29 maggio 2013

il castello misterioso

E basta andare in giro! Vero... ma è un po' una "dipendenza". Castello di pietra: val Vobbia (Alta Valle Scrivia). Da vedere. Sentiero facile, volendo variante più lunga. Peccato che era chiuso (giustamente è un po' complicato andarlo ad aprire. E poi solo per un visitatore...). Ma di domenica è sempre aperto: per questo salterò qualche messa :-(

26 maggio 2013

che fine ha fatto benedetto XVI?

Ho appena concluso lo speciale de "Il Regno" (3/2013) uscito in occasione delle dimissioni di Benedetto XVI, che ripercorre le vicende del suo pontificato. A leggere mi si è stretto il cuore: la sintesi è che c'era una grande voglia in lui di affrontare di petto le questioni della Chiesa e della modernità ma che poco alla volta si è stemperato per gli ostacoli sempre maggiori all'interno della Curia. C'è anche una complessa analisi sul suo pensiero e su come dall'essere un figlio del Vaticano II sia potuto essere annoverato tra i teologi più conservatori.
Ora sembra che i fasti di papa Francesco abbiano contribuito a farlo dimenticare il più in fretta possibile: una vera e propria presenza silenziosa. Ma che fine avrà fatto?

23 maggio 2013

ancora natura

Questa la devo proprio pubblicare... E' la vista dalle rocche del Reopasso in Alta Valle Scrivia. C'è anche la possibilità di 1 km di ferrata, ma quella è meglio farla con un po' di preparazione e non da soli. Da soli invece si può godere di questo bellissimo paesaggio.

22 maggio 2013

i colori della natura

Una "fuga vigliacca davanti alla scuola..." No: un salto in Alta Val Scrivia, alle rocche del Reopasso. Belli i colori della natura! Per ora insuperabili, vero?

19 maggio 2013

"Siamo come i nostri nonni"

Ho sempre trovata sospetta la preoccupazione verso le giovani generazioni a causa della crisi economica ma non sono mai riuscito a capire cosa non mi suonava bene. Poi mi è capitato tra le mani il "memorandum" che Roberto Napoletano ha scritto sul Domenicale del Sole 24 ore del 5 maggio e ho capito. Ecco:
"Venerdì scorso, ore 23, ricevo da Edoardo Scarpellini, una mail nella quale si legge: 'Ho potuto raccontare a Porta a Porta la storia della mia azienda che ho iniziato a costruire 4 anni fa all'età di 19 anni, un messaggio di incoraggiamento alla generazione ventenni che ha il compito di ricostruire questo Paese'. Edoardo il suo futuro se lo è inventato in vacanza, fuori dall'Italia, rubando l'idea (giusta) per fare turismo e cultura in un modo (nuovo) di cui Milano era (incredibilmente) sprovvista. Si è fatto il giro di musei e ristoranti, ha convinto l'Atm e ha portato a casa la Milano Card, che apre ai turisti le porte della città, offrendo mezzi di trasporto e visite guidate. Mi è capitato di ascoltarlo la sera del primo maggio in televisione e mi è rimasta impressa una frase (Siamo come i nostri nonni) che mi ricorda lo spirito di Promemoria italiano e l'urgenza di rivivere nei comportamenti la stagione del dopoguerra. Ho deciso di cercarlo per telefono per fargli i complimenti ed esprimere la mia sorpresa. 'Direttore, siamo tanti a pensarla così, siamo tanti a metterci alla prova e tutti vogliamo essere all'altezza dei nostri nonni' mi risponde serafico e mi fa sperare che l'Italia può cambiare davvero. Non sarà facile, anzi, ma bisogna crederci"
Ecco cos'era che non riuscivo a capire: i genitori degli attuali giovani sono preoccupati per il futuro dei figli. I nonni, invece, sono preoccupati perché questi "nipoti" sono cresciuti nell'agiatezza e troveranno lungo darsi da fare... Fortunatamente pare che i "nipoti" si siano già mossi e, guardacaso, prendono esempio non dai genitori, ma dai nonni...

