30 aprile 2020

contaminazioni

Mi sto assaporando giorno per giorno la registrazione dello spettacolo di Roberto Bolle "Danza con me" di sabato sera scorso. Mi spiace bruciarlo in una sera perchè lo trovo uno spettacolo eccezionale. Soprattutto perchè osa le " contaminazioni": duettare con forme di danza diverse da quella classica, anche molto diverse come la street dance di Lil Buck (tutta l'opposto dell'Accademia) e come i ritmi rap. Alla fine sei invogliato a uscire dai tuoi stretti e angusti confini entro cui non sei solo costretto dalla pandemia ma anche dalla pigrizia mentale di confrontarti con gente diversa e da una lettura asfittica della Parola di Dio. Roba tipo minestra scaldata, che si ritorce su se stessa e perde ogni vigore vitale.
Grande Roberto, meglio di certi predicatori!

"Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15)

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29 aprile 2020

un pezzo di storia se ne va

Ieri al giornale arrivavano tutti i messaggi di condoglianze per la morte di don Vittorio Croce, pure di collaboratori che si sono fatte le ossa in Gazzetta e sono poi passati ad altri giornali. Dopo un po' venivano i brividi, perchè ti accorgevi che era un pezzo di storia che diventava "passata". Storia della chiesa, storia del giornale, storia dell'astigiano. Ogni persona sembra un atomo e spesso viene trattata come tale. In realtà è una pianta con radici amplissime e la cui chioma ospita tutti gli altri. Vi sono chiome semplici e piccole, ma vi sono chiome enormi e quando l'albero cade, molti restano senza nido e riparo.
Ma ciascuno di noi si ripara all'ombra di altri alberi e nello stesso tempo è lui stesso un albero per altri. Schizofrenia...

"ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra»." (Mc 4,32)

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28 aprile 2020

La morte di un maestro

E così anche il past direttore di Gazzetta d'Asti, don Vittorio Croce, se n'è andato non per il virus, anche se a causa del virus non riusciranno ad essere presenti tutti coloro che gli sono riconoscenti. Ieri sera ero già a nanna ma come per un presentimento ho sentito un messaggio in arrivo sul cellulare e di lì ho saputo. Così ho avuto modo di intervenire nei gruppi whatsapp di Gazzetta, di dare informazioni per il sito e pure di scrivere di getto l'editoriale che uscirà sul prox numero. Come si dice: quando qualcosa di interiore trascina, vai oltre le tue forze normali.
Poichè non è mai un caso quel che capita, mi piace pensare che la sua morte è concomitante alla bega Cei-governo, non per strumentalizzarlo in una polemica, ma perchè ispirandosi al suo stile si può prenderla dal verso giusto. E l'editoriale è tutto su questo. E' vero: è brutto dirlo, ma sembra che le persone ci vengano a mancare nel momento in cui devi raccogliere un testimone e scattare in avanti. Quasi un cambio di staffetta: chi ha corso non potrebbe andare oltre, c'è un momento in cui lo vedi arrivare con il testimone in avanti e tu se pronto a prenderlo ma poi c'è il momento in cui devi scattare tu. E questo è il momento. Grazie don Vittorio.

"La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri." (Sir 44,12)

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27 aprile 2020

Poveri vescovi...

