Ieri sera ho visto il film che ha vinto il Leone d'Oro al festival di Venezia, "Somewhere" di Sofia Coppola. Molto lento, al punto che qualche volte mi sono pure assopito. Tanto eravamo solo due in sala e al termine l'altro mi ha detto che si aspettava qualcosa di diverso... Avevo anche letto che c'erano state discussioni su questa vittoria.
Una cosa è certa: la regista rende meravigliosamente la noia del protagonista, attore affermato, che passa le sue giornate senza un senso, passando da un piacere all'altro. Le cose fatte meccanicamente, l'assenza di vere passioni, il desiderio di dormire senza risvegliarsi, il tran tran delle solite cose: tutte reazioni che accompagnano questo genere di vita.
Così come è bella la figura della figlia undicenne e il suo gusto per la vita nonostante lo sballottamento tra un genitore e l'altro. Così come è bella la scena finale e il modo con cui è resa la svolta.
Il benessere svuota di dentro l'anima dell'uomo e lo rende veramente un meccanismo all'interno di un ingranaggio, foss'anche un ingranaggio bellissimo, desiderato da molti e pure luccicante.
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