31 maggio 2016

vecchie e nuove idolatrie

Due incontri in diocesi e due chiacchierate con persone su questioni di soldi mi hanno fatto fare una riflessione comune. Sui soldi ho ascoltato la rovina di una famiglia piena di soldi a causa dei soldi stessi per bocca di una signora che mi aveva chiamato per la benedizione della casa e poi mi ha tenuto quasi un'ora. Inoltre mi sono trovato a dirimere una questione di soldi per un'altra persona che non ha certo problemi economici.
Sugli incontri in diocesi, a fronte di un vento nuovo, deciso e anche rinnovato mi sono trovato a riflettere sugli anni persi in chiacchiere, riunioni e progetti approdati al nulla.
Parole e soldi sono idolatrie: ti abbagliano, ti promettono, ti fanno sentire vivo e poi ti lasciano a terra, quasi senza più anima perchè intanto ti hanno tagliato fuori dalla realtà. Solo chi ne è fuori, capisce quando una persona si sta rovinando per i troppi soldi e quando le parole sono solo flatus vocis. E come sui soldi ci vuole misura e temperanza, anche sulle parole e sui progetti ci vogliono le stesse virtù...

"Gli idoli delle genti sono argento e oro, 
opera delle mani dell'uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono" (Sl 114,4-5)

29 maggio 2016

survival

Un corso di survival ?! Ho assistito ieri sera all'incontro preliminare insieme agli scout (tre ore dalle 21,30 alle 0,30 con pausa di dieci minuti...) tenuto da un istruttore della Federazione. Mi è piaciuto parecchio, anche se non penso che andrò a fare un corso di survival...
Oltre a dare numerose informazioni utili per la vita all'aria aperta, è riuscito a trasmettere il senso del survival nella sua versione "non patologica": la capacità di dialogare con la natura senza violentarla e senza sacralizzarla, la capacità di essere sul "qui e ora" in ogni momento, la capacità di essere autonomi e previdenti, la capacità di farsi da soli le cose. Ma soprattutto il mettere in discussione uno stile di vita in cui tutto è già fatto e preconfezionato: dall'insalata già tagliata al tipo di scarpa in base all'uso che vuoi farne. E' vero: ci ingabbiamo da soli in schemi mentali, prodotti ultraspecializzati, percorsi ultradefiniti e perdiamo il senso primordiale della creatività, della capacità di adattamento e di prodotti che possano servire a più usi contemporaneamente. In questo il survival è una fisioterapia per persone ingessate da lungo tempo...

"E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire" (Mt 10,19)

28 maggio 2016

si riparte con la pastorale giovanile

"C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico": inizia così una poesia che alle medie mi avevano fatto studiare a memoria (bella lunga..). Quel verso descrive la sensazione che alcune riunioni di pastorale giovanile (ultima quella di ieri) mi hanno messo addosso. Nuovo, perchè rinnovato, ma antico perchè dopo anni di impaludamento sembra ritorni la voglia di interrogarsi, di affrontare le cose reali, di interessarsi alla vita dei giovani e non solo al calendario di iniziative e chi c'è c'è. Antico anche perchè le cose effimere passano e nessuno si ricorda più, mentre le cose profonde restano nel tempo e quando non vengono realizzate hai addosso un senso di soffocamento come quando c'è aria viziata in una stanza. Ora qualcuno ha finalmente aperto la finestra.

"Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che prende il nome da me, e dite: Siamo salvi!" (Ger 7,10)

27 maggio 2016

devozione mariana

Ieri sera c'è stata in una frazione della nostra parrocchia la "conclusione" del mese mariano con il rosario e il rinfresco. Uno dei tanti rosari in una delle tante chiesette in una delle tante occasioni mariane. Eppure il clima era diverso. Intanto c'era gente di età diverse, anche se l'età medio-alta era prevalente. Poi si respirava un clima di raccoglimento e di attenzione che si percepiva, benchè io avessi molti di spalle, essendo nel primo banco. Poi la preghiera era decisa, forte senza essere sguaiata e calda. E poi il rinfresco è stato all'insegna di una allegria e di una gioia di incontrarsi che in città (ma anche in altri luoghi rurali) non c'è. Al punto che il venir via è stato un po' rimpianto, ma dovevo ancora fare un salto da un'altra parte.
Nel dibattito sulla riduzione dei sacerdoti e delle messe bisogna mettere seriamente in conto la moltiplicazione di occasioni di incontro in nome della fede, in modo che siano occasioni di amicizia e di incontro umano. Senza questo substrato le punte di fede sono schegge impazzite, molto fragili, un po' come la punta di un iceberg senza i tre quarti sott'acqua si scioglie subito...