Si sono proprio arrabbiati e hanno fatto la voce grossa. Sembrano quelle persone che per un bel po' di tempo piuttosto di dire le cose come stanno se le tengono dentro e poi di botto esplodono. Oltre ogni misura. Pazienza, avremo pazienza tutti quanti perchè di questo c'è bisogno. Però mi è venuto troppo in mente un racconto di Bruno Ferrero...
Il serpente a sonagli ed il giovane
In una tribù indiana, i giovani venivano riconosciuti adulti dopo un rito di passaggio vissuto nella più stretta solitudine. Durante questo periodo di solitudine dovevano provare a se stessi di essere pronti per l’età matura.
Una volta uno di loro camminò fino a una splendida valle verdeggiante di alberi e radiosa di fiori. Guardando le montagne che cingevano la valle, il giovane notò una vetta scoscesa incappucciata di neve dal biancore abbacinante.
Indossò la sua camicia di pelle di bisonte, si gettò una coperta sulla spalla e cominciò la scalata. Quando arrivò in cima, vide sotto di sé il mondo intero. Il suo sguardo spaziava senza limiti, e il suo cuore era pieno di orgoglio.
Poi udì un fruscio vicino ai suoi piedi, abbassò lo sguardo e vide un serpente. 
Prima che il giovane potesse muoversi, il serpente parlò. “Sto per morire!” disse, “Fa troppo freddo quassù per me e non c’è nulla da mangiare. Mettimi sotto la tua camicia e portami a valle!”
“No!” rispose il giovane, “Conosco quelli della tua specie. Sei un serpente a sonagli. Se ti raccolgo mi morderai e il tuo morso mi ucciderà!”
“Niente affatto,” disse il serpente, “Con te non mi comporterò così. Se fai questo per me, non ti farò del male!”
Il giovane rifiutò per un po’, ma quel serpente sapeva essere molto persuasivo.
Alla fine, il giovane se lo mise sotto la camicia e lo portò con sé. Quando furono giù a valle, lo prese e lo depose delicatamente a terra. All’improvviso il serpente si arrotolò su se stesso, scosse i suoi sonagli, scattò in avanti e morse il ragazzo a una gamba.
“Mi avevi promesso…” gridò il giovane. “Sapevi che cosa rischiavi quando mi hai preso con te!” disse il serpente strisciando via.
C'è una sola differenza. Il governo non è un serpente a sonagli, pronto a mordere e uccidere, checchè se ne dica oggi con la storia che il divieto violerebbe la libertà di culto. Bisognerebbe spiegare in belle maniere ma in modo fermo  a gente che di teologia cattolica ne mastica poca, ma si basa su quel che vede che: 
- i funerali non sono sacramenti (ma dato che la Cei ha messo avanti soprattutto questo e non le celebrazioni, è stata accontentata in parte);
- la messa è vitale per la vita di fede;
- si potrebbe celebrare solo dove si garantiscono tutte le misure di sicurezza e non ovunque.
E' anche vero che essendosi persa la puntata precedente, del far capire al governo che una messa corrisponde alla spesa in supermercato (in una società secolarizzata si consenta il parallelo...) diventa sempre più complicato far capire che è vitale. Invece di affannarsi a tirare fuori tutto l'armamentario preconciliare sulla comunione spirituale le messe "per"il popolo, conveniva tirar fuori l'armamentario postconciliare sul sacramento come incontro materiale con il Signore e sulla celebrazione come partecipazione attiva. E prepararsi alla riapertura con proposte decenti e accettabili (quanto meno "tollerabili") anche da un comitato scientifico.

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26 aprile 2020

Si riparte

Beh, dovrebbe essere al futuro: "Si ripartirà". Invece è al presente, perchè ormai ad una settimana dalla prima parziale riapertura bisogna interrogarsi su come  essere in trincea e non nelle retrovie per affrontare di petto le questioni. Intanto come Gazzetta d'Asti stiamo studiando ad una rete di famiglie per confrontarsi sulle questioni concrete che via via sorgeranno e su come farne occasione di trasformazione del nostro contesto sociale più stretto.
In secondo luogo anche personalmente bisogna tornare a quello che s. Ignazio di Loyola chiamava "regola di vita": non andare a caso, ma mettere per iscritto qualche priorità, qualche strategia da portare avanti per non ritrovarsi come prima ad essere travolti dall'agenda e dagli impegni quotidiani. Abbiamo una occasione storica che non a tutti viene data: si può reimpostare daccapo le cose e la quotidianità. Perciò le scuse di prima ("non ho tempo", "troppe cose da fare", ecc.) non potranno più essere riproposte dopo. Vediamo adesso che cosa "c'è realmente da fare".

"comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivere quaggiù come stranieri" (1Pt 1,17)

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25 aprile 2020

25 aprile

E così siamo giunti al 25 aprile. Spesso dà luogo a qualche polemica, perchè non c'è ancora una ricostruzione storica condivisa... A volte in malafede, a volte perchè quando si mettono di mezzo le ideologie è difficile che la storia possa parlare. Comunque invece di guardare al prima del 25 aprile 1945 si potrebbe guardare al dopo e vedere la nascita della nostra nazione, la costruzione di un'unica Costituzione a partire da tante tradizioni e idee diverse e molto altro ancora.
Così pure se guardiamo a prima del 25 aprile 2020 troviamo tante cose che non vanno, tanta ignoranza in molti campi che fa da padrona e non solo in alto, ma anche in basso. Conviene approfittare di questo 25 aprile per guardare al dopo e costruire un mondo un po' più su solide basi e un po' meno sulla sabbia.

