30 agosto 2012

una persona scomoda

Ieri ho partecipato ad Alba ai funerali di un noto sacerdote, da sempre impegnato sul fronte delle povertà e da sempre animatore in nome di una fede e di una teologia che mettono l'uomo e il senso di umanità al centro. Tanti riconoscimenti anche per iscritto da persone conosciute come Enzo Bianchi e molte espressioni toccanti da parte dei suoi parrocchiani antichi e nuovi. Un personaggio "scomodo" come certe figure (sacerdotali e non) degli anni '60 e '70, schietto e pronto anche alla  battaglia contro compromessi e atteggiamenti ecclesiali e sociali poco attenti alle ragioni dell'umanità. Purtroppo il suo ultimo periodo di vita ha visto crearsi un divario tra lui e il suo vescovo e ha contribuito (suo malgrado) a spaccare in fazioni la Diocesi, al punto che l'omelia, non è stata fatta dal Vescovo ma da don Luigi Ciotti. Vero che dalle descrizioni dei fatti emerge un atteggiamento da parte del Vescovo di altrettanta rottura e mancanza di carità, anche a fronte della grave malattia del sacerdote. Però mi chiedo sempre: quando una posizione va mantenuta in nome del profetismo anche se è dirompente? E quando una posizione va stemperata avallando però certi atteggiamenti ecclesiali ai quali non vorremmo proprio mai più assistere?
Se devo dire, avendolo conosciuto personalmente per qualche anno, don Valentino (questo è il suo nome) non era certamente uomo di unione però ha segnato la crescita spirituale, sociale e culturale di una diocesi e di una città. E questo può perdonare tante cose, specie se tale crescita è andata sempre nel senso dell'attenzione agli ultimi. Sì, tra il rischio di cadere nell'ideologia e il rischio di abbandonare i poveri a se stessi conviene sempre guardarsi dal secondo, perchè su questo saremo giudicati da Dio.

27 agosto 2012

dove sono finito?

Un po' di giorni di silenzio ma ero tutto intento a entrare dentro i ritmi della comunità ecumenica di Taizé (dopo Lione) insieme ad alcuni giovani. Non è mai troppo tardi... a 13 anni avevo partecipato al primo incontro europeo di Parigi (1979) e poi più nulla (a parte una capatina mentre eravamo ad Ars due anni fa) fino al 2012.. Organizzazione perfetta, si scopre che si può tranquillamente vivere mangiando metà di quel che si mangia a casa e senza eccessivi confort. Si scopre anche che si può ridurre i ritmi e stare più distesi (ma questo devo verificarlo quando da agosto passeremo a ottobre...). Si scopre che a stare con i giovani si trae il beneficio di pensare sempre rivolti al futuro e sempre immaginando cose nuove e diverse (GPII diceva che "a stare con i giovani si resta giovani" ma l'espressione oggi è troppo inflazionata). Si scopre anche che la ricerca di Dio non ha confini e che se è sincera permette di relativizzare le divisioni (il relativismo ha anche un risvolto positivo...). Si scopre anche qualche forzatura (la distribuzione della comunione ogni mattina al di fuori della messa e in parallelo quella del pane benedetto per chi non può fare la comunione: boh) ma la si rispetta come sana ricerca. Si scopre quanto siano importanti le lingue e come sia più importante aver voglia di comunicare per aggirare l'ostacolo. Si scopre che i francesi non sono così male e che nel modo che hanno di organizzare le cose pubbliche sono molto meno "sboroni" degli italiani ma molto più efficaci (v. la segnaletica stradale e la comunicazione per immagini).
Ombre? Sì: chi me l'ha fatto fare di animare un gruppo di 15enni a maggioranza catalani e che avevano ben voglia di fare altro piuttosto che meditazioni bibliche? Beh cmq alla fine li ricordo con simpatia: siamo riusciti a fare una piramide umana l'ultimo giorno (il primo non avevamo superato il secondo piano).

18 agosto 2012

la vera trasgressione

Da Matrix alla rivista scout "Servire" (1/2012). Inutile dire che ultimamente la questione mi sta arrovellando sempre più. Scrive Roberto Cociancich, ex responsabile nazionale scout R/S (lo era quando io ero ancora rover, perciò mi ricorda gli anni passati): "A ben guardare in un mondo cinico e opportunista, dominato dal desiderio di possedere più che di quello dell'essere, la vera trasgressione sta nel donarsi gratuitamente, non perchè ciò lo imponga alcuna legge, ma persino quando ciò sia contro una legge". Obbedire ciecamente a questo apre la strada alla libertà interiore.
O come scrive l'attuale assistente nazionale scout p. Alessandro Salucci a conclusione di un suo articolo sulla stessa rivista: "Obbedire in modo responsabile è il vero esercizio della libertà, ma la libertà impone una coscienza che rende conto a dei valori. Ma saper scegliere è un'arte difficile, tanto difficile che richiede pensiero e riflessione, ed è per questo che credere in Cristo è imparare a pensare". Acc... ardito ragionamento ma deve esserci del vero..

