inverno. Non ha neanche 30 anni ma è un imprenditore vero e proprio con tutti i limiti e tutte le risorse della sua età. Una bellissima famiglia in cui la fede è decisamente presente ma spesso in forme non consuete. Me ne sono tornato a casa con l'idea che anche se non si può abitare in montagna si può sposare uno stile di vita meno consumistico e più "da montagna...".

"Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico" (Mt 3,4)





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28 dicembre 2022

Santi Innocenti

Oggi è la festa dei Santi Innocenti. Leggendo il Vangelo mi colpiva l'efferatezza di Erode, che però non sfigura troppo di fronte alla violenza di stato iraniana e per certi versi anche l'efferatezza spietata di un Putin che manda centinaia di giovani a morire. Come fa la violenza a perpetuarsi così tanto? Come si fa a farsi dominare dalla violenza e dal desiderio di sangue pur di raggiungere i propri fini, che si ritengono giusti? C'è una radice violenta nel cuore di ciascuno, anche di coloro che non commettono necessariamente violenza. E questa radice è difficilmente percepibile oppure è difficilmente estirpabile. Si traveste da desiderio di essere migliori di altri e non migliori di quanto uno non lo sia. Oppure da efficienza e ordine, che però è solo esteriore. Oppure da fiducia cieca in cose e valori in nome dei quali non si esita a sacrificare qualcosa.

E come ai tempi di Erode c'è una violenza di sistema che uno respira e da cui viene contagiato. Oggi è una violenza economica, travestita da concorrenza, ma che invece è legge della giungla dei più forti contro i più deboli. O è una violenza ideologica che si percepisce quando certe leggi servono solo a dimostrare che si è capaci di passare dalle idee ai fatti, siano esse di destra o di sinistra. Compresa l'ideologia cattolica di certe frange che sanno tutto della Chiesa ma poco di Gesù Cristo, tutto dei nemici della Chiesa ma poco del nemico che hanno dentro.

"Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi." (Mt 2,16)



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26 dicembre 2022

Ecco il calo

 Ecco, finalmente ce ne siamo accorti. Nelle celebrazioni di Natale c'è stata indubitabilmente meno gente. Nella messa della notte c'erano dei banchi vuoti. Nella messa del giorno di Natale c'era meno gente che in una domenica precedente. Forse saranno andati da altre parti? Non penso: finalmente si capisce quando la pandemia abbia fatto piazza pulita di tutta una serie di persone che venivano ma non c'erano. Molti delle generazioni più anziane sono morti in questi tre anni e non sono stati sostituiti da altrettanti giovani. Ecco, ora il segno è evidente e possiamo finalmente ripensare a costruire una comunità cristiana di fatto e non di nome, pochi ma col cuore grande e che si prendano cura di tutti gli altri.

Buon Natale...in ritardo.


"Poiché anche se il tuo popolo, 
o Israele,fosse come la sabbia del mare,
solo un suo resto ritornerà"
(Is 10,22)



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24 dicembre 2022

Il Maina e i mercatini di Natale

 Due notizie riempiono le bocche questi giorni: il trionfo dei mercatini di Natale con un indotto rilevante in termini di turisti e di introiti economici e la chiusura del Maina. Un trionfo e un disastro. Ma non sono sullo stesso piano. Il sistema economico di una comunità si regge sul tessuto sociale di quella comunità e non solo sui soldi immessi o sulle iniziative per comunicarli. La chiusura del Maina si è ampiamente mangiato l'esultanza dei mercatini di Natale e in poco tempo: questi ultimi vanno a vantaggio di pochi e si spera che poi questo vantaggio si spalmi su altri secondo una teoria economica che ha fatto il suo tempo. La chiusura del Maina è un'esplosione che immediatamente crea vittime e ricadute sulle parti deboli del tessuto sociale, dunque su tutta la città. Sarebbe bello se recuperassimo la lucidità di non fermarci alle vetrine illuminate ma di guardare che tipo di negozio c'è realmente dentro.

