30 marzo 2018

tante riflessioni sulla Parola di Dio

Abbiamo chiesto ai vari gruppi della parrocchia di produrre una loro riflessione sul brano della lavanda dei piedi, Vangelo del Giovedì Santo. Ne è uscita una grande rassegna di meditazioni di ogni genere: dalla frase dei bimbi alla meditazione prolungata dei gruppi biblici, alle letture particolari di volontari del centro d'ascolto e del coro. Alcune sono state usate durante la celebrazione della cena del Signore. L'impressione è che ci fosse più unione, più identità di essere una cosa sola, anche se distinti da mille cose. E l'impressione è che si fosse un po' ricreata quell'atmosfera da ultima cena, in cui tutti sapevano di dipendere dal Maestro e percepivano che qualcosa sarebbe cambiato.
Cambierà qualcosa nel modo di essere chiesa e comunità? Se sì, il cambiamento non può che partire dal profondo per essere duraturo e per mettere a soqquadro le cose intorno a noi.

"Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere" (At 2,42)

28 marzo 2018

l'obolo della vedova

Domenica pomeriggio mentre ero in chiesa da solo è giunta una Signora a prendere dell'olivo e mi ha salutato. Il saluto era un'occasione per scambiare due parole, che si sono moltiplicate esponenzialmente e pezzo per pezzo ha raccontato la sua vita: doppiamente vedova, con un figlio e nipoti del primo marito che abitano lontano e non vogliono sentirla, un figlio deceduto, una figlia separata che ora vive con lei insieme al nipote e s
i fanno la loro vita... Alla fine una serie di prove, una peggiore dell'altra per una donna anziana che però ha una tenace e decisa volontà di vivere. La fede è l'arma potente, lo scudo che ripara da ogni colpo.
Poi ha lasciato il portafoglio in chiesa e una signora me l'ha portato, avendolo trovato. Sono andato a casa sua e gliel'ho restituito, ma era con una vicina e non ha detto molto. Fatto un giro, sono tornato in parrocchia e l'ho ritrovata là, piena di riconoscenza. Per un gesto che era il minimo da farsi. E' proprio vero: la vera testimonianza di fede la dà solo qualcuno che non sa di darla, non quelli che si prefiggono di essere testimoni...

"Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti.Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere»". (Lc 21,1-4)

25 marzo 2018

cultura "molle"

Guido Oldani
Sul numero 6 di Vita e Pensiero ho letto un intervento di un poeta, Guido Oldani, che lamenta la cultura molle entro cui ci troviamo a dibattere. Secondo lui siamo tecnologicamente nel Quattromila, ma fermi culturalmente al Novecento, ai suoi drammi, alle sue glorie. Il pensare è stato sostituito dal raccontare e i filosofi sono come coltellini svizzeri: tuttologi che intervengono su ogni cosa, ma senza incidere realmente. I nuovi maestri sono... gli chef.
Effettivamente dà da pensare perchè il cercare di non diventare fanatici su certe idee a volte diventa rinunciare a cercare seriamente. E anche rinunciare a dire, prendendosi tutta la responsabilità. E non a dire e poi disdire o precisare, ma dire dopo aver seriamente pensato e riflettuto.
Anche le omelie potrebbero diventare spazi perchè la Parola di Dio non solo si incarni nell'oggi, ma mantenga la sua forza autorevole.

"Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la grazia" (Sl 62,12)

23 marzo 2018

creatività

Mentre andavo a scuola oggi sentivo alle 14 Wikiradio su radiotre e la storia di Armando Testa, pubblicitario storico, che esaltava la creatività. Affermava che anche la quotidianità più banale può prendere colore, vivendola con creatività. La creatività è di due tipi:
- inventare qualcosa di totalmente nuovo con le cose che sono sotto gli occhi di tutti: questa è la creatività del creativo
- cambiare il proprio punto di vista, assumendo il punto di vista di altri molto diversi da noi: questa è la creatività di chi condivide con gli ultimi l'esperienza della vita
Dio ha in sé tutte e due le creatività: ha creato il mondo e poi l'ha guardato dal punto di vista degli ultimi. Per noi? In genere una esclude l'altra, ma in fondo tutte e due sono accomunate dalla fuga dalla mediocrità e dal grigiore.

"Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno." (Gen 1,31)

22 marzo 2018

confronto spassionato

Adoro gli incontri con gli adulti che si preparano alla cresima. Adoro il momento in cui decidono di fidarsi e si sciolgono tirando fuori i dubbi e le domande più particolari anche per metterti in difficoltà. Come è successo ieri sera sul tema dei funerali ai non battezzati: mai affrontato prima. Però mi rendo conto che la conoscenza delle questioni legate alla religione cristiana è molto ingarbugliata, anche a causa del nostro "genere letterario" perlopiù oscuro oppure troppo facile. Per cui la maggior parte delle persone "di passaggio" non si pone troppi problemi: l'importante è aver ottenuto un passaggio e quando si è a destinazione, ciao ciao. E' responsabilità di noi cristiani l'incoraggiare questo, magari pensando che tanto questo scenderà. Bisogna spingerlo a cambiare destinazione: quando arriverà dove non pensava, ti ringrazierà...

"Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». "Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui." (At 8,30-31)

20 marzo 2018

Vangelo della domenica delle Palme

Il Vangelo vero e proprio sarebbe l'intera lettura della Passione, secondo Marco. Poichè non è possibile pubblicarla integralmente su questo blog, facciamo riferimento al Vangelo che si legge all'inizio della celebrazione, durante la benedizione dei rami di ulivo. E' il Vangelo dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme (Mc 11,1-11): se qualcuno ha qualche commento, verrà utilizzato durante l'omelia.


Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».
  Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.

18 marzo 2018

un po' di sano impegno sociale

In questi giorni post elettorali tribolati, mentre si rincorre un po' inutilmente i politici eletti nel nostro quartiere per una qualche testimonianza sulla loro esperienza di impegno politico (e non sui contenuti dei loro programmi o sulle strategie) da pubblicare sul giornalino della parrocchia per invogliare all'impegno politico, fa piacere che sia sempre la base ad esprimere le forze migliori. E così tra ieri e oggi i ragazzi dei primi anni delle superiori si buttano nell'organizzare una "cena con delitto" a favore dell'Operazione Mato Grosso, gli scout si confrontano seriamente su come rilanciare la loro presenza sul territorio a partire da quello che chiamano "progetto educativo" e il comitato Palio festeggia s. Lazzaro con nomina del "borghigiano dell'anno" che si è distinto per il suo impegno in quartiere e futura riunione con i commercianti per costruire una associazione che valorizzi sempre di più il borgo.
Non c'è dubbio: la base batte "l'altezza"...sempre...

"Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti." (Mc 10,42-44)

14 marzo 2018

il mare come la montagna

Ho sempre avuto un debole per la montagna e un pregiudizio verso il mare. Lo associavo a corpi animali distesi a rosolare. Invece lo sto rivalutando, specie se in solitaria. Così continuando la traversata della costa ligure ieri ho fatto il facile tratto tra Varazze e Savona. Il mare era mosso e mi ha affascinato, al punto che perfino il porto di Savona sembrava una bellezza...

"Là viaggiano le navi
e là nuota il leviatano che hai creato perché vi si diverta" (Sl 104,26)







12 marzo 2018

vangelo di domenica 18 marzo

Ecco qui sotto il Vangelo di domenica 18 marzo (5a di Quaresima). Se qualcuno ha qualche commento da fare lo scriva qui sotto o me lo invii alla mail dinbarberis@libero.it. Utilizzerò le riflessioni per l'omelia in chiesa. Non temete di scrivere cose inutili: lo Spirito ispira tutti...


In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
(Gv 12,20-23)

11 marzo 2018

bullismo?

Ieri al gruppo dei ragazzi ho assistito a quello che qualcuno definirebbe un atto di bullismo. Un ragazzo ad un certo punto se n'è andato rabbioso perchè tartassato da un'altra ragazza con modi un po' rudi. E lui si è lasciato sfuggire che pure a scuola subisce questi toni e avrebbe sperato che almeno in parrocchia ci fosse un clima diverso. I termini erano molto chiari. Solo che gli altri sono andati a recuperarlo e gli hanno fatto notare che questa ragazza ha i toni un po' rudi con tutti, perchè è il suo modo di fare. Perciò non è vero e proprio bullismo: è solo lui che si è sentito colpito perchè l'ha associato con altre situazioni vissute. Il confine tra essere vita di bullismo e essere ancora sulla strada di acquisire fiducia in se stessi a volte è molto sottile.

"Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». " (Lc 23,39)

10 marzo 2018

espressione di dolore

Ieri sono passato a casa di una signora che aveva appena perso il figlio morto a 41 anni. C'era un sacco di gente in casa intorno alla bara, sembrava l'episodio di Marta e Maria alla morte del fratello Lazzaro con la gente che veniva a consolarle. La madre continuava a lamentarsi ad alta voce, quasi ad urlare, anche se, probabilmente, avendolo fatto per lungo tempo, aveva solo un filo di voce. Poichè la conoscevo, ho provato a parlarle tranquillamente, senza inflessioni di commiserazione o di condoglianza. Lei cambiava per un attimo atteggiamento, tornando normale, per poi riprendere il lamento. Avevi l'impressione che fingesse ad essere così disperata, quasi per aumentare il proprio dolore, se non fosse che sopravvivere al proprio figlio è una cosa assolutamente innaturale.
Mentre me ne venivo via mi dicevo che il dolore non è uno stato d'animo al fianco di altri stati d'animo: è una porta che apre ad altro. Per questo fa paura: non sai cosa c'è di là e capisci che non puoi più stare di qua. Perciò ogni cultura e ogni persona reagiscono in modo diverso e nessuno può discuterne il senso.

"Così, al posto del cibo entra il mio gemito,
e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
perché ciò che temo mi accade
e quel che mi spaventa mi raggiunge" (Gb 3,24.25)

09 marzo 2018

stranieri e la Lega

Ieri sera mentre tornavo da Torino in treno eravamo in tre nello stesso vagone, di cui due stranieri e io. Uno dei due era giovane (non più di 25 anni), poco distante da me e mi ha colpito perchè aveva una grande croce al collo e per un po' ascoltava musica orientale a volume un tantino alto, senza cuffie. Ad un certo punto si è rivolto a me è mi ha chiesto chi avesse vinto le elezioni in Italia. Poi si è presentato come egiziano cristiano copto. Ho provato a spiegargli la situazione e lui mi ha chiesto se Salvini avesse vinto. Ancora più complicato da spiegare e per il resto del viaggio mi ha spiegato che lui era a posto con i documenti, che un lavoro ce l'aveva e che non poteva essere mandato via.
Inoltre continuava ad affermare che Salvini ce l'aveva con gli stranieri che non lavorano, non con quelli che un lavoro ce l'hanno. All'inizio provavo a spiegargli che nella Lega ci sono posizioni diverse e che Salvini deve comunque mediare. Poi ho capito, alla quarta volta che mi ripeteva sta cosa, che lui voleva una rassicurazione di aver capito bene. Anzi, sembrava fosse perfino d'accordo con Salvini, visto che ci sono molti stranieri che non lavorano.
Siamo scesi insieme e poi le nostre strade si sono divise. Me ne sono tornato a casa pensando che i giovani stranieri possono essere preoccupati dell'esito di queste elezioni...

"Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3,28)

08 marzo 2018

La fede di un nipote

All'ultimo funerale di ieri mattina uno dei nipoti ha chiesto di leggere una testimonianza, come ogni tanto succede e ben volentieri gli si è dato spazio. In genere le testimonianze sono di due tipi: preghiere lette trovate da qualche parte (va per la maggiore quella attribuita a s. Agostino ma modificata in più varianti con parole decisamente del terzo millennio) e ricordi struggenti. Invece quella è stata diversa. Intrisa di fede ma non accademica, intrisa di umanità ma non triste, intrisa di una forza particolare che solo lo Spirito può ispirare. Così me la sono fatta dare:

