30 novembre 2018

denatalità

Ieri ho avuto sentore di cosa si va dicendo che fra un po' di anni in Italia vi sarà un'eccedenza di persona anziane e scarsità di giovani e nuove generazioni. Passando per la benedizione delle famiglie in una zona in cui vivono molti anziani e avendo visto le stesse famiglie da dieci anni a questa parte mi sono reso conto che molti si vanno intristendo. Alcuni lamentano la distanza dei figli, altri rimpiangono la religione com'era una volta (??). Altri ancora sembra vogliano essere pimpanti ma trasmettono un senso di nostalgia. Insomma, ci conviene dare più spazio possibile ai ragazzi che ci sono, senza comprimerli dentro il nostro stile di vita e lasciando che liberino la loro creatività, restando al loro fianco per sostenerli e guidarli quando è il caso. Anche nella chiesa... papa Francesco ha visto lungo, quando ha indetto un sinodo sui giovani.

"Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»" (Qo 12,1)

27 novembre 2018

religione o spiritualità

André Comte-Sponville
Pablo d'Ors
Sul  numero 5 di Vita e Pensiero c'è un interessante confronto a due voci tra il filosofo francese André Comte-Sponville e l'autore spirituale spagnolo Pablo d'Ors sul rapporto tra religione e spiritualità. Il primo, che si dichiara ateo, afferma di poter avere una spiritualità pur non credendo in una religione. Il secondo usa un'immagine: la religione è il calice, la spiritualità il vino. Mi piace più la seconda, anche se capisco la prima. E forse è proprio questa immagine a dire come mai tanto dibattito pastorale non porta a nulla: stiamo disquisendo sul calice e non ci preoccupiamo del vino che c'è dentro. Invece la gente si divide in due: chi si fa attrarre dal calice, anche perchè magari non beve vino (triste...) e chi non si fa ingannare dal calice e cerca il vino buono.

"E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo  e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono»." (Gv 2,9-10)

25 novembre 2018

orgoglio albanese

Ieri c'è stata la festa della bandiera albanese e si sono riproposti i temi, gli accenti, i colori dell'orgoglio nazionale albanese. Come ogni anno ne sono un po' affascinato e come ogni anno mi chiedo se esista un orgoglio nazionale italiano. Forse non esiste. E' un peccato, perchè dovremmo essere orgogliosi di ciò che gli italiani fanno nel mondo e di ciò che hanno fatto in tutti i tempi. Meno male perchè l'orgoglio è l'anticamera del nazionalismo e a volte del nazionalismo violento. Insomma: dovremmo guadagnare una fierezza nell'essere in gamba e nel condividere questa fierezza e questa capacità con tutti i popoli. Quale partito incarna questi ideali? Boh... magari ne fondiamo un altro...

"Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria" (Sl 116,1)

23 novembre 2018

20 km sul mare

Finalmente! Tornato a camminare dopo secoli. Una liberazione, anche se il tempo non era bellissimo, ma era una giornata di pseudosereno tra giorni interi di pioggia. Continuo la riviera di ponente e vado da Savona a Varigotti. Rivedo Spotorno dove per 6 anni sono andato in colonia. Ma soprattutto vedo la gente che lavora alle strutture balneari, vedo coloro che da pensionati cercano di "resistere" giovani, vedo le bellezze naturali e anche quelle create dall'uomo: certi lungomari e certe passeggiate sono veramente belle. Bisognerebbe che anche le parrocchie lo fossero, anche se si dice sempre che l'importante è ciò che si fa, non ciò che appare. Beh.. quel che appare ti invoglia a fare... o a non fare...