«Cantate al Signore
perché ha mirabilmente trionfato:
ha gettato in mare
cavallo e cavaliere!». (Es 15,20)

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24 aprile 2020

Famiglie provate dalla morte

Ieri sono stato chiamato per l'unzione ad un signore da tempo malato, che conoscevamo e che nonostante fosse su una sedia a rotelle, era sempre di buon umore. Mi sono accorto che è da qualche settimana che non veniamo più chiamati a benedire le salme al cimitero, perchè magari le agenzie fanno prima a richiedere la benedizione del diacono che presta servizio là, senza star tanto a cercare le parrocchie. Un mese fa mi era capitato una volta. Da una parte mi sono sentito un po' in colpa: manco mi sono accorto della situazione. Altamente improbabile che nessuno della nostra parrocchia sia morto in un mese... Poi mi sono un po' rassegnato: qui siamo coinvolti tutti quanti sia come chiesa che come stato. Epperò la conclusione è stata: ci siamo rassegnati troppo presto. La creatività umana è vasta e si poteva trovare una qualche soluzione a cui non si è subito pensato. Ma no: la creatività si cita solo per le aziende e per le arti. Per la fede non serve... In fondo c'è poco da creare: ha già fatto tutto il Creatore. O no?

"Ecco, io faccio nuove tutte le cose" (Ap 21,5)

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23 aprile 2020

e quando si riprenderà?

Ieri una collaboratrice della parrocchia ha cominciato a porre il problema della riapertura di maggio, sottolineando giustamente che ci sono parecchie cose da prendere in considerazione, anche molto pratiche e che converrebbe non aspettare l'ultimo minuto per parlarne. E' vero. Le aziende stanno già organizzandosi e noi stiamo ancora crogiolandoci online e con discorsi di rassicurante consolazione. La chiesa non è un'azienda. E' anche vero questo. Ma non nel senso che deve essere un pachiderma che si muove all'ultimo minuto e solo quando non può fare diversamente. Ma nel senso che dovrebbe avere tutto il dinamismo, l'entusiasmo e la creatività di un'azienda ma guidata dallo Spirito e non dal general manager di turno. Il fatto che la Chiesa tenda all'eternità non giustifica la paurosa lentezza che le sue istituzioni tendono a dimostrare.

"Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo." (2Pt 3,8)

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22 aprile 2020

report: luci e ombre

La puntata di Report di lunedì sera ha fatto discutere e più persone hanno chiesto chiarimenti e commenti sia sulla parte relativa alle opposizioni delle destre conservatrici americane a papa Francesco, sia sull'inchiesta sugli ospedali di Asti e Alessandria.
Due situazioni distinte. La prima mi sembra buon giornalismo, soprattutto che tira fuori cose che non tutti sapevano e che ha un po' scioccato qualcuno. La seconda potremmo definirla "sparare sulla Croce Rossa": cose che si potevano immaginare, servizi un po' raffazzonati e una coda di amarezza e di polemiche che si lascia dietro. Non sempre il giornalismo d'inchiesta è buono: se invoglia ad agire è ok, se suscita echi di scandalo è scandalismo.


" Le labbra dello stolto provocano liti
e la sua bocca gli provoca percosse." (Pro 18,6)

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21 aprile 2020

La chiesa delle origini

Non mi capita mai di partire dalla Scrittura per scrivere un post, perchè penso che la vita sia sovrabbondante di insegnamenti. Tuttavia non posso non partire dalla prima lettura di oggi (At 4,32-37) che tratteggia la vita della prima comunità perchè mi è saltata agli occhi una cosa.  Ci sono tre brani che tratteggiano la prima comunità (i cosiddetti "sommari"). Uno lo abbiamo letto domenica scorsa: At 2,42-47)
Lì si parlava del "senso del timore" che era in tutti, un senso della presenza del Risorto in mezzo a loro. Questa mattina si parla della "grande forza" con cui gli apostoli davano testimonianza. Nell'ultimo brano (At 5,12-16) si parlerà della potenza di guarigione per cui la semplice "ombra" degli apostoli diventava miracolosa.
Ecco tratteggiato il cammino della chiesa in questo tempo di virus:
1) coltivare il senso del timore per maturare il senso di Dio di conseguenza dare un senso a ciò che capita
2) coltivare la forza d'animo che permette di reagire, di fare la propria parte e di non risparmiarsi troppo
3) ma poi c'è la terza cosa: andare oltre le umane possibilità e fare miracoli.
Questa terza è strana, ma è ciò
che fa sì che la Chiesa non testimoni solo resilienza e solidarietà, ma anche il primato di Dio sul mondo.

"Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava." (At 5,12-13)

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20 aprile 2020

oltre e al di sopra delle forze

A proposito di forza da Star Wars. Mia sorella, fisioterapista, questa mattina entrerà nei reparti Covid e ieri esprimeva la sua preoccupazione non tanto per l'essere infettata (protocolli severissimi) quanto per paura di sbagliare qualcosa  a danno di altri. Nello stesso tempo parlava della sua primaria, chiamata a prendere a volte decisioni in campi non di sua stretta competenza medica. Ma anche mia sorella aveva l'impressione non di andare allo sbaraglio, ma di entrare in una situazione in cui devi andare oltre il solito tran tran: un terreno sconosciuto, insomma. Dove si prova, perchè non ci sono altre possibilità, anche se si prova con un minimo di fondamento.
E mi dicevo. Oltre a chi è in prima linea come in ospedale, chi è che si sente "provato" ad andare oltre ciò che già sa? Quali categorie di persone si devono buttare in terreni sconosciuti e spendere oltre e al di sopra di ciò di cui erano sicuri?
Ho l'impressione che i sacerdoti non siano tra questi. Per molti di noi è come se si fosse in una situazione di accomodamento, più che di prova. Fare qualche passo indietro e stare nelle retrovie, piuttosto che sentirsi in prima fila. Non è una accusa, ma la riprova che siamo una categoria più protetta di altre.

"Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?»." (Es 3,11)

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19 aprile 2020

Che la forza sia con te

Ieri sera ho visto l'ultima puntata di Star Wars, nona di una serie iniziata quando avevo 11 anni... Normalmente alla sera quando attacca un film di due ore e venti lo vedo bene i primi 20 minuti e poi a scemare. Invece questo mi ha tenuto avvinto e se ogni tanto staccavo era per far calare un po' la tensione accumulata. Al di là della vicenda, mi è rimasta impressa una cosa, che nel film ovviamente non ha tono religioso nel senso nostro del termine, anche se ha un tono spirituale di tutto rispetto (tranne che per i talebani che considerano questi film come proselitismo verso forme magiche e profanazione dell'unico Dio): la forza del perdono per vincere l'odio e il legame profondo con chi ti ha preceduto e ti ha amato per trovare la giusta strada e la giusta forza. Un bel messaggio anche per l'epoca che stiamo vivendo: più che guardare al passato per le cose superficiali (come si viveva prima, cosa si faceva prima e come la si potrà fare dopo), guardare al passato per imparare lezioni dalla storia e pensare che anche chi ci ha preceduto, ci accompagna senza bisogno che andiamo a cercarlo. Con noi ci sono generazioni di persone che tifano per noi...

" Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli,  figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe (...) figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio" (Lc 3,23-24.38)

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18 aprile 2020

Si riparte dalla famiglia

Proseguendo la riflessione di ieri si può partire dal ripensare alla famiglia. Ieri in Gazzetta abbiamo deciso di dare ampio spazio sul prossimo numero a come si stia rivalutando il suo ruolo e come effettivamente essa sia ora il nucleo fondamentale della società. Ma bisogna sostenerla economicamente, psicologicamente e anche pastoralmente. Costruire una rete di famiglie per cominciare a costruire un'azione culturale, sociale e politica per il domani. In realtà qualcosa c'è già (per es. Forum nazionale delle Associazioni familiari) e anche qui non si ricomincia da tre. Bisogna solo convincere il mondo ecclesiale che se si riparte dalla famiglia non si potrà più fare come prima... Le parrocchie vanno affidate a gruppi di famiglie che in collaborazione con il sacerdote (che dovrà seguirne presumibilmente più di una) recupererà la sua funzione di sacerdote e non di amministratore.
Ma forse ho bevuto troppo.. e ho le visioni...

"Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini." (Lc 2,51-52)

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17 aprile 2020

Ricomincio da tre

Sono passati un po' di giorni dall'ultimo post, ma non sapevo cosa scrivere. Non che non avessi idee, ma avevo la strana sensazione della famosa "minestra scaldata" e diventata un po' indigesta. Ma non sapevo dire perchè. Poi ieri mi è sembrato di capire. Tutto quello che facevo e che pensavo era ancora secondo gli schemi e le convinzioni del prima epidemia. Perciò non potevano funzionare. Un po' come se avessi una Ferrari e non potessi usarla. Anzi, di più. Come se avessi una Ferrari, non potessi usarla e intanto fuori le strade si disasfaltassero, in modo che quando potrai usarla, la userai come una Panda, ai 100 km orari.
E' necessario veramente cominciare a fare una riflessione su cosa bisogna cambiare a livello di convinzioni personali, di abitudini, di stili di vita, di impegno sociale, di fede religiosa per il dopo. Non si tratta di fare previsioni per il futuro, ma di smettere di pensare che abbiamo interrotto cose che poi riprenderemo. No: dobbiamo capire come vivere un presente che non è né prima, né ancora dopo, un presente che sarà lungo. Ecco, dobbiamo ripartire da zero. Ma come diceva il grande Troisi, noi ricominciamo da tre, perchè non nasciamo adesso e l'esperienza passata ci tornerà utile. Ma indietro non si torna, perchè ciò che stiamo vivendo è un salto al di là di un crepaccio: non siamo ancora atterrati dall'altra parte, ma non siamo più nel mondo di prima.


"Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio." (Ap 21,7)

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13 aprile 2020

Il bisogno primordiale di cibo

Anche oggi il silenzio sembra prevalere. Una sensazione spettrale. Si cerca di farvi fronte con lo smartphone, ma pare che in buona parte si tratta di fotografare grigliate e roba da mangiare. Quando fra un millennio ricostruiranno la nostra storia, diranno che nei momenti critici...pensavamo solo a mangiare. D'altra parte il mangiare è il primo bisogno da soddisfare, sia quando nasci, sia per le popolazioni appena passate dallo stadio di scimmia a quello umano. Perciò abbiamo testimoniato, sorridendo, che siamo tornati neonati o primordiali, anche se il cibo è decisamente più sofisticato.

"E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell'Egitto verso il paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele. " (Es 3,17)








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12 aprile 2020

Pasqua

Ogni tanto si resta senza parole. Però quest'anno l'augurio sembra più sincero: Buona Pasqua!

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11 aprile 2020

celebrazioni in tv e omelie esemplari

No, non ce la posso fare a seguire le celebrazioni della Settimana Santa in Tv. Giovedì ero ancora impegnato al giornale mentre papa Francesco celebrava la messa della cena del Signore, ma ieri ho seguito la celebrazione della Passione. Fino alla fine. E' stata una tristezza e vabbé che lo doveva essere, ma posso anche fare "digiuno da celebrazioni in Tv" e va bene lo stesso. Se non fosse per quella splendida omelia di padre Cantalamessa che sono andato a rileggermi oggi. Uno sguardo profondissimo, un tono caldo e non cattedratico, un animo pieno di Parola di Dio. Eccone uno stralcio potente.


"Mentre affrescava la cattedrale di San Paolo a Londra, il pittore James Thornhill, a un certo punto, fu preso da tanto entusiasmo per un suo affresco che, retrocedendo per vederlo meglio, non si accorgeva che stava per precipitare nel vuoto dall’impalcatura. Un assistente, inorridito, capì che un grido di richiamo avrebbe solo accelerato il disastro. Senza pensarci due volte, intinse un pennello nel colore e lo scaraventò in mezzo all’affresco. Il maestro, esterrefatto, diede un balzo in avanti. La sua opera era compromessa, ma lui era salvo.
Così fa a volte Dio con noi: sconvolge i nostri progetti e la nostra quiete, per salvarci dal baratro che non vediamo. Ma attenti a non ingannarci. Non è Dio che con il Coronavirus ha scaraventato il pennello sull’affresco della nostra orgogliosa civiltà tecnologica. Dio è alleato nostro, non del virus! “Io ho progetti di pace, non di afflizione”, dice nella Bibbia (Ger 29,11). Se questi flagelli fossero castighi di Dio, non si spiegherebbe perché essi colpiscono ugualmente buoni e cattivi, e perché, di solito, sono i poveri a portarne le conseguenze maggiori. Sono forse essi più peccatori degli altri?
No! Colui che un giorno pianse per la morte di Lazzaro, piange oggi per il flagello che si è abbattuto sull’umanità."


