30 marzo 2017

razzismo dei profughi?

Bandiera della Nigeria
Ieri c'è stata una emergenza e il Prefetto ha imposto agli enti che accolgono persone che chiedono asilo politico di ospitarne in poco tempo un bel numero. La Caritas ha dovuto prenderne 12 e dato che la sua è una accoglienza diffusa, ha dovuto sistemarli in alloggi. Anche la famiglia che ospitiamo noi (coppia nigeriana con bimbo e lei in attesa del secondo figlio) avrebbe dovuto ospitare un giovane nigeriano. Ma il capofamiglia si è talmente arrabbiato che è stato chiuso in casa tutto il giorno. Poi si è trovato posto diversamente, ma subito mi è venuto fuori il giudizio... "Sei ospite e come te anche altri hanno diritto. Oltretutto era una situazione decisamente temporanea ed era anche un tuo connazionale. Che cosa temi?". Poi mi è venuto in mente che si era informato subito se era maschio o femmina ed era andato su tutte le furie per il fatto che fosse maschio. Forse temeva per l'incolumità della moglie oppure per l'intimità rovinata? Insomma, non aveva tutti i torti.
E allora ho capito che il peso della cultura va sempre preso in considerazione: già in Occidente l'accoglienza non è scontata e ne facciamo addirittura questione di diritti... Magari altrove no.

"Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" (Dt 5,15)

29 marzo 2017

quando si perde il lavoro

E' venuta una coppia di anziani preoccupati per il figlio cinquantatreenne che ha perso il lavoro per motivi di salute. Non era più adatto a portare pesi particolari e il datore di lavoro dopo aver chiesto che desse le dimissioni l'ha licenziato e lui, su consiglio di qualche sindacalista connivente, ha firmato per una miseria di buonuscita. Ora chi lo prende? Rasentata la depressione, si sta guardando intorno. E' difficile pensare di fare qualcosa e penso sempre che la "professione" del sacerdote per ora è una di quelle maggiormente garantita. Per questo considero un po' scandaloso che alcuni non si guadagnino neanche lo stipendio: quello è il punto di partenza per ragionare sulla destinazione di certi sacerdoti, non la dimensione spirituale della missione.

"Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace" (2Ts 3,11-12)

27 marzo 2017

la fede della gente

A vedere il milione di milanesi durante la visita del Papa a Milano mi è venuta in mente la gente che continua a prendere come riferimento a vario titolo la chiesa. Mica tutto quel milione sarà di gente praticante: ci saranno pure dei curiosi. Come a messa: mica tutti saranno credenti... Ci saranno gli occasionali, quelli che hanno un loro interesse, quelli che vengono per rappresentanza... Però così la chiesa si dispone a cerchi concentrici, come i cerchi che si formano sull'acqua dopo che ci hai gettato una pietra. Sarebbe sbagliato fare i puristi e continuamente rinfacciare i limiti degli altri: meglio fare gli evangelizzatori e continuamente dare significato alla partecipazione occasionale, in attesa che scatti qualcosa di più profondo. Questo è importante anche per i collaboratori, i quali spesso non riescono a trattenere giudizi taglienti verso gli occasionali, creando un clima di diffidenza.

"Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". (Mt 9,13)

26 marzo 2017

Europa: essenziale

Il titolo, in occasione dell'anniversario dei trattati di Roma, può avere due significati:
1) è essenziale l'Europa. E' vero: un miracolo di pace e di collaborazione nonostante tutto. Ne abbiamo da insegnare al resto del mondo...
2) per un'Europa essenziale, cioè senza troppi apparati e strutture. Si sa è come quando inizi  a comprare libri: più ne compri, più ne compreresti e più ti ingombrano una volta letti. Sfrondare, essenzializzare, decostruire.
Le sfide sono tante ma si possono affrontare con fiducia.
Sembra un po' di vedere l'ambito pastorale: essenziale per combinare qualcosa però basta che non ci siano troppi progetti, piani o apparati.

"Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra" (Gen 11,4)

24 marzo 2017

la fede che unisce

Ieri alle prove di canto ho visto Emmanuel, uno dei ragazzi nigeriani che hanno chiesto asilo politico e che, pur non abitando qui vicino, viene sempre a messa con Augustine, che abita in oratorio. L'aveva invitato la direttrice del coro e lui era venuto per la prima volta... Mi ha fatto un certo effetto pensare che qualche mese fa poteva essere in mare su uno di quei terribili barconi.  L'ho riportato a casa in macchina e mi ha detto che nella sua parrocchia in Nigeria faceva il ministrante. Avevo già notato la sua sensibilità religiosa quando due giorni fa ci eravamo trovati per preparare una stazione della via Crucis cittadina, a cura dei giovani profughi. Aveva scritto un commento al brano della "sete di Gesù sulla croce" molto profondo e molto bello. La fede che unisce.
Nello stesso tempo ho pensato che quello che è venuto a mancare da noi è la sensibilità religiosa: la partecipazione è stata formale per troppo tempo. E nessuno si è accorto di niente. Ora che sta tornando, anche aiutata da queste persone di chiese lontane, stiamo investendo per il futuro.

"E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede." (At 6,7)

21 marzo 2017

doppio lutto

In questi giorni sono ripresi a raffica i funerali e, in particolare, due lutti in una famiglia  a distanza di un giorno: suocero e genero. Al rosario del genero c'era molta gente e i figli erano visibilmente smossi dentro. Mi veniva in mente l'osservazione che i cristiani italiani hanno ancora la chiesa come riferimento in alcuni momenti della vita: nascita, matrimonio, morte. Effettivamente sembrava che aspettassero da te le parole giuste per esprimere dei sentimenti. Il che aumenta la responsabilità: non è solo far bene una preghiera e neanche solo il farla con il cuore. E' il trasformare un sentimento collettivo in preghiera, ristabilendo per un attimo i rapporti interrotti con la Chiesa.
Per questo genere di operazione è più indicato l'animo del cesellatore che quello del caterpillar moralizzatore. Ma è anche più indicato l'animo del cesellatore rispetto a quello del semplice scultore che sgrossa il pezzo. Qui la differenza la fa il particolare: la parola giusta, il tono giusto, il momento giusto. Il che è un bel casino.



"Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!»." (Lc 7,13-14) 

19 marzo 2017

ferite di una vita

Ieri sera ho partecipato all'incontro di un gruppo che raccoglie persone con alcune fragilità di vario genere e che ogni due settimane si trova insieme per cenare e per condividere un po' a partire dal Vangelo oppure da altri spunti. Ero stato tra i fondatori a fine anni '90 di questa realtà: il fatto che continui ancora adesso ne parla a favore. Tuttavia il perdere il contatto con determinate persone fragili mi ha fatto perdere la prudenza e così alcune mie domande sui desideri e sui pregiudizi hanno prima provocato particolarmente una persona che ha continuato per un po' a sottolineare che si trattava di domande molto personali e poi l'ha fatta esplodere rivelando che era vissuta per un anno in una macchina e che ce l'aveva a morte con Dio. Continuava a dire che se non si fosse fatto mettere in croce, le cose sarebbero andate molto diversamente anche per se stessi.
Non avevo mai inteso interpretare la croce di Cristo come causa dei disastri umani e la cosa mi ha colpito non poco. Avendole vissute sulla propria pelle era segno che uno lo credeva veramente. Mai giocare con le ferite degli altri e neanche proporre corse a chi è ancora convalescente da qualche rottura. Ma forse anche noi siamo convalescenti e piuttosto che andar cauti sui giudizi, ci piace attaccare per difenderci.