"benedite, mari e fiumi, il Signore.
Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore"
(Dn 3,78-79)

isola di Bergeggi

Lapide carina

Punta Noli

21 novembre 2018

cambiare la comunicazione

All'incontro degli uffici pastorali del settore "testimonianza della carità" (Caritas, Migrantes, pastorale lavoro, pastorale salute e comunicazioni sociali) ieri si è riflettuto sul fatto che la comunicazione in campo sociale e politico è ormai fatta a slogan. E' necessario una politica attiva di comunicazione che punti non solo a far conoscere ciò che si fa, ma a ricreare una sensibilità sulla solidarietà. Ha iniziato Renzi a parlare a slogan come se invece di fare politica dovesse vendere prodotti. Ora Salvini e Di Maio più che politici sembrano "oracoli di Delfi": messaggi brevi e incisivi, su argomenti sui quali non è possibile essere brevi e incisivi. Salvo che l'oracolo di Delfi era oscuro e andava interpretato, questi invece sono fin troppo chiari e per questo abili adescatori, perchè fan sembrare facili cose che sono difficili. Nessun saggio educatore farebbe sembrare facile ciò che è difficile a chi viene educato, altrimenti lo si accuserebbe di truffaldino. Ma forse i politici non sono educatori... O lo dovrebbero essere?

"C'è chi chiacchierando è come una spada tagliente,
ma la lingua dei saggi risana" (Pro 12, 18)

20 novembre 2018

fine dei racconti

Questa mattina ho spedito l'ultimo racconto dei dodici che mi ero impegnato a scrivere (uno al mese a partire da dicembre 2017) ad amici che desideravano riceverli. Ho tirato un respiro di sollievo: l'impegno che mi ero preso a Natale scorso serviva a tener desta l'ispirazione di scrivere e la sfida a parlare di cose della fede con linguaggio laico. Non è stato sempre semplice (il racconto di ottobre lo fa capire...) ma è stato proprio bello, a prescindere dal fatto che non ritenga di avere la vocazione dello scrittore. Nello stesso tempo è stato bello marcare il succedere dei mesi con un appuntamento fisso. Ora mi è venuto in mente un altro progetto: una serie di quattro racconti uno per stagione ma più lunghi, ciascuno diviso in tre puntate da scrivere una al mese (4x3=12). Non so, ad un certo punto senti il bisogno di scrivere racconti come senti il bisogno di uscire a fare un giro per non fare la muffa in casa...

"Poi interrogarono Baruc: «Dicci come hai fatto a scrivere tutte queste parole». Baruc rispose: «Di sua bocca Geremia mi dettava tutte queste parole e io le scrivevo nel libro con l'inchiostro»." (Ger 36,17-18)

17 novembre 2018

ma dove vivono i preti?

Ieri mattina c'è stato l'incontro dei sacerdoti impegnati in città con il nuovo Vescovo. Giro di presentazione e qualche idea sulle questioni da affrontare per il futuro prossimo. Ho taciuto... ultimamente monopolizzavo troppo il dibattito. Sono venute fuori le classiche cose sul catechismo, l'età dei sacramenti, la catechesi dei giovani, la preparazione al matrimonio, la divisione dei territori parrocchiali. Le stesse cose di dieci anni fa, come se non ci fossero state la crisi economica, l'esplosione delle migrazioni, il crollo dei matrimoni e il calo dei battesimi, la situazione di giovani costretti a emigrare per avere un futuro. Mi sono chiesto se noi preti viviamo in questo mondo o in un mondo parallelo. O se sono io a essere in un mio mondo parallelo. Mah...


"Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8b)

15 novembre 2018

parlare a se stessi

Sempre più spesso mi capita di dover confessare o rispondere a persone che chiedono consigli e scoprire che quello che dico a loro, lo sto dicendo a me stesso... E' come se qualcuno dicesse a me cose che io poi passo agli altri ma mi rendo conto che valgono anche per me. E' successo ancora una volta ieri mentre parlavo con una persona con cui ci confrontiamo regolarmente. Suggestione? Un passo verso la psichiatria? L'effetto è buono, perciò non sto troppo ad indagare le cause e lo leggo come un segno di Dio.

"Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile»" (Gn 2,18)

14 novembre 2018

cinquanta metri fa la differenza

Lo pensavo ieri quando per la benedizione delle case cinquanta metri dividono le case popolari dalle altre. Due mondi diversi. Ad entrare nelle case popolari a volte c'è grande dignità, a volte non molta e si vive nel degrado. I discorsi spesso sono sulla sopravvivenza e a volte si litiga tra vicini. Nelle altre case tutto è più o meno in ordine e i discorsi spaziano. Ma che cosa fa sì che uno nasca in una casa popolare, un altro in una casa bella? Che cosa fa sì che uno nasca in tempo di crisi, di guerra e un altro nasca in tempo di pace e di benessere?
In passato c'era lo sforzo per ridurre le diseguaglianze di nascita ma oggi quello sforzo non si fa più, quasi fosse naturale che qualcuno nasce ricco e qualcuno povero. Forse bisogna riprendere a pensare come fare a ridurre le diseguaglianze ora che lo Stato non ha più soldi per farlo...

"perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" (Mt 5,45)

13 novembre 2018

Torino degradata?

Una di queste mattine avevo sentito durante la rassegna stampa in radio un articolo che parlava della crescita del degrado a Torino dopo gli splendori del dopo Olimpiade. Ovviamente il riferimento era alla giunta Appendino e non solo. Ieri andando a Torino ne ho parlato con un amico che lavora in Università e che mi ha detto che effettivamente c'è meno vivacità culturale di qualche anno fa. Peccato. Speravo diversamente. Ma poi ho avuto un polso diverso della situazione quando, rientrando verso la stazione alla 22.30 dopo un incontro di aggiornamento ho visto i portici di via Roma zeppi di gente che dormiva per strada. Non che non si vedano di giorno, anzi. Ma vederli mentre si preparano ad andare a dormire con la naturalezza che userebbe chi si prepara in una stanza da letto colpisce molto.
Non so se sia questione di maggior tolleranza verso di loro, di temperatura ancora mite che fa preferire non ricorrere ai dormitori o altro. So che me ne sono tornato a casa con la convinzione che realmente Torino sta regredendo.

"Ah! come sta solitaria
la città un tempo ricca di popolo!
E' divenuta come una vedova,
la grande fra le nazioni;
un tempo signora tra le province
è sottoposta a tributo.
Essa piange amaramente nella notte,
le sue lacrime scendono sulle guance;
nessuno le reca conforto,
fra tutti i suoi amanti;
tutti i suoi amici l'hanno tradita,
le sono divenuti nemici." (Lam 1,1-2)

12 novembre 2018

mille domande dei giovani

Sabato sera con i ragazzi di prima superiore abbiamo deciso di partecipare ad un concorso indetto dalla Caritas. Ma la cosa che mi ha colpito di più è che dopo aver mangiato è partito un fuoco di fila di domande sulla fede che ha toccato tanti punti disparati: il diavolo, la figura del prete, la posizione della chiesa sull'omosessualità, il Vangelo. Il tutto si è interrotto solo perchè io dovevo assistere in chiesa ad un concerto di cori popolari... I giovani sembrano affamati di una parola che non sia superficiale e che non rispecchi l'opinione di una generazione al massimo: una parola che ha duemila anni di vita forse è più credibile. L'orizzonte cambia: basta solo che non si esprimano semplicemente delle "posizioni dottrinali" ma che si sappia motivarle con argomenti che siano cogenti per i ragazzi.
Chissà, forse ritornerà una attenzione all'aspetto più "razionale" della fede...

"adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto" (1Pt 3,15)

07 novembre 2018

Cambiare la comunicazione

Ieri sera parlando con alcuni giovani ho scoperto che 3 su 5 erano a favore delle posizioni di Salvini sull'immigrazione. Sono giovani che frequentano la parrocchia, perciò la cosa mi ha colpito ma non più di tanto. Piace lo stile deciso e anche il merito delle questioni. Sul primo punto devo dire che anch'io non sono contrario, specie per smascherare l'ipocrisia di alcuni paesi europei di cui meglio non fare il nome. Sul secondo ovviamente no. Ma mi ha colpito che non appena ho fatto notare loro alcune cose sulle problematiche dell'immigrazione, hanno riconosciuto che la situazione non è facile da capire come la fa Salvini. E allora mi sono detto: non sarebbe meglio riprendere in mano la fatica del confronto, del dibattito, dell'educazione dei giovani al senso critico?
Qualcuno dice: se organizza qualcosa del genere, non viene nessuno. Ma io dico: se tu fossi un'azienda e dovessi pubblicizzare un prodotto che consideri buono, nel caso che nessuno lo compri te la prenderesti con i mancati clienti oppure con il tuo ufficio pubblicità?

