24 aprile 2016

si parte

Via una settimana per un campo scuola di scout di più o meno vent'anni. Si chiama ROSS (Route di Orientamento alle Scelte di Servizio) e serve per aiutare coloro che dovranno decidere se prendere la partenza (cioè concludere il percorso scout accettandone i valori). Ma serve anche per me: mi ritrovo nella canzone scout "E di nuovo route" che riporto per intero tanto per fare un po' di mitologia

Viene il giorno in cui chiedi a te stesso dove voli 
viene il tempo in cui ti guardi e i tuoi sogni son caduti 
E' il momento di rischiare di decidere da soli 
non fermarsi e lottare per non essere abbattuti 

RIT. Spingerò i miei passi sulla strada 
passerò tra i rovi e l'erba alta 
la gioia m'ha trovato la pienezza 
non starò più seduto ad aspettare 

Sulle spalle una mano che si spinge a trattenere 
vuol fermare l'avventura ma ritorno a camminare 
ho incontrato troppa gente che mi ha dato senza avere 
voglio dare queste braccia non c'è molto da aspettare. 
RIT.
È parola come vento tra le porte quella stretta 
gli uni gli altri nell'amore non avere che un canto 
questo tempo non ha niente da offrire a chi aspetta 
prende tutto prende dentro sai fin dove non sai quanto. 
RIT. 
Non è strada di chi parte e già vuole arrivare 
non la strada dei sicuri dei sicuri di riuscire 
non è fatta per chi è fermo per chi non vuol cambiare 
E' la strada di chi parte ed arriva per partire. 
RIT

20 aprile 2016

il peso del passato

Oggi sono andato a trovare un mio amico con un passato remoto psichiatrico, un passato prossimo completamente riabilitato e un presente nuovamente di buio. Da chiacchierone qual era, ora sotto l'effetto dei medicinali era quasi irriconoscibile. Ho avuto il doppio sentore:
- la fragilità umana, specie quando la malattia non è solo fisica. E' lui, ma non è più lui
- il peso del passato (e non solo sanitario). Ci si libera ma a volte il passato è più forte e come una zavorra ti riporta a terra, se non proprio rasoterra. Veramente in certi casi la salvezza è solo dall'alto e forse, in casi più estremi, la salvezza è solo nella promessa di una vita rinnovata. Strano: quanto più il peso del passato è consistente, tanto più la speranza travalica il mondo terreno. Chi sta bene tende a vedere poco lontano.

"Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna.  Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". (Lc 11,24-26)

19 aprile 2016

stare sulla bibbia

Ieri con un gruppo di persone siamo rimasti per un'ora e mezza su due capitoli del vangelo di Luca, commentando e cercando di capire. Alla fine non ci siamo neanche accorti dell'ora. Sempre più mi convinco che c'è una miniera d'oro a disposizione e che invece ci accontentiamo di argento dorato (sussidi, catechismi vari, qualche articoletto qua e là..). Certo ci vuole fatica per tirar fuori dell'oro, ma se sai che c'è non demordi. Se invece dubiti allora alla prima difficoltà ti tiri indietro. Ma non basta estrarre l'oro: bisogna poi saperlo usare e questa è la seconda sfida. Che serve la Parola di Dio per la vita nostra? Nella chiesa di oggi serve per pregare e basta. Invece le grandi scelte e le grandi direzioni di marcia si prendono con criteri tutti umani: teorie sociologiche, ideologie pastorali varie, tradizione, buon senso. Insomma, tutto al ribasso. Prezzi scontati: poca fatica anche se poco frutto, tanto fra un po' tutto di ridiscute per l'ennesima volta.

"Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino"

(Sl 118,105)

17 aprile 2016

cammino di fede

Ma si può programmare un cammino di fede? Discorso venuto fuori ieri sera con i capi scout che stanno redigendo il progetto educativo per i prossimi anni. Questa mattina pensando ad un giovane che ha fatto un cammino di fede partendo da un'esperienza di scambio scolastico con un famiglia evangelica degli Stati Uniti, passando per strade varie e giungendo a pensare ora ad un futuro di vita diverso da quello "normale" di tutti, direi proprio di no. Solo alla fine capisci il cammino fatto ma non lo programmi. La fede scatta e poi la coltivi oppure coltivi l'attesa che scatti ma non la determini.
Questo rende la pastorale giovanile molto esigente: i "cammini" non sono cammini, sono al più dei programmi catechistici che magari non ti portano da nessun'altra parte se tu non lo vuoi. Viceversa a volte le novità della vita ti fanno fare dei salti nel nuovo senza precedenti. Ma neanche in quel caso cammini solo, prima salti e poi eventualmente ti guardi intorno e  cammini.

"Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno"

(Sl 139,16)

16 aprile 2016

innovazione

Ieri al dibattito tra direttore Caritas Soddu, responsabile del Bureau Médiacal di Lourdes De Franciscis e presidente del consorzio di cooperative "G. Mattarelli" Granata durante il congresso eucaristico diocesano è uscita di nuovo fuori la parola "innovazione". Una parola magica per descrivere il cambiamento epocale che stiamo vivendo e la necessità di introdurre stili totalmente nuovi, a partire dal valore delle connessioni e dei legami rispetto a quella dell'identità. Per il cristianesimo è una rivoluzione: non sei connesso ad altri perchè sei cristiano, ma sei cristiano perchè ti connetti ad altri con lo stile di Gesù.
E ancora più t'accorgi che non stiamo perdendo le nuove generazioni, ma ci stiamo perdendo noi, continuando a fare come se niente fosse. Giustamente, come si è detto, papa Francesco è il più citato, anche in contesti che non c'entrano niente con la chiesa. Vero, ma questo è un problema nostro, perchè lui l'innovazione l'ha già attuata, noi manco ci pensiamo.

"Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?"

(Is 43,18-19a)

15 aprile 2016

l'eucaristia dal volto umano

Giancarlo Maria Bregantini
Ieri al Congresso Eucaristico Diocesano è intervenuto mons. Bregantini, riflettendo sull'umanizzazione che l'Eucaristia porta nella società, a partire da un dibattito degli amministratori sulla carta di intenti redatta dalla Diocesi in merito alle difficoltà di molte famiglie.
E' stato un intervento spettacolare, che ha racchiuso il senso dell'eucaristia dandole il volto umano (dal quale d'altra parte è partita: il volto di Cristo). Conoscevo Bregantini prima ancora che diventasse vescovo di Locri, nel lontano 1994. Posso solo pensare che la concretezza con cui egli parla di alta teologia gli sia venuta dall'essere stato lavoratore a Porto Marghera prima di entrare in seminario. Certo non basta, ci vuole anche una vita spirituale. Però mentre si sa che senza vita spirituale non si costruiscono buoni sacerdoti, sfugge che senza vita umana si costruiscono mostri sacri, sacri sì  ma pur sempre mostri.

"Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo" (Mc 6,3)

14 aprile 2016

abbattere... per i giovani

Ieri un mio amico formatore della Cisl, coautore della ricerca sulla nuova strategia di organizzazione del lavoro nelle fabbriche chiamata World Class Manifacturing, passava da Asti est e ha proposto di prendere insieme un caffé. Ho tardato la benedizione delle famiglie (casualmente ero in quella zona) e ci siamo incontrati. In realtà lui voleva sottopormi la questione di ricevere un sacco di proposte da pezzi grossi dell'università per andare avanti col lavoro e scrivere ulteriori riflessioni. Lui era un po' sconcertato perchè era partito a fare il materassaio a 18 anni... Mi ha fatto un lungo discorso sul fatto che veramente c'è un clima nuovo in quelle fabbriche in cui si applica quel sistema, solo che il sindacato andrebbe radicalmente rinnovato e non sempre le persone che lo guidano ne sono capaci. Parlare con lui mi ha aperto gli occhi: siamo in una fase in cui l'unica possibilità nella nostra generazione di mezzo corso è di abbattere quel che c'è stato e che ora impedisce il cambiamento e non tollerare più la gradualità, perchè schiaccia chi ha voglia di impegnarsi ed è una giustificazione per coloro che non si schiodano dai loro posti di comando. Non avremo la possibilità e le capacità di ricostruire, però almeno avremo lasciato lo spazio alle nuove generazioni per ricostruire secondo il nuovo mondo: globalizzato, essenzializzato e senza troppe mediazioni. Questo nelle fabbriche, nella chiesa, nella politica e... dentro di noi.

"Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare". (Ger 1,10)

13 aprile 2016

andare alle periferie

L'adagio di papa Francesco è interessante da applicare quando in periferia ci vai per la benedizione delle famiglie. In questi giorni sono in periferia nelle campagne dove trovi il bell'ambiente naturale all'inizio della primavera e respiri un po' di aria buona. Ti rifai gli occhi con il verde e il colore dei fiori. Poi ti metti a passare le case tra di loro distanti per cui alla fine della giornata ne ha passata solo la metà di quello che avresti fatto in città. Anche perchè lì la gente racconta e non è sbrigativa: sembra che anche i tempi siano dilatati. Andare in periferia non è solo andare in frontiera a combattere: è anche tornare a una vita con tempi e modi diversi.

"Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra" (1Re 19,4)

11 aprile 2016

si riprende a camminare

Dopo quattro mesi di riposo forzato, finalmente si riprende a camminare. In pianura... anzi in lungomare. Il tratto da Arenzano a Varazze è un bel recupero dell'ex ferrovia. Tempo incerto ma l'importante è tornare in pista.
inizio percorso dopo Arenzano: anche in galleria!

musulmani convertiti

Sabato sera sono andato al cinema con alcuni giovani a vedere God's not dead, film poco film ma denso di spunti sul rapporto tra fede e scienza e sul ruolo della fede nella nostra società. Tra le altre figure c'era quella della giovane musulmana convertita cristiana, con conseguente ripudio da parte della propria famiglia. Mi sono detto: chissà quando mi capiterà di incontrare una situazione simile.
Domenica (ieri) viene a confessarsi una signora di origine palermitana, di passaggio ad Asti. Musulmana convertita al cristianesimo un po' di anni fa con conseguente abbandono della propria famiglia di origine e affascinata dalla figura di Cristo. Esattamente come il personaggio del film.
Pensa te che roba. E sentendola parlare ho capito che la fede in Cristo è qualcosa di grande e che se musulmanesimo e cristianesimo in quanto religioni possono essere entrambe dignitose, la figura di Cristo svetta al di sopra di tutte, cristianesimo compreso.

05 aprile 2016

chiesa e nomadi

Non sono i Nomadi, ma proprio il popolo rom e sinti. Ieri durante la benedizione delle famiglie ho avuto modo di parlare con una volontaria storica al campo nomadi, che denunciava l'assenza totale della chiesa in quel mondo. Nonostante esista addirittura una fondazione (Migrantes) proprio quella gente sarebbe lasciata a se stessa, specialmente dal punto di vista religioso. In parte penso sia vero: chi si preoccupa del fatto che i sinti battezzano i loro bambini e poi ... ciao. Li si vive con sufficienza, al massimo si pretende che si preparino al battesimo dei bimbi (il più presto possibile, mi raccomando). Dall'altra è vero che sono in buona parte musulmani (i rom) e che anche le generazioni nuove di cattolici non è che brillino in senso religioso.
Poi c'è il fatto che si considera necessario integrarli con i gagé (non nomadi) e allora si diffida delle pastorali speciali. E poi c'è l'aggravante che alcuni di loro con le loro bravate fanno fare terra bruciata intorno a quell'etnia. Nello stesso tempo pare non sia una loro scelta continuare  a stare in campi nomadi: ma è anche vero che se hanno una casa spesso tengono la roulotte in cortile e abitano in parte lì e in parte là. Insomma un vero ginepraio...

02 aprile 2016

ritorno ai primi secoli...

Agorà
Ieri a scuola ho avuto due flash che mi hanno fatto tornare ai primi secoli del cristianesimo. Durante il seminario di filosofia della religione una studentessa ha fatto vedere un pezzo del film "Agorà" su Ipazia dove i cristiani distruggono gli idoli nella biblioteca di Alessandria d'Egitto e distruggono anche molti rotoli e codici: sembrava di vedere l'Isis che distrugge Palmira. Brutta impressione e nello stesso tempo quanta acqua è passata sotto i ponti!
Il secondo flash l'ho avuto mentre uno studente relazionava un saggio di J.L.Marion dove ad un certo punto si dice che l'Eucaristia è il compimento dell'ermeneutica filosofica. Parlare di Eucaristia in un saggio filosofico?? E poi mi è venuto in mente quando nei dibattiti sulla Trinità e su Cristo si dibatteva di sostanza, persona, ecc. e poi questi termini sono entrati a pieno titolo nella filosofia. Chissà se anche l'Eucaristia un giorno diventerà termine filosofico?

01 aprile 2016

fede al centro commerciale?

Ieri sono stato invitato per dare la benedizione in occasione della inaugurazione di una nuova ala del centro commerciale Il Borgo. Sono stati molto cortesi e hanno cercato di mettermi a mio agio, benchè io più che a disagio fossi soprattutto curioso. Curioso di entrare in un mondo, quello commerciale, in cui le persone sembrano dover sembrare più che essere eppure prese una per una hanno tutte una loro storia. All'inizio ti sembrava di essere in relazione con ruoli: quello che presentava, il direttore, quello addetto alle foto, ecc. Se però scambiavi due parole ti accorgevi di essere di fronte a persone.
Cosa c'entrava la benedizione? Eppure perchè si preoccupano di chiederla? Semplice protocollo prima del taglio del nastro? Boh, non l'ho capito. Però mi piace pensare che non sia fede e non sia immagine ma una sana via di mezzo. Per intanto sicuramente inaugura un prodotto dell'ingegno umano...