21 giugno 2015

matrimonio misto

Ho celebrato ieri un matrimonio misto, non nel senso che uno era un uomo e l'altra una donna, (anche se un domani forse con i matrimoni monosessuati potrebbe diventare utile precisarlo :-) ma nel senso che lui era ortodosso e lei cattolica. Così anche il sacerdote ortodosso, con cui non mi ero più rivisto da almeno 10 anni, ha "incoronato" gli sposi. Non avevo voglia di partecipare a sto matrimonio, perché avrei dovuto fare in fretta essendo solo in parrocchia, perché la sposa la conoscevo da piccola e poi non l'avevo più vista e perché percepivo vagamente che non si accontentassero dei sacerdoti della parrocchia. Poi mi sono "convertito" e mi sono lasciato prendere da ciò che stavo celebrando e dalla felicità e compostezza degli sposi. Così anche dall'energia di un coro di giovani di Canale, fatto venire per l'occasione, visto che i cori parrocchiali erano tutti dal Papa a Torino. E così anche dal rito dell'incoronazione. Insomma: non è male lasciarsi sorprendere dalle cose, basta solo non  lamentarsi troppo dei cosiddetti "imprevisti", specie se sono begli imprevisti. A proposito: solo 50 minuti ma ben partecipati e sentiti.

18 giugno 2015

tanti funerali

Tre giorni, tre funerali. Ma soprattutto tre storie diverse e tre mondi diversi. Un mondo sconosciuto, il mondo della scuola, il mondo popolare. Tanta gente a tutti e tre e non sempre capisci perché. Eppure gran desiderio di vivere bene quel momento e non capisci perché agli incontri tra preti ci si lamenta sempre del clima che si vive quando c'è gente che non viene mai in chiesa. E' vero, non sanno niente di cosa bisogna dire poco prima della preghiera sulle offerte, ma a volte ce la mettono tutta. E in questi casi, non c'è verso, preferisco tifare per chi ce la mette tutta ma non è in grado piuttosto che per chi è in grado ma non ce la mette tutta... Sarà deformazione professionale di chi insegna a chi non sa o di chi guida coloro che vanno guidati. Forse sarà anche consapevolezza che di fronte alle esigenze del Vangelo tutti siamo in affanno...

16 giugno 2015

parole

E' uscito domenica l'inserto di Avvenire sulla visita del Papa a Torino con una pagina per diocesi. Il titolo grosso della diocesi di Asti era: "Una chiesa viva, dal volto giovane". Articoli della pagina:
- saluto del Vescovo sulla visita a To (articolo ufficiale)
- Sulle orme dei santi astigiani
- Approvata la relazione per la beatificazione di padre Massaja
- Asti, nuove tracce dell'età paleocristiana
- Disponibili gli studi sui monumenti della diocesi
- Monferrato patrimonio Unesco.

L'unico articolo che può dare l'idea del "vivo dal volto giovane" è l'ultimo, ma qui la chiesa non c'entra nulla... Forse c'è stato un refuso ed è stato messo un titolo generale sbagliato su una pagina giusta oppure un titolo giusto su una pagina sbagliata

12 giugno 2015

sottomessi o legati?

Ieri ho partecipato alla lectio magistralis del filosofo Maurizio Ferraris sulla "mobilitazione totale" che l'uso dei cellulari e del web 2.0 "impone" a tutti, interpellandoci continuamente su ogni cosa. Molto interessante anche perché usava termini filosofici (rivelazione, responsabilità, appello, ecc.) per descrivere abitudini comunissime e sembrava che andassero perfettamente. Un unico neo. Più volte ha parlato della sottomissione dell'uomo come istinto, che rema contro la presa di responsabilità. Ce l'aveva con l'adagio di Rousseau "L'uomo nasce libero" perché sosteneva che la libertà bisogna invece conquistarla: più comoda è la sottomissione.
E mi sono detto: ma se io scelgo di sottomettermi? Non è libertà? Forse "sottomissione" è troppo forte. Bisognerebbe dire con s. Exupéry "creare legami". Voglio legarmi a qualcosa, anche se apparentemente ho meno libertà. Ma se è una scelta libera (e se ho scelto di legarmi alla persona giusta, magari anche a Dio) la mia libertà ne verrebbe amplificata.