17 maggio 2013

non solo tossicodipendenza

Ieri è venuto a trovarmi un giovane che ero andato a visitare in una comunità di recupero: ora è in fase di reinserimento e pare che le cose vadano molto bene. Chiacchierando un po' mi ha spiegato tutti i consigli che gli educatori gli danno e che dovrebbero aiutarlo a ristrutturarsi interiormente e riprendere gradualmente ad assumere responsabilità. Tanti di questi ricordavano i consigli che mi venivano dati dal mio padre spirituale...
Per esempio: non buttarsi a pesce in mille cose come se l'entusiasmo fosse un segno di salute. Meglio imparare a dire dei no che ritrovarsi stressato a ricadere in dipendenze / peccati soliti
Oppure: restare fedeli ai piccoli insignificanti impegni quotidiani, senza aspirare troppo in alto. Meglio farsi la gavetta e raggiungere la santità dal basso che imitare grandi esempi e poi cadere dall'alto del proprio orgoglio.
Oppure ancora: sviluppare il senso di riconoscenza e il senso di obbedienza (strettamente legati). Meglio obbedire e riconoscere che non tutto è merito tuo piuttosto che illuderti di essere insostituibile e indispensabile.
Alla fine mi sono detto: allora la vita spirituale è una graduale liberazione dalle dipendenze... Forse qui si nasconde il lato concreto di ciò che viene chiamata "salvezza".

16 maggio 2013

ecumenismo dal basso

Bell'incontro ieri pomeriggio durante la benedizione delle famiglie. Saluto una famiglia di evangelici che conosco da tempo e chiacchieriamo circa 40 min (sballati tutti gli orari... ma meglio così). Tra le altre cose mi dicono che il figlio adolescente, che si era dimostrato un po' insofferente alla partecipazione alla chiesa evangelica, ha ritrovato interesse per la fede iniziando a frequentare un oratorio cattolico in città (?!), in questo anche stimolato dalle persone incontrate. In particolare il sacerdote ha sottolineato come lui fosse l'animatore più ferrato nella conoscenza della Parola di Dio e questo gli ha fatto rivalutare l'educazione ricevuta (?!). In compenso io ho raccontato loro come uno degli animatori di S. Domenico avesse accresciuto la propria sensibilità religiosa e allo studio della Parola di Dio grazie ad un interscambio  negli Stati Uniti, dove era stato ospitato da una famiglia evangelica (?!). Proprio vero che l'ecumenismo si costruisce dal basso...

13 maggio 2013

oh freedom

Finalmente dopo settimane di piogge, si riparte in solitaria a fare qualche giro. Meglio non strafare subito: così una piccola passeggiata al Monte Reale sopra Ronco Scrivia è più che sufficiente. Sono solo 902 metri ma il posto è molto suggestivo e poi si sa: basta rompere il meccanismo ordinario e tutto sembra migliore. Oh freedom...

10 maggio 2013

madonna che scioglie i nodi

Ma sì, ho ricevuto questa mail che riporto sul blog perché la trovo molto carina. Chi volesse la versione integrale me lo dica e io gliela mando. C'è anche una preghiera allegata.

