prova tecnica
sto facendo una prova, perchè da qualche giorno non riesco ad aggiornare
Sono reduce da tre giorni di pellegrinaggio con il Vescovo e una quarantina di sacerdoti e diaconi della Diocesi ad Ars, Cluny e Taizé in Francia. Ars è la patria di Jean Baptiste Marie Vianney, santo patrono dei parroci e l'Anno Sacerdotale in corso è stata l'occasione. Al termine di questi giorni mi viene da pensare a quanto vario, fantasioso e vivace è lo Spirito di Dio che ha suscitato esperienze così diverse: la grandiosità e la potenza dell'Abbazia di Cluny che oggi ci fa pensare ad una chiesa ricca e potente ma che allora era il tentativo della Chiesa di liberarsi dal potere politico del re e dei signorotti locali legandosi direttamente e giuridicamente al Papa di Roma; la grandiosità di un uomo come il curato d'Ars che ha semplicemente fatto il suo dovere di parroco ma in modo straordinario; la luce che promana da Taizé per tutti i giovani e il grande lavoro ecumenico che sta svolgendo. Lo stesso Spirito ma con esiti tanto diversi (perché diverse sono epoche e contesti) e per un'unica causa: al suo confronto le nostre idee e le nostre fantasie sono ben poca cosa...
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Sono reduce da tre giorni di pellegrinaggio con il Vescovo e i sacerdoti della diocesi ad Ars, Cluny e Taizé. Mi porto a casa una impressione forte, maturata proprio l'ultimo giorno. A Cluny abbiamo visto i resti di un'abbazia monumentale, che mirava a mostrare lo splendore e la forza della Chiesa contro le possibili intromissioni del potere politico. Ad Ars abbiamo visto le testimonianze di un parroco semplice che attraverso il suo ministero ha trasformato un paese. A Taizé abbiamo visto la vita di una comunità che tesse ecumenismo tra chiese e riavvicina spesso i giovani alla fede. Tre volti diversi dello stesso Spirito che attraverso la disponibilità degli uomini e attraverso gli eventi della storia, belli e brutti, pian piano fa convergere tutto verso Dio e il suo Regno. Una cosa grandiosa, al solo pensarci. Allora tutte le piccole e grandi beghe quotidiane perdono colore: niente va perduto, tutto viene sublimamente trasfigurato. Per questo bisogna sempre puntare al massimo non per ottenere un livello accettabile, ma per ottenere ben di più!
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Ieri c'è stato un laboratorio di formazione su educazione e nuove tecnologie, organizzato dal Tavolo diocesano dell'educazione e dall'Ufficio di Comunicazioni sociali, dove è stato possibile sperimentare l'uso dei media (soprattutto video) nell'educazione e nell'animazione. Veramente era come immergersi in un mondo nuovo, dove si ragiona in modo diverso rispetto a prima e dove è richiesto un grande spirito di avventura e di adattamento per riuscire a intercettare i giovani con il loro linguaggio.
Etichette: comunicazioni sociali, educazione, media
Sto leggendo un libro sull'etica ambientale, intitolato "Valori selvaggi" che riporta dei saggi di filosofi nordamericani e australiani. In particolare mi ha colpito il saggio dei coniugi Routley che parlano dello "sciovinismo degli umani". Secondo loro delle due l'una:
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Ieri due episodi mi hanno "interpellato". Ieri mattina in chiesa è passato un mio coetaneo che, partendo dal domandarmi i motivi per cui ero diventato prete, è arrivato a esprimere il desiderio di una fede forte che possa dare un orientamento a una vita ordinaria spesso confusa e frammentata. Mi ha fatto capire che era colpito dal fatto che qualcuno senza secondi motivi si dedicasse a tempo pieno alla fede propria e degli altri in risposta a quella che lui definiva "una cosa interiore".
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Questa mattina all'incontro dei sacerdoti che operano in città (Asti) ci si è trovati a ragionare ancora una volta sull'eccesso di impegni e di incombenze di vario genere che impedirebbe l'ascolto e il dialogo paziente con la gente. E' vero: a volte ti trovi a dover fare i conti, aprire e chiudere i locali, fare manutenzione, organizzare, gestire emergenze di ogni tipo.
Le notizie degli attentati terroristici in Iraq in questi giorni, proprio in occasione delle elezioni, fanno capire quanto preziosa sia la democrazia. Che ci sia qualcuno che provochi orrori per destabilizzare tutto, per scoraggiare la gente ad andare a votare mi fa pensare a quanto fastidiose siano considerate da noi le elezioni. Eppure si direbbe che sputiamo nel piatto in cui mangiamo, visto che in altre parti del mondo la democrazia si paga col sangue. Siamo assuefatti ai vantaggi che la democrazia porta e sembra che pretendiamo anche che questi vantaggi non comportino il minimo impegno. Perfino la Chiesa non è stata molto profetica quando nel XIX sec. ha combattuto così strenuamente contro la democrazia: vero che vi sono molti problemi da risolvere, ma vero anche che si dovrebbe essere più coraggiosi come cristiani nell'imboccare una strada e nell'assumersene tutti i rischi.
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Ieri c'è stato il funerale di un signore relativamente giovane, per anni operatore scolastico al liceo scientifico. Naturalmente c'era molta gente e alcuni hanno espresso un ricordo. Mi ha colpito che le doti riconosciute sono state l'umiltà, lo spirito di servizio, la disponibilità serena. Pensa: se guardi certi programmi in Tv o se senti in giro sembra che queste siano tutte scemenze, roba da gente che non sa farsi strada. Poi scopri che queste sono le cose che restano nel cuore delle persone e quando vengono a mancare i rapporti sono meno umani.
Sto leggendo un libro eccezionale anche se un vero mattone (già solo il fatto che sia di 950 pagine ne fa un mattone anche come dimensioni). Si intitola "L'età secolare" ed è stato scritto da Charles Taylor, un filosofo americano. Ripercorre tutte le origini della secolarizzazione e della noncredenza contemporanee. Soprattutto ha una tesi sulla quale da tempo sto riflettendo e ora mi ritrovo scritta e ampiamente documentata. La tesi è questa: l'ateismo contemporaneo non è un'altra cosa rispetto alla fede ma è stato uno sviluppo della fede stessa. Un po' come quando da giovani si mette in discussione tutto quanto è stato da bambini, ma per poi magari interiorizzarlo personalmente. E' vero che uno rischia di buttare tutto e così molto dell'ateismo contemporaneo tende a buttare via la fede. Ma sarebbe poco saggio combatterlo, così come è poco saggio che un genitore combatta contro il figlio solo perché contesta. Semmai è meglio continuare a testimoniare il valore di un patrimonio di fede e con molta pazienza e benevolenza attendere, sapendo sempre dare ragione della speranza, ma solo se richiesto...