"La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! " (Fil 4,5)

25 maggio 2016

tra studio e realtà

Ieri all'aggiornamento docenti del Polo Teologico di Torino era a tema l'Evangelii Gaudium e ognuno ha fatto un intervento di sottolineatura dal proprio punto di vista della disciplina. Ne è emerso un ricco quadro, una miniera di possibili approfondimenti e di ricadute pratiche che mi ha dato il gusto dello studio e del confronto con altri. A volte si agisce senza pensare e si prendono decisioni sull'onda del consenso e dell'utilità immediata, facendo trionfare il relativismo, quasi che non esistesse la possibilità di affrontare le cose in modo oggettivo e razionale. Altre volte l'aspetto teorico è talmente teorico che ci si bea delle parole e dei ragionamenti, dei documenti e delle cose scritte, proprio come se si fosse fatto qualcosa, facendo trionfare l'idealismo.
La sapienza cristiana invece è migliore: parte dalla Parola che però si fa carne. Ecco perchè la teologia astratta e la pastorale degli eventi non sono cristiane, solo pseudo.

"Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me avranno ancora sete."

(Sir 24,21)

24 maggio 2016

dietro le quinte

Ieri c'è stato il funerale di un sacerdote congolese da qualche anno nella nostra Diocesi e da qualche tempo malato. Nelle testimonianze durante il funerale è stato tracciato il profilo di una grande mente (ex coordinatore nazionale delle scuole cattoliche in Congo) unita ad un grande cuore nella massima discrezione e fede. Non era solo il solito profilo che si fa venir fuori nei funerali... Anche il sindaco del paese, pur non conoscendolo bene, ha fatto sintesi di quello che ha ascoltato mettendo in luce il saper restare dietro le quinte.
Non so se sia una virtù da imitare, al massimo una virtù da chiedere e da desiderare. Forse c'è chi può permetterselo e chi no oltre ad esserci chi riesce e chi no. Chi ha incarichi di una qualche responsabilità pubblica gioca la sua discrezione diversamente, non facendosi forte di tale incarico. Ma magari sempre rimpiange i bei tempi in cui poteva permettersi di stare dietro le quinte.

"Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.

Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge"

(Am 7,14-15)

23 maggio 2016

il sacerdote secondo i giovani

Sempre più interessante la lettura segnalata già qualche giorno fa di "Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia". Il capitolo sulla figura del sacerdote che emerge dalla ricerca, scritto dal responsabile della pastorale giovanile di Reggio Emilia, don Giordano Goccini, si conclude così:
"Nelle parole dei giovani vi sono ben poche tracce della rappresentazione tradizionale del sacerdote che hanno i loro nonni, con il suo contorno di sacralità e di prestigio. Ora il prete è spoglio delle vesti sacerdotali, calato in mezzo alla realtà quotidiana della vita della gente e lì si gioca la sua identità e l'autenticità del ministero. Ben poco credito i giovani sono disposti a riconoscere al ruolo in sé, mentre sono attenti e disponibili all'incontro con chi si mette in gioco con loro e si compromette nei loro problemi, pur proponendo una diversa visione del mondo e della vita. In questo senso la scomparsa del ruolo sacrale ha attenuato il  vecchio anticlericalismo che si nutriva di esso e dei suoi privilegi.
Questa spogliazione popolare dal basso del ruolo sacerdotale tuttavia non è così fuorviante, né distruttiva come potrebbe apparire. Paradossalmente essa ha un riscontro dall'alto nel faticoso cammino che la Chiesa ha intrapreso cinquant'anni fa nel Concilio Vaticano II e che trova nuova linfa nella testimonianza e nelle parole di Papa Francesco. (...). Ora che il sacerdote è morto, può nascere il pastore. Speriamo che tutti possano presto inc
ontrarne uno in carne ed ossa"

"Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l'imposizione delle mani da parte dei presbìteri" (1Tm 4,11)

22 maggio 2016

Amoris Laetitia

Finalmente ho iniziato a leggere l'esortazione apostolica Amoris Laetitia seguendo il consiglio che dà lo stesso papa: non leggerla di filato ma...a piccole dosi. Ed è bastata la prima piccola dose, l'introduzione, per capire che siamo di fronte ad una rivoluzione anche nello stile del magistero. Fino a ieri i documenti a tutti i livelli sembravano essere dei punti di arrivo di un confronto ed erano il miraggio di una chiesa che si muoveva: così i convegni della chiesa italiana che vengono presentati come documenti che segnano la storia degli ultimi decenni, così i numerosi scritti di Giovanni Paolo II, uno per argomento, così le lettere pastorali che ogni vescovo in ogni diocesi si è sentito in dovere di scrivere per dire che si va avanti. Invece questa esortazione (come già l'Evangeliii Gaudium è fatta per far discutere, per creare sinodalità, per raccogliere il punto in cui siamo e di lì andare avanti. Per questo non è un documento giuridico e per questo lascia tanti punti in sospeso.
Forse bisognerebbe imparare: parlare e scrivere non per esprimere la posizione ufficiale della chiesa e neanche per dire la mia, ma per invogliare a tornarci sopra e a costruire comunità che si costruisce mettendosi in ascolto dello Spirito. Il resto va tutto al macero.

"La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani"   (2Cor 3,2-3)

21 maggio 2016

famiglie ricostituite

Ieri sono stato chiamato da una famiglia che non avevo mai incontrato (perchè non mi ero mai accorto di quell'abitazione...) per la benedizione e ho trovato due giovani sprintosi e ben curati, simpatici e disponibili con una casa curata e moderna senza strafare. Poi chiacchierando mi hanno detto tranquillamente che sono separati da precedenti unioni e che hanno entrambi figli dalla precedente relazione. Così la casa dove ora sono a giorni è abitata solo da loro oppure da qualche bambino e non sempre dagli stessi. Ho avuto immediatamente la fotografia di cosa si intende in sociologia per "famiglia ricostituita": una casa a rotazione. Eppure l'impressione è stata molto positiva e conto di tenere i contatti.

"Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. (...) Dègnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia" (Tb 8,6-7)

20 maggio 2016

alfieri: pannella o snob?

Ieri ho dovuto tenere una breve conferenza sulla "spiritualità della libertà" di Vittorio Alfieri: secondo gli organizzatori bisognava verificare se si potesse parlare in lui, così antireligioso e anticlericale, in quei termini. E' la seconda volta che mi ritrovo a leggere di lui e alla fine resto sempre indeciso. Per un verso sembra un Marco Pannella del XVIII sec., rompiscatole, fissato della libertà, anche se magari non tenace come il Pannella del XX_XXI sec. Dall'altra mi sembra uno snob che non ha avuto meglio da fare che fare l'intellettuale che cura la sua immagine di inquieto amante della libertà. Mah forse tutte e due le cose insieme.
Per noi oggi comunque resta ostico da leggere e difficile da prendere come esempio. Ma forse tutti i rompiscatole sono così. Anche i profeti però erano dei rompiscatole...

"Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile" (Sl 139,6)

19 maggio 2016

analfabetismo

Aggiungi didascalia
Ieri è capitata una signora che parlava di maledizioni mandate ad altri, di realizzazione di queste maledizioni, di sensi di colpa, di sensazione di presenze di defunti... Al di là di ciò che le ho risposto e del tempo dedicatole alla fine pensavo che l'approccio scientifico, materialista e attento solo delle cose che riguardano l'oggi ha ottenuto l'effetto di coloro che per anni non usano determinati muscoli: siamo atrofizzati. Anzi, per ogni cosa fuori dal normale ci sono solo due estremi: negarle come follia oppure accettarle come oro colato. E così a fianco degli atei scientisti ci mettiamo i creduloni: due facce della stessa medaglia. Stanno insieme come il figliol prodigo e il fratello maggiore: non si possono vedere ma hanno un comune padre, cioè l'incapacità di usare senso critico anche per trattare le cose trascendenti.

"Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla»" (1Sam 28,7)

17 maggio 2016

migliorero

Si scrive senza accento finale... ed è il nome del rifugio sopra bagni di Vinadio con cui riprende la preparazione atletica e interiore. Appena dopo il disgelo, la stagione promette grandi cose e grandi progetti. La montagna ti riporta con i piedi per terra e la testa al giusto posto, cioè oltre le meschinità quotidiane.
lago inferiore dell'Ischiator


rifugio Migliorero

cascata riprodotta sulle bottiglie dell'acqua Sant'Anna
(qui sono le fonti)

"...camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb"
(1Re 19,8)

16 maggio 2016

ancora sulla fede dei giovani

Questa volta tocca alla ricerca "Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia" a cura dell'Università Cattolica. Ricerca qualitativa con notevoli spunti di riflessione, che per la prima volta intende capire anche i tipi di frattura che esistono negli itinerari catechistici post iniziazione cristiana. Nel capitolo curato da Claudio Stercal (docente di teologia spirituale a Milano) che analizza le risposte alla domanda "Che cosa c'è di bello nel credere in Dio?" i paragrafi conclusivi sono "punti di non ritorno":
- "un autentico itinerario di fede": simile a molti itinerari presenti nella Bibbia e nella tradizione cristiana anche se problematico sugli attuali itinerari ecclesiali. Domanda: sbagliano i giovani  o sbaglia la pastorale giovanile?
- "per la maturazione della fede": i giovani si avvantaggerebbero molto della conoscenza più ampia della Bibbia e della tradizione cristiana. Domanda: che fine fanno le Gmg e le migliaia di eventi organizzati una tantum?
- "una verifica dei percorsi ecclesiali": le risposte fornite dai giovani sono un eccellente materiale per compiere tale verifica. Domanda: chi ha il coraggio di farlo?
- "un itinerario personale": qualunque iniziativa si voglia intraprendere con i giovani, essa deve mettere al centro la dimensione personale. Domanda: perchè condanniamo ancora il "soggettivismo" dei giovani? Sarebbe come condannare i francesi solo perchè non parlano italiano.


"Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». " (1Sam 3,10)

15 maggio 2016

alpinità

Ieri al teatro Alfieri durante le cerimonie ufficiali di saluto, discorso, premiazioni, ecc. è stata usata la parola "alpinità" per definire lo spirito alpino. Si può sorridere della cosa (della serie un conto è aiutare, un conto è farlo da alpino; un conto è combattere, un conto è farlo da alpino; un conto è cantare, un conto è farlo da alpino; un conto è bere, un conto è farlo da alpino, ecc.). Però mi è sembrata una bella immagine da usare proprio nella festa di Pentecoste per parlare dello Spirito Santo: un conto è lavorare, un conto è farlo da figlio di Dio; un conto è far festa, un conto è farlo da figlio di Dio; un conto è soffrire, un conto è farlo da figlio di Dio; un conto è impegnarsi, un conto è farlo da figlio di Dio. Il termine corrispettivo sarebbe "spiritualità" (ah, ma forse questo esiste già...).
http://www.caiocomix.com/

"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20)











14 maggio 2016

la guerra è una cosa brutta

Ieri sera durante il primo concerto di cori alpini un commentatore (tra l'altro decisamente giovane) ha legato insieme i pezzi musicali con l'immagine del bisnonno intorno al quale aveva fatto qualche ricerca, uno dei "ragazzi del '99" partiti in guerra a 16 anni. Il momento più toccante è stato quando ha commentato che tornato dalla guerra non voleva mai raccontare nulla e alla domanda curiosa di nipoti e pronipoti rispondeva inesorabilmente "La guerra è una cosa brutta". Oltre alla memoria delle vittime del terrorismo, dell'olocausto e di altro, occorrerebbe fare memoria di questo, grazie anche ai cori alpini e magari scrivere due parole a chi ancora oggi traffica in armi. La guerra è ancora più brutta delle solite cose brutte, perchè non solo giustifica l'istinto violento (che ha volte è inevitabile per mantenere l'ordine pubblico) ma lo esalta. Ma chi ne è coibnvolto e lo capisce, tace inorridito.

"Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!" (Gn 4,10)

13 maggio 2016

alpini

Ed ecco che sono arrivati gli alpini e la città si trasforma. L'evento scatena gli animi: chi si chiude in casa, chi li va a cercare, chi li sopporta, chi ne sorride, chi li esalta. Un grande sforzo organizzativo e tanta fatica, ma lo spirito aiuta a non sentire tutto ciò. Mi ha scritto una persona: "Pensavo  che... gli alpini sono un corpo dell'esercito e pensavo anche al loro grande impegno nella Protezione civile, a ciò che hanno fatto per la nostra città quando c'è stata l'alluvione e a ciò che regaleranno ora (non solo in termini di allegria)... e mi venivano in mente le parole del profeta Isaia:

"Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci, un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra" (Is 2,4)

12 maggio 2016

ospedale

Due giorni senza internet sono diventati interminabili... E intanto è nuovamente uscita la necessità di trovare un cappellano per l'ospedale in una situazione di assenza pressoché endemica di sacerdoti. La tentazione è metterci una pezza: trovare a tutti i costi qualcuno. Questa però  è l'epoca di papa  Francesco, l'epoca in cui basta mettere da qualche parte la parola "periferie" per aver la prima pagina sui giornali e la parola "nuova evangelizzazione" per guadagnare il diritto di una testimonianza in qualche diavolo di convegno. Ebbene l'ospedale è sia una periferia esistenziale e sia un luogo di nuova evangelizzazione dove chi ha fede rischia di perderla e chi non ce l'ha rischia di riguadagnarla. Forse ha più diritto di attenzione di molte parrocchie. E forse non ci vuole una pezza e neanche un miracolo. Ci vuole un investimento: rischiare di tenere scoperti altri buchi per giocare tutto su uno.
Ci vorrebbe qualcuno che lo facesse per vocazione e non per promessa di obbedienza al vescovo e ci vorrebbe qualcuno che fosse supportato da una intera staff multivocazionale: diacono, religioso/religiosa, laici...

"Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli prese con sé i due figli Manasse ed Èfraim. Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto" (Gn 48,1-2)

09 maggio 2016

se non diventerete come bambini...

Ieri pomeriggio alle prime confessioni sono rimasto a bocca aperta. Tra tanti bambini più o meno normali, uno ha fatto un elenco molto dettagliato di peccati e di situazioni in cui li aveva commessi. Al che gli ho chiesto se secondo lui in confessione era meglio arrivare con tanti peccati o con pochi. La risposta è stata: "Meglio con tanti così te ne vengono perdonati di più". Ogni commento è puramente superfluo... da imparare per quando andiamo dicendo "non ho grandi cose da confessare..." come se fosse un merito.

"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana"

(Is 1,18)

08 maggio 2016

carceri o bolge infernali?

Ieri uno dei volontari dell'associazione che si occupa di detenuti è venuto ad iniziare un progetto insieme a ragazzi di terza media portando un video di "materiali per un film sul carcere". Molto interessante perchè ripreso all'interno e con parecchie testimonianze. Poi ha parlato del lato violento del carcere, delle durezze tra detenuti, delle omertà, delle violenze di certe guardie carcerarie e della bontà di altre. Sembrava veramente un mondo a parte. Ma quel che ha lasciato il segno sono le torture di determinate "squadrette di agenti", evidentemente con qualche problema di equilibrio personale. Anche i detenuti non sono da meno, ma loro sono appunto "detenuti", certe cose non te le aspetteresti di chi li custodisce. La violenza veramente è troppo radicata nella razza umana e nella sua animalità per pensare che sia messa a tacere da qualche legge o da qualche regolamento. Da questo punto di vista l'occidente ha fatto dei miracoli e forse non ce ne rendiamo conto.


"Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri"

(Is 61,1)

07 maggio 2016

filosofia del gioco

Ieri nell'ambito del seminario di filosofia della religione una studentessa ha portato il libro I giochi e gli uomini di Roger Caillois, un classico anche se datato che mette al centro della riflessione il gioco come atteggiamento verso l'esistenza. Man mano che ascoltavo la relazione si accendevano tante lampadine in testa:
- il gioco è pieno di regole e se non le rispetti non puoi divertirti
- il gioco però è fatto per divertirsi e non ha nessuno scopo
- il gioco richiama la gratuità, proprio come la fede, anzi è una metafora potente per mettere insieme regolamentazione e libertà
- al campo scout uno dei giovani aveva usato l'espressione "prendere la vita non per gioco ma con gioco"
Insomma, forse sottovalutiamo questa dimensione umana, relegandola ai bambini oppure ai viziati oppure a coloro che hanno del tempo da perdere. Da ora in avanti... si gioca!





"Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,

io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo"

(Pr 8,27-31)

06 maggio 2016

giovani e senza fissa dimora

Oggi ci sarà il primo incontro per il progetto "Giovani e prossimità" che prevede un coinvolgimento di volontari per raccogliere storie di vita di persone senza fissa dimora e, con l'occasione, fare un po' di volontariato nel centro Caritas. Fino all'ultimo sembrava che si dovesse rinviare e invece nel giro di 24 ore sono venute fuori le adesioni, di cui due raccolte mentre andavo in giro per la benedizione delle famiglie. La cosa che più mi ha colpito è che sembrava la prendessero come una avventura oltre che come un aiuto e ho pensato che questo è lo spirito giusto. Di benefattori è pieno il mondo ma i giovani non amano essere scambiati per benefattori. Se lo fanno per i crediti formativi è un'altra faccenda, non perchè non possano aiutare con serietà ma perchè lo fanno senza spirito di avventura.

"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8)

05 maggio 2016

il risveglio della forza

Eh sì, un po' in ritardo ma non mi sono certo perso il settimo episodio di Star Wars - il risveglio della forza. Mi è rimasta impressa la battuta di uno dei protagonisti che diceva che alla fine cambiano il nome (Sith nella prima trilogia, Impero nella seconda, Primo Ordine nella terza) ma alla fine le dinamiche del potere violento sono sempre quelle. Quanto è vero... se solo si facesse memoria delle vicende dell'umanità si riuscirebbe quasi a prevedere quali sono le strade che si stanno intraprendendo e questo aiuterebbe a discernere quelle buone da quelle sbagliate.
Per esempio il calo di vocazioni sacerdotali potrebbe essere indice del nuovo spazio lasciato al laicato nel rinnovare la chiesa, una chiesa più attrezzata non tanto sulle appartenenze e sulle istituzioni di base quanto sulla testimonianza quotidiana e sulla spiritualità intesa come cura interiore. Questo corrisponderebbe al Basso Medioevo quando l'avvento degli ordini mendicanti e le loro istituzioni terziarie laicali hanno avuto il sopravvento sugli ordini monastici, in un'epoca che vedeva sempre più al centro il ruolo delle c
ittà e delle professioni rispetto al feudalesimo.
Ma alla fine è soprattutto contro i grandi potentati che bisogna stare all'occhio, siano essi Sith, Impero o Primo Ordine...

"Chiunque non si prostrerà e non adorerà, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente" (Dn 3,6)

04 maggio 2016

pochi cristiani o poco cristiani?

Ieri durante la messa patronale di S. Secondo l'arcivescovo di Torino Nosiglia ha commentato la secolarizzazione come non tanto un raffreddamento della fede quanto una reazione al fatto che i cristiani lo sono troppo tiepidamente. Tesi suggestiva, confortata dal detto di Tertulliano che il sangue dei martiri e seme di nuovi cristiani. Tesi anche adeguata al contesto della festa di un martire.
Ma poi da questa strada in poi si finisce in un vicolo cieco. Se la società fosse fatta da cristiani convinti, non ci sarebbero martiri ma saremmo già nel regno dei cieli... Se la società fosse fatta da cristiani poco convinti non ci sarebbero martiri ma forse non ci sarebbe neanche più la fede. Se la società fosse fatta da una minoranza di convinti e una maggioranza di non convinti allora saremmo all'origine del cristianesimo, ci sarebbero martiri ma di certo non perchè i cristiani lo sono poco. E se la società fosse fatta da una  minoranza di convinti e una maggioranza di poco convinti allora saremmo nella nostra situazione e di martirio non ce se sarebbe bisogno.
Insomma, rassegnamoci. Saremo sempre minoranza più o meno convinta perchè se dobbiamo essere sale e lievito non possiamo essere la pasta o il cibo da salare.

"Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente" (Mt 5,13)

03 maggio 2016

in crescita i cattolici in scandinavia

Su Il nostro tempo della settimana scorsa, letto però solo ieri, ho trovato un articolo decisamente interessante sulla crescita forte dei cattolici in Scandinavia con tassi di oltre il 50% in Svezia, Islanda, Finlandia. L'articolo precisa che c'è uno zoccolo duro di immigrati ma che esistono anche conversioni eccellenti di grandi personaggi e di gente comune. L'ultimo in ordine di tempo è il pastore pentecostale Ulf Ekman che segue alla conversione del pastore luterano Lars Eklebad. Dal sito La nuovabp.it: 

"In Svezia, infatti, Ekman è un nome popolarissimo. Nato nel 1950 a Gothenburg e comunista tesserato in gioventù, studente di Etnografia, Storia e Teologia all’Università di Uppsala, ordinato nel 1979 ministro di culto nella Chiesa di Svezia, trent’anni fa, nel 1983, ha fondato a Uppsala una comunità protestante pentecostale, Livets Ord (Parola di vita), piuttosto rinomata benché i pentecostali siano anch’essi solo una minoranza nel mare magnum del protestantesimo, oramai in gran parte solo nominale, di Svezia. Pur appartenendo dunque a una minoranza, Ekman si è ampiamente distinto per fede e fervore diventando, secondo Stefan Gustavsson, Segretario generale dell’Alleanza Evangelica Svedese, «il leader carismatico più dinamico e influente che la Svezia abbia conosciuto nell’ultimo mezzo secolo», e per di più notissimo pure all’estero. La sua Livets Ord ‒ di cui nel 2002 ha lasciato la guida ad altri onde concentrarsi sul lavoro internazionale ‒ conta 3mila fedeli devotissimi, 12 pastori, una scuola frequentata da un migliaio di alunni, diversi missionari attivi specialmente in Russia, Kazakistan e altre regioni ex sovietiche, nonché una ONG caritativa che aiuta i bimbi dell’India. Ha inoltre dato vita alla più grande scuola di studi biblici dell’intera Penisola scandinava, i suoi libri sono tradotti in 60 lingue e il suo programma televisivo di spiritualità è seguito in mezzo mondo. Che dunque a un certo punto Ekman lasci tutto per farsi battezzare nella Chiesa Cattolica è, dicono acuti osservatori del mondo scandinavo, un vero e proprio terremoto. E soprattutto per il modo in cui la cosa è avvenuta"

Che dire? Che è forse tempo di svegliarci dal sonno con sta storia del crollo della fede e della secolarizzazione.

"Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani"
(At 13,46)

02 maggio 2016

eccoci di ritorno

Dopo otto giorni di route tra i monti dell'ovadese e il centro di Genova, si torna alla base. Porto a casa alcune impressioni che ribadiscono (se ancora ce n'era bisogno) alcune convinzioni che mi sto costruendo.
I giovani sono assolutamente sensibili alla questione della fede se non si parte dalla chiesa e dalla religione, ma dalla spiritualità. Nello stesso tempo hanno sete di risposte e di confronto sulla chiesa e sull'istituzione, basta che non si chieda loro di intrupparsi e si dia il beneficio di inventario. Non hanno perso la voglia di futuro e la combattività, la voglia di vivere e il "buon cuore" verso gli altri.
Ma non è che tutto questo dipende dal fatto che quella scout sia una gioventù "selezionata"? Certamente sì, ma è per dire che non è cambiato nulla nell'animo giovanile: sono cambiate solo le condizioni di vita decisamente più ostili nei loro confronti e la difficoltà degli adulti (del mondo ecclesiastico in particolare) a sintonizzarsi. Come ogni generazione che si rispetti c'è un gap anche se si pensava che non ci fosse vista la nostra democraticità e la nostra attitudine al dialogo. Beh, visto che noi siamo così allora i giovani saranno cosà.
sul monte Tobbio
al porto di Genova alle 23 dopo l'esperienza con i senza fissa dimora della comunità S. Egidio
"Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio"

(Qo 11,9-10)