il castello misterioso
Ho appena concluso lo speciale de "Il Regno" (3/2013) uscito in occasione delle dimissioni di Benedetto XVI, che ripercorre le vicende del suo pontificato. A leggere mi si è stretto il cuore: la sintesi è che c'era una grande voglia in lui di affrontare di petto le questioni della Chiesa e della modernità ma che poco alla volta si è stemperato per gli ostacoli sempre maggiori all'interno della Curia. C'è anche una complessa analisi sul suo pensiero e su come dall'essere un figlio del Vaticano II sia potuto essere annoverato tra i teologi più conservatori.
Ho sempre trovata sospetta la preoccupazione verso le giovani generazioni a causa della crisi economica ma non sono mai riuscito a capire cosa non mi suonava bene. Poi mi è capitato tra le mani il "memorandum" che Roberto Napoletano ha scritto sul Domenicale del Sole 24 ore del 5 maggio e ho capito. Ecco:
Ieri è venuto a trovarmi un giovane che ero andato a visitare in una comunità di recupero: ora è in fase di reinserimento e pare che le cose vadano molto bene. Chiacchierando un po' mi ha spiegato tutti i consigli che gli educatori gli danno e che dovrebbero aiutarlo a ristrutturarsi interiormente e riprendere gradualmente ad assumere responsabilità. Tanti di questi ricordavano i consigli che mi venivano dati dal mio padre spirituale...
Bell'incontro ieri pomeriggio durante la benedizione delle famiglie. Saluto una famiglia di evangelici che conosco da tempo e chiacchieriamo circa 40 min (sballati tutti gli orari... ma meglio così). Tra le altre cose mi dicono che il figlio adolescente, che si era dimostrato un po' insofferente alla partecipazione alla chiesa evangelica, ha ritrovato interesse per la fede iniziando a frequentare un oratorio cattolico in città (?!), in questo anche stimolato dalle persone incontrate. In particolare il sacerdote ha sottolineato come lui fosse l'animatore più ferrato nella conoscenza della Parola di Dio e questo gli ha fatto rivalutare l'educazione ricevuta (?!). In compenso io ho raccontato loro come uno degli animatori di S. Domenico avesse accresciuto la propria sensibilità religiosa e allo studio della Parola di Dio grazie ad un interscambio negli Stati Uniti, dove era stato ospitato da una famiglia evangelica (?!). Proprio vero che l'ecumenismo si costruisce dal basso...
Ma sì, ho ricevuto questa mail che riporto sul blog perché la trovo molto carina. Chi volesse la versione integrale me lo dica e io gliela mando. C'è anche una preghiera allegata.
In questi giorni, dovendo scrivere un articolo per un nuovo giornalino che pubblica il comitato palio del borgo s. Lazzaro, mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che finora c'era un profondo legame tra chiesa e borgo, forse più che in altri rioni della città, ma che in prospettiva non necessariamente avrebbe dovuto essere così. Nel borgo confluiscono persone che non credono, musulmani, altre religioni e questo legame è tutto da ridefinire. Poi questa mattina alle feste di S. Secondo ho ritrovato lo stesso connubio tra città e santo patrono che, al di là dei motivi storici, è tutto da ridefinire. E' vero che sono gli altri a doversi integrare e non noi a lasciar perdere la radice cristiana. Però l'integrazione vera trasforma anche l'identità originaria, così come l'identità italiana è nata molto tardi a partire dalle identità locali.
Un articolo del card. Ravasi su Vita e Pensiero mi illumina... Parlando dei "vizi" della comunicazione da Internet e, in specifico, del vigilare per non cadere di una specie di anarchia intellettuale e morale, cita il filosofo Thomas Hobbes che qualche secolo fa affermava che è l'autorità potente e dominante a stabilire idee, pensieri, scelte e comportamenti, non la verità. E, applicando quella riflessione alla comunicazione in Internet dice: "La nuova autorità è quella dell'opinione pubblica prevalente, che ottiene più spazio e ha più efficacia all'interno di quella massa enorme di dati offerti dalla comunicazione informatica (...) Sotto l'apparente democratizzazione della comunicazione si cela in realtà un'operazione di omologazione e di controllo". E poi, parlando dei rischi della democrazia, cita ancora Alexis de Tocqueville (uno degli autori ottocenteschi più illuminato e più lungimirante di tutti i tempi) che, descrivendo nella sua opera "La democrazia in America" il futuro della società americana, scriveva: "il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito vi rientra"...
![]() |
Alexis de Tocqueville |
![]() |
Thomas Hobbes |