 "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo." (Lc 2,7)



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20 dicembre 2022

dove va veramente il mondo

 Ieri c'è stato in chiesa un concerto veramente bello organizzato dalla scuola primaria domenico savio e dalla scuola d'infanzia agazzi. Scuole con alta percentuale di stranieri, sia arabi, sia africani, sia dell'europa dell'est. Come ogni spettacolo di Natale, tanto buonismo e poco prezzo. Ma la cosa eccezionale è che si sia dimostrato come tra visioni religiose e culturali diversi alla fine ci sia molta più affinità di quanto ci dicono leghisti della faziona becera e neoliberali che abbattono le frontiere ma solo per soldi o sinistrorsi che considerano la religione finita o motore di regresso. Ecco cosa ha scritto un genitore. Italiano ovviamente ma capace di cogliere l'essenza di cosa i bambini trasmettono



19 dicembre 2022

E' morto chi mi ha ordinato diacono

 La morte del card. Poletto era attesa, perchè da tempo si sapeva che non stava proprio bene. Ora ci sono emozioni diverse che intervengono. Alcune sono di riconoscenza, perchè lui era vescovo quando io ero in seminario e lui mi ha ordinato diacono (ma non sacerdote). Lui si era dimostrato interessato prima ancora di entrare in seminario al tema del lavoro, dei giovani che lavorano e aveva dato la possibilità a me e ad altri di fare progetti in tal senso. Lui era molto deciso nel far uscire la chiesa dalle sacrestie dove si era rifugiata per almeno tre decenni (salvo qualche frangia letteralmente fuggita in missione). Però lui era l'arrivista, che non stupì nessuno quando divenne arcivescovo di Torino. Lui era l'uomo dell'istituzione che lava i panni sporchi in casa e che trova le alleanze dei potenti soprattutto ecclesiali per affermare la potenza della Chiesa. Insomma un bel casino, per cui non mi sento minimamente spinto a partecipare alla sua commemorazione, anche se però so che non va bene e c'è un po' un senso di colpa. 

Alla fine penso di aver capito. Lui è stato l'ultimo vescovo della generazione in cui non esiste differenza tra vocazione personale e vocazione istituzionale, in cui il vescovo deve rinnegare se stesso per diventare un vescovo degno. Per questo lui è assolutamente coerente con la Chiesa e assolutamente incoerente con se stesso e deve averne sofferto molto. Perciò alla fine parteciperò al rosario in Cattedrale ad Asti, perchè la Chiesa non chiede di avere persone perfette, ma persone che attraverso qualunque strada (anche quella della fedeltà alla chiesa come segno di fedeltà a Cristo) si affidano a qualcosa di più grande.



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17 dicembre 2022

Porta a porta

 Sono passati quasi sei giorni dall'ultimo Consiglio Presbiterale ma ancora ci torno sopra con il pensiero. A tema un argomento fumoso: la testimonianza della carità. Non fumoso perchè piovuto dal cielo: è l'argomento di quest'anno pastorale e se ne doveva trattare anche ieri al Consiglio Pastorale Diocesano, poi rinviato causa neve. Fumoso sugli esiti. Ennesimo salotto tipo "Porta a porta" che spesso il Consiglio Presbiterale diventa: scambiarsi opinioni, una dopo l'altra, possibilmente senza cambiare le proprie alla fine e naturalmente la prossima volta si cambia argomento e voilà così per 15 anni... Ma stavolta si è pure giunti a conclusioni sbagliate semplicemente perchè trovandosi a parlare di cose concretissime come l'accoglienza di pakistani sotto le tende militari in quattro parrocchie nessuno si è premunito di cercare o di dare le giuste informazioni. Così l'esito è stato una specie di critica alla prefettura e questura che approfitta della bontà delle comunità cristiane per accogliere temporaneamente questi poveri esseri umani, senza metterci del proprio. Non era così: c'è un continuo inserimento di persone dentro i circuiti di accoglienza previsti dalla legge e un conseguente ricambio all'interno delle tende. L'idea delle tende non è stata della prefettura/questura ma della Caritas. E i pakistani non si aspettano certo di essere accolti, per cui non siamo tenuti a offrire loro il 100% salvo poi chiedere quando finirà l'emergenza, che naturalmente finirà o con la primavera quando potranno dormire fuori, o con il cambio dell'ennesima legge idiota approvata per motivi ideologici o con il cambio di prefetto o questore e l'arrivo di qualcun altro che se ne frega. Insomma: l'ennesima dimostrazione di quanto come sacerdoti siamo troppo spesso fuori dal mondo e ci troviamo a nostro agio a discettare sui massimi sistemi o ad avere i piedi per terra solo per le cose che toccano i nostri interessi.

"Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" (2 Tm 4,3-4)

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15 dicembre 2022

Un tipo originale

 Ovviamente sono rimasto molto indietro nel riportare sul blog la ricchezza di quanto viene fuori nella vita di tutti i giorni. Così riporto quello che ho scoperto prima di partire per la val Susa: don Enrico, viceparroco da noi, sarebbe andato venerdì sera a giocare una partita a calcio con la squadra di seminaristi e sacerdoti al campo sportivo di Venaria contro una squadra di rappers e influencer, per una iniziativa di beneficenza del Torino Club. A parte il fatto meritorio di rispondere ad una iniziativa del Torino Club (qualcosa di buono lo fa ancora...), mi è piaciuto il fatto di buttarsi in un mondo nuovo e di farlo da solo, quasi di nascosto se non con coloro con cui lo ha condiviso. Mi sono ritrovato in pieno nel suo modo di fare e ancora una volta mi sono sentito un po' estraneo da certe situazioni in cui i sacerdoti girano attorno al loro piccolo mondo, al massimo richiamati alla realtà dai giovani. E' il massimo rischio per un sacerdote oggi: a fronte del mondo complesso, ripiegarsi su se stessi e sulla parrocchia e leggere il mondo come se uno lo conoscesse da sempre. Dio ce ne scampi...

"e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (At 1,8)


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14 dicembre 2022

Ancora val susa

 Reduce da tre giorni con gli scout in Val Susa confermo il giudizio positivo su quella zona e su quella gente. Mentre eravamo fermi per una breve tappa in un tempo freddo e nuvoloso uno da un balcone ci ha chiesto se cercavamo qualcosa. Vicino a me uno dei capi che viene da Almese mi dice: "Ora vedrai che ci offre qualcosa" e infatti è giunta l'offerta del tè caldo. Figurati se qui sarebbe successo... non dico in città ma neanche in campagna... I tre giorni sono stati molto intensi: era un campo di aggiornamento metodologico per coloro che diventavano capi R/S (per giovani dai 16 ai 21 anni) dopo esserlo stato con quelli più piccoli. Fa sempre piacere staccare dal tran tran quotidiano ma poi quando torni è un casino...

"E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa" (Mt 10,42)






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07 dicembre 2022

deontologia giornalistica

 Gli ultimi crediti necessari per l'aggiornamento giornalisti li ho guadagnati ieri in un incontro che si è svolto ad Asti sull'etica del giornalismo e l'elenco delle carte dei diritti, che è stato trattato dal presidente dell'Ordine del Piemonte. Un'ora e mezza inizialmente di purga, perchè tutte cose già risapute (ma che fa sempre bene rinfrescare) e poi interessanti man mano che si parlava di carte meno conosciute o più recenti. Alla fine sono stato soddisfatto di aver partecipato e mi sono detto che se la gente sapesse il lavoro che c'è dietro all'attività giornalistica non farebbe di tutta l'erba un fascio, condannando i giornalisti a "fare sensazione". In fondo quelli che fanno i furbi sono una minoranza, ma come in tutte le categorie (preti idem) una minoranza che infanga una maggioranza. Ma mi sono anche convinto ulteriormente di una cosa che pensavo già prima e che ieri ho sentito ribadire dalle alte sfere: i diritti e doveri dei giornalisti non sono di una categoria ma sono per tutta la collettività, perchè uno dei pilastri della democrazia è la possibilità di parlare contro i potenti. 

"Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio." (2 Mac 7,30-31)

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03 dicembre 2022

Soldi buttati?

 Questa settimana mi sono trovato incavolato per una richiesta di fondi dall'otto per mille per riparare una chiesetta rurale nell'Astigiano e relativa canonica che pare avesse già intercettato fondi dal Pnrr oltre che da Fondazioni varie per un ammontare di quasi 400 mila euro. Tutto assolutamente legittimo e tanto di cappello a chi ha fatto il progetto e intercettato fondi. Ma una spesa del genere per una chiesetta che sarà usata 3-4 volte all'anno e una canonica che potrà essere affittata ma con difficoltà visto che è sperduta nella campagna astigiana, perchè mai? O forse come nell'uso italiano si fanno progetti grandiosi e poi a seconda dei soldi che arrivano si ridimensionano? Non sarebbe meglio però dare giudizi anche di merito e non solo di legittimità e anche se si devono lasciare i fondi ad altri (che magari li sprecheranno) almeno non si resta coinvolti nello stesso meccanismo eticamente molto discutibile?

"Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse:  «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». " (Lc 21,5-6)



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