Ho sempre trovata sospetta la preoccupazione verso le giovani generazioni a causa della crisi economica ma non sono mai riuscito a capire cosa non mi suonava bene. Poi mi è capitato tra le mani il "memorandum" che Roberto Napoletano ha scritto sul Domenicale del Sole 24 ore del 5 maggio e ho capito. Ecco:
"Venerdì scorso, ore 23, ricevo da Edoardo Scarpellini, una mail nella quale si legge: 'Ho potuto raccontare a Porta a Porta la storia della mia azienda che ho iniziato a costruire 4 anni fa all'età di 19 anni, un messaggio di incoraggiamento alla generazione ventenni che ha il compito di ricostruire questo Paese'.
Edoardo il suo futuro se lo è inventato in vacanza, fuori dall'Italia, rubando l'idea (giusta) per fare turismo e cultura in un modo (nuovo) di cui Milano era (incredibilmente) sprovvista. Si è fatto il giro di musei e ristoranti, ha convinto l'Atm e ha portato a casa la Milano Card, che apre ai turisti le porte della città, offrendo mezzi di trasporto e visite guidate. Mi è capitato di ascoltarlo la sera del primo maggio in televisione e mi è rimasta impressa una frase (Siamo come i nostri nonni) che mi ricorda lo spirito di Promemoria italiano e l'urgenza di rivivere nei comportamenti la stagione del dopoguerra. Ho deciso di cercarlo per telefono per fargli i complimenti ed esprimere la mia sorpresa. 'Direttore, siamo tanti a pensarla così, siamo tanti a metterci alla prova e tutti vogliamo essere all'altezza dei nostri nonni'
mi risponde serafico e mi fa sperare che l'Italia può cambiare davvero. Non sarà facile, anzi, ma bisogna crederci"
Ecco cos'era che non riuscivo a capire: i genitori degli attuali giovani sono preoccupati per il futuro dei figli. I nonni, invece, sono preoccupati perché questi "nipoti" sono cresciuti nell'agiatezza e troveranno lungo darsi da fare... Fortunatamente pare che i "nipoti" si siano già mossi e, guardacaso, prendono esempio non dai genitori, ma dai nonni...