19 maggio 2024

Tre chiese

 Ieri sono stato testimone e partecipe di tre eventi di chiesa, che mi hanno messo di fronte agli occhi quanto variegata sia la Chiesa di Dio.

L'ordinazione presbiterale di don Stefano Accornero mi ha trasmesso il senso della solennità. Una solennità che ha messo insieme i gesti del rito, compiuto da moltissimi sacerdoti provenienti anche da altre diocesi, la freschezza della presenza giovanile e in particolare della figura di don Stefano che faceva bene al cuore, il calore della gente e la perfezione del canto che però in molti tratti sembrava "algida": formalmente perfetta ma senza sentimenti.

La prima comunione di un bambino autistico, celebrata con il gruppo scout e preparata con grande cura mi ha trasmesso invece l'attenzione verso i più deboli, la centralità assoluta dei bambini e la capacità che loro hanno di "educare" i grandi. Un'emozione che intrecciava l'umanità del momento e la percezione della fragilità che il Signore ha attraversato per comunicare la sua forza d'amore.

L'accoglienza del cardinal Dziwisd a Isola e Santo Stefano di Montegrosso con il dialogo con lui e la cena insieme mi hanno trasmesso la chiesa del passato. Una chiesa che non c'è più, se non in oasi come quei paesi in cui è ancora veramente l'anima del luogo. Non era fastidio, anzi: il contatto con la fede popolare è sempre rinfrancante. Ma veniva la domanda: quanto potrà ancora durare?

Oggi Pentecoste è veramente la festa della varietà della fede nell'unica fede e del modo di vivere il Vangelo che è sempre quello. Non poteva esserci preparazione migliore.

"Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio»." (At 2,9.11)


foto: appena le ho...

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16 maggio 2024

Ripresa del blog e ... Cartesio

 Un intervallo bello lungo in un periodo bello complicato, in cui è più difficile organizzarsi e star dietro a tutto. Una amica psicologa dice che il cervello umano ha dei limiti e che occorrerebbe darsi dei limiti. Lo diceva anche Cartesio: l'errore non deriva dalla ragione, ma dalla volontà che va sempre oltre e si attiene ai limiti imposti dalla ragione stessa. E' sempre inquietante pensare che le cose sono sempre quelle, da secoli, e che semplicemente ogni epoca le dice diversamente, magari con qualche prova in più. La persona creativa (che una volta si chiamava "profeta") vede più avanti e impazza con la volontà (direbbe Cartesio), ma poi a volte diventa folle perchè il suo cervello (la sua ragione, direbbe Cartesio) non regge. Anche gli artisti a volte sono folli per lo stesso motivo. 

"Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto»." (At 2,7-13)

Va giusto bene per Pentecoste...

Cartesio


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01 maggio 2024

Di ritorno dalla route

 Una bella esperienza, nonostante il tempo non sempre favorevole. Mi porto a casa un bel po' di cose:

- la varietà dei giovani oggi: ce n'era di tutti i tipi, difficilmente inquadrabili in categorie

- la loro "resilienza": nonostante storie di assenza di genitori, di terapie psicologiche, di ansie varie, alla fine ce la fanno

- il prendere sul serio la questione "gender": su 27 una stava facendo la transizione al sesso maschile e almeno due avevano stabili relazioni omosessuali. Ma forse anche 3-4...

- la forza dello scoutismo come proposta che attrae i giovani ancora dopo un secolo di vita

- la grande sensibilità verso la spiritualità e la fede, che va di pari passo con uno sguardo molto molto critico sulla chiesa: a volte essa diventa ostacolo a Cristo attraverso figure (anche sacerdotali) poco raccomandabili

- la bellezza del Monferrato, nonostante il grigio del cielo

- la vivacità delle comunità cristiane che si vede dalla cura delle chiese...


"Lodate il Signore, popoli tutti,voi tutte, 
nazioni, dategli gloria" (Sal 116,1)





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