"Non ripetere mai la parola udita
e non ne avrai alcun danno" (Sir 19,7)

05 novembre 2018

attraversare la sofferenza

Ieri sera a "Che tempo che fa" ho visto l'intervista a Michael Bublé che mi ha colpito. Già la sua voce è di quelle che lascia il segno (mi riprometto di comprare il prossimo album) ma soprattutto la testimonianza della prova che ha dovuto superare (cancro al fegato del figlio di 3 anni) ha reso l'intervista decisamente diversa da tutte le altre e ci ha fatti sentire (eravamo in famiglia a guardarla) partecipi pur essendo davanti ad un televisore. La potenza della sofferenza: rende veramente più umani e stringe i legami perfino mediati dallo schermo. Veramente misterioso che la cosa che umanizza di più sia quella che tutti cerchiamo di evitare.

"In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Gv 12,24)

04 novembre 2018

il comandamento più grande

Oggi il Vangelo è sul comandamento più grande, dell'amore a Dio e al prossimo. Ieri sera mentre ero con i ragazzi sono stato chiamato d'urgenza al pronto soccorso per un signore che era in fin di vita e che io conoscevo per la benedizione delle famiglie, dato che lui, essendo cieco, non poteva uscire di casa. Due cose mi hanno fatto capire il comandamento più grande applicato alla  pratica. La prima era che non voleva nessun prete se non me: eppure io mi ero limitato a parlargli insieme una volta all'anno e, amando lui scherzare, a fare qualche battuta. Eppure evidentemente basta poco, anche se non intenzionale... La seconda era che la persona che lo seguiva non si limitava a fare il suo lavoro: ieri era in lacrime al suo capezzale. E' possibile fare le cose per amore.
Qualcuno mette in primo piano il valore del sacrificio: quando soffri per le cose che fai è come se portassi la croce e questo è un valore in sè. Ma proprio il Vangelo smentisce questo: "Allora lo scriba gli disse: (...)  amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».  Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». Perciò il comandamento più grande è il fare le cose con amore, da cui può derivare il sacrificio, ma non il sacrificio in sé.

"Qual è il primo di tutti i comandamenti?" (Mc 12,28)

03 novembre 2018

profughi di ieri e di oggi

Ieri mi sono preso mezza giornata e sono andato a Torino. Ho guardato un film semisconosciuto, intitolato "La donna dello scrittore" ambientato nella Francia occupata dai nazisti. Poi sono andato ad un incontro di aggiornamento dei giornalisti sulla situazione nei Balcani e sul rapporto tra giornalismo e volontariato. A fare da collegamento tra i due eventi il tema dei profughi. Solo che nel film erano profughi europei che cercavano di scappare in America, nell'incontro di aggiornamento erano profughi dei Balcani durante le guerre degli anni Novanta e profughi di oggi che attraverso la rotta balcanica cercavano di arrivare in Europa. Insomma: profughi ce ne sono sempre stati e hanno avuto tutti la stessa caratteristica. Disposti a tutto pur di salvarsi. Perciò, cara Europa, vedi di svegliarti.

"Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è nato fra di voi; tu l'amerai come tu stesso perché anche voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio" (Lev 19,34)

01 novembre 2018

la banalità di morire

Ieri mi è passato per la testa di cercare che fine aveva fatto un amico, medico ad Alessandria che era da un po' che non vedevo. Avevamo perso i contatti da tempo. Come si fa se non si ha più il numero? Se uno fosse su Facebook lo saprebbe. Io invece ho semplicemente digitato il suo nome su Google e ho trovato la sorpresa: un necrologio pubblicato su Repubblica. Morto nel 2014 per malattia improvvisa. In un attimo ho pensato che anche altri che non vedevo da tempo avrebbero potuto fare la stessa fine... Ma questo è stato particolare, perchè andando a scuola ad Alessandria spesso passavo per la via dove ultimamente abitava, anche se non ricordavo più la casa e più volte mi era venuto in mente di fermarmi e leggere i campanelli. Oppure guardavo se per caso lo trovavo per strada. Morto da quattro anni...  Scoprirlo il giorno dei Santi e la vigilia dei defunti creava un certo clima.
Insomma: meglio non sprecare un attimo di questa vita...

"Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole." (Qo 8,15)