Ecco la parola può avere una potenza che sovrasta il mezzo con cui la si trasmette. Invece il gesto, l'azione, il rito viene svuotato, inaridito dal mezzo. E' come mangiare un'arancia senza succo. E' lei, è un'arancia, ma secca. Per questo mi sa che come non ho guardato la Via Crucis e me la medito con calma, non guarderò la Veglia Pasquale: la celebrazione più potente di tutto l'anno. Lì non è un'arancia, è un pompelmo rosa gigante e se è secco, è ancora peggio...

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10 aprile 2020

La cura al virus è lo stato di polizia?

Così su Avvenire di martedì scorso si intitolava il lungo articolo del filosofo coreano Byung-chul Han, che insegna a Berlino e di cui mi era capitato di leggere qualcosa in passato. All'inizio sembrava esaltasse il sistema di contenimento del virus in Cina, Corea e Taiwan attraverso l'uso del controllo digitale, attraverso droni, videocamere, sms, "corona app" che registra i luoghi visitati dagli infetti e che ha ottenuto eccellenti risultati rispetto a quel che capita in Europa e in particolare in Italia. Poi, andando avanti a leggere, si capisce che sta dicendo che in Asia si è poco sensibili alla privacy e alla protezione dalla sorveglianza digitale, perciò si accetta queste misure da "Grande Fratello".
Non è facile per una democrazia tenere insieme la necessità di affrontare il virus e la necessità di non svendere la democrazia. Nello stesso tempo concludeva dicendo che il virus non provocherà nessuna rivoluzione e nessun cambiamento radicale, a meno che gli esseri umani non imparino da quest'esperienza e non apportino loro dei cambiamenti. Direi dei cambiamenti ad un sistema economico mondiale che sembra un negozio di cristalleria e ad uno stile politico che sembra il mercato del pesce.

"Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Gn 2,15)

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09 aprile 2020

Nostalgia della messa crismale

A quest'ora gli altri anni si era in Cattedrale per celebrare la messa crismale con il Vescovo e rinnovare le promesse sacerdotali. Per la prima volta non è così e il fatto genera nostalgia. La nostalgia ha a che fare con qualcosa che è parte di te, senza che neanche te ne accorgi, ma la cui mancanza genera come effetto, appunto, la nostalgia.
Il Vescovo ha scritto una lettera a noi sacerdoti che è arrivata questa mattina, mostrando la sua vicinanza e cercando di dare un significato al nostro ministero in questo tempo. Una bella lettera, che si conclude con un invito a vivere un domani esperienze di fraternità. Chissà... Anche se non ci siamo ancora messi a pensare e a riflettere al dopo, probabilmente uno dei cambiamenti sarà proprio questa maggior fraternità tra sacerdoti. Quella va pensata e costruita sin da ora perchè questo momento storico non passi invano e perchè la vita nuova non sia quella frenetica di prima.

"Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri" (Gv 13,14)

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08 aprile 2020

registi e scenografi

In questo periodo si può diventare registi e scenografi. Dove manca la comunicazione diretta e quando l'online è saturo di parole si possono cercare altre strade.
Ieri ho dovuto inventare uno spot pubblicitario per il triduo che faremo online con gli scout. E' stato molto divertente, sia pensarlo, sia girarlo, sia trasmetterlo. Trasformare molta comunicazione in spot pubblicitari sembra più complicato ma è bello (anche se poi magari il risultato è meglio non commentarlo...).
Ieri abbiamo anche parlato su come dare il segno che sarà giovedì, venerdì, sabato santo. E abbiamo deciso di porre delle piccole scenografie fuori dalla chiesa. Anche questa comunicazione è molto carina da ideare e divertente da realizzare.
Non ricordo più chi diceva che la creatività nasce nell'ozio...

"Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce." (Mt 17,1-2)

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07 aprile 2020

parole profetiche

Tra le cose belle che la situazione di epidemia sta facendomi riscoprire c'è la musica. Non mi ero più fermato ad ascoltare musica... Così ho preso l'ultimo album di Daniele Silvestri, uno dei cantautori che mi piacciono di più, "La terra sotto i piedi" e mi sono messo ad ascoltarlo. Ad un certo punto nella canzone "Concime" mi sono saltati agli occhi (anzi, alle orecchie) le "parole profetiche", scritte ben prima che scoppiasse tutto questo:


"Ma c'è stato un tempo in cui comunicare

Era molto più scomodo e meno immediato
Per questo un discorso era più ragionato
Se avere risposte richiede dei mesi
Diventa importante non esser fraintesi
E le dichiarazioni, di guerra o d'amore
Non ammettevano errore"


Ehhh si commentano da sole...

"Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo;
sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco.
Ti prego, ascoltami, e io parlerò;
ti farò delle domande e tu insegnami!" (Gb 42,3-4)

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06 aprile 2020

Il desiderio di sapere

Mi è capitata una roba incredibile. Mi era venuto in mente, in questo periodo di inattività forzata della gente, di proporre 15 file audio di 15 minuti l'uno, uno al giorno con 15 lezioni di sociologia della religione. Ho mandato un mex su tre gruppi whatsapp, elencando i 15 argomenti e chiedendo di rispondere personalmente a me se qualcuno fosse stato interessato. Mi hanno risposto in 125.
Ancora oggi si sono aggiunte persone. E persone di tutti i tipi: gente che ha studiato, gente che non ha studiato troppo, gente di età e estrazione sociale diversa. Addirittura qualcuno ha detto ad amici e sono stato contattato da persone che non conoscevo.
Non commento. Per ora mantengo lo stupore, il dovere di preparare più che bene gli audio e la grande certezza (che avevo già, ma che ora ha una conferma) di due cose:
- dopo che tutto sarà passato si entrerà in un mondo diverso;
- dobbiamo assolutamente da adesso preparare il dopo, perchè oltre ad essere diverso sia anche migliore.

"dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi." (Sap 9,4-5)

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05 aprile 2020

Via lastricata

Autoritratto di Van Gogh
E' il titolo della riflessione del card. Ravasi sulla sua rubrica "Breviario" del domenicale del Sole 24 ore di domenica 29 marzo. Egli paragona la via lastricata sulla quale si va comodi e veloci ma sulla quale non cresce nulla al sentiero aspro, pronto ad inerpicarsi sulle alture, dove sbocciano le stelle alpine: decisamente più arduo ma vivo. Fa il paragone partendo da un detto di Vincent Van Gogh: "La normalità è una strada lastricata: comoda per camminare, ma non vi cresce nessun fiore". Il riferimento è al periodo che viviamo: "la normalità che fa trascinare la vita senza sussulti o fremiti sarà più comoda, ma non potrà mai offrire quella grandezza e quella potenza offerte da un'esistenza vissuta con impegno, con fatica, con la consapevolezza della ricerca e con la generosità dell'amore". Mi hanno subito toccato queste parole e d'altronde Ravasi ha una cultura enciclopedica che ti offre in caramelle gustosissime. Però poi subito mi è affiorato un altro pensiero. Va tutto bene, ma a noi oggi piacerebbe sapere dove portano ste strade, non come sono fatte. Questo ci interessa sapere. Siamo sommersi di riflessioni sul presente, vorremo cominciare a parlare del futuro.

"Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte." (Sl 1,1-2)

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04 aprile 2020

Stasi

Quattro giorni senza scrivere niente e sembrava di meno... Stasi. Calma piatta. Silenzio di tomba. Ricordo la pubblicità dell'acqua Lete: "C'è qualcuno?". In giro: fantasmi in maschera.
Beh, non siamo così tragici. Questa mattina ho spiegato alla famiglia eritrea tutto quello che sapevo sul virus, su come si trasmette, sulle prospettive che ci sono. Sono stati molto contenti e ce ne siamo andati ridendo di gusto. Io sono rimasto colpito perché Filipo, il più grande, aveva un block notes e prendeva appunti, come se io fossi un virologo... Però è vero: la conoscenza scientifica è la base di tutto.

"Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza
e di pensare in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli è guida della sapienza
e i saggi ricevono da lui orientamento.
In suo potere siamo noi e le nostre parole,
ogni intelligenza e ogni nostra abilità.
Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose,
per comprender la struttura del mondo
e la forza degli elementi,
il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
il ciclo degli anni e la posizione degli astri,
la natura degli animali e l'istinto delle fiere,
i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici" (Sap 7,15-20)

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