09 giugno 2015

vita monastica

Domenica con alcuni giovani siamo finiti al monastero Dominus Tecum di Pra 'd Mill dove non andavo da dieci anni (non per scelta ma per trascuratezza...). Niente di che: messa, ora nona, colloquio con uno dei monaci, vespri e a casa. Ma il contorno fa la differenza: ogni cosa ha un sapore diverso in quel posto, perfino il pane che mangi. Ci sono luoghi che addensano in modo particolare la presenza dello Spirito e ci sono luoghi che la disperdono. Meglio ogni tanto andare in luoghi del primo tipo e evitare quelli del secondo tipo, specie se sono luoghi religiosi...

06 giugno 2015

ancora famiglie...

Ancora incontri con famiglie durante la benedizione pasquale. Per esempio la signora che per 16 anni si è sobbarcata del marito alcolista e che ormai si era lasciato andare perché dopo 2 infarti pensava di essere sul punto di morte e si è presa cura di due figli piccoli che fortunatamente ora si sono rifatti una vita. Parlava tanto la signora, al punto che non sapevo se fosse meglio ascoltare con calma oppure farle capire che non avevo tutta questa disponibilità di tempo, visto che avevo orari per passare in altri palazzi...
Però alla fine mi porto sempre a casa motivazioni per moltiplicare l'impegno, cosa che non succede di ritorno da riunioni pastorali in cui l'orizzonte massimo è la casa dei collaboratori in parrocchia.

03 giugno 2015

famiglie

Ieri ho avuto modo di incontrare diversi tipi di famiglie:
- quella di un giovane che è praticamente vissuto con i nonni perché i suoi semplicemente l'hanno delegato a loro già dai primi anni di vita. Famiglia di fatto inesistente con grande dolore da parte di lui che oggi ha quasi 30 anni. Una roba mai sentita: vive a 100 metri dai suoi e il rapporto è di assoluta indifferenza o di minimo vitale.
- quella di chi è continua a vivere nei debiti di lavoro e passa le giornate a lavorare per coprire debiti. Eppure ci tiene ai suoi bimbi, anche se deve essere per forza ... distratto
- quella in cui il nonno ha provveduto alla crescita dei nipoti e ora che sono senza lavoro è obbligato pure a privarsi di parte della sua pensione
Il tutto in due ore tra incontri in parrocchia e giro nelle famiglie. Accidenti, che roba. Devo essere stato ben fortunato ad avere la famiglia che mi ritrovo...

02 giugno 2015

pianoforte e umiltà

Ma che c'entra? Ho scoperto due cose suonando il pianoforte.
1) che l'effetto del piano e del forte non dipende dalla pressione delle dita sui tasti bensì dalla velocità o lentezza con cui si produce il suono. Se velocemente il tasto scende fino alla produzione del suono si ottiene l'effetto "forte", se lo fa lentamente si ottiene l'effetto "piano". In sostanza l'effetto piano non dipende dal fatto che tu premi solo a metà o con una certa esitazione il tasto: riesci a farlo correttamente quando hai imparato a ottenere l'effetto "forte" e ne rallenti la velocità.
2) che il suono più pulito lo si ottiene non attraverso la pressione delle dita sui tasti, bensì dall'effetto che l'alzare il dito dal tasto esercita sul dito successivo che scende quasi automaticamente (questo ovviamente dalla seconda nota in avanti). Altrimenti si percepirebbe il colpo della pressione insieme al suono.
Diventa veramente frutto di tecnica ed esercizio mettere insieme 1 (che prevede il non pigiare) e 2 (che prevede il regolare la velocità con cui scende il dito)
Anche l'umiltà segue le stesse regole.
1) l'umiltà non va confusa né con l'esitazione, né con la depressione. Solo chi è forte può essere umile, proprio come l'effetto "piano" che si ottiene solo quando si è capaci a ottenere l'effetto "forte".
2) l'umiltà migliore si ottiene non per decisione ma per effetto di altro. Se proprio si vuole esercitarsi nell'umiltà lo si può fare lasciandosi colpire dalle cose della vita senza esercitare pressioni eccessive.