Cara Nonna,
Questo tuo cammino è l’insieme di una lunghissima storia che ora si concentra in questi pochi momenti in cui ti rivolgiamo insieme questo nostro ultimo saluto.
È vivo nella nostra mente quest’ultimo tratto faticoso, dettato da una malattia che ha portato momenti difficili per te e per le persone che ti sono state più vicino. Nonostante ciò, possiamo considerare anche questo un tempo di grazia, perché ci ha permesso di condurre alla luce tanti aspetti che silenziosamente sono apparsi in questi giorni che sei nata a nuova vita.
 Ultimamente mi è capitata per le mani una frase di un famoso poeta, “il cammino verso il Paradiso inizia all’Inferno”, e spesso mi sono ritrovato a ripercorrere, attraverso i racconti tuoi e delle tue figlie, nostre madri, il cammino della tua vita.
 Quante belle cose sono nate dalla famiglia che hai quotidianamente costruito, portando sulle tue spalle il peso di tante fatiche e quanti bei frutti sono stati raccolti e se ne raccoglieranno!
 E quante cose sono accadute difficilmente spiegabili dalla comprensione umana, quante lotte affrontate che non sembrano dare spazio all’esistenza di un Paradiso… Dalla costanti cure di tua madre quando eri giovanissima, alla perdita di un figlio e di un marito, al ricostruire tutto da capo fino al tempo passato per anni da sola per la tua ostinata idea di non voler vivere lontano dalla tua città.
Comprendo, e viene naturale adesso, alcuni lati del tuo carattere spesso non facile, a volte persino in contrasto con chi ti è stato vicino, e quello sguardo che sembrava guardare sempre da un’altra parte.
Ma a tuo modo hai sempre saputo donare quell’amore silenzioso: ricordo come se fosse ieri, e sono già passati più di vent’anni, la cura che riversavi verso la zia, l’ossequio con cui le rivolgevi tutte le attenzioni. La compitezza con cui hai affrontato il distacco dal nonno …
Inconsapevolmente ora mi rendo conto del dono che abbiamo ricevuto e di quanto le tue figlie in quest’ultimo periodo ti hanno restituito. Sono cresciuto di 10 anni in un giorno ammirando in voi la capacità di amare che è in ognuno di noi, capendo che basta solo lasciarlo andare.
Ora so che il dolore serve: è essenziale perché aiuta a capire qual è la giusta direzione da prendere e noi che siamo ancora qua abbiamo la fortuna di avere una guida in più (siamo sempre privilegiati).
Ora puoi riposare, t’immagino vicino al nonno e alla zia a accogliere le arance in quel stupendo giardino che è il Paradiso e come nuovo angelo ci proteggi da lassù.
Ora tu lo puoi vedere è c’è lo puoi confermare: noi siamo nati e non moriremo mai più!
Grazie alle tue figlie e a chi le ha sostenute in questo ultimo periodo, perché ci avete insegnato che l’amore passa da qui.
E grazie di tutto ciò a Signore Gesù, perché è nelle cose invisibili che si nasconde l’essenziale.
I tuoi cari nipoti.

07 marzo 2018

funerali a... raffica

Oggi tre funerali. Tre persone anziane, tre famiglie e un mare di gente durante il rosario, che prega compostamente. Hai la sensazione che stia venendo meno un mondo. In realtà è sempre così, anche quando i funerali sono meno concentrati, ma in queste occasioni la cosa è visibile. Viene meno il mondo che ha ricostruito l'Italia dopo la guerra e che ci ha consegnato una nazione moderna, pur essendo persone semplici, senza strumenti culturali particolari. Viene meno un mondo che si è affidato alla fede come forza e luce, anche se coltivata soprattutto attraverso le tradizioni e non sempre la scelta consapevole. C'è una specie di brivido che diventa sguardo preoccupato per il pessimista ("la gente non è più come quella di una volta", infatti è sempre stato così anche quando tu eri giovane...) oppure sguardo incuriosito per l'ottimista. Preferisco essere tra questi ultimi.

"Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa"
(Qo 1,4)

06 marzo 2018

Vangelo di domenica 11 marzo

Ecco il Vangelo di domenica prossima. Chi ha qualche commento o approfondimento può inviarlo qui oppure a dinbarberis@libero.it


In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
(Gv 3,14-21)

05 marzo 2018

i toni sbagliati

Reduce da tre giorni di neve e di campo di formazione per nuovi capi scout, durante il quale ho maturato due convinzioni, visto il clima che è stato creato e il modo di trasmettere dei contenuti che è risultato essere molto efficace. Da una parte si è riusciti a evitare la "supponenza", cioè il sentirsi superiori pensando che gli "allievi" dovessero imparare soltanto. Il clima di collaborazione e di valorizzazione li ha resi molto più coinvolti, benchè gli interventi e i chiarimenti richiesti non fossero molti. Dall'altra si è evitato il clima "amicone" ma che non trasmette niente: si è puntato molto alto nei contenuti, anche se qualcuno probabilmente non ha colto proprio tutto.
Mentre stamattina sentivo i risultati elettorali mi dicevo di stare attenti, che anche lì i toni sono gli stessi. Un tono troppo "supponente" che pensa che gli elettori siano tutti fessi da istruire e non capiscano le dinamiche politiche troppo complicate è stato messo all'angolo: la democrazia è sempre dei cittadini e non dei mercati internazionali, in nome di una presunta "tranquillità" tanto per fare sempre più affari. Più complicato il mettere da parte il tono "amicone" di chi si mette alla pari degli istinti bestiali del popolo, senza farlo puntare in alto: il tono grezzo da popolani attira molto, ma viene anche rifiutato altrettanto velocemente, perchè la democrazia si nutre di valori e non di istinti.

"Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo" (2Gv 7)