28 marzo 2010

prova tecnica

sto facendo una prova, perchè da qualche giorno non riesco ad aggiornare

26 marzo 2010

tre giorni ad ars, cluny, taizé

Sono reduce da tre giorni di pellegrinaggio con il Vescovo e una quarantina di sacerdoti e diaconi della Diocesi ad Ars, Cluny e Taizé in Francia. Ars è la patria di Jean Baptiste Marie Vianney, santo patrono dei parroci e l'Anno Sacerdotale in corso è stata l'occasione. Al termine di questi giorni mi viene da pensare a quanto vario, fantasioso e vivace è lo Spirito di Dio che ha suscitato esperienze così diverse: la grandiosità e la potenza dell'Abbazia di Cluny che oggi ci fa pensare ad una chiesa ricca e potente ma che allora era il tentativo della Chiesa di liberarsi dal potere politico del re e dei signorotti locali legandosi direttamente e giuridicamente al Papa di Roma; la grandiosità di un uomo come il curato d'Ars che ha semplicemente fatto il suo dovere di parroco ma in modo straordinario; la luce che promana da Taizé per tutti i giovani e il grande lavoro ecumenico che sta svolgendo. Lo stesso Spirito ma con esiti tanto diversi (perché diverse sono epoche e contesti) e per un'unica causa: al suo confronto le nostre idee e le nostre fantasie sono ben poca cosa...

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25 marzo 2010

tre giorni ad ars, cluny, taizé

Sono reduce da tre giorni di pellegrinaggio con il Vescovo e i sacerdoti della diocesi ad Ars, Cluny e Taizé. Mi porto a casa una impressione forte, maturata proprio l'ultimo giorno. A Cluny abbiamo visto i resti di un'abbazia monumentale, che mirava a mostrare lo splendore e la forza della Chiesa contro le possibili intromissioni del potere politico. Ad Ars abbiamo visto le testimonianze di un parroco semplice che attraverso il suo ministero ha trasformato un paese. A Taizé abbiamo visto la vita di una comunità che tesse ecumenismo tra chiese e riavvicina spesso i giovani alla fede. Tre volti diversi dello stesso Spirito che attraverso la disponibilità degli uomini e attraverso gli eventi della storia, belli e brutti, pian piano fa convergere tutto verso Dio e il suo Regno. Una cosa grandiosa, al solo pensarci. Allora tutte le piccole e grandi beghe quotidiane perdono colore: niente va perduto, tutto viene sublimamente trasfigurato. Per questo bisogna sempre puntare al massimo non per ottenere un livello accettabile, ma per ottenere ben di più!

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21 marzo 2010

nativi digitali

Ieri c'è stato un laboratorio di formazione su educazione e nuove tecnologie, organizzato dal Tavolo diocesano dell'educazione e dall'Ufficio di Comunicazioni sociali, dove è stato possibile sperimentare l'uso dei media (soprattutto video) nell'educazione e nell'animazione. Veramente era come immergersi in un mondo nuovo, dove si ragiona in modo diverso rispetto a prima e dove è richiesto un grande spirito di avventura e di adattamento per riuscire a intercettare i giovani con il loro linguaggio.
Certo però è una bella sfida anche perchè, come diceva il formatore di ieri, più che riempirli di informazioni è importante aiutarli ad andare in profondità e a trovare i collegamenti tra tante informazioni: molto più difficile ma molto più interessante. Nello stesso tempo noi dobbiamo imparare ad abbandonare il metodo cattedratico per una conoscenza più condivisa e "orizzontale", costruita insieme.
Affascinante e con numerosi risvolti per la fede

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17 marzo 2010

diritti degli animali

Sto leggendo un libro sull'etica ambientale, intitolato "Valori selvaggi" che riporta dei saggi di filosofi nordamericani e australiani. In particolare mi ha colpito il saggio dei coniugi Routley che parlano dello "sciovinismo degli umani". Secondo loro delle due l'una:
- o è possibile trovare delle qualità che accomunino tutti gli esseri umani e allora si può accettare che i valori morali siano riservati agli esseri umani (ma questo pare impossibile perchè o si tratta di qualità che sono anche degli animali come l'entrare in relazione o si tratta di qualità che neanche tutti gli uomini hanno come la razionalità);
- oppure dire che valori e diritti sono riservati agli umani è ingiusto e "sciovinista": sono anche degli animali.
Il ragionamento non fa una grinza, peccato che un po' di buon senso non guasterebbe... C'è proprio da dire: "valori selvaggi..."