16 agosto 2012

ancora matrix

In questi giorni di tranquillità mi sono lasciato tentare ancora una volta dal vedere la trilogia di Matrix che poi non mi fa dormire di notte... Non tanto per la paura di vedermi qualche "macchina" o qualche "programma impazzito" invadere la camera da letto, quanto per quel brivido interiore che lascia il messaggio finale: la libertà e la pace hanno sempre bisogno di qualcuno che si sacrifichi. Molto cristiano come messaggio e ancora più audace il secondo messaggio collegato: la vera libertà può portare a dare la vita per gli altri. Questo non per tutti: il bello è capire a chi è richiesto e a chi no, chi è l'eletto...
Poi ti ritrovi a pensare che gran parte della giornata la vivi programmandotela tu e lasciando solo qualche spazio alle esigenze degli altri: la vita degli umani in Matrix è al contrario dettata quasi tutta dalle esigenze esterne, come quando uno deve assistere una persona malata o ha dei bambini piccoli che gli dettano i tempi. Chi è che vive più profondamente la libertà?
Mah per una volta mi sono risvegliato inquieto eppure convinto che quanti più legami di amicizia e di affetto uno ha, tanto meno ha tempo per se stesso ma tanto più vive... Meglio vedere qualche film più leggero la prossima volta...

12 agosto 2012

quando il mercato è psichiatrico...

Illuminante articolo del filosofo Roberto Mancini su Il Regno 12/2012 intorno alla crisi economica. Qualche frase per invogliare  a leggerselo tutto: "Persiste un discorso socialmente influente che sottopone a critica non la crisi, bensì le sue vittime. Non sono abbastanza evidenti, flessibili, competitive, realiste, veloci e finiscono per essere un peso che frena la ripresa e la crescita.
Tipico sintomo di questa folle inversione è dato ad esempio, dal fatto che i discorsi pubblici sull'occupazione sonon tutti incentrati sulla possibilità di licenziare (...) Da questo punto di vista le opinioni espresse dal ministro Fornero sono emblematiche di quel fondamentalismo ammantato di buon senso che dalla cieca lealtà verso il mercato si aspetta poi risultati benefici per le persone.
Basterebbe considerare con un minimo di lucidità il sistema economico vigente e il tipo di civiltà ossessiva che esso implica per rendersi conto di come la globalizzazione dia l'espressione di una cultura che non vede mai le persone, che non ha riguardo per nessuno e che dunque si muove in maniera distruttiva verso l'umanità e verso il mondo naturale. In breve: patologica non è in prima istanza e soltanto la mente di questo o di quell'individuo portato all'esasperazione, o la reazione comunque ingiustificabile di chi compie gesti estremi; essenzialmente patologiche anzitutto sono la struttura sociale e la sua logica fondante".
Interessante... e poi curiosa l'immagine dei pesci: "è come se si chiedesse ai pesci di vivere fuori dell'acqua e anzi si esigesse da loro di cominciare a competere per scalare una montagna ed arrivare primi" e va avanti dicendo in sostanza che poi ci si stupisce se così tante persone soffrono di
depressione o escono di testa...
L'articolo, intitolato "Dentro il disagio psichico e sociale", contiene poi anche qualche proposta...

08 agosto 2012

uzbekistan















Grande paese... molto giovane... con il fascino della storia passata (samarcanda, via della seta, tamerlano e il suo impero) e la voglia di futuro (capitale megagalattica, strade in costruzione, economia che tira, bambini che nascono...)
Paese così lontano (quasi in Cina) eppure così vicino (la gente è molto cordiale e ha voglia di comunicare con gli europei). Paese così bello (monumenti, fiori, acqua e fiumu) e così duro (chilometri quadrati di steppa, strade dissestate, macchine da anteguerra).
Cosa ha insegnato? Mi ha rappresentato la voglia di crescere di un adolescente e l'orgoglio di un anziano dal passato glorioso. Soprattutto un paese che mette insieme cose per noi difficili da tenere insieme: la Cina e la Turchia, la Russia e l'occidente, l'Islam e le altre minoranze cristiane, la voglia di democrazia e un presidente in carica dall'indipendenza (1991).