"I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente" (Gen 37,4)

18 marzo 2017

fine del capitalismo

Ieri ho partecipato all'aggiornamento dei giornalisti sul tema "Futuro del capitalismo". Ha parlato il sociologo tedesco Wolfgang Stree
ck, che è un assertore della fine del capitalismo. Ha esposto una teoria suffragata di dati ed è stato molto convincente. Dopo di lui Giuseppe Berta, storico del capitalismo, ha attenuato un po' l'analisi, facendo notare le particolarità del capitalismo italiano rispetto a quello tedesco. Una cosa però mi è rimasta impressa: se ci lasciamo ingannare dalle sirene della finanza, dei poteri forti, dei giri economici multinazionali alla fine ne prolunghiamo solo l'agonia. Meglio puntare tutto sul creare una economia alternativa, legami di reciprocità e di mutuo appoggio. Non è tutto da inventare, perchè vi sono già sperimentazioni realizzate. Però bisogna metterci d'impegno.

"Dopo questo, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta Babilonia la grande,
ed è diventata covo di demòni,
rifugio di ogni spirito impuro,
rifugio di ogni uccello impuro
e rifugio di ogni bestia impura e orrenda." (Ap 18,1-2)

15 marzo 2017

sensibilità anche in ufficio

Questa mattina ho accompagnato il giovane nigeriano che risiede da noi per fare i documenti per la mensa scolastica del figlio che da qualche mese frequenta la scuola di infanzia. Era una pratica che sembrava interminabile: prima mancava la residenza del padre, poi mancava la residenza del piccolo, poi mancava l'Isee... Quando siamo arrivati in ufficio non solo era tutto a posto, ma l'addetta si era preoccupata di stampare lei i documenti e di telefonare a Augustine per dire di passare a firmare. Insomma, se l'era preso a cuore. Conoscendola e sapendo che è credente e di famiglia credente mi sono immaginato come potrebbe essere una società in cui i cristiani sono minoranza e si incontrano tra loro. Forse una società più umana (senza togliere nulla a chi non crede)? O forse nessuno se ne accorgerebbe? Ecco: forse lì starebbe il metro di verifica della vitalità di una comunità di fede: se pur in pochi lasciano il segno.

"Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo." (At 2,46-47)

14 marzo 2017

quando il nazionalismo va a braccetto con l'Europa

Bella beffa quella della Scozia che decide un referendum contro l'Inghilterra pur di restare in Europa. La pena del contrappasso per gli inglesi... Loro naturalmente non è che siano molto interessati alla Scozia in sé, ma è pur questione di orgoglio ferito. Ma l'incredibile è che fino a ieri tutti i nazionalismi erano giocati contro l'Europa: i leghisti ci andavano a nozze. Oggi il nazionalismo scozzese è a favore dell'Europa. Certo un motivo ci sarà: l'Inghilterra può fare a meno degli altri, la Scozia no. Ma questo paradossalmente è una strada per la costruzione della nuova Europa: mettersi nei panni delle singole nazioni e sviluppare dal basso delle politiche nuove, evitando scorciatoie burocratiche dall'alto.
Questo è anche il metodo sinodale nella chiesa: partire dal basso e costruire insieme, ispirati dallo stesso Spirito.

"Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un'alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d'Israele." (2Sam 5,3)

13 marzo 2017

recuperiamo la montagna...


Finalmente dopo un po' di rinvii si torna in montagna. La neve mi sorprende e arrivo dopo tre ore nel luogo dal quale sarei dovuto partire... Beh, però ne valeva la pena lo stesso: pian Marchisio al di sopra di Roccaforte Mondovì. Alla miglior stagione la cima delle Saline...

"Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli." (Dan 3,75)


ponte murato

verso pian Marchisio

pian Marchisio

10 marzo 2017

esoterismo

Ogni tanto mi chiedevo se avrei mai incontrato persone che pasticciano con cose esoteriche. Dovendo studiare queste cose per la scuola mi mancava l'aggancio pratico. Ed è arrivato: nella forma di una signora che ha brigato con magia, deep ecology, reiki, yoga, ecc ecc ed ora si è presa un po' di paura per fenomeni strani che le stavano succedendo. Ho avuto la fermezza di non riderle in faccia ma di ascoltarla e anche di dire che credevo in tutto quello che raccontava. Era come se la mia razionalità fosse stata messa a freno da qualcos'altro e fosse partito un altro registro: quello di intuire la logica di queste forze e di queste energie senza pormi il problema della loro esistenza. Come diceva Kant: fare come se anima, mondo e Dio esistessero e regolarsi di conseguenza.
Così ne è uscito un bel dialogo che ha toccato anche il ruolo della fede. Che lei aveva un po' abbandonato perchè ai suoi tempi una donna credente non trovava grandi spazi per diventare una donna autonoma, ma era principalmente una donna "da casa e famiglia"...
C'è da riflettere molto... e su tutto...

"Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: «Pratica per me la divinazione mediante uno spirito. Èvocami colui che ti dirò»" (1Sam 28,8)

07 marzo 2017

sinodo dei giovani

Riparte tutto il carrozzone di un sinodo dei Vescovi sui giovani. Una opportunità molto bella per riflettere sui giovani anche a livello locale e per riflettere insieme a tutto il mondo. Ora c'è l'attenzione per coinvolgere ognuno a dare il proprio contributo alla riflessione per la costruzione dell'Instrumentum Laboris sul quale i padri sinodali si confronteranno. Ma riflettere sui giovani non è solo portare il Vangelo ai giovani. E' anche e soprattutto vedere come lo Spirito lavora già dentro i giovani e come loro possono arricchire la chiesa. Sicuramente questo lavoro dello Spirito nei giovani per la Chiesa ha a che fare con il rischio, l'entusiasmo, il non progettare tutto come un'azienda, lo sguardo al futuro. Al massimo come Chiesa potremo dar loro le parole e le chiavi di lettura di fede per esprimere questo loro vissuto. Ed esser loro vicini nelle strettoie della vita.

"Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: «Sono giovane».
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò." (Ger 1,6-7)

06 marzo 2017

dall'utero in affitto alle famiglie allargate

Ieri abbiamo sentito ancora una volta la testimonianza di una coppia di terziari carmelitani, Jerry e Mariella, che hanno avviato da 15 anni una casa famiglia dalle parte di Chieri. Ancora una volta la loro testimonianza è stata molto efficace, per i risvolti insieme psicologici e spirituali che essi danno alla loro opera.
Ascoltandoli ancora una volta mi veniva in mente di come il fatto che genitori dello stesso sesso oppure di sesso diverso che non possono aver figli si rivolgano alla fecondazione eterologa o addirittura alla maternità surrogata sia considerato un atto di pietà. Non che non lo sia: probabilmente solo coloro che accedono a queste strade possono dire il perchè lo fanno. Ma ascoltando la testimonianza di coloro che giocano la loro maternità/paternità sull'affido e sull'adozione alla fine la pietà degli altri passa attraverso il fatto "che siano comunque bambini 'miei', 'nostri' ". Questo dà un certo colore alla relazione successiva, che inizia con questa nota stonata, basata sulla convinzione che le tecniche utilizzate siano un affare meramente tecnico. Ma come diceva Kahlil Gibran: "I figli non sono i vostri figli".

"Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». (Mt 12,48-50)

02 marzo 2017

madri senza figli, figli senza madri

Nel recente dibattito sull'utero in affitto mi sono venute in mente due persone, due madri che hanno perso i loro figli: una non sa dove sia, l'altra sa dove abita ma ha tagliato i ponti e non le ha neanche comunicato della nascita di un bimbo... Ho pensato: ci sono madri senza figli che soffrono per questo e ci sono figli senza madri: soffriranno anche loro? Immagino che l'amore materno non sia un semplice "amore" perchè ha qualcosa di fisico che deriva dalla gravidanza. E' qualcosa di carnale che non è semplicemente "voler bene" e neanche "amare" in senso di volontà. Quello non è sostituibile da altro.

"Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?" (Is 49,15)