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14 marzo 2010

sulla figura del prete

Ieri due episodi mi hanno "interpellato". Ieri mattina in chiesa è passato un mio coetaneo che, partendo dal domandarmi i motivi per cui ero diventato prete, è arrivato a esprimere il desiderio di una fede forte che possa dare un orientamento a una vita ordinaria spesso confusa e frammentata. Mi ha fatto capire che era colpito dal fatto che qualcuno senza secondi motivi si dedicasse a tempo pieno alla fede propria e degli altri in risposta a quella che lui definiva "una cosa interiore".
Ieri sera poi c'è stata l'ordinazione sacerdotale di Luigino Trinchero, un seminarista che aveva fatto servizio per un anno anche da noi. Uno dei cugini ci ha detto che erano presenti anche i suoi datori di lavoro (prima di entrare in seminario lavorava in una ditta), perchè la sua scelta aveva colpito un po' tutti coloro che lo conoscevano da vicino.
Queste e altre cose simili mi fanno pensare a come possa sembrare rivoluzionaria oggi la decisione di entrare in seminario e di diventare sacerdote, visto che molte volte uno la sua vita magari se l'era già impostata diversamente. Inoltre mette un po' di brivido pensare che le aspettative nei tuoi confronti sono normalmente molto alte, troppo alte e che in verità se non tieni conto che tu sei come gli altri le tue fragilità interiori rischiano di farti soccombere.

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09 marzo 2010

preti impegnati

Questa mattina all'incontro dei sacerdoti che operano in città (Asti) ci si è trovati a ragionare ancora una volta sull'eccesso di impegni e di incombenze di vario genere che impedirebbe l'ascolto e il dialogo paziente con la gente. E' vero: a volte ti trovi a dover fare i conti, aprire e chiudere i locali, fare manutenzione, organizzare, gestire emergenze di ogni tipo.
Eppure il mio grande dubbio è sempre lo stesso: ma è sicuro che se non ci fossero tutte queste cose spontaneamente si andrebbe a trovare le persone a casa, si cercherebbe di stringere legami con chi non si vede mai, si prenderebbe in carico qualche situzione di bisogno? Spesso più che di tempo è questione di stato d'animo, di entusiasmo, di spinta interiore. A volte anche attraverso gli incontri più banali è possibile imbastire un'amicizia e se anche non saranno tutti a far la coda per chiedere di approfondire la fede, però quella al di fuori di un bel rapporto umano è solo ideologia.

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07 marzo 2010

elezioni in iraq

Le notizie degli attentati terroristici in Iraq in questi giorni, proprio in occasione delle elezioni, fanno capire quanto preziosa sia la democrazia. Che ci sia qualcuno che provochi orrori per destabilizzare tutto, per scoraggiare la gente ad andare a votare mi fa pensare a quanto fastidiose siano considerate da noi le elezioni. Eppure si direbbe che sputiamo nel piatto in cui mangiamo, visto che in altre parti del mondo la democrazia si paga col sangue. Siamo assuefatti ai vantaggi che la democrazia porta e sembra che pretendiamo anche che questi vantaggi non comportino il minimo impegno. Perfino la Chiesa non è stata molto profetica quando nel XIX sec. ha combattuto così strenuamente contro la democrazia: vero che vi sono molti problemi da risolvere, ma vero anche che si dovrebbe essere più coraggiosi come cristiani nell'imboccare una strada e nell'assumersene tutti i rischi.

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04 marzo 2010

un funerale

Ieri c'è stato il funerale di un signore relativamente giovane, per anni operatore scolastico al liceo scientifico. Naturalmente c'era molta gente e alcuni hanno espresso un ricordo. Mi ha colpito che le doti riconosciute sono state l'umiltà, lo spirito di servizio, la disponibilità serena. Pensa: se guardi certi programmi in Tv o se senti in giro sembra che queste siano tutte scemenze, roba da gente che non sa farsi strada. Poi scopri che queste sono le cose che restano nel cuore delle persone e quando vengono a mancare i rapporti sono meno umani.

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02 marzo 2010

secolarizzazione

Sto leggendo un libro eccezionale anche se un vero mattone (già solo il fatto che sia di 950 pagine ne fa un mattone anche come dimensioni). Si intitola "L'età secolare" ed è stato scritto da Charles Taylor, un filosofo americano. Ripercorre tutte le origini della secolarizzazione e della noncredenza contemporanee. Soprattutto ha una tesi sulla quale da tempo sto riflettendo e ora mi ritrovo scritta e ampiamente documentata. La tesi è questa: l'ateismo contemporaneo non è un'altra cosa rispetto alla fede ma è stato uno sviluppo della fede stessa. Un po' come quando da giovani si mette in discussione tutto quanto è stato da bambini, ma per poi magari interiorizzarlo personalmente. E' vero che uno rischia di buttare tutto e così molto dell'ateismo contemporaneo tende a buttare via la fede. Ma sarebbe poco saggio combatterlo, così come è poco saggio che un genitore combatta contro il figlio solo perché contesta. Semmai è meglio continuare a testimoniare il valore di un patrimonio di fede e con molta pazienza e benevolenza attendere, sapendo sempre dare ragione della speranza, ma solo se richiesto...