L'eloquente devozione di Papa Francesco per l'immagine della «Vergine che scioglie i nodi»
Non si può comprendere a fondo la tenerezza e la misericordia che caratterizzano la peculiare fisionomia del magistero di papa Francesco senza cogliere l’immanenza della Madre di Dio nella sua vita. E senza tener presente il titolo particolare con il quale egli sovente ama venerarla e invocarla: Colei che scioglie i nodi. È questa una speciale devozione mariana, poco conosciuta in Europa, ma largamente estesa oggi nel Sud America, soprattutto in Argentina, grazie proprio alla promozione e alla diffusione del culto operate da Bergoglio.
La venerazione della «Vergine che scioglie i nodi» ha origine da un’
immagine votiva bavarese risalente al 1700 (Maria Knotenlöserin) ad opera del pittore tedesco Johann Melchior Schmidtner, ora conservata come pala d’altare in una cappella della chiesa romanica di San Peter in Perlach, tenuta dai gesuiti nel cuore della città di Augsburg, in Baviera. Ed è lì che negli anni Ottanta, durante i suoi soggiorni di studio a Ingolstadt, padre Bergoglio la scoprì. Tornato in Argentina egli iniziò a divulgarne la conoscenza, incontrando grande rispondenza nel popolo. Divenuto poi vescovo ausiliare di Buenos Aires, si adoperò affinché all’effige della Vergine scioglitrice dei nodi venisse dedicato un santuario. Un’artista locale dipinse una riproduzione del quadro e l’8 dicembre 1996, nella chiesa porteña di San José del Talar, Nuestra Señora la que Desata los Nudos venne intronizzata alla presenza di migliaia di fedeli.
Come arcivescovo, Bergoglio ne consolidò il culto continuando a inaugurare cappelle in suo onore e a servirsi dell’effige anche come personale 'biglietto da visita', scrivendo a vicini e lontani. Chi guarda per la prima volta il dipinto resta sorpreso dal motivo inconsueto. Il singolare e suggestivo dipinto, infatti, non presenta la consueta immagine della Madonna con il bambino, bensì la Vergine Immacolata nel suo stato di Assunta in cielo che schiaccia la testa del serpente mentre è intenta a sciogliere con le sue mani nodi da un nastro sorretto da due angeli. Posto al suo fianco uno dei due angeli porge alla Madonna il nastro aggrovigliato di nodi piccoli e grandi. Dall’altro lato il nastro, in cui si rispecchiano la luce della misericordia e della salvezza divina, scivola ormai liscio nelle mani dell’angelo che lo mostra con uno sguardo eloquente al fedele la cui preghiera è stata ascoltata, il cui nodo è stato sciolto per l’intercessione, le mani di Maria.
Il dipinto, come ex voto, intendeva evocare semplicemente la grazia ricevuta dal committente per la ricomposizione del suo matrimonio (il nastro, infatti, secondo l’usanza del tempo, stava a indicare l’unione coniugale). L’immagine iconografica e il gesto di Maria sono tuttavia carichi di significati allegorici più ampi, sottolineati e suggeriti da Bergoglio, che rimanda alle parole di Ireneo di Lione nella sua opera Adversus haereses riportate nella Costituzione dogmatica conciliare sulla Chiesa Lumen gentium: «Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione della predestinata Madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita... 'Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la fede'».

07 maggio 2013

fritto misto civile-religioso

In questi giorni, dovendo scrivere un articolo per un nuovo giornalino che pubblica il comitato palio del borgo s. Lazzaro, mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che finora c'era un profondo legame tra chiesa e borgo, forse più che in altri rioni della città, ma che in prospettiva non necessariamente avrebbe dovuto essere così. Nel borgo confluiscono persone che non credono, musulmani, altre religioni e questo legame è tutto da ridefinire. Poi questa mattina alle feste di S. Secondo ho ritrovato lo stesso connubio tra città e santo patrono che, al di là dei motivi storici, è tutto da ridefinire. E' vero che sono gli altri a doversi integrare e non noi  a lasciar perdere la radice cristiana. Però l'integrazione vera trasforma anche l'identità originaria, così come l'identità italiana è nata molto tardi a partire dalle identità locali.
Cosa diventerà Asti? Ma soprattutto: che ruolo dovrà svolgere la chiesa cattolica nel momento in cui deve entrare in relazione con altre chiese e altre religioni per animare la realtà civile?

04 maggio 2013

la "democrazia" informatica

Un articolo del card. Ravasi su Vita e Pensiero mi illumina... Parlando dei "vizi" della comunicazione da Internet e, in specifico, del vigilare per non cadere di una specie di anarchia intellettuale e morale, cita il filosofo Thomas Hobbes che qualche secolo fa affermava che è l'autorità potente e dominante a stabilire idee, pensieri, scelte e comportamenti, non la verità.  E, applicando quella riflessione alla comunicazione in Internet dice: "La nuova autorità è quella dell'opinione pubblica prevalente, che ottiene più spazio e ha più efficacia all'interno di quella massa enorme di dati offerti dalla comunicazione informatica (...) Sotto l'apparente democratizzazione della comunicazione si cela in realtà un'operazione di omologazione e di controllo". E poi, parlando dei rischi della democrazia, cita ancora Alexis de Tocqueville (uno degli autori ottocenteschi più illuminato e più lungimirante di tutti i tempi) che, descrivendo nella sua opera "La democrazia in America" il futuro della società americana, scriveva: "il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito vi rientra"...
Alexis de Tocqueville

Thomas Hobbes